lunedì 31 ottobre 2011

Da mesi senza stipendio: i netturbini incrociano le braccia a Boscotrecase

BOSCOTRECASE - 30/10/2011 - Da mesi non percepiscono lo stipendio: i netturbini della Ecological Service incrociano le braccia. Gli operatori ecologici, nonostante l’organico ridotto, a tutt’oggi, hanno garantito il servizio senza aver percepito lo stipendio di agosto e la 13° mensilità 2010. A rendere ancora più insostenibile la situazione, la mancanza dei tagliandi assicuratrici sugli automezzi della società appaltatrice. I responsabili sindacali Assotrasporti, Salvatore Borrelli e Fortunato De Felice hanno sollecitato in più occasioni la vicenda all’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Agnese Borrelli, senza ricevere alcuna risposta. “In tale contesto gli operatori – scrivono in un comunicato stampa i sindacati - grazie anche alla collaborazione di due marescialli della polizia locale, Claudio Scaramella e Ciro Paduano, si è arrivati al 60% della differenziata.

Di qui, la decisione di sospendere il servizio di raccolta dei rifiuti, pur nella consapevolezza che ciò avrà delle ricadute su tutto il territorio, con gravi disagi per l’utenza. A tal proposito, Vincenzo Cinque, della Filas r.s.a., lancia un appello alla cittadinanza “ad evitare di scagliarsi contro gli operatori del settore: le loro proteste le facciano nella casa comunale, chiedendo spiegazioni di come vengono gestite le tasse. Evidenziamo all'amministrazione e alla cittadinanza che è un nostro diritto manifestare le anomalie che viviamo quotidianamente.
Già nei giorni scorsi, gli operatori si erano astenuti, per motivi di sicurezza e di incolumità sia del personale che di terzi, dal condurre gli automezzi. Tuttavia, i lavoratori non sono restati a guardare ma partecipato volontariamente allo svolgimento di altri servizi. “Non si è trattato, dunque, di uno sciopero – fanno sapere dal sindacato – ma di un’azione di tutela e salvaguardia così come contemplato dalla legge”. Tale vicenda aveva era stata sollevata anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale dal dimissionario assessore ai lavori pubblici, Vincenzo Casciello.
PASQUALE MALVONE

sabato 29 ottobre 2011

Rifiuti, 19 comuni vesuviani virtuosi

La differenziata raggiunge il 50% grazie all'accordo che prevede la ripartizione della spazzatura

NAPOLI — Non vanno in piazza con la bandana e non guadagnano le prime pagine dei giornali. Però zitti zitti sono riusciti a portare la raccolta differenziata sotto il Vesuvio quasi al 50%. Percentuale di tutto rispetto, soprattutto se paragonata allo stentato 18-20% medio di Napoli. Gli autori del piccolo «miracolo» sono i sindaci che lavorano lontano dai riflettori, i primi cittadini di 19 Comuni della zona rossa attorno al vulcano: amministrano 551 mila 512 abitanti, mezzo milione di persone che stanno apprezzando i vantaggi di vivere senza più monnezza. Da San Giorgio a Cremano (50% di differenziata, porta a porta in mezza città e cassonetti spariti dalle strade principali) a Portici (65,30% e porta a porta totale), a San Sebastiano (65,64 e riduzione della Tarsu), a Ottaviano (51,20%) finalmente sembra avviato un circolo virtuoso che dovrebbe raggiungere entro il 2012 l'obiettivo del 65% di differenziata. Un traguardo che appena due anni e mezzo fa sembrava una chimera ma che adesso appare obiettivamente vicinissimo.


L'INTESA - Per spiegare lo scatto di reni dei paesi del Miglio d'oro è necessario fare un passo indietro al 25 luglio scorso. Quel giorno seduti a un tavolo della Provincia si ritrovarono i 19 sindaci vesuviani della «zona rossa», il presidente Luigi Cesaro e l'assessore regionale Giovanni Romano. L'accordo di programma che firmarono è in un certo senso storico: prevede infatti che i Comuni si impegnino per raggiungere la completa autosufficienza non solo nella raccolta, ma anche nello smaltimento e nel trattamento dei rifiuti, riutilizzando (e rivendendo) tutto ciò che si può. Un'intesa nuova e bipartisan tra sindaci di Pd e Pdl con un solo, dichiarato obiettivo: «Ripulire l'area vesuviana e non vedere mai più scene vergognose come quelle della crisi del 2008, con le strade coperte da montagne di sacchetti maleodoranti» spiega Ciro Borriello, sindaco Pdl di Torre del Greco. Se vogliamo, la città del corallo è forse il caso più eclatante: raggiungere il 50% di differenziata in un comune di quasi centomila abitanti, non è impresa da poco. Eppure anche a Torre i cumuli maleodoranti (tranne qualche area di sofferenza) sono ormai un ricordo. Il primo cittadino torrese (insieme con Ciro Accardo capogruppo Pdl) rivendica con orgoglio il gioco di squadra tra colleghi: «Uniti si vince e lo stiamo dimostrando tutti al di là dei partiti. Abbiamo scelto la filosofia del rifiuto-zero e il no al termovalorizzatore, ma subito dopo ci siamo davvero rimboccati le maniche tutti insieme e stiamo lavorando, grazie anche alla collaborazione dei cittadini che hanno compreso come sia importante differenziare». Torre è il Comune capofila del progetto che risale a tre anni fa, quando alla Regione Campania l'assessore-ambientalista si chiamava Walter Ganapini. «La sua proposta ci piacque e l'accettammo — continua Borriello — abbiamo deciso di dividerci i compiti tra comuni confinanti per evitare doppioni e spese inutili». Detto fatto.

L'accordo di programma prevede che ogni comune vesuviano si occupi di un pezzo del ciclo dei rifiuti. Torre del Greco metterà a disposizione di tutti una grande area, Villa Inglese, per trattare frazione secca e indifferenziata. «Attenti, non è una discarica ma un'area attrezzata con imprese specializzate che separano ciò che arriva e lo trasferiscono nel giro di qualche giorno». Per capirci, il legno va alla Merloni che lo utilizza, la plastica alle imprese specializzate, i materassi a un'azienda in Toscana, altre parti indifferenziate in Calabria e in Sicilia. I costi? Per i Comuni vesuviani bassissimi, giacché sono i privati a investire nel lucroso business. A Torre, intanto, si procede con l'apertura di altre due isole ecologiche, con l'obiettivo attivarne 24 nel giro di sei mesi. Ovviamente non mancano i mal di pancia: ambientalisti locali criticano la scelta del sito di Villa Inglese e delle imprese sul territorio. Il sindaco si difende: «Ma se qui ci sono già le competenze per trattare i rifiuti, perché dovrei ignorarle?». L'accordo tra i Comuni si basa sul principio (sancito e scritto all'articolo 6) della «reciproca solidarietà». Così se Torre si prenderà in carico l'indifferenziato, Massa di Somma e Somma Vesuviana ospiteranno gli impianti per la frazione umida. Ottaviano un grande sito per gli ingombranti e gli elettrodomestici usati, Cercola si occuperà di riciclare il vetro, San Giuseppe Vesuviano mette a disposizione una grande area di 8.000 metri quadrati, Ercolano si specializzerà nello smaltimento degli inerti e dei laterizi edili, Striano nei multimateriali, San Sebastiano e Portici allestiranno un grande centro di riuso, cioé un luogo dove mobili, casalinghi e oggetti vengono portati per essere scambiati tra i cittadini o anche per essere venduti a prezzi da realizzo.

ACCORDO DI PROGRAMMA
La parola d'ordine è cooperare ed essere solidali e se c'è da guadagnare qualche euro per le bisognose casse comunali alla fine si divide. Tutto bello? No, perché la p0litica anche qui sembra mettersi di traverso: dal 1 gennaio 2012 infatti le competenze per raccolta e spazzamento dovrebbero passare alla Provincia di Napoli. Inoltre, al massimo tra sei mesi la discarica di Terzigno sarà satura e bisognerà attrezzarsi diversamente, altrimenti torneranno i giorni bui. Infine, Regione e Provincia non hanno ancora convocato i primi cittadini per le autorizzazioni che avevano promesso. I 19 sindaci che lavorano in silenzio, lontano dai riflettori, sono comunque ottimisti. Come Enzo Cuomo, democrat, autore della rivoluzione della monnezza che ha trasformato Portici in una bomboniera. Nei quattro chilometri e mezzo del paese non si vede una sola carta a terra. E nemmeno i cassonetti. Spariti, volatilizzati. Chi si azzardi a gettare un sacchetto fuori orario è fregato. Una squadra di poliziotti municipali è in grado di fare l'«autopsia» della monnezza e quasi sempre (grazie anche alle denunce dei cittadini) riesce a risalire al proprietario: il quale si vede appioppare una multa da 250 euro. Nel centro di riciclaggio di via Farina si smaltisce di tutto: dalle lampade ai computer, dai solventi agli olii da cucina esausti. Dice Cuomo: «Qui non c'entra essere di destra o di sinistra. Noi dipendiamo dalla gente che amministriamo. Dobbiamo risolvere i problemi e tenere pulite le città». Come sta accadendo ad appena sette chilometri da Napoli, mica a Stoccolma...
ROBERTO RUSSO

Comune di Boscotrecase "Adotta una compostiera"

L'Amministrazione Comunale, promuove in via sperimentale, la pratica del compostaggio e la cultura del riciclo, con l'iniziativa


"ADOTTA UNA COMPOSTIERA"
L'iniziativa prevede l'asseganzione di n° 50 compostiere ad uso familiare e di n° 10 ad uso condominiale. Possono presentare richiesta tutti i cittadini residenti nel territorio di Boscotrecase ed in regola con il pagamento della TARSU. Le domande ed il relativo bando sono scaricabili su questo sito o ritirabili presso l'Ufficio Ambiente e dovranno pervenire all'Ufficio Protocollo dell'Ente entro e non oltre il 10 Novembre 2011.


- BANDO
- ALLEGATO A
- ALLEGATO B

giovedì 27 ottobre 2011

L'acqua diventa pubblica

La nuova azienda speciale si chiamerà Acqua Bene Comune


Il consiglio comunale di Napoli ha approvato la trasformazione dell'Arin nell' azienda speciale ABC (Acqua Bene Comune).


Il dibattito sull'Arin ha registrato gli interventi dei consiglieri Beatrice, Iannello, Grimaldi, Coccia, Rinaldi, Fucito, Antonio Borriello, Moretto, Palmieri e Lebro.

Al termine, l'assessore Lucarelli ha brevemente replicato ad alcune delle questioni sollevate durante il dibattito, ribadendo che "la delibera non ha un carattere esclusivamente formale e che è stata data ai cittadini la possibilità di intervenire nei processi di decisione, coniugando la democrazia della rappresentanza con quella della partecipazione". Lucarelli ha anche annunciato che è già in corso di preparazione il piano energetico.

La discussione è iniziata sulle tre mozioni e i quattordici emendamenti presentati alla delibera: nel primo documento, a firma dei consiglieri Santoro e Lebro, sono stati stralciati e approvati all'unanimità i punti 1 e 4 che impegnano, tra l'altro, l'Amministrazione a coinvolgere Università e centri di ricerca per la promozione di iniziative in favore dell'ammodernamento degli impianti tecnologici del sistema idrico e dell'innalzamento degli standard qualitativi biologici e l'avvio di una campagna di corretta informazione per un maggiore utilizzo dell'acqua corrente con notevoli risparmi sui bilanci familiari.

La seconda mozione, che vede come primo firmatario il consigliere Vasquez, è stata approvata a maggioranza con l'astensione di Pdl; PDL Napoli; Liberi per il sud e del consigliere Zimbaldi.

Il documento impegna il sindaco, il consiglio comunale e la Giunta all'adesione alla manifestazione nazionale del Forum dei movimenti dell'acqua che si terrà a Roma il 26 novembre.

Accolta come raccomandazione, invece, la terza mozione, che ha come primo firmatario Castiello, la quale prevede un'informativa al Consiglio sugli effettivi costi sostenuti per la trasformazione dell'Arin in Azienda speciale.

Dei quattordici emendamenti di accompagnamento alla delibera il Consiglio ne ha approvati undici.

Il presidente Pasquino, dopo aver ringraziato per la presenza e per la partecipazione i numerosi rappresentanti delle associazioni che sono intervenute ed in particolare padre Alex Zanotelli, ha quindi posto in votazione la delibera n.942 per la trasformazione dell'ARIN in Azienda speciale che il Consiglio ha approvato a maggioranza con il solo voto contrario del consigliere Moretto. Al termine l'Aula ha approvato, a maggioranza, con l'astensione del consigliere Iannello e Maurino, la ratifica, a firma del vice sindaco Sodano, n. 981per la realizzazione degli Eventi dell'Americàs Cup World series in programma a Napoli nel 2012 e 2013.

E' seguita la variazione al Bilancio ai sensi dell'articolo175, comma 4, T.U. 267/2000. Subito dopo il presidente del consiglio comunale Raimondo Pasquino ha sciolto la seduta.

Tozzi e Mercalli contro il governo: “Al posto del Tav metta in sicurezza il territorio”

I due conduttori televisivi: "L'esecutivo fa finta che il cambiamento climatico non esista". Al posto delle mega-opere chiedono mille piccoli cantieri per fermare il dissesto idrogeologico. Ma non sono fiduciosi: "Tornerà il sole e ancora una volta ci si dimenticherà di tutto fino alla prossima tragedia"

“L’unica grande opera infrastrutturale della quale l’Italia ha bisogno non è il Tav o il ponte sullo Stretto, ma è un piano per la messa in sicurezza del territorio”. I due volti televisivi del pensiero ambientalista italiano, Mario Tozzi e Luca Mercalli parlano a una voce sola per commentare quanto accaduto in Liguria e Toscana, dove il maltempo ha messo in ginocchio le regioni provocando morti, dispersi e interi paesi evacuati.



Secondo i due esperti, sul banco degli imputati ci sono cinquant’anni di edilizia selvaggia, nessun piano serio per prevenire il dissesto idrogeologico né tantomeno uno straccio di programma per informare la popolazione sui rischi connessi a questo tipo di fenomeni. “Sono nato il 4 novembre del 1966, il giorno dell’alluvione di Firenze – dice Mercalli – Anche allora ci si fece trovare impreparati. Quarantacinque anni dopo non è cambiato niente. Si piange e si contano i morti quando piove e si fa finta di niente quando torna il sole”.


Negli ultimi 45 anni non solo non è andati avanti a cementificare il territorio come se niente fosse, ma il clima impazzito ha aggredito quei terreni resi negli anni fragili e impermeabili alle bordate d’acqua sempre più forti che piovono dal cielo. Un fenomeno che in molti paesi rappresenta una realtà con cui fare i conti, mentre in Italia viene derubricato a superstizione di qualche cassandra travestita da scienziato.


“La quantità d’acqua che prima cadeva in un mese, oggi cade in un’ora. E questo è uno dei principali effetti dell’innalzamento della temperatura terrestre, perché l’aria è più calda e l’energia termica che viene sprigionata è maggiore. E questo è un fatto, non un’opinione”, sostiene Tozzi.


Parole che dovrebbero fare fischiare le orecchie ai vari Marcello Dell’Utri, Adriana Poli Bortone, Antonio D’Alì e alla pattuglia di senatori della maggioranza protagonisti, poco più di un anno fa, di una serie di mozioni che negavano l’esistenza del cambiamento climatico come conseguenza dell’azione umana. Secondo loro, il climate change è figlio di non meglio precisati fenomeni astronomici e, nel caso esista realmente, porterà “maggiori benefici” che danni. Come gli scenari apocalittici descritti dagli scienziati dell’Ipcc, l’International panel on climate change delle Nazioni unite. Il loro corposo dossier, considerato dal centrodestra italiano come una iattura anti-sviluppista, valse agli esperti dell’Onu il premio Nobel per la Pace nel 2007.


“Eppure la tropicalizzazione del clima ci sta presentando il conto – sostiene Tozzi – A iniziare dalle flash flood (le bombe d’acqua, alluvioni istantanee, ndr) che sono figlie del clima che si surriscalda e si estremizza. Basti pensare alla Liguria dove nei giorni scorsi sono caduti metà dei centimetri d’acqua che in quel territorio cadono in un anno”.


Una posizione condivisa da Mercalli che ricorda quando durante una recente puntata di Che tempo che fa descriveva in diretta i contenuti del dossier sugli scenari climatici messo a punto dalla Svizzera: “Il governo elvetico ha messo in conto al primo punto gli eventi alluvionali intensi e improvvisi che sono scatenati dall’aumento della temperatura, da noi invece si fanno spallucce e scongiuri per poi dichiarare lo stato di calamità naturale”.


Infatti a differenza di Berna in Italia si preferisce costruire gigantesche opere infrastruturali, giudicate inutili dagli esperti e invise alle popolazioni locali, invece che mettere a punto un piano organico per fronteggiare il dissesto idrogeologico. Un settore che “a partire dal 2006 ha visto i fondi dimezzati, mentre si trovano, o si dice di trovare, i soldi per la Torino-Lione o per il ponte sullo Stretto di Messina”, fa notare Tozzi. “Ma la prevenzione – continua il geologo – non solo salva le vite umane – conviene anche dal punto di vista economico: per un euro speso oggi se ne risparmiano sette in futuro”. Al posto di faraonici ponti e gigantesche gallerie, secondo i due conduttori, bisognerebbe aprire mille piccoli cantieri che mettano in sicurezza colline, paesi e letti di fiumi. “Invece noi siamo il paese delle grandi opere che non vedranno mai la luce del sole, degli sciagurati piani casi, della cementificazione selvaggia e soprattutto dei condoni”, sottolinea amareggiato Tozzi.


A fianco della prevenzione l’altro grande assente dal dibattito è l’informazione, che “è morta” secondo Mercalli per lasciare il campo alla semplice emotività nel commentare emergenze e catastrofi. Il meteorologo cita il caso di New York, quando a fine agosto si è trovata a dover fronteggiare la tempesta Irene. Il piano di evacuazione e le informazioni date alla cittadinanza da parte dell’amministrazione Bloomberg hanno fatto sì che in città non si registrasse nessuna vittima. “Quello che sarebbe successo nel Levante ligure si sapeva con 48 ore di anticipo – attacca Mercalli – Se si fosse messo a punto un serio piano di educazione-informazione per i cittadini, come nella Grande Mela, magari non si sarebbero salvati gli edifici, ma di sicuro le vite umane”.


Tuttavia i due conduttori televisivi guardano al futuro con disillusione e quasi all’unisono dicono: “Dopo la tragedia tornerà il sole e anche questa volta ci si dimenticherà di tutto”. In attesa della prossima alluvione o frana accompagnata dalla solita litania giustificatoria. “Che suonerà ancora più grottesca perché eventi di questa portata non sono più né eccezionali né tantomeno imprevedibili”.

lunedì 24 ottobre 2011

Rifiuti, informazione sulla differenziata Partecipa alla campagna Mattino-Asìa

Con questo primo articolo si inaugura una preziosa collaborazione tra Il Mattino e Asia Napoli. Il quotidiano più letto a Napoli aderisce alla campagna di sensibilizzazione ambientale ribattezzata - Rifiuti + Adesioni concedendo uno spazio gratuito del giornale ad Asia per articoli educativi sul tema dalla raccolta differenziata.

La campagna - Rifiuti + Adesioni, infatti, vuole costruire un movimento di partecipazione e solidarietà per rafforzare il senso di cambiamento e di maggiore consapevolezza che sta vivendo la società napoletana sul tema della gestione dei rifiuti.
Tale campagna di partecipazione si rivolge alle aziende del territorio, alle associazioni di categoria, alle istituzioni locali, a personalità note e media napoletani, ai cittadini e alle scuole: l'appello è a realizzare un'azione puntuale a sostegno dell'impegno di Comune e Asia nell'avviare una raccolta dei rifiuti virtuosa. La speranza è che a partire dal gesto de Il Mattino si creino nuove adesioni con proposte di sensibilizzazione.

Per comunicare il sostegno: adesioni@ asianapoli.it

LA NUOVA RUBRICA
La domenica a cadenza settimanale, "Il Mattino" pubblicherà in questo spazio un articolo che affronterà, in maniera pratica e diretta, i problemi che quotidianamente possono sorgere. Argomenti quali la raccolta differenziata porta a porta, le varie frazioni di rifiuti e il modo corretto per conferirle, le isole ecologiche, insomma tutto quello che serve agli utenti quotidianamente sarà spiegato in forma semplice e concisa.

CI FACCIAMO IN 4 per la raccolta differenziata del Multimateriale
Dedichiamo subito questo primo articolo ad analizzare una delle quattro frazioni della raccolta differenziata. Il multimateriale, ovvero imballaggi in plastica e metalli. Gli imballaggi costituiscono oggi anche un problema ambientale. La plastica resiste in natura anche per centinaia d'anni: usarla per imballaggi di breve durata è una forma di spreco insostenibile. Gli imballaggi, cioè i contenitori utilizzati per vendere, proteggere e maneggiare i prodotti, di plastica, alluminio e acciaio, a Napoli vengono raccolti nelle campane stradali e nei bidoncini di colore giallo (nei quartieri dove è attiva la differenziata porta a porta, info su www.asianapoli.it). Differenziando questi imballaggi, il nostro sacchetto di rifiuti non riciclabili si ridurrà notevolmente contribuendo anche ad un miglioramento del decoro urbano.
Conferiamo questi materiali nel modo corretto: riduciamo l'uso degli imballaggi di plastica laddove è possibile, recuperiamo sempre le buste con la raccolta differenziata; svuotiamo le bottiglie prima di buttarle e schiacciamole rimettendo il tappo affinché non riacquistino la forma originaria. In questo modo ridurremo il volume degli imballaggi di plastica nei contenitori.
Innovativa e originale l’idea della nuova direzione di Raphael Rossi, neopresidente del consiglio di amministrazione di Asia Napoli, che ha puntato in modo deciso sulle enormi potenzialità della comunicazione sulla carta stampata per spiegare ai napoletani come fare una corretta ed efficace raccolta differenziata.
«La raccolta differenziata porta a porta - spiega Rossi - sta dando ottimi risultati anche a Scampia da dove siamo partiti in questi giorni così come ne darà, e ne sono certo, anche a Posillipo dove replicheremo l'intervento. Voglio, intanto, ricordare a ogni cittadino napoletano che in tutta la Città si può fare la raccolta differenziata stradale. Mi riferisco in particolar modo alla carta, al vetro e agli imballaggi in plastica e metallo (Multimateriale) che possono essere differenziati utilizzando i contenitori stradali a loro disposizione».
Grazie alla disponibilità gratuita di molti esponenti della società napoletana, Asia Napoli è riuscita a creare un programma di «Educazione Ambientale» che prevede oltre alla rubrica de «Il Mattino», una trasmissione televisiva autoprodotta, la «TV senza Spazzatura», che dal 15 ottobre va in onda su Canale 21 ogni sabato alle h 19:00; attività scolastiche con il programma Educambiente che coinvolgono più di 3.000 studenti e una collaborazione attiva con le associazioni del territorio (CleaNap, Friarielli Ribelli) a partire dalla pagina Facebook di AsiaNapoli.
Da Il Mattino

sabato 22 ottobre 2011

DISCARICA DI TERZIGNO, UN ANNO DI BATTAGLIE: CONVEGNO DEL PARTITO DEMOCRATICO

Nella sala consiliare confronto tra alcuni esponenti della protesta contro cava Sari, entrata nel vivo proprio ad ottobre del 2010. Dibattito sulle iniziative passate ma anche sulle prospettive future.


Un anno fa fu guerriglia, protesta violenta ma anche dissenso pacifico. Era proprio ottobre quando la battaglia contro la discarica Sari, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, entrò nel vivo e finì col portare il nome di Terzigno sotto i riflettori e all’attenzione dei media di tutto il mondo. A distanza di un anno, il Partito democratico della cittadina vesuviana ha voluto tracciare un bilancio di quella protesta, facendo confrontare buona parte degli esponenti dell’iniziativa “antidiscarica”.

E così, introdotti dal consigliere comunale Enzo Aquino, sono intervenuti Gaetano Miranda (segretario dei Giovani Democratici di Terzigno che assieme ad altri giovani fu fermato dai carabinieri mentre faceva le riprese della discarica), Maria Rosaria Esposito (avvocato che assieme a un pool di legali ha presentato diverse denunce ed esposti su varie problematiche riguardanti l’ambiente e il territorio), Annarita Ranieri (del comitato La Ginestra), Franco Matrone (della Rete dei Comitati), Annapina Avino (che assieme ad altri sta lottando per far aggiornare il registro tumori nel territorio vesuviano) e Giuseppe Capasso (sindaco di San Sebastiano al Vesuvio e presidente della Comunità del Parco). Il dibattito, che ha visto anche interventi dal pubblico, ha riguardato l’analisi delle battaglie passate ma anche le prospettive future. Sullo sfondo, infatti, ci sono i timori (e le speranze) per la chiusura di cava Sari dovuta alla sua saturazione, che dovrebbe essere imminente.
Alcuni cittadini hanno paventato l’ipotesi che si stia sversando nella vecchia Sari, chiusa molti decenni fa, ma si tratta di un allarme che, almeno per il momento, non ha trovato ancora riscontri. Ampio, poi, il confronto sulla gestione autonoma dei rifiuti e la realizzazione di una serie di impianti intermedi di trattamento dell’immondizia: un progetto ambizioso che stanno portando avanti 19 Comuni della zona vesuviana ma che, finora, stenta a decollare. Per Capasso, ma anche per alcuni rappresentanti dei comitati come Matrone, il superamento dell’emergenza passa da lì.
In sala, invece, non sono mancate critiche e scetticismi.

Al lupo...al lupo...

Stanno allargando la Sari!

Stanno militarizzando cava Ranieri per aprire la discarica!
I 19 Sindaci dell'area rossa hanno dato il consenso all'allargamento della Sari!
Stanno sversando nella cava Sari 1 !

Tutti questi allarmi, riportati da alcuni media senza nemmeno un briciolo di verifica, si sono rivelate delle emerite bufale che non fanno altro che gettare discredito e poca credibilità sulla lotta "vera" che in tanti stanno conducendo sull'intera gestione insensata del ciclo dei rifiuti causa primaria della vergogna delle discariche come la Sari!

L'ultima in ordine di tempo ci ha costretto a verificare di persona che nella Sari 1 (quella sequestrata dalla magistratura) tutto è come nel 1987 e nessuno chilo di monnezza à stato sversato in essa da allora!

La Sari 2 (quella delle ecoballe bruciate) è una montagna tetra ricoperta d'erba.

L'attuale Sari 3 in via di esaurimento ( settimana più settimana meno) non si è allargata di un millimetro e cresce a tombare il cono fin quando verrà ricoperta dal telone di chiusura.

Ai lati e sopra la murata è presente solo terreno di riporto.

Và da sè che a furia di gridare al lupo..al lupo.. nessuno presterà più attenzione ad un eventuale vero allarme!

A corredo di ciò pubblichiamo il servizio fotografico di venerdì 21 ottobre 2011 ore 17,20.
                                                                   
                                                          Sari1
                                                  ..l'attuale discarica SARI...


                                ...il cunulo di terra di riporto ai lati della Sari nella pineta...



giovedì 20 ottobre 2011

Per chi avesse interesse a capire cosa è successo a Roma alla manifestazione degli indignati

Al di la di tutte le chiacchiere

CLICCA QUI

Il governo si taglia i tagli: ministri e sottosegretari rimborsati dal Fisco

Un decreto dell'anno scorso decurtava gli stipendi pubblici superiori a 90 mila euro, a partire da gennaio 2011. Ma ora, rivela "Italia Oggi", una circolare del dicastero dell'Economia spiega che i membri dell'esecutivo sono esclusi, in quanto "non dipendenti". Le trattenute saranno quindi restituite "con la mensilità di novembre"


A sentirla pare una notizia inventata dall’ufficio propaganda degli indignati: in piena crisi, tra manovre lacrime e sangue e in attesa del decreto sviluppo, lo Stato restituisce soldi ai membri del governo. A raccontarlo, e a documentarlo, è invece Italia Oggi. Il quotidiano economico riporta una circolare del ministero dell’Economia, che dispone, appunto, la restituzione di quanto è stato trattenuto dalle “paghe” di ministri e sottosegretari in base ai tagli decisi l’anno scorso suglio stipendi pubblici più alti.

Il decreto legge 78 del 2010, che conteneva misure di “stabilizzazione finanziaria”, prevedeva che dal primo gennaio 2011 al 31 dicembre 2013 le retribuzioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni superiori a 90.000 euro lordi annui fossero ridotti del 5 per cento per la parte oltre il “tetto”, e del 10 per cento per la parte superiore ai 150 mila euro.

La riduzione è quindi entrata in vigore e ha pesato sugli stipendi degli statali dall’inizio dell’anno a oggi, ministri, viceministri e sottosegretari compresi. Ma ora, rivela Italia Oggi, la circolare numero 150 del l’11 ottobre 2011, diramata dalla direzione centrale dei sistemi informativi e dell’innovazione del Ministero dell’economia, spiega che chi siede al governo “ricopre una carica politica e non è titolare di un rapporto di lavoro dipendente”. Quindi a ministri e sottosegretari va restituito tutto quello che il fisco ha trattenuto quest’anno. Il rimborso arriverà a stretto giro di posta: “Sulla mensilità di novembre 2011”, promette la circolare, “si darà corso al rimborso di quanto trattenuto”.

E’ lo stesso quotidiano a bollare la vicenda come “un inghippo legale, ma scandaloso”. E infatti l’indignazione monta in Rete, a mano a mano che la notizia viene ripresa dai siti e blog. Data l’aria che tira, checché dicano le norme, è difficile mandare giù il paradosso che a essere rimborsati siano proprio quelli che decidono i tagli, e tutti gli altri paghino. Qualcuno si rifugia nell’ironia: se i ministri non sono dipendenti, significa che sono “precari”.

Il ministero dell’Economia, interpellato da il fattoquotidiano.it, fa sapere che sta “procedendo alle verifiche”.

martedì 18 ottobre 2011

ALITALIA ...a bordo del PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO

Da ottobre il 'Parco Nazionale del Vesuvio' solcherà i cieli di tutta Europa.


Il primo esemplare del nuovo aereo per voli a corto raggio dell’Alitalia, l’Er-J190, è stato chiamato come l’area protetta del vulcano più famoso del mondo.

Consegnato nei giorni scorsi alla compagnia di bandiera italiana, dal 7 ottobre entra in servizio sulla tratta Roma - Vienna. Il velivolo potrà trasportare fino a 114 passeggeri e sarà utilizzato per collegamenti a media e breve percorrenza.
“E’ una notizia importante e sorprendente”, spiega il prof. Ugo Leone, Presidente del Parco. "Importante perché il velivolo promuoverà l’immagine del nostro territorio e sorprendente perché l’Alitalia ha deciso di dedicare il primo aereo della nuova flotta a quello che, per estensione, è il più piccolo dei parchi italiani ”.
L'amministratore delegato della compagnia aerea italiana, Rocco Sabelli, si dichiara ottimista. Il “Parco nazionale del Vesuvio”, il primo dei 20 nuovi jet Alitalia, inaugura la sostituzione degli aerei regionali (16) che terminerà nella tarda estate del 2012. Dei 20 velivoli, 5 entreranno nella flotta quest'anno, gli altri nel 2013. E' un'operazione importante dal punto di vista del marketing , - ha detto Sabelli , perchè ci consentirà di coprire meglio i flussi italiani e internazionali di dimensioni sottili".

lunedì 17 ottobre 2011

Lettera d'amore di Lino Banfi a Napoli «Voglio parla' 'o napulitàn pecché 'n attore l'adda 'mparà»

DA il Mattino  di Lino Banfi


NAPOLI - Giovedì sera, ospite del Festival a Sant’Elmo, Lino Banfi ha dedicato a Napoli i versi che qui sotto volentieri pubblichiamo.

Cara Napoli,

nunn’è facile parlà Napulitàn
accussì... zac zac... dall’oggi all’indoman,
ma ogni attore, almeno a fine carriera,
lo dovrebbe imparà, come una lingua vera!

So che i tuoi professori della Sanità
da più di cinquant’anni mi stanno a esaminà
e stanno a pensà, tutti all’unanimità,
di darmi la laurea in Napoletanità.

1° Prof. «’O sapimm tutti che Banfi è pugliese,
ma le lezioni non le ha quasi mai sospese».
2° Prof. «Poi ama tanto Napoli... ’o verament...
e sta imparann’ chiano chiano l’accent,
no come fanno cantantini e cantantoni
c’accidono la lingua e le canzoni!

Grazie prof, io già parlicchio così così,
faciteme l’esame... vulite sentì?
Nu Napulitàn purtava nu Napulitaniello ’ncopp ’e spalle.
Votta a fa’ notte, ca vene dimane
e ’sta semmana non vuo’ mai fernì!

Erano d’accordo tutti, all’unanimità,
i cattedratici di Napoletanità.
Ma all’esame musical, ero alla tesi,
feci l’errore di quasi tutti i Pugliesi.
Era una canzone strappacore: la mia Rosa.
Tu si’ a cchiù bella cosa... Rosa...Rosa...
porca puttèna... mi viene l’accento di Canosa...
Rosa...Rosa...
e quando uno si perde... ’na figura ’e merd!

Studierò di più, cara Napoli, sarò tenace
ma voglio parlà ’o Napulitan verace,
sennò fuori corso ed in qualunque Ateneo
m’iscrivo alla facoltà di Partenopèo.

Perché, cara Napoli, con la rima e senza rima,
tu tornerai ancora più bella di prima
ed il cantero che adesso ti deprezza
capirà che isso è ’o mucchio di munnezza!

NAPOLI. LA DELIBERA ANTIRACKET DI DE MAGISTRIS

Un importante passo avanti nella lotta alla criminalità. L’opinione di Sergio Vigilante, presidente dell’Associazione Antiracket di Portici.

“…Il delitto di estorsione … aggredisce la libertà individuale e il patrimonio della vittima, mortifica l’economia legale e sana, violando le più elementari regole di mercato, a partire dalla libera concorrenza, e consentendo alle organizzazioni criminali di esercitare un controllo capillare territoriale”. Questa è la definizione contenuta nella delibera antiracket adottata dall’Amministrazione Comunale di Napoli in base al decreto legislativo n. 163/2006 artt. 2-122-125 e artt.173-177,326-338. Entro il 30 gennaio 2012 sarà approntato un elenco integrante operatori economici che potranno partecipare “agli affidamenti in economia e all’affidamento di lavori fino alla somma di € 1.000.000.000”. Sono previsti cinque distinti livelli d’intervento, che andranno da € 200.000 fino al tetto prefissato.

La lista sarà aggiornata e verificata due volte all’anno; una prima verifica verrà eseguita a fine giugno. Requisito fondamentale per essere iscritto nell'elenco, ovviamente, è che l’imprenditore vittima del racket abbia sporto denuncia agli organi di Polizia. La Magistratura, dopo le indagini del caso, dovrà, almeno, aver predisposto un rinvio a giudizio dei presunti estorsori o emesso una sentenza di primo grado. A questo punto, la vittima potrà presentare la domanda per l’inserimento nell’elenco. Abbiamo incontrato Sergio Vigilante, sempre in prima linea come imprenditore e come presidente dell’”Associazione Antiracket e Antiusura” del Comune di Portici, per ascoltare la sua opinione.
“Premetto che l’Amministrazione Cuomo ha già adottato simili provvedimenti da tempo. Con questa delibera il sindaco De Magistris e Giuseppe Narducci, assessore alla Sicurezza nonché Pubblico Ministero, hanno perfezionato i provvedimenti, mettendo in campo uno strumento importantissimo: dare un vantaggio a chi denuncia, assicurandogli diritto di prelazione sugli appalti degli Enti pubblici.
E’ un grande obiettivo raggiunto nella lotta alla criminalità. Noi, come Comune di Portici e Associazione Antiracket , siamo sempre stati promotori di queste iniziative, ma la delibera del Comune di Napoli è ben formulata, giusta, perché incentiva non solo la denuncia da parte della vittima, ma premia le aziende vessate dai clan camorristici. La differenza sostanziale, rispetto a tutte i buoni provvedimenti presi fino ad ora, è proprio questa: la facilitazione all’accesso ai bandi di gara degli appalti pubblici, e non solo il beneficio della legge n. 44/99 in materia di fondi.
Ha qualche ulteriore proposta da fare?
“Bisogna seguire la tendenza indicata da Portici e da Napoli, che devono rappresentare un modello per tutte le amministrazioni comunali del territorio: ogni città dovrebbe siglare un protocollo d’intesa con le aziende denuncianti. I risultai ottenuti a Portici con la lotta all’illegalità a 360° sono lampanti: oggi come oggi la criminalità, anche se non è completamente scomparsa, è presente in maniera molto minore. Mi faccio portavoce, come presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura, unitamente a S.O.S. Impresa e la Confesercenti di Napoli, di una proposta volta a tutte le amministrazioni comunali: che si accordino per firmare un documento unico, adottando delibere come questa per far crescere l’area della convenienza a denunciare e ridurre l’area delle collusioni, che talvolta lega le imprese alla camorra, scoraggiando così la denuncia e favorendo il silenzio.
La lotta alla criminalità deve diventare una rete territoriale; deve avere una funzione non solo di strumento, ma dev’essere il valore aggiunto nella lotta all’illegalità. Solo così si può debellare del tutto la piaga della criminalità organizzata
Il Mediano (Fonte Foto:Rete Internet)

Boscoreale: la sinistra Inaugura il Circolo

Sinistra Ecologia e Libertà e Progetto a Sinistra

Un grande in bocca al lupo



venerdì 14 ottobre 2011

Dario Fo: Siamo in uno stato tragico

Dario Fo:

"Siamo in uno stato tragico davvero. C'è una crisi che si sviluppa in forme drammatiche. A parte quello che è successo in questi giorni nel sud, con queste quattro donne schiacciate dentro una palazzina. Con una ragazzina, la figlia del padrone, addirittura. Queste donne che si scopre che lavoravano per una miseria. C'è la situazione del governo: il governo che da un giorno all'altro sembra proprio andare giù. Ci sono quelli che avvertono: tutte le agenzie, gli uomini politici, stranieri, poi c'è perfino il Vescovo, il Cardinale, il Papa. Tutti che avvertono: "guardate che non si va avanti."

Mi fa venire in mente subito un film che ho visto tanto tempo fa, Buster Keaton, uno dei pochi film dove c'era un sonoro. C'erano delle urla, dei suoni, esplosioni, musica. Si svolgeva tutto con un sacco di clown dentro un palazzo, uno stanzone enorme. Si capiva dal movimento, dalla pantomima, che si trattava di un governo. Un governo dove tutti quanti stavano litigando: si facevano cattiverie, insulti, si prendevano a schiaffi - da clown naturalmente - e nel mezzo c'era una statua. La statua indicava la presenza straordinaria del Presidente della Repubblica, di cui si trattava in quel momento. Si davano insulti e soprattutto c'erano grandi rumori. A un certo punto ci si accorge che la statua barcolla, allora tutti smettono di litigare tra loro e accorrono per tenerla su e si mettono uno sulla spalla dell'altro per prendere le scale e montano su per tenerla. La testa si sta distaccando, la rimettono, la riavvitano, poi scendono piano, piano e si mettono di nuovo seduti e cercano di non fare rumore perché hanno capito che il rumore, l'urlo, le parole gridate, le bestemmie determinano questo trillare e questo movimento. Parlano piano, poi si dimenticano del pericolo che cada questa statua che è emblematica del potere, soprattutto si sente che se crolla quella statua, crollano tutti. Ecco che a un certo punto si mettono a urlare di nuovo, ma poi fanno silenzio perché c'è questo muoversi della statua che addirittura si agita e ecco che di colpo fanno silenzio e parlano piano, piano e ce ne è uno che starnuta e lo azzittiscono subito. Un altro che ha un colpo di tosse, un altro che ha paura della statua che gli cada addosso, si mette a urlare: “Fermo!”, lo tappano, lo buttano per terra e poi si mettono intorno alla statua e la statua sta su, piano, piano andiamocene, vanno fuori, piano, piano, escono e quando stanno per uscire, “CRÀ!”, di nuovo la statua si muove. Qualcuno si muove per tenerla su, niente, cade, cade, cade, via tutti escono, escono, escono e comincia a muoversi anche il palazzo, il palazzo crolla, escono appena, appena, appena un pelo escono “WAAA!” tutto quanto crolla il palazzo con la statua di mezzo. Questi che si sono appena salvati cominciano a piangere, disperati: "cosa succede? Noi?" Scoppia una grande risata, si guardano e ci sono di dietro a loro centinaia, migliaia, una folle enorme di gente che applaude e grida: “Oh, finalmente era ora, era ora!”

Anche noi aspettiamo quell'“era ora”, ma credo che non basti aspettare così alla finestra che ognuno di noi deve fare il proprio mestiere e in questo caso il proprio dovere per meglio dire è informare, essere presenti, partecipare, non aspettare che gli altri risolvano i problemi e che ci diano il via e soprattutto evitare i silenzi, i rimandi di certi politici e mettersi in testa che solo una presenza intensa ha la possibilità di risolvere in problema, essere presenti fino all'impossibile, questo è il nostro dovere!"

Rimborso IVA su TARSU-La Cassazione ha finalmente detto sì

La Cassazione ha finalmente stabilito che la tassa sui rifiuti
solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa; di conseguenza
hanno applicato l'iva su un importo dove non doveva essere applicata in
quanto appunto "tassa".

Pertanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% dei 10 anni retroattivi; inoltre si evince che chi richiede il rimborso (che come al solito arriverà, lentamente ma arriverà) bloccherà di fatto l'iva sulle prossime fatture.

Chi non lo fa si troverà a continuare a pagare tutto come prima perché, come capita solo in Italia, gente come anziani o fasce inferiori che non conoscono i loro diritti non ne usufruiscono "in automatico", ma solo se se ne accorgono e fanno richiesta.

Scarica QUI il modulo che contiene le spiegazioni per la compilazione
FEDERCONSUMATORI: Rimborso iva sulla TIA

giovedì 13 ottobre 2011

METROPOLIS - Attacco alla libertà di stampa "Pilastro della democrazia"

ANCI- "Associazione Nazionale dei Comuni" contro l'attacco delle istituzioni al quotidiano di Castellammare di Stabia.
L'incontro su metropolisweb

mercoledì 12 ottobre 2011

Discarica di Chiaiano, arriva la perizia: il sito è una bomba ecologica

Discarica di Chiaiano, arriva la perizia: il sito è una bomba ecologica


L'Ingegnere Boeri, incaricato dal gip, sta per consegnare i risultati dei controlli effettuati: l'argilla che ricopre il fondo dell'invaso sarebbe scadente e permetterebbe infiltrazioni pericolose nella falda acquifera


La discarica
Dopo le mobilitazioni cittadine contro il sito di Cava del Poligono con l'accusa di danno ambientale e alla salute dei cittadini, arriva una nuova notizia-scandalo sulla tristemente nota discarica di Chiaiano. Come si apprende dal Corriere del Mezzogiorno, l'ingegnere Luigi Boeri, incaricato dal gip del Tribunale di Napoli di effettuare adeguati accertamenti e controlli relativamente all'argilla posta sul fondo del sito tra il 2008 e il 2009, sta per consegnare una perizia che confermerebbe i gravi rischi ambientali.
A quanto pare dai controlli emergerebbe che l'argilla utilizzata per coprire il fondo del sito di conferenza, quando l'invaso fu realizzato dalla Ibi, appaltatrice della Protezione Civile, è di pessima qualità e alto è quindi il rischio di infiltrazioni di materiale pericoloso nelle falde acquifere sottostanti. Il sito si confermerebbe così quella bomba ecologica che da tempo i residenti della zona denunciano, vivendo sulla propria pelle i forti disagi e i gravi danni che una discarica non a norma produce quotidianamente (insopportabili miasmi, fumi velenosi e persino geyser di percolato).
Se la notizia fosse confermata, certamente darebbe una svolta decisiva nell'inchiesta avviata già dal tempo dalla Procura napoletana, dando man forte all'ipotesi avanzata dai Pubblici Ministeri che ritengono rischioso l'invaso perché costruito in modo non conforme alle regolamentazioni presenti in materia. L'indagine potrebbe quindi estendersi alla commissione di collaudo che ne accertò la conformità all'incirca due anni fa e che secondo il gip potrebbe essere stata "addomesticata". La Ibi e la Edil Carandente, coinvolte nell'inchiesta, rivendicano di aver svolto un corretto operato circa lo sversamento dell'argilla in Cava del Poligono, mentre secondo la Procura i materiali utilizzati sono assolutamente scadenti o diversi da quelli previsti, ipotizzando quindi, tra l'altro, il reato di frode in pubbliche forniture.


Leggi tutto: http://www.napolitoday.it/municipalita/8/chiaiano/discarica-chiaiano-bomba-ecologica.html
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Da Slowfood Vesuvio

Parco Nazionale del Vesuvio 12/19/2011: Il presidente della Comunità del Parco convoca la Comunità con un solo punto all’ordine del giorno “mancata corsa di auto all’interno della zona 1 del Parco” … unico punto all’ordine del giorno, cioè, per la Comunità del Parco, unico problema veramente impellente da risolvere su questo territorio… la corsa delle macchine… quindi, se capiamo bene, è risolta la tragedia della “discarica SARI”. che a giorni chiuderà perché esaurita, l’area protetta è adeguatamente tutelata e gode di efficaci politiche di rilancio e valorizzazione… è tutto pulito, non ci sono più discariche abusive, amianto sparso qua e là… l’agricoltura, la biodiversità, la legalità… è tutto a posto… manca solo la corsa delle macchine per essere nel migliore dei Parchi possibile… e allora è giusto che l’unico – l’unico, non pure qualche altro, ché non ce ne sono - argomento da dibattere, nell’unica riunione indetta da tanto tempo, sia la corsa delle macchine… che se non si fa in un’area protetta, in un Parco Nazionale, a beneficio di tutta la fauna protetta che non vede l’ora di mettersi sul bordo dei sentieri a fare il tifo per questo straordinario, ecocompatibile sport… ma che coglioni quelli che vanno a correre sulle piste o su banalissimi circuiti idonei e legali… ma quanti altri schiaffi dovrà prendere questo territorio!!!

Comunicato Stampa di Legambiente



Dall'ufficio stampa di Legambiente Campania riceviamo e pubblichiamo:
Napoli, 12 ottobre 2011

Parco Nazionale del Vesuvio: Il presidente della Comunità del Parco convoca comunità con un solo punto all’ordine del giorno “mancata corsa di auto all’interno della zona 1 del Parco”


Legambiente: “ Ci meraviglia che i sindaci del Parco con le tante problematiche da affrontare si riuniscono per una gara annullata perche’ vietata dalle norme. Speriamo che non si voglia riproporre una corsa automobilistica nell’area parco”


“E’ alquanto strano e ci meraviglia non poco che i sindaci del Parco che non si riuniscono da tanto tempo, siano oggi convocati dal Presidente della Comunità del Parco, il sindaco di San Sebastiano per discutere un unico punto all’ordine del giorno del mancato svolgimento della corsa automobilistica all’interno della zona 1 del Parco. Ci saremmo aspettati che si discutesse del rilancio dell’area protetta,dopo la tragedia della “discarica S.A. R. I”. che a giorni chiuderà perché esaurita, o della pianificazione degli interventi per rilanciare lo sviluppo, con politiche che tutelino e valorizzino le ricchezze naturali o migliorare il livello di conoscenza sulla biodiversità mediante la predisposizione di sistematiche ed organiche campagne di monitoraggio. Che dire speriamo solo che non si voglia riproporre la corsa automobilistica nazionale dello slalom che si doveva svolgere lo scorso 11 settembre tra i tornanti del parco della “Valle delle delizie” che ribadiamo è incompatibilmente difforme dalle disposizioni vigenti definite dalle Misure di Salvaguardia del Parco Nazionale del Vesuvio, per le quali nelle aree di zona 1 è vietato lo svolgimento di attività sportive con veicoli a motore.” In una nota Michele Buonomo e Pasquale Raia, rispettivamente presidente Legambiente Campania e responsabile regionale Aree Protette Legambiente Campania rilanciano l’allarme su ipotesi corsa automobilistica all’interno area protetta Parco Nazionale del Vesuvio.

DISCARICA NEL PARCO, APPELLO AI SINDACI: “CAVA SARI CHIUDE, TROVATE SOLUZIONI”

La Rete dei Comitati scrive a Capasso e Leone invitandoli a convocare gli altri amministratori vesuviani. Sempre più vicino il riempimento del sito di Terzigno, ma intanto gli impianti non partono.

Cava Sari chiuderà presto. Ancora qualche settimana, al massimo un paio di mesi. Prima di Natale, insomma, lo sversatoio che si trova nel cuore del Parco Vesuvio, a Terzigno, non potrà più accogliere i rifiuti dei 18 Comuni della zona rossa, gli unici autorizzati al conferimento dopo i tumulti e le proteste di un anno. La data della chiusura della Sari è, in realtà, ancora orientativa ma è certo che il suo riempimento si avvicina giorno dopo giorno.
Proprio in vista di ciò, la Rete dei Comitati vesuviani, uno dei gruppi che si batte contro le discariche nell’area protetta, ha scritto al presidente della Comunità del Parco, Giuseppe Capasso e al presidente Ugo Leone per chiedere che venga convocata rapidamente un’assemblea dei sindaci. Scrive il portavoce Franco Matrone: “Invitiamo a convocare con urgenza un incontro dell’Assemblea della Comunità del Parco nazionale del Vesuvio per discutere di possibili soluzioni alternative che scongiurino il pericolo di possibili aperture di altre cave nel perimetro dell’area protetta e che faccia il punto sullo stallo attuale del protocollo d’intesa con Provincia e Regione circa lo stato di realizzazione dell’impiantistica in carico ai comuni dell’area rossa.
Lo sforzo messo in campo dai cittadini nel supportare la scelta delle Istituzioni non può essere vanificata da ritardi o ancor peggio da disimpegno che non avrebbe alcuna giustificazione. In gioco, oltre alla credibilità delle Istituzioni tutte e della cittadinanza attiva, è il futuro del nostro territorio, la sua salvaguardia e il suo rilancio”. La preoccupazione dei Comitati, insomma, è che il dopo Sari, che avrebbe dovuto essere garantito dalla realizzazione di una serie di impianti intermedi così come stipulato dall’accordo tra i 18 Comuni della zona rossa (19 con Striano) sia in realtà ricco di incognite. Di qui l’invito ai sindaci a darsi una mossa. Replica Capasso: “Ci incontreremo presto tutti e 19. Occorre dare l’impulso per far partire gli impianti, a cominciare dal compostaggio”.
Il Mediano 12/10/2011 Autore: Francesco Gravetti

I Pennelli di Vermeer tra le band italiane al progetto “Decameron”

I PENNELLI DI VERMEER sono tra le band italiane invitate dall’etichetta discografica francese MUSEA RECORDS per prendere parte al progetto dal titolo: «DECAMERON: Ten Days in 100 Novellas (I parte)». Si tratta di un raffinato CD-BOX contenente 4 CD con brani ispirati a 33 Novelle del Decamerone di Boccaccio e realizzati da altrettanti musicisti o band internazionali.

Tra queste, i Pennelli di Vermeer, che partecipano al progetto con il brano dal titolo «Martellino’s Tale» ispirato alla prima novella del secondo giorno. Nel brano proposto, si fondono sonorità medievali, rock-progressive, cori ancestrali e voci a canone, tutti ingredienti musicali tipici della band.

Le musiche e i testi liberamente ispirati alla novella boccaccesca sono dell’autore e compositore della band Pasquale Sorrentino (voce, basso, chitarra acustica, chitarra elettrica) affiancato da Raffaele Polimeno (moog, harpsichord, mellotron, piano, organo) e Marco Sorrentino (voce e batteria).

Da sottolineare la preziosa collaborazione del musicista Gerardo Oliva che ha collaborato suonando la ghironda, tipico strumento medievale.

La pubblicazione del CD-BOX è prevista per il mese di Novembre 2011. Sarà acquistabile presso i punti vendita della Musea Records o direttamente dal sito dell’etichetta. Per maggiori informazioni, consultate da Novembre 2011, il sito http://www.musearecords.com/.
12 October 2011 IGV News

PER FORTUNA BOSCOTRECASE E' CAPACE ANCHE DI SFORNARE ECCELLENZE - IN BOCCA AL LUPO RAGAZZI.

Dipendenti comunali senza stipendio: autunno caldissimo a Boscotrecase

                                                                                                   
Autunno caldissimo a Boscotrecase. E’ proprio il caso di dirlo, perché mai nella storia di questa Comune si era presentato un anno disgraziato come questo 2011. I lavoratori dipendenti del Comune, dopo le ferie estive, hanno avuto l’amara sorpresa di non riscuotere lo stipendio del mese di settembre e la totale mancanza di certezza circa i tempi e la regolarità di erogazione degli stessi per i prossimi mesi. Intanto i dipendenti dell’Ente il giorno 7 settembre scorso si sono riuniti in assemblea per discutere il caso, la controparte non era presente e nessun amministratore ha dato spiegazioni in merito mentre il sindaco Agnese Borrelli è introvabile da più di una quindicina di giorni, pare per motivi di salute. Le rappresentanze sindacali unitarie hanno informato il prefetto di Napoli chiedendo un autorevole intervento a tal fine.

Cosa è successo in questi ultimi mesi che ha determinato questo stato di semifallimento dell’Ente comunale? Visto che chi poteva e doveva parlare o non è reperibile (sindaco) o non si sbottonano (assessori) abbiamo indagato per nostro conto e la verità è uscita fuori: i soldi del Comune sono stati bloccati da un’ingiunzione di pagamento della G.F.C. srl, impresa edile che vanta crediti da lunghissima data per aver eseguito dei lavori in via Sepolcri.

Questi i fatti. Il Comune di Boscotrecase con delibera di Giunta municipale n. 195 del 21 giugno 1996, approvava il progetto per la realizzazione dei “collettori emissari nella rete fognaria, allacciamenti al collettore in galleria principale dell’impianto di depurazione Foce Sarno”. Successivamente con delibera n. 5 del 23 gennaio 1997, venivano affidati all’A.T.I. G.F.C. Nel mese di agosto del 1997 veniva stipulata una convenzione in virtù della quale “il Comune di Boscotrecase assicurava assumendosene ogni responsabilità che non esistevano impedimenti di sorta di tutti gli adempimenti di legge e regolamentari per consensi, autorizzazioni e pareri di qualunque Autoritario Ente”. L’11 settembre 1997, il Comune consegnava i lavori all’A.T.I. G.F.C., l’ultimazione delle opere è prevista per l’11 maggio 1998.

Il 15 settembre del 1997, il Comune disponeva la prima sospensione dei lavori. Dopo ben sette sospensioni e riprese dei lavori per imprevisti con il Comune di Torre Annunziata, con le Autostrade, con la Circumvesuviana, vi fu una proroga per cui la nuova data di ultimazione dei lavori era fissata per il 13 novembre 2000.

Vi furono poi altre sospensioni dei lavori per difficoltà con la Società Autostrade, con il Comune di Torre Annunziata, con l’Asl Na5, con l’istituto scolastico “G. Galilei”, con la Telecom. In data 30 settembre 2003 veniva emesso il certificato di ultimazione dei lavori e il 9 maggio 2004 si predisponeva il conto finale dei lavori. Questi erano terminati con 33 mesi e 26 giorni di ritardo. Il giorno 8 ottobre 2004 la commissione di collaudo emetteva il certificato di collaudo delle lavorazioni.

Nell’agosto del 2005, l’A.T.I. con verbale sottoscritto accettava esclusivamente in via transattiva l’importo dovutole di circa 528mila euro a definitiva tacitazione di ogni richiesta risarcitoria. Take accordo era condizionato al pagamento della somma entro tre mesi dalla sottoscrizione. Tale accordo fu disatteso. Iniziarono le procedure legali.

Trascorsi altri sei anni giungiamo ai giorni nostri, il Comune è già in condizioni precarie, con un bilancio approvato all’ultimo momento, un bilancio a detta di tutti limitatissimo che dovrà subire i tagli imposti dalla Finanza centrale, lo stesso non è in condizioni di muoversi e di operare.

Tutta questa faccenda ha interessato ben tre amministrazioni, il secondo mandato Borrelli, il quinquennio Manzo ed il terzo mandato Borrelli. E intanto i dipendenti non vengono pagati, la ditta di raccolta rifiuti non viene pagata, per una settimana i cittadini devono tenersi in casa “l’umido” perché non viene ritirato. Il quadro è completo. Il sindaco Borrelli ha scelto davvero un bel momento per ammalarsi.

Il Gazzetino Vesuviano - 12 October 2011 Pasquale Cirillo

martedì 11 ottobre 2011

CAMIGLIANO: Inaugurazione Casa dell'acqua

Sabato 08 Ottobre alle ore 17:30 in Piazza Kennedy, l'Amministrazione Comunale invita la Cittadinanza all'innaugurazione della "Casa dell'Acqua".

In poco più di tre mesi dal nostro insediamento, riferisce il Sindaco Cenname, e dopo aver avviato il nuovo sistema di raccolta differenziata porta a porta "verso rifiuti zero", con la Casa dell'acqua riusciamo a portare a termine un altro obiettivo della nostra azione Amnministrativa .
Con la Casa dell'acqua riusciamo a coniugare quattro obiettivi: 1) Ribadire ancora una volta che l'acqua è un bene pubblico; - 2) Ottenere una sensibile riduzione delle bottiglie d'acqua da recuperare con la raccoltadifferenziata; 3) Creare una economicità sia per i cittadini che possono ricaricare la loro bottiglia di acqua minerale al prezzo di 0,05 €, ma anche peril comune che in questa operazione riesce ad ottenere anche un minimo di utille; 4) Creare momenti di socializzazione per i cittadini durante l'attesa di ricarica delle bottiglie.
Ancora una volta Camigliano ed i Camiglianesi dimostrano di essere all'avanguardia in una Provincia che ha necessità di nuovi stimoli affinche riesca ad alzare la china e non occupare le ultime posizioni nelle graduatorie nazionali. http://www.comunedicamigliano.it/portale/
C'è chi guarda lontano e chi affonda il proprio paese............

Le case dell'acqua il progetto
http://www.casadellacqua.com/page.aspx?codice=0000000027

Nasce il coordinamento nazionale verso i rifiuti zero

Sodano - Del Ghingaro - Ciacci
 Un soggetto che delinei strategie e che proponga iniziative ma anche un luogo di condivisione di idee e di proposte. E’ il coordinamento nazionale “Verso i rifiuti zero” le cui fondamenta sono state gettate stamani (sabato 8) a Capannori nel corso delle “Giornate Internazionali: esperienze comuni verso Rifiuti Zero” promosse dall’amministrazione comunale, Centro Ricerca Rifiuti Zero, Ascit e Progetto Active. Ne fanno parte 56 Comuni di tutta la penisola, tra cui Capannori, primo in Italia ad avere aderito alla strategia “Rifiuti Zero”, Napoli, Carrara, La Spezia, Forte dei Marmi (Lucca), Monsano (Ancona), Aviano (Pordenne) e Calatafimi (Trapani) per un totale circa 2 milioni di abitanti.

“Il coordinamento vuole essere un punto di riferimento per le politiche della gestione dei rifiuti – ha detto il sindaco, Giorgio Del Ghingaro -. Vogliamo che i Comuni che hanno abbracciato questa strategia, che ci auguriamo possano raggiungere le 100 unità entro il 2012, siano uniti e possano porsi sui tavoli istituzionali in maniera solida e rappresentativa. Grazie alla coesione, all’unità di intenti e alla passione possiamo raggiungere grandi risultati. Non è un caso che questo percorso parta da Capannori, primo comune nei ‘Rifiuti Zero’, che si prepara, grazie alla collaborazione dei cittadini, a compiere ulteriori passi quali l’introduzione della tariffa di igiene ambientale puntuale. Inoltre nel polo tecnologico che apriremo a primavera all’interno del quale, fra l’altro, apriremo, in collaborazione con la Normale di Pisa, un laboratorio sulle nanotecnologie per essere sempre più a stretto contatto con il mondo della ricerca e dell’innovazione creando, così, prodotti sempre più ecosostenibili”.
Il nuovo organismo sarà formalizzato nel giro di due mesi, così come dettato dall’Agenda comune, in un incontro che avrà sede ancora a Capannori. Nel frattempo sarà istituito un comitato che tirerà le fila per poi giungere alla costituzione del coordinamento. Nel frattempo, nelle prossime settimane, si svolgeranno una serie di appuntamenti in tutta la penisola per delineare questo percorso e promuovere nuove adesioni ai “Rifiuti Zero”.
L’appuntamento di oggi (sabato) è stato il più importante della “quattro giorni”. Dopo l’introduzione del coordinatore del Centro ricerca rifiuti zero Capannori, Rossano Ercolini, sono intervenuti vari ospiti, tra cui Marco Boschini, presidente dell’associazione nazionale Comuni virtuosi, Paul Connett, professore emerito università di S. Lawrence, New York e presidente del comitato scientifico del Centro Ricerca Rifiuti Zero Capannori, Carmine Lizza di Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) e Tommaso Sodano, vice sindaco del Comune di Napoli.
Erano presenti rappresentanti delle autorità quali il vice prefetto di Lucca, Giuseppe Guetta, un delegato dei Carabinieri, vari ospiti internazionali, tra cui Ellen Connett, attivista di spicco dei “grassroots” americani, Jack Macy, responsabile commerciale di Zero Waste per la contea ed il comune di San Francisco, Pal Martenssen, svedese, responsabile ufficio ambiente della città di Goteborg, Joan Marc Simon, referente europeo di Gaia (Global Alliance Incinerators Alternatives), Kaith Anderson, gallese, consulente ambientale, Adam Kennerly, gallese, esperto ambientale, Albert Vilà, sindaco di un comune della Catalogna impegnato nel porta a porta, Assumpta Boba, sindaco di un Comune catalano, Mercè Girona, responsabile del progetto rifiuti zero della Catalogna, Luis intxasque, sindaco di un comune dei Paesi Baschi e Victor Ibanez, regista del docu-film “Zero Waste”.
Alla giornata hanno, poi, partecipato varie delegazioni dei Comuni che hanno aderito a “Rifiuti Zero”. In sala c’erano anche esperti ambientali quali Enzo Favoino, Raphael Rossi, Roberto Cavallo, attivisti quali Patrizia Lo Sciuto e Paolo Guarnaccia e una delegazione Anpas.

http://www.comune.capannori.lu.it/node/9511

http://vesuvionline.ilcannocchiale.it/

lunedì 10 ottobre 2011

Cassiopea: quando una sentenza fa più danni del reato che intende punire

5 ottobre 2011 - Coordinamento Regionale Rifiuti
Da qualche giorno, insieme ai rifiuti tossici sparsi per l'intero territorio regionale, è stata intombata anche l'inchiesta Cassiopea.

Avviata nel 1999 dal Pubblico Ministero Donato Ceglie della procura di Santa Maria Capua Vetere, l'inchiesta ha visto coinvolti numerosi industriali che, grazie alla complicità della malavita locale, sversavano nelle campagne del napoletano e del casertano migliaia di tonnellate di materiale tossico, scarto delle lavorazioni delle industrie siderurgiche, metallurgiche, cartarie e conciarie del nord Italia.

Le clamorose lungaggini del processo, dovute ad un indecente e non casuale "palleggio" di carte e ben 120 faldoni tra la Procura di S. Maria Capua Vetere e quella di Napoli per stabilire la relativa competenza territoriale, ha determinato uno slittamento della prima udienza preliminare di oltre 6 anni, consentendo che alcuni dei reati minori, di cui erano accusati i 95 imputati, finissero in prescrizione.

Ma, fatto ancora più grave, il Giudice dell'udienza preliminare, Giovanni Caparco, ha stabilito il non luogo a procedere per capi di imputazione gravissimi, quali l'associazione a delinquere, il disastro ambientale e l'inquinamento delle falde acquifere.

Un vero e proprio squasso giudiziario che, al di là dell'assoluzione dei 95 imputati, ha l'infausto effetto di minimizzare, se non annientare, la portata delle gravissime ed incalcolabili ferite inferte al territorio campano ed alla salute dei suoi cittadini, con un'ipoteca incalcolabile sulla salute delle future generazioni che ha il sapore di un crimine contro l'umanità.

Di fronte ad un simile scempio, parte della stampa locale ha assunto atteggiamenti provocatori verso il Dott. Ceglie, pubblico ministero che ha avuto il grande merito di scoperchiare la pentola delle più oscure nefandezze ambientali che si compivano sul nostro territorio; compito della stampa dovrebbe essere, a nostro avviso, piuttosto quello di domandarsi per quale motivo alle conclamate devastazioni del territorio, ormai saturo fino all'evidenza di rifiuti tossici, non ne sia conseguita, nella vicenda Cassiopea, l'individuazione dei colpevoli, pur in presenza di filmati, intercettazioni telefoniche e altri innumerevoli elementi probatori.

A simili vicende si sommano, come ulteriore elemento di indebolimento dell'azione di contrasto alle ecomafie, le recenti improvvide intenzioni manifestate dal legislatore, tra le quali registriamo il tentativo di abolizione dei certificati antimafia e l'ipotesi di abbandono del sia pur inadeguato sistema di controllo satellitare denominato Sistri.

Come comitati ed associazioni ambientaliste che da anni si occupano della tutela del territorio campano, pretendiamo che la Procura proponga appello avverso la sentenza di proscioglimento intervenuta nella vicenda cd. Cassiopea, al fine chiarire una storia che scandalizza le nostre coscienze e mina la credibilità delle istituzioni.
Chiediamo conseguentemente che la più alta carica dello Stato ed il Consiglio Superiore della Magistratura osservino con attenzione l'evolversi della vicenda Cassiopea, per la sua importanza e per l'innegabile rilievo che essa ricopre nell'ambito delle necessarie azioni di contrasto al sistema delle ecomafie.

Napoli 5/10/2011
CO.RE.Ri. - Coordinamento Regionale rifiuti Campania
Federazione Assocampaniafelix
Cittadini campani per un piano alternativo dei rifiuti
Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d'Itali

giovedì 6 ottobre 2011

Rete dei comitati vesuviani Comunicato stampa

La Rete dei Comitati vesuviani (Zero Waste Italia) esprime profonda preoccupazione nell’apprendere,dagli organi di stampa, la notifica di provvedimenti giudiziari a numerosi aderenti al Collettivo sociale Area vesuviana in prima linea, insieme agli altri comitati, nella lotta contro l’apertura e la “mala” gestione della discarica Sari e della possibile paventata apertura di cava Vitiello.Pur nel rispetto dell’azione della Magistratura e della riservatezza dell’inchiesta, nell’esprimere solidarietà ai destinatari dei provvedimenti giudiziari, sentiamo l’obbligo di rimarcare alcune considerazioni.In primo luogo la caduta dell’accusa che la protesta fosse guidata da frange dell’estremismo politico anarchico-insurrezionalista se non addirittura della criminalità organizzata come imprudentemente ipotizzato, all’epoca, da “autorevoli” esponenti del Governo nazionale.L’azione dei comitati e movimenti contro le discariche del Vesuvio ha avuto sempre una forte connotazione di indignazione popolare che ha prodotto una straordinaria partecipazione dei cittadini di una vasta area del territorio vesuviano a difesa di valori costituzionali primari come il diritto alla salute, alla vita, alla salvaguardia dell’ambiente e che si sono opposti ad atti tesi alla devastazione del territorio e che altri soggetti, individuati da norme e leggi, avrebbero invece dovuto garantirne la tutela.A ragione di ciò basta ricordare le diverse risoluzioni del Parlamento europeo che ha condannato ripetutamente il Governo italiano per palese violazione delle norme ambientali in Campania e la stessa Presidenza del Consiglio che, riconoscendo le ragioni della lotta delle popolazioni vesuviane, certificava la “mala gestione” della discarica Sari esonerando dal suo incarico il sottosegretario di Stato Bertolaso e cancellando in Parlamento l’apertura della discarica di Cava Vitiello.Ragioni queste che da sole dovrebbero indurre una profonda riflessione su quei mesi di forte tensione, a nostro modesto avviso alimentata da un’inopportuna quanto sproporzionata militarizzazione del territorio che di fatto ha prodotto momenti di aspra contrapposizione, alimentata spesso da alcuni atteggiamenti di provocazione delle stesse forze dell’ordine tali da suscitare più di una perplessità.E si rimane altrettanto sorpresi dalla tempestività e dal rigore di tali provvedimenti giudiziari quando da anni si attende ancora di conoscere i responsabili del disastro ambientale per lo sversamento illecito di tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi in vaste aree della Campania e del vesuviano, della mancata messa in sicurezza della discarica Sari in cui è accertato il conferimento di materiale non a norma che ha inquinato l’ambiente e creato pericoli certi sulla vita e sulla salute dei cittadini, della mancata pubblicizzazione, oramai da tempo immemorabile, dei dati dei prelievi di falda effettuati dall’Autorità giudiziaria e non ancora resi noti nonostante continue sollecitazioni, di accertare le responsabilità del disastro ambientale che organi dello Stato hanno prodotto con atti e provvedimenti contrari alle normative e di cui gli inquirenti hanno contezza da intercettazioni e da documentazione più volte inviata ed ancora sui tempi e modalità di chiusura e della successiva bonifica dell’attuale discarica Sari.A tutto questo aggiungasi l’enorme tributo che la popolazione vesuviana sta pagando e pagherà nei prossimi decenni, in termini di salute, per mancato controllo di organi preposti, per la totale assenza d’intervento dell’autorità di tutela e per chiare connivenze imprenditoriali-politico-criminali che hanno goduto di impunità assoluta nel compromettere irrimediabilmente l’ecosistema vesuviano e non solo.Queste considerazioni attendono una risposta immediata e chiara per evitare che nei cittadini si insinui il dubbio dei “due pesi e due misure” e alimenti ulteriormente la sfiducia verso quelle istituzioni che la Costituzione pone a garanzia del diritto e dell’uguaglianza di tutti gli individui nei confronti della legge.
Rete dei Comitati vesuviani (Zero Waste Italia)

mercoledì 5 ottobre 2011

No al bavaglio - Anche WIKIPEDIA Protesta

Wikipedia: “Il servizio in Italia è a rischio”
Sito fermo contro il ddl intercettazioni
La pagina di apertura di Wikipedia (enciclopedia libera consultabile sul web), ora ha una nuova schemata. Una lettera su sfondo verde accoglie gli utenti: “Cara lettrice, caro lettore, in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero”.


Il motivo dell’iniziativa si legge poche righe più in basso: il comma 29 del ddl Intercettazioni. Secondo questa norma, si legge nel comunicato “chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto, indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive, di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti”.

Il meccanismo di funzionamento del sito prevede che qualsiasi utente possa aggiungere contenuti e modificare quelli postati da altri, se li ritengono inesatti. Per gli utenti di Wikipedia, firmatari della lettera “l’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce un’ inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza”. Da qui la decisione di bloccare il sito: qualunque parola digitata nel motore di ricerca rimanda esclusivamente alla lettera di protesta.

Da non credere - Leggi il comunicato ufficiale

martedì 4 ottobre 2011

Ecco come la pensa telepadania

Napoli...verso Rifiuti Zero

Il Comune di Napoli da’ il via al percorso verso il traguardo dei ‘Rifiuti zero’ entro il 2020. La delibera che sancisce l’avvio del progetto e’ stata presentata nel corso di una conferenza stampa a Palazzo San Giacomo alla quale ha partecipato Paul Connett, professore emerito di chimica della statunitense St. Lawrence University. Il percorso, spiega la delibera, prevede una serie di azioni tanto sul versante della raccolta differenziata quanto sul versante della riduzione dei rifiuti.Il Comune di Napoli è il comune più grande d'Europea ad aderire alla rete Rifiuti zero. L'adesione è stata formalizzata con una delibera comunale illustrata oggi alla presenza di Paul Connett fondatore della rete i...nternazionale che si pone l'obiettivo di arrivare a rifiuti zero entro il 2020. Il documento, nel solco delle delibere già stilate dall'amministrazione comunale per ridurre la produzione di rifiuti sul territorio, prevede ulteriori azioni "sia sul versante della raccolta differenziata che sul versante della riduzione dei rifiuti". Dall'amministrazione comunale, la volontà di rendere operativo un pia no per le prevenzione e la riduzione di rifiuti che prevede in ogni esercizio commerciale della grande distribuzione l'installazione di attrezzature per la riduzione volumetrica di imballaggi in cartone; attrezzature per la vendita di prodotti alla spina sia alimentari sia per la casa che per l'igiene personale; introduzione del sistema del vuoto a rendere per i confezionamenti in vetro; incentivo all'uso di stoviglie biodegradabili e di pannolini lavabili. La delibera, inoltre, prevede l'istituzione di un sistema tariffario basato sull'effettiva quantità di rifiuti prodotti per privati e non. Sul fronte dell'impiantistica, si prevede la realizzazione di un centro comunale per la riparazione e riuso. Infine, nel testo deliberato dall'amministrazione si fissa l'istituzione dell'Osservatorio Verso Rifiuti Zero con il compito di monitorare il percorso per il raggiungim ento del traguardo "indicando criticità e soluzioni". Dal Comune di Napoli, il desiderio che la presidenza dell'Osservatorio sia affidata a Paul Connett. "Siamo certi - ha detto il vicesindaco Tommaso Sodano - che molti avranno a che di re per questa nostra scelta vista la situazione attuale, ma noi - ha aggiunto - siamo convinti che anche in un momento di difficoltà è necessario avere la capacità di progettare il futuro. L'Obiettivo di rifiuti zero - ha aggiunto - è un modello a cui tendere e che deve ispirare l'azione delle amministrazioni e del Governo". Dal fondatore del programma, l'invito a seguire questa strada. "Napoli - ha detto Connett - da cattivo esempio può dimostrare che è possibile cambiare strada. E' - ha concluso - una strada che può portare dalla situazione attuale a una condizione di splendore". Infine Franco Matrone a nome di ZeroWaste Italia ha ringraziato il governo della città di Napoli per aver osato tanto nel mettere in campo le "buone pratiche" proposte dal protocollo Connett e di aver "portato il cuore oltre l'ostacolo" della crisi oggettiva e si è detto certo che "la tenacia dell'amministrazione De Magistris associata all'impegno di comitati, associazioni e cittadinanza attiva" che in questi mesi hanno prodotto innumerevoli iniziative concrete in favore della differenziazione dei rifiuti " contaminerà  l'intera provincia napoletana per passare dalla vergogna della "munnezza" alla virtuosità di un ciclo che sancirà il riscatto dell'intera cittadinanaza campana"