mercoledì 30 giugno 2010

LE DOMANDE CHE PONE MAURIZIO CIRILLO SONO DA NOI CONDIVISE E ASPETTANO RISPOSTE DALLE ISTITUZIONI

Oggi giornata importantissima per la ns lotta allo scempio delle discariche vesuviane, dopo essersi scaricati le responsabilità e aver sempre delegato altri alle risposte.... ARRIVA L'IMPOTENZA MASSIMA, si cede il passo e si dichiara sconfitta anche davanti al TRIBUNALE PREPOSTO.

Tutto pur di non assumersi responsabilità, verso i cittadini, verso le istituzioni europee, verso i tribunali, verso gli elettori, verso i futuri telespettatori di una nuova crisi "munnezza" minutoxminuto... e infine verso la natura tanto vituperata e vilipesa.

...MA OGGI LA "PALLA" TORNA ALLE ISTITUZIONI LOCALI...E PIU' CHE MAI LE MIE RICHIESTE NON AVRANNO FINE, SE NON AD ESAURIENTI RISPOSTE... non e' ancora il tempo di contendersi i meriti E DI SCROLLARE LE SPALLE



1) Le istituzioni tutte non hanno mai risposto alla questione del rischio vulcanico. Il Vesuvio è un vulcano attivo e dalle caratteristiche esplosive, NON ESISTE NORMA NON ESISTE MESSA IN SICUREZZA PER LE DISCARICHE IN TALI AREE. NON ESISTE DEROGA PER RIFIUTI SPECIALI E TOSSICI. Si dovrà chiarire, o il Vesuvio non è un vulcano o nelle discariche non ci sono rifiuti ordinari, pericolosi e/o tossici. Quando il Comune di xxx si farà carico di richiedere una risposta ufficiale? Quando partirà una azione legale da parte delle amministrazioni locali che vada a definire le responsabilità storiche di un simile rischio?

2) L’esistenza stessa della discarica SARI limita le possibilità di una celere bonifica della vecchia discarica; le vecchie barriere geologiche in che stato sono? Dove sono i rilievi ambientali che riguardano il territorio dei comuni interessati? E in particolare le analisi specifiche sulle acque, dove ci sono i pozzi artesiani, per irrigare le coltivazioni… dove sono?!
Dove sono i collaudi delle barriere geologiche per la nuova discarica? Per quanti anni sono state garantite le geomembrane usate? Tra quanto le falde che interessano anche i territori LIMITROFI saranno a rischio contaminazione? Anche in caso di prossima chiusura degli impianti e di una utopica messa in sicurezza, per quanto tempo questa amministrazione potrà far finta di dormire sonni tranquilli?
Come e quando sono state garantite ai comuni le bonifiche?

3) I dati Arpac ultimi indicano problemi seri per polveri e contaminazioni dovute al passaggio dei camion. Problema enorme sia per le tantissime abitazioni limitrofe sia per le coltivazioni. Quando il comune si impegnerà a spendere pochi euro per delle centraline di rilevamento fisse?

Maurizio Cirillo

domenica 27 giugno 2010

L’assessore Romano a Bruxelles chiarisce le intenzioni della Regione: meno discariche ma più impianti per bruciare rifiuti.

Rifiuti, ricetta della Campania: meno discariche, più inceneritori

L’assessore Romano a Bruxelles chiarisce le intenzioni della Regione: meno discariche ma più impianti per bruciare rifiuti.

In politica a volte per far sembrare nuova una proposta basta metterci la propria firma sotto. Questo deve aver pensato l’assessore Romano in visita a Bruxelles per tentare di sbloccare parte dei 500 milioni di euro di finanziamenti bloccati da tempo per le inadempienze campane sul versante del ciclo dei rifiuti.

L’ispirazione della sua proposta portata a Bruxelles è presa nientemeno che dalle linee programmatiche redatte dalla scorsa amministrazione di centrosinistra: costruire nuovi impianti di compostaggio, realizzare una linea di biostabilizzazione negli impianti Stir, rinunciare all’apertura della mega-invaso di Terzigno ed a quello di Serre. Ovvia la soddisfazione dei tanti comitati e dei cittadini che si erano battuti in questi mesi per scongiurare l’ennesimo oltraggio alle nostre terre, ma nelle dichiarazioni di Romano rimane un’ombra che rovina in gran parte la soddisfazione per le decisioni sopra riportate. Insieme all’impegno sulla differenziata e sulla riduzione dei rifiuti, quasi incomprensibilmente ecco difatti ricomparire il progetto dei due inceneritori (o termovalorizzatori, se preferite) di Napoli e Salerno, ai quali viene data estrema priorità tanto da promettere le gare entro tre mesi.
La domanda a questo punto è: se si vuole seriamente imboccare la strada della gestione virtuosa dei rifiuti, in accordo alle norme europee, a che servono altri due inceneritori?

Già in un articolo di inizio marzo evidenziai come basta raggiungere il 35% di differenziata perché il solo impianto di Acerra basti allo smaltimento del secco residuo.

Nella migliore delle ipotesi i due inceneritori saranno pronti nel 2014, per quella data anche Napoli dovrebbe aver raggiunto il fatidico 35% di raccolta differenziata, e certamente per quella data sia gli impianti di compostaggio che il completamento degli impianti Stir dovrebbe essere pienamente operativo.

Se poi consideriamo la precaria situazione economica del comparto della gestione dei rifiuti, con le estreme difficoltà a pagare gli stipendi a fine mese ed una Tarsu da record, la scelta di costruire gli impianti di Salerno e Napoli risulta incomprensibile, tanto da far nascere dei dubbi sui reali motivi che spingono oggi ad accelerare tanto su questi due progetti.

Non possiamo che attendere il piano dettagliato della regione Campania; nel frattempo la commissione Europea ha chiarito che verificherà che il piano regionale rispetti le direttive europee in tema di ciclo dei rifiuti prima di “scongelare” i 500 milioni di euro destinati alla Campania.

Saggiamente Romano nel suo primo incontro con la commissione ha dichiarato di non voler perseguire la linea tracciata dal governo in tema di discariche fuorilegge, ma, se la scelta di confermare la costruzione degli inceneritori dovesse mettere di nuovo in pericolo l’emissione dei fondi, non sarebbe il caso di ripensarci? (Francesco Iacotucci - Terra Campania)

mercoledì 23 giugno 2010

DAL COORDINAMENTO CAMPANO PER IL NO AL NUCLEARE - RESPINTI I RICORSI DELLE REGIONI DALLA CORTE COSTITUZIONALE

Gli enti locali si erano rivolti alla Corte costituzionale perché ritenevano illegittima la legge delega sulla scelta dei siti delle nuove centrali

ROMA - La Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi sollevati da dieci Regioni sulla legge delega del 2009 sul nucleare, dichiarandoli in parte infondati e in parte inammissibili. Respinte dunque le richieste di Lazio, Umbria, Basilicata, Toscana, Calabria, Marche, Molise, Puglia, Liguria e Emilia Romagna (il Piemonte aveva deciso di ritirare il suo), illustrate durante l'udienza pubblica di ieri mattina. Il deposito delle motivazioni della sentenza, che sarà redatta dal vicepresidente della Corte Ugo De Siervo, è atteso per le prossime settimane.

Cade così anche l'ultimo ostacolo di rilievo per il ripristino dell'atomo in Italia. Ora, il primo passo necessario ad avviare la fase di ritorno dell'Italia al nucleare sarà quello di scegliere i siti che ospiteranno le centrali. Operazione per la quale, secondo il governo, ci vorranno circa tre anni 1. L'European Pressurized Reactor (EPR) di tecnologia francese - quello che sbarcherà in Italia - richiede zone poco sismiche, in prossimità di grandi bacini d'acqua senza però il pericolo di inondazioni e, preferibilmente, la lontananza da zone densamente popolate.

Il decreto legislativo varato dal Consiglio dei ministri a dicembre indica una serie di parametri ambientali, fra cui popolazione e fattori socio-economici, qualità dell'aria, risorse idriche, fattori climatici, valore paesaggistico e architettonico-storico, importanti per la costruzionei della prossime centrali nucleari. Secondo il decreto, i siti che decideranno di ospitare le centrali potranno ottenere bonus sostanziosi, intorno ai 10 milioni di euro l'anno, destinati sia agli enti locali che ai residenti nelle zone in questione.

Fra i nomi dei siti possibili ritornano, al di là delle dichiarazioni contrarie di alcuni presidenti di Regione, quelli già scelti per i precedenti impianti, poi chiusi in seguito al referendum del 1987: Caorso, nel Piacentino, e Trino Vercellese (Vercelli), entrambi collocati nella Pianura Padana e quindi con basso rischio sismico e alta disponibilità di acqua di fiume.

Tra le scelte possibili anche Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, che unisce alla scarsa sismicità la presenza dell'acqua di mare. Secondo altri, fra cui i Verdi e Legambiente, il quarto candidato ideale è Termoli, in provincia di Campobasso, mentre in altre circostanze si è fatto il nome di Porto Tolle, a Rovigo, dove c'è già una centrale a olio combustibile in processo di conversione a carbone pulito. Gli altri nomi che ricorrono più spesso sono Monfalcone (in provincia di Gorizia) Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento), Oristano e Chioggia (Venezia).

(23 giugno 2010)

domenica 20 giugno 2010

COSI' SI POSSONO CHIUDERE LE DISCARICHE: SEPARANDO L'UMIDO DA L RESTO DEI RIFIUTI E GRAZIE AD IMPIANTI INDUSTRIALI DOTATI DI NUOVE TECNOLIGIE E' POSSIBILE SEPARARE I RIFIUTI IN MODO DA RIUTILIZZARLI- SIAMO A SAN VITALIANO



Ambiente srl, sede a San Vitaliano, opera da anni nel settore ecologico e ha raggiunto un livello qualitativo tale da collocarsi tra le aziende leader del settore, grazie a una concezione organizzativa e gestionale dinamica e moderna.
L'azienda è certificata Uni En Iso 9001:2000 in riferimento al Sistema di Gestione Qualità, ISO 14001 per il sistema di Gestione Ambientali e ha ottenuto la registrazione ai sensi del Regolamento Comunitario Emas ed Emas II (Sistema Comunitario di Ecogestione e Audit).
Si tratta della prima azienda campana, e una delle poche a livello nazionale, ad aver ottenuto tale riconoscimento nel suo settore di riferimento. Con l'adesione volontaria a tale regolamento la società si impegna al proseguimento di alcuni obiettivi, fondamentali nel suo processo di crescita:
• Miglioramento delle proprie prestazione ambientali;
• Continua crescita dell'efficienza interna e della motivazione dei dipendenti;
• Adozione di tecnologie sempre più pulite ;
• Creazione di un rapporto di maggior fiducia con gli organismi preposti al controllo ambientale e con quelli che rilasciano le autorizzazioni:
• Promozione di un rapporto di maggiore fiducia con il pubblico;
L'azienda dispone di uno stabilimento all'avanguardia, situato in un'area industriale facilmente raggiungibile dalle principali vie di collegamento (autostrada, asse mediano Villa Literno-Nola, strada statale 7 bis).
Gli impianti ad alta tecnologia e la suddivisione ergonomica degli spazi garantiscono l'ottimizzazione dei cicli di lavorazione. L'addestramento delle maestranze contribuisce in misura determinata alla qualità dei risultati raggiunti.
La flessibilità dei servizi offerti, il perfetto adeguamento agli standard nazionali e comunitari, la collaborazione con i consorzi di filiera e l'intraprendenza del team dirigenziale fanno di Ambiente srl l'interlocutore ideale di soggetti pubblici e privati.
I rifiuti separati vengono avviati in tempi distinti allo stadio conclusivo di adeguamento volumetrico e di imballaggio, per poi essere stoccati. Quest'ultima fase si svolge in aree identificate, coperte e dotate di pavimentazione impermeabilizzata.
Fiore all'occhiello di Ambiente è la piattaforma ecologica.
Questa struttura molto moderna è stata creata per soddisfare un'esigenza precisa: recuperare per creare nuove risorse.
Il processo di selezione


Gestito mediante l'impiego di macchinari all'avanguardia e di personale altamente specializzato, consente di separare i rifiuti recuperabili (carta, cartone, plastica, legno, banda stagnata, vetro, alluminio) da quelli non recuperabili (scarto di selezione). I primi vengono inviati ai diversi impianti di riciclaggio associati ai consorzi di filiera (Comieco, Corepla, Cial, Cna, Rilegno, Coreve), mentre i secondi giungono agli impianti di smaltimento finali, (Cdr). Grazie a tale procedimento, la massa complessiva da smaltire risulta drasticamente ridotta, e ciò assicura un cospicuo beneficio in termini sia ecologici che economici.
Ambiente srl ha avviato, per conto di Corepla, un centro di selezione degli imballaggi in plastica (CSS). Si tratta di uno dei primi centri di selezione presenti sul territorio campano.






mercoledì 16 giugno 2010

Il TAR Lazio blocca la discarica di "cava Vitiello"

Il TAR Lazio sospende la decisione del Governo di aprire la discarica di "cava Vitiello".
La Rete dei Comitati Vesuviani in uno con Legambiente esprimono la propria soddisfazione e ringraziano l'opera dei legali che hanno supportato l'azione di opposizione contro l'Avvocatura della Stato decisa a far valere le scellerate decisioni del duo Berlusconi-Bertolaso a perseguire lo scempio ambientale nel Parco nazionale del Vesuvio.
Ora la palla passa definitivamente all'Amministrazione Provinciale per la decisione definitiva di chiudere anche "cava Vitiello" ed alle amministrazioni comunali di Boscoreale, Terzigno, Boscotrecase e Trecase, ed al Parco nazionale del Vesuvio per bloccare da subito gli autompattatori per le discariche del vesuvio.
Le ragioni dell'azione della Rete dei Comitati Vesuviani emerge e continua adesso insistendo sui veri responsabili delle decisioni di chiudere "cava SARI": in primo luogo la Provincia, in sub ordine la Regione.
E da subito chiameremo tutti i soggetti che per inerzia, incuria, irresponsabilità e volontariamente hanno causato l'emergenza ambientale nel Parco nazionale del Vesuvio.
Domani giovedì la Rete dà appuntamento a tutti i comitati ad incontrarsi in pubblica Assemblea a piazza Pace a Boscoreale alle 20,00 per informare i cittadini vesuviani e mettere in campo altre azioni tese a bloccare pacificamente e con la forza e le ragioni del diritto, lo scempio ambientale prodotto dall'apertura delle discariche del Vesuvio.

DISCARICA CAVA VITIELLO DALLE PRIME NOTIZIE SOMMARIE AVUTE IL RICORSO AL TAR CHE SI DISCUTEVA OGGI E' STATO ACCOLTO - Da Lo Strillone Il Sindaco Auricchio ricorre al Tar per chiudere Cava Vitiello Mercoledi 16 Giugno 2010 ore 9:10

Discarica: Auricchio ricorre al Tar per chiudere Cava Vitiello Terzigno.E´ stato di parola il Sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio. Lo aveva promesso alla rete dei Comitati Vesuviani e lo ha fatto. Ha deliberato formalmente il mandato all´Avvocato Aldo Avvisati di Legambiente onlus per opporsi presso il TAR Lazio all´Avvocatura dello Stato contro l´apertura di "cava Vitiello".
L´avvocato Aldo Avvisati è in questo momento presso il Tar del LAzio in attesa di discutere la richiesta di sospensiva delle attività alla discarica di Cava Vitiello.
Poche chiacchiere. Pochi atteggiamenti da primadonna e comunicati stampa fumosi.
Ma fatti. I cittadini attendono ora dal sindaco Auricchio l´ordinanza sindacale
contro le discariche del Vesuvio.
Domani fiato sospeso dal TAR di Roma per l´attesa sospensiva per bloccare cava Vitiello.

lunedì 14 giugno 2010

CIRCUMVESUVIANA replica alla Vs.delibera di giunta n. 73 del 13/05/2010 (prot.5116 del 25/05/2010) in risposta alla petizione prodotta dallo scrivente Comitato ai sensi dell’art. 51 e 52 del regolamento comunale prot. n. 0000457


COMITATO CITTADINO DI BOSCOTRECASE
C/O CHIESA S.S. ADDOLORATA
VIA CARDINAL PRISCO
BOSCOTRECASE


Al Sindaco
Al Segretario Generale
All’ Ing. Gallo Responsabile UTC
All’Ing. Matrone Responsabile secondo settore
Ai singoli Consiglieri Comunali
C/O LA SEDE DEL COMUNE

Oggetto: replica alla Vs.delibera di giunta n. 73 del 13/05/2010 (prot.5116 del 25/05/2010) in  risposta   alla petizione  prodotta dallo scrivente Comitato  ai sensi dell’art. 51 e 52 del regolamento comunale  prot. n. 0000457 del 18/01/2010 dopo la formale diffida del difensore civico provinciale comunicata allo scrievente e alle S.V con nota  prot. n. 0035232 del 07/04/2010

Il Comitato Cittadino di Boscotrecase  in data 18/01/2010  prot. 0000457  ha prodotto una petizione con le seguenti richieste
1.     l’immediata  riqualificazione dell’area antistante la stazione  e delle aree di accesso nonche’ la sistemazione dell’illuminazione e l’insediamento di attività commerciali o uffici pubblici;
2.     modificare nell’immediato  il tragitto degli autobus di linea prevedendo una fermata nei pressi della stazione, possibilmente coincidente con gli orari dei treni;
3.     rendere percorribile la vecchia strada ferrata transennata e abbandonata, terra di conquista di cani randagi, ratti e luogo di deposito di rifiuti;
4.     l’apertura di una nuova stazione in una zona centrale del Paese;
5.     l’apertura di una nuova strada di accesso da Via Tenente Luigi Rossi;
6.     il potenziamento dell’impianto di video-sorveglianza anche all’esterno e nelle strade adiacenti deserte;
7.     facilitare l’insediamento  all’interno della stazione di negozi magari concedendo degli incentivi  alle  imprese;
8.     aprire in questa mega struttura un posto di guardia o una sottostazione dei carabinieri;
9.     istituire immediatamente un servizio navetta; 
10.    risoluzione immediata dei problemi tecnici segnalati;
11.    mantenere il personale nella stazione ed evitare nel modo piu’ assoluto l’installazione di apparecchi automatici di distribuzione dei biglietti;
12.    nell’ipotesi non fosse possibile realizzare le undici  richieste sopraelencate ripristinare la vecchia tratta dimessa, ridarci la nostra cara e vecchia stazione, ripristinare i passaggi a livello e utilizzare la nuova mega stazione per fini sociali.

Questa petizione elaborata dal Comitato è stata sottoscritta nell’arco di dieci giorni  da 1661 cittadini di Boscotrecase .
La petizione oltre che essere stata  consegnata alla S.V. è stata inviata contemporaneamente  ai seguenti organi sovracomunali  con lo scopo di attivarli per la risoluzione del problema :
The President of the European Parliament
Rue Wiertz
B-1047 BRUSSELS
All’Assessore Regionale pro-tempore  ai trasporti, Ennio Cascetta
Al  Presidente della commissione trasporti pro-tempore del Consiglio regionale della Campania, Pasquale Sommese
All’Amministratore unico di Circumvesuviana, Bruno Spagnuolo.
Al Comando Generale dei Carabinieri
Al Presidente della Procura della Repubblica del  Tribunale di Torre Annunziata

A causa della mancata risposta alla su indicata petizione lo scrivente Comitato ha investito il difensore civico Provinciale Avv. Pasquale Parisi che in data 07/04/2010   effettuava formale diffida alle S.V. affinché venissero  date le necessarie risposte alle legittime istanze dei cittadini, facendo presente che la mancata risposta lede i diritti di partecipazione attribuiti ai cittadini nei confronti dell’Ente esponenziale degli interessi della comunità di Boscotrecase.

Invece tempestivamente il Parlamento europeo a nome del Segretario generale in data 18/02/2010 prot 101976 accusa ricezione della nostra petizione, la stessa  viene iscritta nel ruolo generale e trasmessa alla Commissione petizioni  che si pronuncerà sulla ricevibilità, cioè appurerà se la petizione rientra nell’ambito di intervento delle attività dell’Unione Europea.
Che  in data 05/03/2010 lo scrivente Comitato inviava  al Sindaco e al responsabile UTC del Comune di Boscotrecase prot 2330 la richiesta avente ad oggetto: “informazioni sulla volontà dell’Ente a partecipare al bando pubblico a sportello per la selezione ed il cofinanziamento regionale di progetti di itinerari ciclabili e ciclopedonali relativi alla mobilità ciclistica sul territorio della regione Campania.

Nelle  due istanze, la prima (prot. 457 del 18/01/2010) supportata da circa 1700 firme e la seconda (prot. 2330 del 05/03/2010)  e nella formale diffida a rispondere in tempi brevi sulla petizione ( prot. 1613 del 16/02/2010) i Cittadini di Boscotrecase  chiedevano  risposte concrete al problema reale e  serio che   danneggia  tutta la Comunità di Boscotrecase.

PER TUTTA RISPOSTA DOPO UNA LUNGA ATTESA, DOPO LA DIFFIDA DEL DIFENSORE CIVICO PROVINCIALE  dopo aver rilevato che l’unico provvedimento dell’Amministrazione è stato quello di far  posizionare nei pressi della stazione in orari tranquilli (diurni e di massima affluenza) un vigile urbano o qualche membro della protezione civile, E’ ARRIVATA IN DATA 25/05/2010 LA DELIBERA DI GIUNTA  N. 73 DEL 13/05/2010.
Nel corpo della delibera il Sindaco:
 prende atto che le petizioni rappresentano per l’apparato politico amministrativo uno strumento di costante verifica di rispondenza dell’azione amministrativa alle esigenze reali della comunità;
esaminata la petizione “de qua”, invero, caratterizzata dai contenuti assai ampi e dai toni perentori che mal si conciliano con i tempi tecnici necessari per la risoluzione dei numerosi problemi rappresentati, peraltro non dipendenti esclusivamente dalla volontà dell’ente comunale;
chiarito che questa Amministrazione attende con il massimo impegno alla cura concreta dei bisogni e degli interessi della collettività amministrata ;
dato atto che in merito ai problemi rappresentati nella petizione di cui trattasi l’Ente comunale si è prontamente attivata come risulta dalle allegate note prot. n. 889 del 28/01/210 prot 574 del 20/01/2010;
viste anche le relazioni a firma del responsabile del settore tecnico prot. 357/UTC del 25/03/2010 e del responsabile del II settore n. 149 del 21/04/2010, recanti risposta ad alcuni degli specifici problemi rappresentati ;
il SINDACO propone:
di fornire nei contenuti di seguito riportati la risposta all’istanza di cui in premessa è detto:

L’amministrazione comunale, nella scrupolosa cura degli interessi della collettività amministrata, e per quanto di sua competenza, ha posto in essere tutti gli atti e le iniziative necessari per la risoluzione delle problematiche rappresentate dai cittadini, come risulta anche dalla documentazione allegata alla proposta di deliberazione.

Allegata alla delibera vi è la nota a firma del sindaco prot. 574 del 20/01/2010 inviata alla circumvesuviana i cui si chiede  un incontro per discutere dei seguenti punti della petizione:
punto 1: sistemazione illuminazione area antistante la stazione;
punto 7: concessione aree all’interno della stazione per insediamento negozi;
punto 8: individuazione e concessione di un’ area all’interno della struttura, per l’installazione di un posto fisso di polizia municipale;
punto 9: attivazione del servizio navetta

Il Comitato Cittadino visto che non si è concretizzato niente (i lavori di sistemazione dell’area antistante la Vesuviana sono in fase di completamento)
    Chiede
 al  Sindaco:
in seguito alla Vs. nota vi è stata una risposta da parte della Circumvesuviana?
in seguito alla Vs. nota vi è stata un incontro con la Circumvesuviana?
in seguito alla Vs. nota è stato risolto qualcosa dei punti 1-7-8-9 che i cittadini tutti
non hanno rilevato?
Nella delibera in  risposta alla nostra petizione c’è qualche punto o qualche allegato che chiarisce i problemi risolti indicati nei punti 1-7-8-9  vista la scrupolosa cura degli interessi della collettività amministrata e il massimo impegno prestato dalla Vostra Amministrazione?

Allegata alla delibera vi è la nota a firma del sindaco prot. 889 del 28/01/2010 inviata al Comandante della Polizia Municipale avente ad oggetto comunicazione con il seguente contenuta: Si chiede alla S.V. nel redigere il calendario servizio settimanale della polizia locale,di inserire il servizio di sorveglianza quotidiana alla stazione della circumvesuviana del paese.

Il Comitato Cittadino sul servizio prestato dai vigili
Chiede
al Sindaco
 una copia del calendario di servizio da cui si evinca la copertura oraria fatta dai vigili.
 Conoscere le intenzioni da parte dell’Amministrazione a mantenere il servizio di vigilanza.
 I contatti intrapresi dalla vostra amministrazione con il Comando dei Carabinieri per aprire una stazione nella sede dei locali della Circumvesuviana. 

Nella delibera in  risposta alla nostra petizione c’è qualche punto o qualche allegato che chiarisce i problemi risolti indicati nei punto 8( aprire in questa mega struttura un posto di guardia o una sottostazione dei carabinieri);  vista la scrupolosa cura degli interessi della collettività amministrata e il massimo impegno prestato dalla Vostra Amministrazione.

Allegata alla delibera vi è la nota a firma del capo settore tecnico Ing. Giorgio Gallo prot. 357/UTC del 25/03/2010 indirizzata al Sindaco avente ad oggetto: Petizione.
Dopo due mesi dalla presentazione della petizione il tecnico del comune rileva la presenza lungo via Mortaio della palificata stradale di media altezza che non consente un adeguata illuminazione del tratto di strada interferente in quanto l’altezza del cono di luce risulta essere limitata e quindi la base dello stesso copre una modesta area stradale. Lo stesso rileva nella nota che dovendo allargare la zona da illuminare, occorre alzare l’altezza della palificata stradale esistente su Via Mortaio con idonei sbracci metallici. All’uopo il tecnico redige idonea contabilità dei lavori da farsi che ammontano ad Euro 3149,62 iva compresa.

Per la riqualificazione e recupero della vecchia sede ferrata il   tecnico nella stessa nota attesta che  è stata predisposta dall’Assessorato regionale dei Trasporti la progettazione per il “ Parco lineare “ sul quale quest’amministrazione ha dato il proprio parere di conformità in ordine all’esecuzione dell’ opera. L’intervento potrà essere materialmente realizzato non appena la regione Campania finanzierà l’opera.

Il Comitato Cittadino visto che non si è concretizzato niente sul primo punto della nota potenziamento dell’impianto di illuminazione
Chiede
al Sindaco
Come mai ci sono voluti due mesi dalla petizione per far rilevare al tecnico del comune che l’illuminazione è scarsa   in Via Mortaio, nel farsi il sopralluogo il tecnico ha visionato la bontà dell’impianto in tutte le stradine adiacenti la stazione?
Quanti mesi ci vorranno per potenziare l’illuminazione?

Sul secondo punto, riqualificazione e recupero della vecchia sede ferrata, lo scrivente Comitato inviava  al Sindaco e al responsabile UTC del Comune di Boscotrecase prot. 2330 la richiesta avente ad oggetto: “informazioni sulla volontà dell’Ente a partecipare al bando pubblico a sportello per la selezione ed il cofinanziamento regionale di progetti di itinerari ciclabili e ciclopedonali relativi alla mobilità ciclistica sul territorio della regione Campania.
Sul punto visto che da parte vostra non c’è stata risposta lo scrivente Comitato
Chiede
Al Sindaco
Cosa è stato fato al riguardo vista la scrupolosa cura degli interessi della collettività amministrata e il massimo impegno prestato dalla Vostra Amministrazione?

Infine allegata alla delibera vi è la nota a firma del Responsabile del secondo settore  Ing. Federico Matrone  prot. 149  del 25/03/2010 indirizzata al Sindaco e al Segretario generale  avente ad oggetto Istanza del Comitato Cittadino.
Nella nota il responsabile dichiara di occuparsi soltanto della installazione di telecamere di videosorveglianza e allo scopo precisa che sono in corso le procedure per l’indizione della gara d’appalto  e che si prevede di rendere operante l’impianto entro la prossima estate.
Sul punto il Comitato Cittadino visto che l’impianto di videosorveglianza è un forte deterrente per ladri e scippatori
Chiede
Al Sindaco
Come mai sono passati tre mesi dalla Petizione affinché il responsabile del secondo settore  prendesse in carico il problema segnalato nella nostra petizione al punto 6?
In quali strade è prevista la videosroveglianza?
Ad oggi è stata bandita la gara?
In conclusione ci si domanda.

Senza la nostra petizione chi avrebbe dovuto rilevare prima che si aprisse la nuova stazione queste enormi deficienze riscontrate e tuttora irrisolte nonostante l’amministrazione comunale  condotta  dalla S.V. , dichiari la scrupolosa cura degli interessi della collettività amministrata?

Nonostante  la nostra petizione ,  per quanto di sua competenza, la S.V. è veramente convinta di aver  posto in essere tutti gli atti e le iniziative necessarie per la risoluzione delle problematiche rappresentate dai cittadini.

A QUESTO PUNTO ESAMINATA LA DELIBERA IL NOSTRO COMITATO SI CHIEDE MA A QUALE PUNTO DELLA PETIZIONE LA VOSTRA AMMINISTRAZIONE HA DATO RISPOSTE CONCRETE,  FORSE COME AL SOLITO C’E’ UN DIFETTO DI COMUNICAZIONE OPPURE SI VUOL FAR PASSARE PER FATTO IL NIENTE.
INTANTO LO SCRIVENTE A NOME DEL COMITATO E DI 1661 CITTADINI DI BOSCOTRECASE ASPETTA RISPOSTE CONCRETE.

Boscotrecase                                                             Il Presidente

Comunicato stampa inviatoci dal WWF diCaserta - COASCA relativo al termovalorizzatore di Caserta

Ill. On. Domenico Zinzi
Presidente della Provincia di Caserta
p.c. All’Assessore all’Ambiente Prof. Umberto Arena

Oggetto: Termovalorizzatore in provincia di Caserta.

Illustre Presidente,
il WWF provinciale di Caserta con il Coordinamento delle Associazioni Casertane - Co.As.Ca.-, del quale è componente, ha redatto il presente documento riferito all’oggetto, che ora, ad esecutivo da Lei definito, si permette sottoporLe per rappresentare le ragioni secondo le quali sembra ragionevole evitare la costruzione di un termovalorizzatore nel nostro territorio, come nei precedenti giorni la stampa ha riportato.
Sono ragioni per le quali WWF e Co.As.Ca. hanno tutte le motivazioni per esprimere il loro NO.
Secondo il nostro parere la riduzione dei rifiuti a monte è l’unica strada da seguire, come dimostrano esperienze positive realizzate in Svezia o in Germania. Soluzioni prettamente tecnologiche – vd. Termovalorizzazione, come finora è stato fatto, sono destinate al fallimento se non si riuscirà, con incentivi e campagne di sensibilizzazione, a modificare i nostri “stili di vita” sia nel mondo della produzione che dei consumatori.

Ecco perché in Italia il WWF Caserta, in sintonia con il WWF Italia, insieme a molte altre associazioni e cittadini singoli, ha caratterizzato il suo impegno in campagne informative, molte delle quali rivolte alle scuole, per favorire il recupero, il riuso degli oggetti, la raccolta differenziata. Nei confronti delle istituzioni ha prodotto studi dettagliati per dimostrare i punti deboli delle politiche italiane sui rifiuti: la dipendenza dalle discariche e la non-soluzione rappresentata dagli inceneritori.

Gli inceneritori, infatti, oltre a non risolvere il problema in quanto producono grandi quantità di ceneri nocive da portare in discarica, sono pericolosi per la salute, producono energia a costi molto elevati ed in quantità molto inferiore all’energia che si risparmierebbe riciclando i materiali invece di bruciarli.
Un ciclo integrato dei rifiuti non può partire dall’inceneritore che deve essere considerato un sistema “estremo” di riduzione dei volumi dei RSU - la massa non cambia, diventa semplicemente gassosa - ma non certo il fulcro del sistema stesso.

Al centro dell’interesse di un’Amministrazione, che vuole davvero invertire la rotta e cogliere l’occasione per trasformare un disastro ambientale e sanitario in un’opportunità di sviluppo culturale ed economico, ci dovrebbe essere la riduzione a monte dei rifiuti e la raccolta differenziata.

Laddove questo è stato fatto, indipendentemente dallo schieramento politico governante, le strade sono pulite, l’aria è pulita, l’acqua è pulita e la TARSU si mantiene a livelli accettabili (molto spesso trasformata in TIA).
Al contrario, ovunque si è puntato sul binomio discarica/incenerimento, si è in continua emergenza, con costi di gestione altissimi e TARSU alle stelle.

Sintetizziamo, qui di seguito, i perché dei NO del WWF e del Co.As.Ca. al Termovalorizzatore in provincia di Caserta e la flow chart del nostro modello di gestione del ciclo dei rifiuti, di transizione verso una società a Rifiuti Zero, adottato con successo in realtà europee e nazionali, che in realtà si basa sulle 5R: Riduzione, Riutilizzo, Riparazione, Riciclo, Ricerca.

· Tempi di realizzazione: sono lunghi a fronte di una nuova imminente crisi già da alcuni mesi annunciata dagli organi competenti a smentita della teoria che eravamo usciti definitivamente dall’emergenza.
· Costi elevati per la costruzione e la gestione: gli impianti per il recupero e il riciclo, frazioni umido a parte, sono già pronti e in funzione ed aspettano solo un incremento del processo del recupero.
· In assenza di una “reale” e “spinta” raccolta differenziata, le ceneri prodotte sarebbero in quantità elevata e, essendo considerate rifiuti speciali, andrebbero smaltite in discariche adeguate, tra l’altro in Campania non pronte , quindi altri “buchi” e costi aggiuntivi.
· Con il Termovalorizzatore comunque il problema dell’umido non verrebbe risolto: infatti esso costituisce circa il 30% del peso dei RSU e determinerebbe la riduzione dell’efficienza dell’impianto oppure dovrebbe andare anch’esso in discarica.
· Non è da sottovalutare il potenziale rischio di inquinamento: anche con tecnologie all’avanguardia, in caso di malfunzionamento dell’impianto, le polveri sottili potrebbero costituire un reale pericolo per la salute umana.
· Grazie alla legge CIP6 - normativa che considera i rifiuti come fonti “assimilate“ a quelle rinnovabili, concedendo quindi un incremento di valore del 6-7% dell’energia elettrica prodotta dalla combustione dei rifiuti al produttore-gestore dell’impianto - più si brucia e più fa guadagnare il gestore. In questo modo la “termovalorizzazione” dei rifiuti costituisce un forte incentivo all’idea dell’usa e getta, oltre che la rinuncia definitiva alla raccolta differenziata e al recupero di materie prime seconde che vengono banalmente denominati “rifiuti”.-

In occasione dell’emergenza iniziata nel 1994 e culminata nel 2008 , furono attribuite agli ambientalisti le responsabilità di quella situazione che ci ha coperto di rifiuti e di vergogna, in quanto essi si erano opposti alla costruzione del termovalorizzatore di Acerra. Ebbene, premesso che le autorità giudiziarie hanno verificato che le responsabilità della mancata ultimazione era negli sprechi e non nelle proteste degli ambientalisti, alla fine il mega-termovalorizzatore di Acerra è stato costruito, ma le montagne di ecoballe sono ancora lì e si sta parlando, già da qualche mese, di una nuova, imminente, emergenza… probabilmente, al di là del nostro idealismo: la termodistruzione non è la magia che ci avevano promesso, oppure c’è qualcosa che non funziona! Inoltre, con grande fatica si è partiti con la raccolta differenziata, che a meno di casi eclatanti, a seguito di sforzi incredibili di sindaci coraggiosi e cittadini di buona volontà, si è riusciti a far diventare una realtà. Ma come mai non si è voluto o potuto chiudere il ciclo con la costruzione degli impianti di compostaggio o di trattamento della frazione umida?

Ci aiuti Lei a comprendere.
Fiduciosi nel Suo impegno a favore della salute e della prosperità della nostra provincia, La ringraziamo per l’attenzione e, in attesa di cortese riscontro, Le inviamo i più cordiali saluti.

Caserta, 13 giugno 2010

Prof.ssa Anna Giordano Dott.Raffaele Lauria
Presidente Co.As.Ca Presidente WWF Caserta

domenica 13 giugno 2010

DAL SOLE 24 ORE Bocciatura netta del progetto di ampliamento della discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio

Bocciatura netta del progetto di ampliamento della discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio, deciso dal governo in febbraio con un Dpcm (decreto della presidenza del consiglio dei ministri), per farla diventare la più grande d'Europa, con delocalizzazione di ben 3,5 milioni di tonnellate. La delegazione della Commissione Petizioni del Parlamento europeo, che ha visitato le discariche della Campania il 29 aprile scorso, ha prodotto un primo documento in cui indirizza all'Italia alcune raccomandazioni e traccia un aggiornamento della grave questione rifiuti in Campania.
Nella notte tra il 5 e il 6 giugno circa 500 manifestanti, hanno impedito per circa quattro ore il passaggio dei camion diretti alla discarica, ma anche dei residenti della zona e hanno fatto esplodere una bomba carta che ha ferito un poliziotto. «La discarica di Terzigno– si legge nel documento – si trova in un Parco Nazionale che è anche patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Questa discarica attualmente non soddisfa i requisiti della direttiva sulle discariche, in particolare l'articolo 11 sulle procedure di accettazione dei rifiuti, o della direttiva habitat. Anche se le infrastrutture del sito sono state recentemente sviluppate, ci sono una serie di carenze gravi ed evidenti che includono fattori geologici. L'imminente minaccia di estendere il sito esistente Sari e l'apertura del secondo sito Vitiello previsto entro il perimetro del parco nazionale è in tali circostanze alternativa inaccettabile e alternative appropriate che rispondono ai criteri delle normative comunitarie devono essere identificate con urgenza».
Così scrivono i parlamentari europei tra cui il capo della delegazione, Judith Merkies, Erminia Mazzoni, presidente della Commissione, oltre ai parlamentari Andrea Cozzolino, Enzo Rivellini e Vincenzo Iodice. Il testo prodotto non è ancora definitivo ma rappresenta senz'altro la base su cui si svilupperà la discussione nelle prossime riunioni previste per il 16 giugno e successivamente a luglio per la decisione definitiva.
Ma l'intervento della Commissione Petizioni non si limita alla questione Vesuvio. In realtà essa invia all'Italia una nuova bacchettata su altre questioni. «Il contesto e le ragioni della crisi rifiuti in Campania sono estremamente complesse», si legge nel documento dei parlamentari europei i quali non giudicano affatto conclusa sotto il profilo sostanziale la grave emergenza. «La Protezione civile – scrivono – ha concesso alle autorità regionali circa tre anni di autonomia in termini di capacità di smaltimento in discarica e un inceneritore funzionante». Ma poi si precisa: «Alcune delle decisioni (...), in particolare per quanto riguarda l'ubicazione delle discariche, sono state prese in fretta, senza debita consultazione e spesso sconsideratamente. Questo ha delle conseguenze. Non ci devono essere equivoci, la crisi dei rifiuti in Campania non è finita, ma si trova in sospeso, con un alto rischio che potrebbe scoppiare di nuovo. Inoltre, molte discariche sono in mano a privati e le autorità sembrano avere poco controllo o conoscenza su ciò che accade là dentro e come sono gestite».

Per i parlamentari europei impegnati sulla vertenza campana discariche e inceneritori non devono essere visti come la soluzione al problema. «Essi sono, o dovrebbero essere, – si legge nel documento – parte integrante di un programma efficace coordinato di gestione dei rifiuti». E si richiede «Uno sforzo molto energico per diminuire il volume dei rifiuti, fornendo le infrastrutture adeguate. Maggiore enfasi deve essere posta sul recupero dell'organico – si legge – un elemento che sembra aver ricevuto scarsa attenzione finora».
Non è tutto. «Le enormi quantità di Ecoballe accumulate nei siti di stoccaggio – si legge nel testo – in particolare sul sito di Taverna del Re, sono una priorità per la rimozione e lo smaltimento quando il loro esatto contenuto sia stato adeguatamente valutato. A questo punto l'incenerimento è l'unico strumento praticabile e l'area dovrà essere opportunamente riabilitata». Gli europarlamentari chiedono inoltre interventi per bloccare «l'illegale scarico di rifiuti indifferenziati e non identificati nei pressi del sito Ferandelle». Infine forniscono una serie di "Raccomandazioni". «Serve un piano di gestione integrata dei rifiuti».
L'approvazione da parte della Dg Ambiente di un tale piano di azione è considerata condizione necessaria per liberare i 135.000.000 milioni bloccati dalla Commissione europea. Intanto, i parlamentari di Strasburgo sostengono che «Un bilancio adeguato deve essere attribuito dalle autorità italiane, nazionali e regionali. Esso dovrebbe prevedere il finanziamento del ciclo dei rifiuti intero, le struttura e le operazioni». Sui rifiuti speciali e industriali viene posto un accento particolare. Sono una priorità – per i parlamentari europei – potenzialmente più nocivi e tossici, di rifiuti domestici. Le autorità devono stabilire uno stretto controllo per la gestione di questi particolari tipi di rifiuti, a prescindere della loro origine e il controllo dei siti appositamente designati deve essere consolidato». Poichè si ritiene che lo smaltimento corretto di questi stia a monte di un corretto ciclo di tutti gli altri tipi di rifiuto. (ha collaborato Pietrangelo Giugliano)

Discarica, tecnico del comune nel Comitato di controllo


  Da Lo Strillone Sabato 12 Giugno 2010 ore 19:12

Discarica, tecnico del comune nel Comitato di controllo Un tecnico in rappresentanza di ogni comune -Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno- che entrerà a far parte del comitato di controllo sulla gestione discarica, già da tempo insediato, che sta monitorando l’impianto rifiuti in località Pozzelle di Terzigno (discarica ex SARI); potenziamento delle azioni per eliminare il cattivo odore che lo stesso impianto emana; completamento della nuova strada che da Via Zabatta conduce all’impianto rifiuti. E’ questo l’esito dell’incontro, per esaminare gli inconvenienti igienico-sanitari generati dall’impianto rifiuti in località Pozzelle di Terzigno, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, che si è tenuto ieri sera in Prefettura tra il Prefetto Alessandro Pansa, l’assessore provinciale all’ambiente, Giuseppe Caliendo, i sindaci di Boscoreale, Gennaro Langella, e Terzigno, Domenico Auricchio, il gen.le Mario Morelli, comandante del Comando Logistico Sud dell’Esercito Italiano, nonché coordinatore dell´Unità operativa per il superamento dell´emergenza rifiuti in Campania, ed i vertici dell’ASL NA3 SUD, A.S.I.A. e della S.A.P. NA (Sistema Ambiente Provincia di Napoli).
“Sono soddisfatto di aver ottenuto che un nostro tecnico entri a far parte a pieno titolo del comitato di controllo sulla gestione della discarica, e che avrà libero accesso all’impianto –ha dichiarato il sindaco Gennaro Langella-. Assicuro che, là dove il nostro rappresentante dovesse accertare anomalie o situazioni di pericolo, non esiteremo a denunciarle nel sovrano interesse dei nostri concittadini. Preciso –ha concluso il Sindaco- che l’incontro di ieri, richiesto dopo gli incidenti della scorsa settimana, aveva come obiettivo quello di sollecitare le autorità competenti a ridurre i disagi e ad acquisire ulteriori garanzie per la tutela della salute della nostra comunità”.