sabato 30 aprile 2011

Il PET e l'arte del riuso di Eduard Aldrovandi.

Abbiamo visto molti modi di riuso del Pet, tutti molto validi e interessanti, alcuni sicuramente eccelsi, tra questi entra di diritto anche il lavoro di Eduard Aldrovandi.

Il lavoro che mi appresto a pubblicare è solo una parte delle tante creazioni di Eduard, si tratta di lavorazioni tecnicamente perfette, molto raffinate e degne di attenzione.

Se siete interessati al riuso del PET e, come invoglia Eduard, a rendere il riuso un lavoro, non vi resta che osservare, studiare, rendere vostra la tecnica per poter sviluppare e mettere in pratica con maggiore libertà la propria creatività.
Eduard Aldrovandi data la sua sapienza merita sicuramente altri post, dal suo sito, che non a caso si chiama Pet-Art, si può capire il modo che circonda tanta passione e poter acquistare i sui prodotti.

venerdì 29 aprile 2011

ASSEMBLEA Cittadini per il Parco

Cari amici, dopo la pausa di riflessione pasquale urge rammentare a tutti la prossima scadenza del Movimento: il 30 aprile, sabato prossimo, alle ore 10, appuntamento nel Salone convegni dell'agriturismo Il Cavaliere in via Gramsci a Massa di Somma per una importante Assemblea del Movimento. Faremo il punto sul lavoro dei gruppi, alcuni sono più avanti, alcuni più indietro, alcuni procedono speditamente, altri stanno incontrando qualche difficoltà a carburare. Verificheremo se esiste già la possibilità di elaborare e approvare un programma di iniziative da diffondere e con il quale cominciare a confrontarci con tutti, Istituzioni comprese. Poi dovremo cominciare a organizzarci per il convegno del 21 maggio al MAV e mettere in cantiere qualche altra iniziativa da tenere prima dell'Estate e venuta fuori dai partecipamti ai gruppi di lavoro. Infine, crediamo sia giunto il momento di superare definitivamente il comitato promotore e di costituire il nuovo coordinamento con tutti coloro che si riconoscono nel documento fondativo "Cittadini per il Parco" e abbiano voglia di scommettere su impegno e attivismo.
Il termine dei lavori dell'Assemblea è previsto più o meno alle 13.

Per chi ha desiderio di un prosieguo in relax , specie se accompagnato da familiari (bello il posto e l'ambiente circostante) può fermarsi a pranzo con un menù di eccellenza proposto da Slow Food al costo di 25,00 euro a persona.

Antipasto:
cacioricotta cilentano
fave fresche
olive condite
frittelle di fiori di zucca

A seguire:
paccheri di pasta fresca allo stoccafisso e pomodorino del piennolo del Vesuvio DOP
Tortino di carciofi
cake di pasta sfoglia ai piselli, funghi e zucchine
torta di mele
Acqua a volontà

Per il vino, bianco e rosso, contiamo su generose offerte delle aziende vinicole vesuviane.

La proprietà propone un menù ricco di verdure di stagione (fave, piselli, carciofi), piatti tradizionali (il pacchero), con materie prime di qualità (i piselli sono di Trecase, i pomodorini del piennolo di casa Barone, il cacioricotta è fornito da Dino Palmieri, altra azienda Predidio Slow Food).

Nel pomeriggio sarà possibile visitare l'azienda agricola casa Barone ( con la DOP del "pomodorino del piennolo") e, a partire dalle ore 17,30 circa, spostandosi a Somma Vesuviana, è possibile assistere al "Sabato dei Fuochi", momento pirotecnico finale che si protrae sino a tarda sera, per le celebrazioni della Madonna al Castello di Somma Vesuviana.

Sabato 30 aprile ore 10 Agriturismo il Cavaliere via A.Gramsci, Massa di Somma.


A tutti gli amici l'invito a non mancare. Vi aspettiamo.


Cittadini per il Parco

giovedì 28 aprile 2011

Boscotrecase. Giornate vesuviane "verso Rifiuti Zero"

La Rete dei Comitati vesuviani che aderisce a Zero Waste Italia, a sostegno del protocollo Connet "verso Rifiuti Zero", che differenzia al massimo RSU togliendo materiale agli inceneritori e a impianti di discarica, organizza le Giornate vesuviane "verso Rifiuti Zero". Un impegno per supportare le Amministrazioni che hanno deciso di aderire al protocollo Rifiuti Zero, che praticano una raccolta differenziata a percentuali elevate e che stanno elaborando il "Progetto Vesuvio" in cui "l´ambito provinciale Vesuviano" (tredici comuni del Parco più i cinque della zona rossa e il comune di Striano) propongono un ciclo di RSU completo che tenga conto della normativa europea che prevede riduzione, riciclo, riuso, raccolta differenziata, siti di compostaggio, piattaforme per le filiere di sistema e propone per la frazione secca residua impianti di TMM.


Una vera rivoluzione nel sistema emergenziale campano sostenuto dalle tante Associazioni che si impegnano a combattere, in positivo e con proposte concrete, una vergogna mondiale costituita dalla perenne emergenza dei rifiuti in Campania.

Le giornate vesuviane "verso Rifiuti Zero" si svolgreanno i prossimi 3 e 4 maggio con una serie di incontri che avranno luogo a Terzigno, Boscotrecase e San Sebastiano al Vesuvio.

Torre del Greco. Rifiuti, aprono altre due isole ecologiche

“Dopo le isole ecologiche di San Gennariello, La Salle e viale Europa, sono già aperte ed accessibili in tutte le ore del giorno altre due importati centri di raccolta rifiuti solidi urbani: in viale Sardegna, nei pressi del mercato ortofrutticolo e sulla circonvallazione, in località ex container dotati anche di video sorveglianza e illuminazione. Chiedo a tutti i cittadini residenti in zona di servirsene, ovviamente rispettando le tipologie. È un’ottima strategia per non vedere più sacchetti per strada”. Così Ciro Borriello, sindaco di Torre del Greco. “Questa amministrazione – prosegue - sta mettendo in campo risorse notevoli sia sotto il profilo strutturale, a breve apriremo altri punti di raccolta, che risorse umane al fine di avere un territorio sempre più pulito e sicuro. Non a caso Torre del Greco, un’area vastissima e con un’alta densità abitativa, non è mai stata così pulita. Non a caso risulta fuori dall’emergenza rifiuti. I livelli della differenziata sono buoni. Siamo prossimi al 50 per cento e siamo fortemente intenzionati a raggiungere obiettivi più alti. Con questi propositi, in sinergia con Poste italiane, abbiamo avviato una attenta e peculiare comunicazione indirizzata all’intera collettività torrese, affinché siano scrupolosamente rispettate le procedure del deposito e delle tipologie per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Legge n. 123 del 2008, che impone ai Comuni campani di superare, entro il 2011, la soglia del 50% di differenziata, pena il sensibile inasprimento delle tariffe TARSU”. “All’insediamento della mia consiliatura – ricorda il Primo cittadino - la raccolta differenziata era al 2per cento! Da quel momento in poi, in particolare in questi ultimi tempi, grazie ad una corretta e costante filiera, sostenuta da tutti (o quasi) la raccolta sta dando risultati concreti e soddisfacenti. Soprattutto, grazie alla concreta collaborazione di tantissimi cittadini e agli interventi messi in campo dall’Ente, nonché al lavoro profuso dalla ditta interessata, ai controlli della Polizia locale, delle guardie ambientali, dei volontari”. “È comunque necessario – sottolinea il Sindaco - che cresca l’impegno di tutti, amministratori e amministrati. A tal fine il Comune mette gratuitamente a disposizione di tutte le famiglie il kit per la raccolta differenziata, comprendente i sacchetti da utilizzare per le quattro diverse tipologie di rifiuti: umido, carta, plastica e indifferenziato. Tra l’altro, per monitorare l’osservanza del programma della differenziata, sono state intensificate le attività di controllo della Polizia locale e delle Guardie ambientali, che stanno verificando il rispetto dei giorni e degli orari di deposito dei sacchetti e il contenuto degli stessi, con applicazione di severe sanzioni a carico dei trasgressori. Ricordo che, come stabilito dalla Ordinanza n. 45 del 27 gennaio 2011, il deposito dei rifiuti solidi urbani dovrà avvenire esclusivamente tra le 20 e le 23 fino al 31 dicembre 2011”. “Confido moltissimo sul senso civico dei cittadini – aggiunge Ciro Borriello - per mantenere Torre del Greco lontana dalle emergenze ambientali e dalle ipotesi di ulteriori sacrifici economici. Solo con l’indispensabile e costante collaborazione dei cittadini nonché delle imprese, degli esercizi commerciali, dei bar e delle scuole sarà possibile raggiungere livelli ancora più significativi”. “Quella della raccolta differenziata dei rifiuti – conclude il Sindaco - è una filiera in cui dobbiamo sentirci tutti responsabili e protagonisti. Dagli operatori ai cittadini, ognuno deve fare la sua parte. Infine, sottolineo che gli uffici preposti del Comune stanno attentamente valutando ogni possibile e consentita strategia, affinché alcune categorie, come i ristoratori ed altre si possa applicare una tariffa più contenuta”.

Il referendum antinucleare è regolarmente indetto e pienamente in vigore, nonostante l’emendamento-truffa del Governo

La truffa di Berlusconi sul nucleare

 Marco Boato


REFERENDUM. Si è creata ad arte molta confusione nell’opinione pubblica in relazione al referendum antinucleare già indetto per domenica 12 e lunedì 13 giugno.

Si è creata ad arte molta confusione nell’opinione pubblica in relazione al referendum antinucleare già indetto per domenica 12 e lunedì 13 giugno. è bene ricapitolare come stanno le cose e cercare di fare chiarezza, al di là della cortina fumogena con cui si sta tentando di annebbiare le idee ai cittadini, per indurli a non partecipare alla consultazione. Il 12 e 13 giugno si celebreranno quattro referendum, che riguardano: la questione nucleare, la tutela dell’acqua come bene pubblico contro la sua privatizzazione (due quesiti) e la legge sul legittimo impedimento. La scelta più logica e razionale sarebbe stata quella di fissare la data dei referendum in coincidenza con le elezioni amministrative del 15-16 maggio, con un risparmio di centinaia di milioni. Ma il Governo Berlusconi ha rifiutato questa possibilità, indicendo i referendum per l’ultima data utile, in modo da disincentivare la partecipazione al voto e impedire il raggiungimento del quorum del 50%, necessario per la validità del pronunciamento popolare.


Che cosa è successo nel frattempo? Si è verificata (ed è tuttora in corso, con conseguenze che dureranno per decenni) la catastrofe nucleare di Fukushima in Giappone, a seguito del terremoto e dello tsunami. Il Giappone non è l’Ucraina (allora Unione sovietica) di Chernobyl, dove si verificò la precedente catastrofe nucleare del 26 aprile 1986 (le cui spaventose conseguenze durano tuttora). La grande maggioranza dei cittadini ha capito – nonostante le patetiche rassicurazioni iniziali – che la questione della sicurezza nucleare riguarda non solo sistemi arretrati, come quello ex-sovietico, ma anche una delle potenze industriali più avanzate del mondo e può quindi a maggior ragione riguardare in futuro anche l’Italia (dove anche la gestione dei rifiuti è un problema, figurarsi la sicurezza nucleare e la gestione delle scorie radioattive, che durano per millenni e per le quali neppure gli Usa hanno ancora trovato una soluzione).

Il tragico messaggio della catastrofe di Fukushima è stato immediatamente capito dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, il cui governo ha deciso il blocco immediato di sette centrali e l’accelerazione del processo di dismissione delle altre più recenti, rovesciando la precedente strategia, che puntava al loro prolungamento in vita. E nonostante questa scelta tempestiva e coraggiosa (la Merkel ha dovuto smentire se stessa, ma lo ha fatto), le elezioni subito successive nel Baden-Württemberg hanno segnato una storica débacle della Cdu e dei liberali, con la vittoria dei Grünen e, in misura minore, dei socialdemocratici.

E in Italia? Per settimane si è cercato di minimizzare e di dichiarare che il piano di rilancio del nucleare non avrebbe subìto variazioni, che tutto sarebbe continuato come prima, ridicolizzando anche le dichiarazioni del premio Nobel italiano Carlo Rubbia, che di nucleare ne sa qualcosa di più di Umberto Veronesi (ottimo oncologo, ma non fisico nucleare), messo incautamente a capo dell’Agenzia per la sicurezza. Senonché, come tutti sanno, Berlusconi orienta le sue scelte in base ai sondaggi di opinione. E, nel giro di qualche settimana, i sondaggi in modo uniforme hanno cominciato a rilevare (e rivelare) che era sempre più prevedibile l’ottenimento del quorum di validità per i referendum di giugno, ben oltre il 50% richiesto, e che i “Sì” favorevoli ai quesiti referendari avrebbero di gran lunga superato il 70% dei votanti (soprattutto il quesito antinucleare, ma non solo).

A questo punto il Governo è entrato nel panico: comunque vadano le elezioni amministrative di metà maggio, la prospettiva di una sonora sconfitta referendaria su tutta la linea (nucleare, acqua e legittimo impedimento: tre punti qualificanti della politica governativa) si stava avvicinando paurosamente, soprattutto col traino della questione nucleare, che ha fatto largamente breccia non solo nell’elettorato del centrosinistra, ma anche in larghi settori del centrodestra. La sicurezza e la salute non hanno colore politico e, come si era già verificato nei referendum del 1987 dopo Chernobyl, sono temi molto sentiti e largamente trasversali agli schieramenti politici.

Per evitare, dunque, il referendum antinucleare, il Governo ha improvvisamente inserito, in un decreto-legge (il cosiddetto “decreto omnibus”) in discussione al Senato, un maxi-emendamento col quale vengono abrogate tutte le norme contenute nel quesito referendario, in teoria facendo così venir meno tutta la materia del referendum antinucleare. E questa scelta (finora approvata solo al Senato) è stata a tal punto pubblicizzata e propagandata, che la maggior parte dei cittadini crede già oggi che il referendum non verrà celebrato. Ne ho avuto esperienza diretta il 26 aprile – venticinquesimo anniversario di Chernobyl – distribuendo materiale informativo nel centro di Trento: molti mi hanno chiesto perché lo facessi, visto che il referendum ormai non era più previsto… Potenza della disinformazione sistematica attraverso i messaggi televisivi: una informazione davvero “di regime”, mentre nel frattempo è stato persino bloccato il regolamento per le tribune referendarie, che avrebbero dovuto già iniziare.

In realtà, il decreto legge che contiene l’emendamento governativo deve ancora essere approvato dalla Camera, poi dovrà essere promulgato dal Presidente della Repubblica (ammesso che non abbia qualche dubbio a firmarlo, visto che si tratta di un espediente per impedire il pronunciamento popolare), quindi dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e successivamente dovrà essere sottoposto al vaglio dell’Ufficio centrale per i referendum presso la Corte di Cassazione, che è l’unico competente a decidere in materia. Passeranno dunque ancora alcune settimane – in piena campagna referendaria – per conoscere l’esito di questa decisione, tenendo conto anche che la Cassazione potrebbe investire della questione la stessa Corte costituzionale, la quale in materia di “aggiramento” illegittimo dei quesiti referendari si è già pronunciata con una sentenza fin dal lontano 1978. Non solo.

Il testo dell’emendamento governativo non si limita ad abrogare le norme sottoposte a referendum, ma introduce preliminarmente una nuova disposizione, che spiega tutto della “ratio” furbesca di questa operazione, perché rimanda ad “ulteriori evidenze scientifiche” sulla “sicurezza nucleare”, allo “sviluppo tecnologico in tale settore” e inoltre alle “decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea” (la quale in realtà non ha nessuna competenza sulle scelte nucleari dei singoli Stati). Queste disposizioni dimostrano in modo evidente che, dunque, non c’è affatto un ripensamento governativo in materia di scelte nucleari, ma solo la volontà di aggirare il referendum, espropriando i cittadini del potere costituzionale (art. 75) di decidere, per poi rilanciare la scelta nucleare nella fase successiva.

E quindi la Cassazione potrebbe a sua volta decidere di riformulare il quesito referendario, sottoponendo al voto dei cittadini questa nuova norma e non le precedenti, per rispettare comunque – come prevedono la legge e la giurisprudenza costituzionale – la volontà referendaria. Come se non bastasse la già eloquente lettura dei testi normativi, il 26 aprile (anniversario di Chernobyl!) Berlusconi, nella conferenza stampa con Sarkozy, facendo un autogol clamoroso, ha candidamente dichiarato che l’intenzione del Governo è proprio quella di aggirare il referendum, per poi rilanciare il nucleare: “Noi siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo”. Sarkozy gongolava, pensando ai miliardi di euro italiani per la Edf francese, la Merkel forse un po’ meno.

Dunque, il referendum antinucleare è regolarmente indetto e pienamente in vigore, nonostante l’emendamento-truffa del Governo. Se e quando questo diventerà legge, sarà la Cassazione (ed eventualmente la Corte costituzionale) a decidere al riguardo, ed è assai arduo immaginare che la Cassazione permetta un simile raggiro sulla pelle di quella “sovranità popolare” tante volte invocata a sproposito e questa volta invece pienamente in causa e da tutelare, salvaguardando il principale istituto di democrazia diretta previsto dalla Costituzione.

Il 21 aprile il ministro Romani – in un intervento a Radio anch’io – gongolava per l’operazione furbesca messa in atto (“furto con destrezza di referendum”, verrebbe da dire) e addirittura ipotizzava una operazione analoga anche per i due quesiti a tutela dell’acqua pubblica. Vista la figuraccia di questi giorni (ieri, sul Corriere della sera, Romani ha cercato di tamponare la gaffe di Berlusconi), probabilmente questa ulteriore operazione di svuotamento dei referendum rientrerà, ma non è ancora detto. Del resto, l’obbiettivo non ancora dichiarato, ma reale, è di ostacolare in ogni modo che si possa raggiungere il quorum sul legittimo impedimento. Ma saranno i cittadini italiani in ultima istanza a decidere.

L’associazione VESEVO organizza un’esposizione di lavori e opere che possano spronare la differenziata con la collaborazione degli alunni delle scuole di Terzigno. L'evento si concluderà con un NUTELLA PARTY.





mercoledì 27 aprile 2011

martedì 26 aprile 2011

Regno Unito, tre incidenti nucleari in tre mesi Ma i cittadini erano all’oscuro di tutto

Il documento redatto dall'Office for nuclear regulation ha rilevato tre malfunzionamenti su altrettanti impianti atomici. Fuoriuscite di liquido radioattivo e guasti nell'impianto di raffreddamento
Due fuoriuscite di materiale radioattivo e la rottura dell’impianto di raffreddamento di emergenza di una centrale. Non si tratta del Giappone ma del vicino Regno Unito, dove si sono verificati tre diversi incidenti in altrettanti impianti nucleari del Paese negli ultimi tre mesi. E’ questo il bilancio che emerge da un rapporto riservato consegnato ad esponenti del governo sulla situazione degli impianti nucleari in territorio britannico da inizio 2011 – questione tornata di primo piano anche in Gran Bretagna dopo quanto avvenuto nella centrale giapponese di Fukushima.

Il documento è stato compilato dall’Office for nuclear regulation (ONR), l’organo che si occupa della supervisione delle 10 centrali nel Paese, e viene redatto ogni tre mesi, secondo le norme sulla sicurezza nucleare approvate dopo l’incidente di Chernobyl del 1986. Il rapporto relativo al primo trimestre del 2011 registra dunque tre diversi incidenti in altrettanti impianti. Copie del documento, firmato da Mike Weightman, a capo dell’ONR, sono state consegnate lo scorso 18 aprile al ministro dell’Energia Chris Huhne, al ministro dell’Ambiente Caroline Spelman, oltre ad Alex Salmond, primo ministro scozzese – che si sono però ben guardati dal diffondere subito la notizia.
Il primo episodio risale ai inizio febbraio e si è verificato nel complesso nucleare di Sellafield. Si apprende dal documento che il personale della centrale ha rinvenuto una “pozza di liquido marrone” che presentava un livello di plutonio cinque volte superiore al limite. “Quanto avvenuto– è scritto nel rapporto – ha messo in luce una serie di difetti nel design dell’impianto [la cui costruzione risale a 20 anni fa, ndr].” Sellafield è un complesso di reprocessing oltre che di produzione di energia, ed è gestito da un gruppo di compagnie americane, francesi e britanniche.
Un portavoce del gruppo ha detto che la fuoriuscita constava solo di circa “mezza tazza” di liquido radioattivo – una quantità le cui radiazioni non hanno costituito un pericolo per il personale. “Non appena il liquido è stato rinvenuto, l’accesso all’area è stato ristretto per non esporre i lavoratori,” ha riferito il portavoce. “Non c’è stata alcuna dispersione nell’ambiente e nessun pericolo per persone all’esterno della struttura.”
Altro caso di fuoriuscita è avvenuto nella centrale di Torness, nei pressi di Edimburgo, dove alcune riserve sotterranee di acqua sono state contaminate con tritium radioattivo fuoriuscito da due condotti.
Alla centrale nucleare di Hartlepool, costa nord-orientale inglese, il sistema di ventilazione di emergenza è andato fuori uso per alcune ore a causa di una “valvola difettosa”. In questo ultimo episodio, l’inchiesta preliminare dell’ONR ha constatato che “la gestione compiuta dai responsabili dell’impianto è stata efficace nell’individuare la causa del problema e ad estendere la verifica ad altre parti del sistema che potrebbero presentare punti di vulnerabilità”.
Anche nei due casi precedenti, l’organo regolatore definisce tempestiva ed efficace la risposta agli incidenti da parte dei gestori degli impianti. Casi contenuti dunque, ma che denotano la necessità di stare sempre all’erta per evitare pericoli maggiori.
Oltre ai tre incidenti dettagliatamente documentati nel rapporto, ve ne sarebbe anche un quarto, avvenuto nello stesso periodo, i cui rilevamenti sono in fase iniziale. “Riguarda un’area ristretta di suolo contaminato – scrive Weightman – i cui dettagli verranno forniti nel rapporto successivo”. Ulteriori inchieste dell’ONR sono infatti ancora in corso, ma la notizia degli incidenti, avvenuti nello stesso periodo in cui il mondo assisteva inerme a Fukushima, è passata in sordina tra i media e nel governo.
I risultati delle inchieste potrebbero infatti rallentare ulteriormente i precedenti piani governativi di potenziare il settore energetico nucleare – già congelati a fronte di un controllo di sicurezza trasversale ordinato nel pieno del disastro giapponese e di una opinione pubblica sempre più contraria.

lunedì 25 aprile 2011

The 3 R's

STRISCIA LA NOTIZIA -MONNEZZA TOUR A TERZIGNO

RAID A CAVA SARI, CONDANNA DEI COMITATI. E VA IN SCENA LA “VIA CRUCIS DELLA MONNEZZA

“Episodio gravissimo, si individuino i responsabili”. Così i comitati prendono le distanze dall’assalto notturno ai camion che sversavano a Terzigno. Intanto a Boscoreale nuova protesta dei cittadini

“Condanniamo con fermezza questo ennesimo episodio di violenza e speriamo che la magistratura e le forze dell’ordine individuino presto i responsabili”. Così Franco Matrone, della rete dei comitati, uno dei gruppi che si batte contro la discarica nel Parco Vesuvio, commenta il raid della scorsa notte quando in cinquanta, col volto coperto da passamontagna, hanno fermato nei pressi della cava Sari di Terzigno tre autocompattatori, incendiato la cabina di un mezzo e danneggiato un’automobile. I manifestanti si sono fatti consegnare le chiavi dai conducenti dei camion (uno dei quali proveniente da Somma Vesuviana) e poi con la forza li hanno costretti ad allontanarsi. Fermo, per circa due ore, il conferimento dei rifiuti, che è ripreso solo alle 6 del mattino. Sulla vicenda indagano gli agenti del commissariato di Torre Annunziata.
Qualche ora prima dell’assalto, nei pressi della rotonda di via Panoramica, abituale luogo di ritrovo dei cittadini anti-discarica, si era tenuta la protesta spontanea di alcune decine di persone. Tocca ora alla polizia verificare se ci può essere stato un collegamento tra la manifestazione della sera e l’assalto della notte. Certo è che le ragioni del dissenso, anche di quelli che lottano pacificamente, restano intatte. Lo dimostra la “via Crucis” della monnezza, tenutasi ieri sera a Boscoreale, con partenza da piazza Vargas e arrivo alla rotonda di Boscoreale. Ad organizzarla, la Rete dei Comitati Vesuviani, le Mamme Vulcaniche e il Movimento per la Difesa del Territorio.
L’idea è nata dall’analogia tra le vicende di Gesù, innocente condannato a morte ingiustamente e le vicende del popolo vesuviano condannato, prima dalla camorra e poi dallo Stato ad essere crocifisso dalle discariche.

Boscotrecase: dopo piazza Matteotti anche piazza Casavitelli esce dal degrado


La volontà di ridare decoro allo slargo dell´antica contrada di Casavitelli della cittadina vesuviana, che da tempo versava in uno stato di degrado e abbandono, viene a seguito dell´iniziativa "Piazze in fiore", edizione allargata di "Balconi in fiore", promossa dal Comitato Cittadino di Boscotrecase e che valuterà per il prossimo mese di maggio le realizzazioni create per l´iniziativa. I volontari dell´associazione del Palio del Carruocciolo di Boscotrecase che hanno aderito all'iniziativa hanno deciso di far rinascere Piazza Casavitelli.
L´idea di rivalutare la Piazza, che ad oggi non ha un nome, è stata subito presa a cuore dalla direzione dell´associazione del Palio del Carruocciolo, retta dal dott. Fabio Cannavale, è accolta con favore dai rappresentanti delle quattro Contrade cittadine che compongono il Palio e che subito, rimboccatesi le maniche, hanno messo in essere una macchina organizzativa fatta di dedizione e spirito di appartenenza all´intera comunità. Con il supporto di alcuni commercianti locali, che hanno messo a disposizione risorse e materiali, in meno di due settimane di intenso lavoro disinteressato, è stato ripristinato lo stato dei luoghi, compreso le giostrine in legno che erano andate in gran parte distrutte dai vandali e che oggi sono nuovamente a disposizione dei più piccoli che vi sono ritornati a giocare, con grande gioia dei volontari.
Il presidente dell´Assozione del Palio spera che l´opera svolta da coloro che tanto si sono prodigati, serva da monito per l´amministrazione locale a destare maggiore attenzione ad un territorio molte volte trascurato.
L'iniziativa del Comitato cittadino di Boscotrecase retta dal Presidente Izzo Vincenzo sta oramai contagiando l'intero paese.
E' prossima l'analoga iniziativa a piazza S.Anna e a piazza Minicipio che si prepara alla festa conclusiva della prima settimana di giugno quando verrà premiato il balcone più fiorito e la piazza meeglio organizzata.
Al di là del premio in sè, l'iniziativa delle "signore del Comitato cittadino" che si avvale anche della collaborazione di Legambiente onlus, è indirizzata a far nascere delle sinergie tra le associazioni a che effettivamente dimostrino la loro presenza e voglia di fare a favore del territorio dopo lo scempio ambientale dell'apertura della discarica del Vesuvio.

Un monito anche per il Governo locale che dovrebbe fortemente incentivare questo tipo di iniziative

martedì 19 aprile 2011

Perché aumenta il prezzo della benzina

E dei carburanti sintetici liquidi.

Prendiamo lo spunto dall'articolo "Benzina mai così cara" apparso il 16.04.2011 in Agoravox per riprendere il problema del prezzo della benzina e riparlare dei carburanti sintetici.
Lasciano esterrefatti le storie raccontate come al solito per l'occasione dai responsabili competenti (presunti) su gli aumenti spropositati di prezzo della benzina, in realtà commedianti che recitano a soggetto. Fingono meraviglia e indignazione i presidenti di vari enti di tutela dei consumatori (meglio: per la beffa dei consumatori !).
In comunicati congiunti ci informano, come se non lo sapessimo già, che la benzina e i carburanti da petrolio continuano ad aumentare paurosamente, a fronte del prezzo del petrolio che inesorabilmente, ad ogni stormir di fronde in un qualunque paese produttore, fa dei balzi leonini verso l'alto, ora toccando nuovamente i 128 $/barile contro il vecchio massimo della precedente crisi economico-energetico-finanziaria (2008-2009) di 148 $/barile.
Si indignano ridicolmente costoro per l'aumento del prezzo del petrolio e quindi della benzina e dei carburanti per il trasporto derivati, mentre ignorano o fingono di ignorare quello che ormai hanno capito tutti, e cioè che il prezzo del petrolio sale appena soffia un alito di vento sulla domanda o sull'offerta di petrolio nel mercato globale, perché il picco di offerta-domanda di petrolio, come dicono gli esperti, è stato raggiunto o sta per essere raggiunto. Il picco di offerta-domanda secondo alcuni esperti è già stato superato attorno al 2005 e secondo altri verrà raggiunto e superato tra il 2010 e il 2020.
Il che significa chiaramente che la domanda mondiale di petrolio ha superato o sta superando l'offerta e la disponibilità del petrolio su scala mondiale, e che i nuovi giacimenti che vengono scoperti ed eventualmente sfruttati non sono in grado di coprire e soddisfare la domanda continuamente crescente, e sono ormai nettamente al di sotto.
Non è quindi il caso di stare a discutere e contestare il fatto e la legge economica chiarissimi e fondamentali per i quali, quando un bene essenziale come il petrolio scompare dal mercato e la sua disponibilità si riduce, e la domanda supera l'offerta, il prezzo sale senza fallo sproporzionatamente.
Questi signori commedianti racconta-favole di cosa si stupiscono e si indignano se il picco petrolifero domanda-offerta è in pratica superato e quindi la domanda, solo in parte moderata dall'aumento del prezzo del petrolio, supera l'offerta, e quindi il prezzo schizza inesorabilmente verso l'alto? Non c'è santo o balla raccontata che tenga. Per conseguenza aumenta più o meno sproporzionatamente e senza possibilità di rimedio il prezzo della benzina e di tutti i carburanti per il trasporto derivati dal petrolio.
E' chiaro che il governo, con cui questi signori fanno finta di prendersela recitando la commedia, è assolutamente impotente di fronte a questa situazione di crisi di forniture petrolifere e prezzi relativi per eccesso di domanda o difetto di disponibilità, e tanto meno può farci niente l'ente di stato (ENI) preposto ai traffici petroliferi e dei carburanti, ente che nel frangente conta come il due di briscola, cioè nulla, limitandosi avidamente a rallegrarsi ineffabilmente per il fatto che, se i prezzi aumentano, aumentano gli introiti dell'ENI e del suo inutile presidente impotente, che scalda la poltrona per niente a scapito dei cittadini.
Naturalmente ci guadagna di più pure lo stato, che però, come sappiamo, i soldi in più non li vede nemmeno col binocolo, giacchè scompaiono subito inghiottiti in qualche pozzo o voragine di spesa senza fondo e inestinguibile. Quindi lo stato, con tutti i buchi neri che si ritrova, si guarda bene dal ritoccare le accise, l'IVA, o qualunque altra forma di tassazione, dato che è sempre sull'orlo del fallimento economico-finanziario, come tutti i paesi cosidetti "pigs" del Sud-Europa. Le conseguenze le paga in effetti solo la popolazione che, se non vuole o non può andare a piedi, si impoverisce sempre più, almeno finchè ci sarà ancora una qualche disponibilità di petrolio e benzina e prima che, oltre ai soldi, finisca pure quella.
Qual'è il rimedio secondo questi protettori e tutori dei consumatori, che ormai conosciamo tutti per le fandonie che ci raccontano per conto dei petrolieri, dell'ENI, dello stato e dei ministri di stato? Tenersi il ventre per le proposte risibile e le risate relative, e cioè:
1. Introdurre l'accisa mobile (sic !), cioè l'accisa che va giù quando il prezzo della benzina va su (ma che gli fa, quando la benzina scarseggia sul mercato?).
2. Anadare per strada a doppia velocità ! (sic !), (ma che gli fa, se di benzina ce ne sarà sempre meno?).
3. Bloccare gli aumenti dei prezzi ! (sic !), (ma a che serve? se si bloccano i prezzi la benzina sparisce veramente, e da subito, non da domani e nasce il mercato nero, come nei paesi ex-comunisti).
4. Chiudere i distributori per le strade e aprirli nei supermercati ! (sic !) (ma a che serve, se la domanda di benzina aumenta e la disponibilità diminuisce ?).
Chiaramente costoro, i falsi protettori dei consumatori, i petrolieri, i distributori, l'ENI, lo stato, i ministri competenti, sono convinti che questi siano rimedi validi e che noi ci crediamo a queste favole diffuse per la consolazione dei fessi.
Possibile che costoro non abbiano ancora capito che il picco del petrolio è superato, in particolare con l'entrata in campo della Cina e dei paesi del terzo mondo ad alto tasso di sviluppo economico, che la domanda supera e supererà sempre più l'offerta, che i prezzi dei carburanti fossili da petrolio continueranno a salire inesorabilmente, che mancherà disponibilità di carburanti fossili, che ci saranno nuovamete a breve gravissime crisi economico-energetiche-finaziarie mondiali per questo, che metteranno sul lastrico i paesi e consumatori più poveri, meno fortunati, senza petrolio e risorse energetiche (esattamente come l'Italia), e che ci saranno anche gravi disordini sociali nei paesi meno sviluppati (vedi già ora nei paesi arabi poveri, che tirano la cinghia per mancanza di tutto), e forse anche guerre consequenziali su scala mondiale prossimamente per questo?
Cosa dovrebbero fare invece costoro, anzichè raccontare balle incredibili (protettori dei consumatori, petrolieri, distributori, ENI, stato e ministri insipienti) ? O, meglio, cosa fareste voi al loro posto, guardando quanto stanno facendo i paesi più evoluti e intelligenti del nostro, coinvolti nello stesso problema energetico connesso ai carburanti per il trasporto ? Cerchereste di trovare e produrre carburanti alternativi, che vadano bene, anzi meglio, dei fossili da petrolio, cioè senza inquinare e contaminare città e paesi, l'ambiente e l'aria che respiriamo, senza provocare emissioni di CO2 e gas serra in atmosfera con relativo Global Warming e mutamenti climatici catastrofici, senza sacrificare milioni di vite umane su scala globale avvelenate e contaminate dalle emissioni, e con la massima sicurezza e autonomia di approvvigionamento energetico e di carburanti relativi.
Forse che in Italia qulcuno di coloro che tengono le redini del governo in senso lato sta pensando a questo o si preoccupa di questo problema gravissimo dei carburanti alternativi ? Si trastullano a discutere di aria fritta e di ridicolo nucleare, inaccettabile, che non serve proprio a nulla giacchè non abbiamo estremo bisogno di energia elettrica, bensì di carburanti, mentre il nucleare è solo un alibi per niente, o eventualmente solo per sottrar soldi allo stato sottobanco per nulla, a spese della popolazione, deneggiandone l'economia, l'ambiente, e la salute. Nessuno parla di carburanti alternativi, nonostante ciò sia tassativamente prescritto dalla Direttiva Europea 2009/28 E.U. che precisa che i carburanti fossili (da petroilio, carbone e gas) vanno sostituiti cen biocarburanti e carburanti sintetici rinnovabili "carbon neutral" per il 10% del consumo entro il 2020.
Forse che qualcuno in Italia, nonostante le direttiva europea suddetta sia stata recepita dalla legislazione italiana, si preoccupa di produrre biocarburanti da biomasse rinnovabili e carburanti sintetici liquidi da biomasse di scarto, da rifiuti solidi urbani, da CO2 riciclata e da fonti di energia rinnovabili, come invece stanno facendo intelligentemente e rigorosamente gli altri paesi europei, oltre naturalmente agli USA e ai paesi extra-europei più evoluti ? No, assolutamente ! Eppure metodi , processi e impianti che producono carburanti sintetici carbon neutral (cioè senza emissioni nette di CO2 e gas serra in atmosfera) esistono, e vengono installati ovunque (dagli USA all'Irlanda, dal Brasile alla Germania, dal Canada alla Svizzera, etc.).
Gli impianti che trasformano la "monnezza" napoletana e nazionale in carburanti sintetici liquidi carbon neutral Fischer-Tropsch esistono, vengono proposti ovunque e producono benzine e diesel di ottima qualità superiore ai derivati dal petrolio, esenti da Zolfo, da Ossidi di Azoto, da nanopolveri cancerogene, producono benzine a 30-40 cents di €/litro, usando rifiuti che non costano quasi nulla, risparmiando discariche, anzi svuotandole e bonificando l'ambiente producendo benzina, a dei costi convenientissimi già quando il petrolio supera i 50 $/barile (ora è a 120 $/barile).
In Italia si consumano circa 80 miliardi di litri/anno di carburanti liquidi, corrispondenti ad un contenuto energetico di ca. 800 TWh/anno, a meno delle rese produttive dal petrolio, (cioè 800.000 GigaWatt.h/anno), che è una quantità di energia enorme, al confronto della quale il consumo elettrico italiano pari a 300-320 TWh/anno dell'Enel fa solo ridere (cioè l'energia consumata per i trasporti in Italia è quasi 3 volte tanto il consumo totale di energia elettrica).
Convertendo i rifiuti solidi urbani italiani in carburanti sintetici liquidi, con una raccolta differenziata del 50% ed il resto convertito carbon neutral, si può produrre il 10% dei carburanti sintetici necessari da subito (ca. 80 TWh/anno). Analogamente con biomasse agricole vegetali di scarto e recupero si possono produrre altri 80 TWh/anno di carburanti, cioè un altro 10% da subito.
Il restante 80% può essere prodotto riciclando la CO2 ora scaricata in atmosfera, convertendola in benzine con il processo Fischer-Tropsch, catturandola dagli scarichi in aimosfera delle centrali termoelettriche dell'Enel (che scarica in atmosfera il 30% della CO2 generata in Italia), delle raffinarie (ENI e petrolieri), dei cemetifici (Italcementi, etc.), delle industrie metallurgiche e siderurgiche (FIAT, Marcegaglia, etc.), e così via, ripulendo l'atmosfera, riducendo il Global Warming ed i mutamenti climatici catastrofici, l'avvelenamento, contaminazione, morti e malattie di ogni genere per milioni di esseri umani su scala globale, e assicurandoci la tranquillità, la sicurezza e l'autonomia energetica rinnovabile degli approvvigionamenti rinnovabili e infiniti.
Così stanno facendo tutti i paesi civili, tranne l'Italia dei furbi affamati di lucro personale a sbafo a carico dello stato, che non sono mossi da alcun intereresse nazionale comune, ma solo da cupidigia e ingordigia di denaro altrui.
Il petrolio va dimenticato, perché va a finire nel nulla, e sostituito gradualmente dai carburanti sintetici da fonti rinnovabili, in particolare con l'energia elettrica prodotta dal vento, in Italia in-shore e off-shore, nel canale di Sicilia, in Tunisia e in Libia (solo la Libia ha un potenziale elettrico enorme dal vento pari a ca. 10.000 TWh/anno, cioè ca. 33 volte il consumo elettrico italiano di 300-320 TWh/anno e contro gli 800 TWh/anno dei nostri carburanti, altro che nucleare da strapazzo che non produce e non serve a nulla). I carburanti sintetici liquidi carbon neutral (cioè neutri rispetto alle emissioni di CO2, che viene riciclata) riducono la dipendenza dal petrolio, dai combustibili fossili e dal loro prezzo esorbitante e insostenibile, e dalla loro disponibilità decrescente e sempre più incerta. Con i prezzi del petrolio fortemente fluttualti ed il picco di domanda-offerta del petrolio ormai raggiunto è altamente auspicabile sviluppare metodi, processi e produzioni che ci consentano l'autonomia e la sicurezza nel rifornimento dei carburanti sintetici, completamente esenti da fonti fossili.
Ciò si realizza con la cattura della CO2 dalle emissioni industriali antropogeniche, e poi direttamente dall'atmosfera e dal mare, che sono fonti e accumulo inesauribile di CO2. Essa viene convertita direttamente in carburanti sintetici per reazione con l'Idrogeno elettrolitico estratto dall'acqua e con il processo Fischer-Tropsch, con metodi assolutamente puliti, rinnovabili ed esenti da emissioni in atmosfera, esenti da surriscaldamento ambientale e Global Warming ed esenti da contaminazione ambientale ed atmosferica con relativi milioni di morti/anno per malattie da avelenamento.
Questo andrebbe fatto al più presto, come stanno facendo tutti, volenti o nolenti i precedenti protettori dei consumatori, petrolieri, distributori, Enel, ENI, Confindustria, stato e ministri senza competenza dipendenti dagli enti di stato. Quanto più tardi si inizierà a riciclare la CO2 e riconvertirla a carburanti sintetici liquidi, tanto peggio sarà per noi da qualsiasi punto di vista, in particolare per la crisi economico-finaziaria ed energetica gravissima cui stiamo andando incontro, a causa dell'insipienza, avidità, avarizia e latrocinio di chi ci comanda da sempre, che cura sempre e solo il proprio portafoglio personale e mai l'interesse comune.
Enzo Salatino

Arriva il meteo della rumenta: le previsioni del tempo sui rifiuti!

Fonte: Agora vox
La rubrica si intitola “Che Tempo ‘e Munnezza” e va in onda su Tele A all’interno della trasmissione “Operazione San Gennaro”. Un modo ironico ma reale e puntualmente aggiornato per raccontare lo stato in cui versano le strade di Napoli!

A condurre il meteo dell’immondizia c’è una valletta non proprio avvenente, con gli occhiali spessi e un abito di scena realizzato con un sacchetto nero da spazzatura (già soprannominata “la munnezzina”). Si tratta di “Che Tempo ‘è Munnezza”, la rubrica ideata da Gianni Simioli e Maurizio Piretti e condotta da Loredana Simioli, per raccontare in modo ironico e dissacrante la drammatica situazione delle vie napoletane ancora oggi invase dalla rumenta. L’iniziativa ha riscontrato notevole successo coinvolgendo spettatori anche su YouTube. “Che tempo ‘e munnezza è una specie di bollettino – spiega la Simioli a City – come quello del traffico, solo che si parla di rifiuti. Oltre a un’operazione di denuncia vuole essere anche un servizio di informazioni per chi ci segue”. Dalla Meteorina di Fede alla caricatura della Munnezzina di Tele A il passo è breve e sembra dirci che l’universo delle vallette si sta deteriorando dietro alla realtà nascosta che marcisce dentro quei sacchetti abbandonati per le strade.
“Per il personaggio della munnezzina – prosegue Loredana Simioli su City – ho preso spunto proprio dalle meteorine: queste ragazze leggono le previsioni ma in realtà del tempo non si interessano, pensano solo a quello che hanno addosso e a farsi vedere. Pronunciano frasi serie o a volte anche drammatiche con un tono di voce superficiale. La mia munnezzina fa lo stesso: parla di immondizia accumulata ovunque con lo stesso tono con cui darebbe una buona notizia. Nel nostro caso però serve a sdrammatizzare”.

domenica 17 aprile 2011

Cittadinanza attiva

Il Comitato cittadino di Boscotrecase, in preparazione all'evento annuale del "Balcone in fiore" 2011, ha chiamato a raccolta coloro che animati da sensibiltà e amore per il proprio territorio si impegnassero a pulire e adornare, di volta in volta, le piazze di Boscotrecase.
Oggi è toccata a piazza Matteotti e per la verità a partecipare, in questa domenica pomeriggio, erano davvero in pochi.
In tanti hanno preferito il divano, le partite di calcio o il guardare dietro le finestre dell'inedia.
Comunque sono bastate le donne del CoCiBo che, con ramazze, scope e palette, hanno trasformato la piazza in un salottino.
E' la migliore risposta a coloro che fanno dell'ambientalismo accademia, ricerca della prima pagina o partecipazione posticcia traccannando una birra e magari buttando a terra la bottiglia.




sabato 16 aprile 2011

Toto', principe triste dell'Italia di oggi

Anniversari 
Malinconico e poco sorridente: il Totò del 2011 sarebbe stato così, parola di Liliana De Curtis. Non avrebbe mai tollerato il degrado della sua città e del Paese intero. "Sarebbe sceso in piazza" dice la figlia intervenuta alle celebrazioni per i quarantaquattro anni della morte avvenuta il 15 aprile del 1967. E a proposito del grande rispetto che nutriva per le donne, confida: "Liliana, mi diceva papà, non sederti mai sulle ginocchia di       nessuno.."  La Repubblica (di Beniamino Daniele)   Alcuni video di Totò

giovedì 14 aprile 2011

Rifiuti, arrestato consigliere provinciale di Napoli

Quattro persone, tra le quali il consigliere provinciale di Napoli Dario Cigliano sono state arrestate questa mattina nell' ambito dell' inchiesta sul danneggiamento di automezzi di "Enerambiente s.p.a", incaricata della raccolta rifiuti solidi urbani. Con Dario Cigliano 41 anni, consigliere del Pdl (uomo politico ritenuto vicino al coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino), sono stati arrestati il padre, Antonio Cigliano, 79 anni (ex assessore socialista che negli anni Novanta ebbe la delega ai rifiuti), il fratello, Corrado Cigliano, 46 (capo cantiere di Enerambiente), e Gaetano Cipriano, 44 anni. Per loro l'accusa è di induzioni a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria.

L'inchiesta parte dall'incendio e la vandalizzazione tra settembre e ottobre del 2010 di 52 automezzi e degli uffici della sede napoletana della veneziana Enerambiente spa, che per conto di Asia spa, la società totalmente a partecipazione del Comune di Napoli, si occupava della raccolta rifiuti in città. Il 12 gennaio scorso, la Digos partenopea arresta, con accuse a vario titolo di devastazione, incendio e porto di armi da guerra, cinque dipendenti della Davideco scarl e l'amministratore, Salvatore Fiorito, appunto.
Gli arresti rientrano nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli sul danneggiamento a scopo di estorsione di automezzi della "Enerambiente s.p.a.", che aveva in appalto dall' Asia, azienda igiene ambientale del Comune, la raccolta rifiuti in alcuni quartieri di Napoli. I danneggiamenti risalgono al settembre-ottobre 2010. L' inchiesta, che ha portato nel gennaio scorso all' arresto dell' amministratore della "Davideco s.c.a.r.l", che forniva personale ad "Enerambiente", Salvatore Fiorito, e di cinque dipendenti, si è estesa alle assunzioni clientelari nella società. Somme di denaro - secondo l'accusa - sarebbero state versate a Corrado Cigliano, fratello del consigliere provinciale Dario Cigliano, ed allo stesso consigliere come corrispettivo per la stipula di contratti tra "Enerambiente" e cooperative di lavoratori. Nell'ambito dell'inchiesta gli indagati avrebbero avvicinato la moglie di Salvatore Fiorito, attualmente detenuto, consegnandole una somma di denaro per indurre il marito a tacere fatti che li coinvolgevano.
4.500 euro in tre tranches; un posto di lavoro per il marito dopo che questi avesse lasciato il carcere; sostegno legale; disponibilità economica per ogni evenienza. Questo, secondo l'accusa, hanno offerto alla moglie di Salvatore Fiorito, l'amministratore della Davideco arrestato precedentemente, le quattro persone arrestate questa mattina dalla Digos, tra cui c'é il consigliere provinciale e comunale di Napoli del Pdl, Dario Cigliano. Obiettivo dei quattro, fare in modo che Fiorito non riferisse "quanto a sua conoscenza in ordine al sistema di assunzioni con finalità politico clientelari gestito dalle cooperative sociali affidatarie di servizi interinali nel settore della raccolta dei rifiuti, gestito su indicazione di Dario e Corrado Cigliano, nonché in ordine ai periodici pagamenti ai medesimi Dario e Corrado Cigliano eseguiti da Fiorito medesimo attraverso lo storno di parte dei canoni contrattuali che la Enerambiente spa erogava". L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Isabella Iaselli su richiesta di un pool di pm: Luigi Santulli, Giuseppe Noviello, Maria Sepe, Paolo Sirleo e Danilo De Simone, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo.
"Stu cesso di Fiorito: hai capito i guai che ci ha fatto... E noi gli abbiamo mandato anche i soldi!". Così Antonio Cigliano, ex assessore comunale di Napoli e padre del consigliere comunale e provinciale arrestato oggi, in una conversazione intercettata commentava la decisione di Salvatore Fiorito di rispondere alle domande degli investigatori sulle assunzioni fittizie imposte dai Cigliano a Enerambiente attraverso le cooperative e sulle cospicue somme di denaro versate al politico e ai suoi familiari. Il denaro (tutti biglietti da 50 euro, "così - aveva suggerito Antonio Cigliano ai figli - sembrano di più") era stato consegnato alla moglie di Fiorito, Maria Vinciguerra. Grazie alla intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso che Fiorito era provato dalla detenzione, soprattutto dopo la decisione del Riesame di non scarcerarlo; su questo puntavano i Cigliano per indurlo a non rivelare le informazioni in suo possesso. Anche la moglie era su questa linea, ma lui non ha cambiato idea e ha fornito ai pm le notizie in suo possesso. In un colloquio in carcere Maria Vinciguerra chiede al marito: "Cosa gli hai detto?". Lui risponde: "Che quello era venuto a casa e ti aveva dato per tre volte 1.500 euro". La donna lo rimprovera: "E perché glielo hai detto? Questo te lo potevi pure risparmiare di dirglielo". Fiorito risponde: "Eh, perché voci, voci o altro", "lasciando intendere - commenta il gip - che la cosa era già emersa da qualche intercettazione". In un altro colloquio Fiorito ammette: "Io collaboro, ormai l'ho detto: ho dato i soldi a questo, a quell'altro, a quest'altro". Il cognato aggiunge: "Ho dovuto mettere a lavorare a questo e a quest'altro: glielo hai detto?". Fiorito risponde di sì.
Fonte: Metropolis 14/4/2011

LaRete dei Comitati vesuviani il 7 maggio alla Rotonda di via Panoramica

7 maggio 2011




difendiamo il Parco del Vesuvio



Scuole associazioni parrocchie imprese comitati commercianti professioni istituzioni e cittadini

per la salvaguardia del creato
per l’immediata bonifica di tutta l’area vesuviana per la tutela della salute dei suoi abitanti

SABATO 7 MAGGIO ore 12,00


i cittadini dei comuni del Vesuvio si ritroveranno alla Rotonda di via Panoramica a Boscoreale per gridare il proprio SI’ alla vita, alla salute e per un ciclo dei rifiuti rispettoso dell’ambiente e del territorio


Non bruciamoci il futuro

Rifiuti molto privati

Napoli pulita? Buttate ‘a munnizza a Messina. Si fa presto, a tenere pulito il capoluogo campano. Basta raccogliere 500 tonnellate al giorno di rifiuti, affidare il trasporto a una ditta di Salerno e scaricarle a Mazzarà Sant'Andrea in provincia di Messina sulla costa tirrenica, la cosiddetta Costa Saracena. Mazzarà, la città dove, alla fine dello del 2010, è stato trovato un cimitero della mafia barcellonese.

L'ISOLA DEI RIFIUTI. La scelta di scaricare la metà dei rifiuti prodotti quotidianamente dai napoletani in Sicilia risale al 17 gennaio. E la decisione non ha destato molti clamori. Da ricordare, però, che il governatore dell'isola Raffaele Lombardo, è il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Sicilia. Ma di questo strano flusso di spazzatura, nessuno sembra sapere nulla.
Vincenzo Emanuele, dirigente generale del dipartimento rifiuti della regione Sicilia e Giosuè Marino, ex prefetto e attuale assessore regionale all’energia, sostengono che «c’è solo un passaggio di 25 tonnellate, in accordo con la Campania».
Il direttore della Sap.Na, la società pubblica che gestisce il ciclo di rifiuti a Napoli, Giovanni Perillo, afferma, invece, che addirittura «c’è l’autorizzazione scritta». Peccato, che non ricordi il nome del suo omologo siciliano che confermi la presunta intesa.

La pax della spazzatura
Nel dicembre 2010, i camion che trasportavano i rifiuti di Napoli sono stati respinti dalla regione Puglia a seguito dei rilievi della locale Agenzia regionale per la protezione ambientale, che, non fidandosi del codice di sicurezza dei rifiuti stessi (19.12.12), ha giudicato i rifiuti partenopei «non esportabili in altre regioni».
Per poter “esportare” la spazzatura, la Sap.Na ha siglato un contratto con un gruppo di società private: la ditta Vincenzo D’Angelo di Alcamo e la Profineco di Palermo. Per 200 euro a tonnellata di rifiuti, le due società hanno permesso di giungere alla 'pax della spazzatura'.
100 CAMION DA GIUGLIANO E TUFINO. Strano, allora, che i rifiuti di Napoli arrivino in Sicilia. L'ex assessore all’ambiente Pier Carmelo Russo, predecessore di Giosuè Marino aveva dichiarato nel 2010: «La carenza di discariche nell'isola ci potrebbe obbligare a breve a trasportare i rifiuti fuori regione».
Nel frattempo, circa 100 camion, ben riconoscibili dalla scritta “Fratelli Adiletta di Nocera Inferiore” sulle fiancate, partono quotidianamente con un carico di 26 tonnellate di rifiuti da Giugliano e Tufino. E il direttore della Sap.Na ha confermato: «Se non fosse per i rifiuti che stiamo portando in Sicilia, Napoli sarebbe di nuovo in ginocchio».

Un business privato
«Vista l’enorme quantità di spazzatura per strada, i napoletani pagano e tutti siamo felici e contenti. Queste risorse sono essenziali per tutti gli operatori siciliani del settore, gestori delle discariche in primis, che hanno crediti nei confronti delle casse pubbliche per 900 milioni di euro» ha dichiarato Vincenzo D’Angelo che guida il raggruppamento di aziende che si è aggiudicato la ghiotta commessa fruttata sinora 5 milioni di euro.
«Ora sto lavorando per firmare un accordo da 2 mila tonnellate di rifiuti al giorno» ha continuato D'Angelo, che dopo aver negato il traffico ha provato anche a minimizzare l'affare.
In realtà la commessa era stata prima rifiutata dalla Puglia, nonostante un accordo prevedesse l'indennizzo di 1 milione di euro per i comuni in cui avrebbero trovato posto le 45 mila tonnellate di rifiuti. Anche la Spagna avrebbe rinunciato all'affare, «per la difficoltà di sapere con certezza cosa contengano i rifiuti che escono dagli impianti di tritovagliatura».
«Molti gestori di discariche mi cercano: una parte sostanziosa dei 200 euro a tonnellata va a loro. Per esempio, se Tirrenoambiente non avesse ottenuto questi rifiuti, avrebbe dovuto chiudere per carenza di liquidità» ha spiegato D'Angelo.
MONNEZZA IN CODICE. Giuseppino Innocenti, amministratore delegato di Tirreomabiente, la società che gestisce la discarica di Mazzarà prova a rassicurare i siciliani: «Un nostro tecnico è stato a Napoli. Ha accertato che si tratta di rifiuti che grazie al trattamento di tritovagliatura è divenuto speciale e quindi, per legge, trasportabile liberamente anche fuori regione, senza che sia necessario un accordo tra regioni». Accordo che sarebbe necessario, invece, per «il trasporto dei rifiuti solidi urbani normali», altrimenti sarebbe «reato penale».
Il manager, originario di Vercelli, ma residente in Sicilia da anni, ha anche assicurato: «La discarica sta accogliendo solo 25 mila tonnellate di rifiuti accumulate nello Stir di Tufino, essiccate e senza alcun rischio. Non enterà altro». E il tecnico Bartolo Capone, ha aggiunto: «I rifiuti che ho controllato sono assolutamente innocui».

Tante le contraddizioni
Le rassicurazioni di Innocenti e Capone si scontrano, però, con due dati: i rifiuti a Mazzarà non arrivano solo dallo Stir di Tufino, ma anche da quello di Giugliano, in cui il tecnico di Tirrenoambiente, per sua stessa ammissione, non è mai stato.
«È chiaro» ha sottolineato Perillo «che a Mazzarà ogni giorno sono inviati tutti i rifiuti prodotti».
Pina Elmo, dell'associazione Rete campana salute e ambiente, protagonista da anni di lotte per la legalità nello smaltimento dei rifiuti, ha precisato: «Lo sanno tutti che i due Stir non trasformano realmente i rifiuti in sostanze innocue. Tritarli non significa biostabilizzarli, come imporrebbe la legge, per impedire che producano sostanze tossiche. Quello di farli passare per rifiuti speciali è un escamotage per poterli smaltire».
NESSUN CONTROLLO. Se sia davvero come sostiene l’attivista, o invece come dice la certificazione che si legge sulle bolle di accompagnamento, non l’ha accertato alcun organo pubblico siciliano.
Il dirigente del Dipartimento ambiente della provincia di Messina, competente per i controlli sui rifiuti, Carolina Musumeci, cade dalle nuvole: «Non ne sappiamo niente. Ma è davvero cosi?».
Antonino Marchese, direttore dell’Arpa di Messina non è stato, al contrario dei colleghi pugliesi, neanche messo a conoscenza dalle questione: «Non so nulla dei rifiuti che arrivano dalla Campania. Nessuno ci ha chiamato per fare esami o analisi. Se i camion fossero stati controllati delle forze dell’ordine lo avremmo saputo». «Escludo sia accaduto. Lo avremmo saputo», rilancia la Musumeci. Che aggiunge: «A Mazzarà non facciamo controlli da mesi».
Fonte: Lettera 43 Giovedì, 14 Aprile 2011





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Roberto Saviano: i video dell’intervento sulla "macchina del fango" al Festival del Giornalismo

A CHE SERVE AVERE LE MANI PULITE SE POI LE TENIAMO IN TASCA.....

Dalla rete
Clicca Qui per i filmati dell'intervento

Napoli assediata dai rifiuti in fiamme

Napoli brucia con la nuova emergenza rifiuti. Superlavoro per i vigili del fuoco impegnati notte e giorno per spegnere gli incendi che colpiscono città e provincia. Loro si definiscono «specialisti dell'improvvisazione» perché sanno sempre come risolvere una situazione di pericolo imprevedibile.

Non vogliono che qualcuno li definisca «eroi» poiché il loro lavoro si è evoluto nel tempo: si è passati dai «sacerdoti del fuoco» a «professionisti del fuoco». Ogni rischio, oggi, è calcolato.
Il Mattino.it racconta in un viaggio-video l'enorme lavoro che i pompieri del comando provinciale di Napoli svolgono giorno dopo giorno silenziosamente, nonostante le mille difficoltà in cui sono costretti ad operare.
marco.piscitelli@ilmattino.it


L'emergenza rifiuti a «Un posto al sole» Dalla fiction suggerimenti per la realtà

Il Mattino Napoli
NAPOLI - Nelle storie tv di «Un posto al sole» si parlerà di spazzatura e di raccolta differenziata. Nelle puntate in onda su RaiTre dal 15 aprile il portiere di palazzo Palladini Raffaele Giordano, interpretato da Patrizio Rispo, rivolgerà un richiamo alla coscienza dei singoli cittadini per un maggior senso civico e per un concreto impegno per la raccolta differenziata. Attraverso il canale sportivo con cui collabora, Raffaele, nelle inconsuete vesti di giornalista, si rivolge ai napoletani spronandoli ad un maggiore amore per la città oltre che per la squadra di calcio « tutti quanti insieme dobbiamo imparare ad amare di più questa città, perchè il riscatto e l'orgoglio partenopeo non vanno cercati solo in una partita di calcio». Il produttore creativo Fabio Sabbioni si dice «convinto che il pubblico non può che apprezzare una fiction che mette in scena temi e possibili soluzioni a problemi affrontati quotidianamente, non solo nella vita individuale ma anche nel rapporto con la società in cui viviamo». «Un Posto al Sole» è giunta al quindicesimo anno di programmazione.


mercoledì 13 aprile 2011

Parte la seconda edizione del concorso ”Boscotrecase in fiore Il Balcone piu’ bello”.


Lo scopo della manifestazione, senza scopo di lucro, del tutto gratuita che l’anno scorso ha avuto la partecipazione di circa 100 balconi, quest’anno ha l’obbiettivo di abbellire oltre i balconi anche  le piazze   e le aiuole delle scuole di Boscotrecase.
Per questo scopo il nostro Comitato ha coinvolto nell’iniziativa anche le altre associazioni del territorio, le parrocchie, i commercianti e le scuole.
Considerato che il concorso nella scorsa annualità ha riscosso un discreto successo di partecipazione, ed è terminato con una manifestazione di premiazione dei partecipanti con l’esibizione a titolo gratuito di musicisti sensibili alle problematiche ambientali  e con la degustazione di piatti tipici, anche quest’anno il Ns. Comitato avrebbe intenzione di ripetere l’iniziativa spostando la manifestazione di premiazione con la festa nella piazza antistante il Comune di Boscotrecase.
L’evento sarebbe programmato per la serata di sabato 4 giugno.

I RIFIUTI? SONO ORO COLATO

Fonte Il Mediano 13/04/2011 Di Amato Lamberti
I rifiuti che si accumulano per le strade di Napoli permettono di fare buoni affari al maggior numero possibile di persone e imprese.


Ancora una volta si è celebrato a Napoli il “monnezza day”.Sono più di dieci anni che con una cadenza ossessiva di cinque-sei mesi la città si riempie, nel giro di pochi giorni, di cumuli di rifiuti. Un flusso inarrestabile che invade strade, piazze, vicoli, scalinate monumentali, aiuole e giardini e che nessuno riesce a fermare. Basta che si arresti anche solo per un giorno la raccolta dei rifiuti che le strade e i marciapiedi finiscono sommersi da sacchetti, cartoni, scatolame vario, scarpe, abiti, pezze di ogni colore.

Viene il dubbio che non si aspetta altro per sversare nelle strade tutto quello che si accumulava in casa e che non si vedeva l’ora di buttare per la strada, quasi come in un rito liberatorio e orgiastico. Cumuli di mobili rotti, elettrodomestici scrostati, televisori grandi come armadi, ma anche computer e impianti stereo si formano come per incanto e nella notte prendono fuoco con i bambini che danzano intorno incuranti del fumo e dei miasmi. Ma come è possibile che non si riesca a porre rimedio a questa accumulazione periodica di rifiuti che fa gridare allo scandalo e all’incapacità l’intera nazione e fa sorridere di compassione i corrispondenti stranieri?
Non è un mistero. La ragione sta nel fatto che invece di scegliere la strada più semplice, più razionale, più ecologica, si sceglie quella che permette di fare affari al maggior numero possibile di persone e di imprese. Basta guardare agli impianti utilizzati. Innanzitutto le discariche. Dove c’è un buco, un fosso, una cava, si realizza una discarica, non importa se si tratta di un’area ambientale protetta, come il Parco Nazionale del Vesuvio, o il Parco dei Camaldoli. Non importa nemmeno che si tratta di un’area, come quella giuglianese, massacrata da anni da discariche abusive, da montagne di stoccaggi di eco balle, da sversamenti ventennali mai bonificati. La fame di discariche è tanta che non si va tanto per il sottile e si realizzano invasi che perdono percolato da ogni parte, tanto al massimo inquinano le falde acquifere.
E poi, oltre alle discariche, impianti che dovrebbero produrre CDR, ma che al massimo riescono ad imballare rifiuti impossibili da smaltire e che finiscono accatastati a formare piramidi che sono la gioia dei gabbiani e la disperazione dei residenti. Ad essi si aggiungono trituratori, trito vagliatori, impianti di compostaggio delle frazioni indifferenziate che servono solo a mascherare nuove discariche realizzate senza alcuna impermeabilizzazione del terreno. A giganteggiare su tutti questi impianti la soluzione finale, l’inceneritore, che trasforma in fumi e polveri le migliaia di tonnellate di rifiuti tal quale che però, anche se nessuno sembra accorgersene, inquinano l’aria, il terreno, le piante, gli animali, gli ortaggi, la frutta, insomma, ogni cosa.
Siccome gli inceneritori sono efficienti, perché riescono a bruciare ogni cosa, compresi rifiuti ospedalieri radioattivi, si pensa bene di moltiplicarli, senza neppure verificare se si tratti di una operazione necessaria visto che molti Comuni hanno avviato, bene o male, una raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Una follia collettiva, visto che coinvolge il Governo, la Regione, la Provincia, il Comune di Napoli e quelli di Salerno e di Caserta. Ormai tutti vogliono l’inceneritore. Non gli interessa niente della salute dei cittadini e del territorio. Vogliono solo le compensazioni, i soldi, previsti dal Governo.
Eppure sarebbe così semplice smaltire correttamente i rifiuti facendo a meno delle discariche e degli inceneritori, come degli altri impianti installati solo per far fare affari a persone ed imprese amiche, non importa se camorriste. Basterebbe fare bene la raccolta differenziata, avviare subito al riutilizzo le frazioni differenziate, carta, cartone, plastica, alluminio, banda stagnata, vetro, legno, scarti di legumi, ortaggi e frutta, che sono quelle economicamente vantaggiose, e provvedere con biodigestori anaerobici allo smaltimento della frazione indifferenziata, producendo energia elettrica senza emissioni in atmosfera. Troppo semplice. Lo Stato non dovrebbe nemmeno metterci soldi: gli impianti per il riutilizzo delle frazioni differenziate e quelli per lo smaltimento della frazione indifferenziata sarebbero realizzati dai privati, magari anche in regime di concessione.
Non va bene, perché troppa gente non farebbe più affari; perché se non inquini come fai a fare poi le operazioni di bonifica; perché se non hai bisogno di investimenti pubblici che cosa vai poi a dividere a livello politico e amministrativo; perché non hai più bisogno dell’esercito di tecnici, consulenti, progettisti, direttori dei lavori, responsabili della sicurezza, e via dicendo. Il rasoio di Occam – forse lo ricorda chi ha studiato filosofia- quello che serviva a tagliare le cose e i passaggi inutili, non si può applicare in questo come in molti altri casi.
La regola aurea della politica è quella di moltiplicare enti, addetti, passaggi, controlli, al solo fine di aumentare a dismisura il denaro necessario al raggiungimento dell’obbiettivo, ma nel tempo più lungo possibile, per evitare di svuotare troppo rapidamente il pozzo di S.Patrizio, che oggi sono i rifiuti e domani, magari le bonifiche.
(Fonte foto: Rete Internet)

martedì 12 aprile 2011

GESTIONE RIFIUTI IN CAMPANIA: VIA LIBERA ALLA SPROVINCIALIZZAZIONE

Data: 12/04/2011 La Giunta Caldoro dice sì alla norma che mette fine al principio di provincializzazione dei rifiuti.


Passa in consiglio regionale la norma che supera la provincializzazione dei rifiuti. La direttiva, proposta dal consigliere Gennaro Salvatore, prevede che qualora il piano d’ambito di una Provincia non riesca a garantire il pieno rispetto del principio dell’autosufficienza "per fondate e comprovate ragioni oggettive", la stessa può chiedere aiuto alle altre realtà territoriali.
Entro 45 giorni dalla adozione della delibera della giunta regionale, le altre province dovranno procedere alla modifica o alla integrazione dei rispettivi piani d’ambito, al fine di garantire il principio dell’autosufficienza su base regionale. I provvedimenti relativi devono essere accompagnati da forme di compensazione, definite d’intesa tra le province interessate. Qualora le province non dovessero trovare l’intesa, scatterebbero i poteri sostitutivi previsti dalla legge in capo al presidente della Regione. 'La proposta è pienamente coerente con quando previsto dalla legge regionale rifiuti e successive modifiche, con il piano regionale rifiuti e con il processo amministrativo messo in campo dalla Regione' ha spiegato il presidente della Regione Stefano Caldoro il quale ha aggiunto:
"La proposta lascia inalterate la responsabilità delle Province mettendo in testa alle stesse la logica della garanzia del sistema regionale. L'emendamento proposto supera le rigidità di ambito e dei cosiddetti piani provinciali. Tali rigidità sono il punto debole degli assetti delle responsabilità della nostra regione e ne costituiscono una unicità sullo scenario nazionale confermando la responsabilità delle province ma prevedendo le responsabilità del livello regionale nelle ipotesi in cui l'ambito provinciale non riesca a raggiungere l'autosufficienza nella gestione dei rifiuti'.
In pratica, l’approvazione della norma che pone fine alla provincializzazione della gestione dei rifiuti legittima ciò che fino ad oggi è avvenuto sulla scorta delle intese istituzionali tra province quando, in situazioni di emergenza, mosse dal principio della solidarietà, hanno accolto i rifiuti provenienti da un’altra provincia. L’approvazione della norma, però, sta suscitando non poche polemiche tra i banchi dell’opposizione della giunta regionale e ha già messo in allarme le province di Avellino e di Benevento, pronte a respingere la possibilità di accogliere altri rifiuti.
Il Mediano Autore: La redazione

Studio choc nei pressi delle discariche: diossina nel latte materno

Da Metropolis 12/04/2011 - I livelli di inquinanti nel sangue e nel latte materno della popolazione campana non superano i limiti previsti dalla letteratura internazionale, ma “nella normalità” si evidenziano valori più elevati in chi vive in prossimità di sversatoi e siti di abbandono di rifiuti. Questi i risultati della ricerca Sebiorec, studio epidemiologico sullo stato di salute e sui livelli d’accumulo di contaminanti organici persistenti nel sangue e nel latte materno.

Il rapporto, realizzato dalla Regione Campania in collaborazione con l’Istituto Superiore della Sanità e il Cnr, consegna la fotografia di una regione in cui la popolazione non “é sovraesposta ad agenti inquinanti” ma, allo stesso tempo, indica zone in cui, pur restando dentro i limiti consentiti, si registrano livelli più elevati . Tra questi, si registra una maggiore presenza di arsenico rilevata nel campione della provincia di Napoli piuttosto che nel campione relativo alla provincia d i Caserta.

“Lo studio - ha spiegato Fabrizio Bianchi del Cnr - non fornisce dati allarmanti evidenti, ma ci sono informazioni utili che indicano correlazioni tra luogo di residenza della popolazione e livelli superiori di presenza di metalli o diossina nel sangue, correlazioni di cui ci si deve occupare perché non è trascurabile il dato secondo cui tutti i pool più vicini a siti hanno parametri più alti”.
Lo studio ha previsto un’intervista tramite questionario con domande su abitudini di vita e ambiente, storia medica del soggetto e sue abitudini alimentari e il prelievo di reperti di sangue e di latte da donatrici primipare comprese tra la quarta e ottava settimana dopo il parto.
Inoltre, per aumentare le dimensioni del campione e avere misure più stabili e affidabili, per l’analisi da laboratorio è stata prevista la costituzione di campione di pool di sangue, di siero e di latte.
In totale, l’indagine ha interessato 840 soggetti stratificati per sesso, età e collocazione geografica, per un totale di 84 pool di siero e 84 pool di sangue e reperti di latte da 60 donatrici per totali 6 pool. Per quanto riguarda le aree geografiche, sono state individuate tre aree sotto presunta pressione di degrado ambientale elevata (Zona A), media (Zona B) e nulla o bassa (Zona C). La Zona A in particolare comprende i Comuni di Acerra, Aversa, Caivano, Castel Volturno, Giugliano in Campania, Marcianise, Pianura a Napoli e Villa Literno. “Dagli esami effettuati - ha sottolineato Alessandro Di Domenico, dell’Istituto Superiore della Sanità - non è stato rilevato un incremento dei carichi inquinanti corporei e, pertanto, la popolazione campana presa in esame non risulta sovraesposta a sostanze che spesso arrivano dagli alimenti”. Uno studio che, tuttavia, ha ribadito Di Domenico “non è una ricerca sull’incidenza delle malattie in determinate aree”. Gli studiosi, inoltre, hanno sottolineato l’importanza di un’azione di comunicazione alla popolazione in cui, secondo la ricerca, si percepisce alto il rischio di sviluppare malattie e in particolare il cancro (87 per cento), leucemia (78 per cento), malformazioni (62 per cento).