sabato 26 novembre 2011

Interviste su cava sari

Intervista del magazine Boscorealeweb sulla questione rifiuti.

In eclusiva intervistate Mamme Vulcaniche e Rete dei Comitati Vesuviani

Pubblichiamo in esclusiva l'intervista ai comitati anti discarica,abbiamo posto quattro domande per sintetizzare la grave situazione ambientale legato alla delicata questione della discarica Ex Cava Sari e il rapporto tra i cittadini e il sistema della raccolta differenziata.

1.) Alla luce del Dossier pubblicato dal tecnico incaricato dal comune di Boscoreale l'anno scorso.Come intenderete procedere per stimolare l'interesse dell'intera popolazione per arrivare l'obbiettivo di chiusura e bonifica della discarica Sari???

1.Mamme Vulcaniche: Lunedì siamo state a terzigno e abbiamo chiesto al sindaco di prendere provvedimenti contro i gestori visto che;come si evince dalla relazione; non hanno adempiuto all'accordo del 29 ottobre. Quindi ci sono tutti i presupposti per la chiusura immediata. Giovedì la risposta

1. Rete dei Comitati Vesuviani: La relazione del dott. Moscariello ricalca quella presentata a novembre del 2010 con la differenza che ad un anno di distanza rimarca il fatto gravissimo che di quanto era stato promesso dal Commissariato all’emergenza rifiuti prima e dalla Provincia poi nulla è stato fatto in tema di prevenzione e valutazione sull’impatto della discarica a tutela della salute degli abitanti dell’area.

E neanche la magistratura che a tutt’oggi si è avvalsa di CTU propri ancora non pubblica i risultati delle controanalisi effettuate a Maggio scorso.

La chiusura della Sari è allo stato un dato tecnico nell’ordine di pochi giorni o qualche settimana.

Avremo in questo senso un’ispezione della Sari con il CdA di ASIA nei prossimi giorni per avere un quadro chiaro sullo stato di esaurimento della discarica e sulla gestione post finale della stessa che preoccupa maggiormente, per il mancato trattamento del percolato e per l’assenza di turbine in grado di trasformare il biogas in energia e ridurre ai minimi termini quello liberato in atmosfera, principale causa dei continui miasmi che ammorbano il territorio.

Sulla questione bonifica stiamo elaborando una proposta di piano da presentare alla Regione Campania sui siti maggiormente inquinanti dell’area vesuviana che siano già stati caratterizzati (condizione indispensabile per accedere ai finanziamenti) e al Commissario alle bonifiche De Biase per chiedere di finalizzare i finanziamenti del fondo ambientale previsti per Terzigno per la messa in sicurezza e la bonifica della cava Ranieri e Sari1(Governo permettendo).

2.) Su alcuni giornali locali avete lasciato la seguente dichirazione "Mai più rifiuti qui" cosa intendete di concreto che si può subito fare realmente per un ciclo integrato del sistema dei rifiuti???

2. Mamme Vulcaniche: Si siamo sempre della stessa opinione mai più qui. Abbiamo già dato. Per un ciclo integrato dei rifiuti si può solo optare per il T.M.B

2. Rete dei Comitati Vesuviani: L’accordo di programma del Luglio scorso costituisce una vera rivoluzione in tal senso.

Però una cosa e proporlo, un’altra è attuarlo. Ma la strada maestra è questa, e noi la sosteniamo fino in fondo.

Nelle more di realizzare l’impiantistica necessaria e chiusa la Sari rimane solo la soluzione (vista la nuova norma legislativa) che prevede di trasformare il secco indifferenziato in cod cer 19 e trasferirlo negli impianti fuori regione.

Il tutto forzando i 19 comuni a consorziarsi per spingere sulla differenziata, ridurre i rifiuti, e tenere i costi nei limiti di spesa previsti dallo sversamento in discarica e per il tempo strettamente necessario per elaborare e pretendere da Regione e Provincia un crono programma per cantierare e in parte finanziare da subito l’impiantistica prevista dall’accordo di programma e necessaria al ciclo dei rifiuti (compostaggio aerobico e anaerobico,TMB-TMM, piattaforme di filiera e impianti di riciclo e riutilizzo).

Oltretutto la Rete dei Comitati vesuviani da tempo è impegnata nello sviluppare le buone pratiche presso i comuni vesuviani proponendo il protocollo Connett verso rifiuti zero entro il 2019 e che in questi mesi già 9 comuni vesuviani hanno adottato (oltre Napoli, Benevento, vari comuni della costiera e a breve la Provincia di Benevento, Salerno città e Castellammare di Stabia).

Un’impegno a tutto campo teso a creare nel nostro territorio un’area di eccellenza in tema di gestione dei rifiuti la sola che eliminirà il rischio di altre cave-discariche e ridurrà notevolmente il materiale indirizzato all’incenerimento rendendo di fatto antieconomici tali impianti.

3.) E'Vero che ipotizzate che in 45 giorni la Sari deve chiudere...????Poi???

3. Mamme Vulcaniche: Siamo molto scettiche su queste date buttate lì come specchietti per le allodole. Visto che al consiglio l'altra sera si parlò già di un'altra data il 28 febbraio. Quindi di cosa parliamo. il dopo è ormai argomento che non ci interessa; le alternative le abbiamo proposte adesso devono essere gli amministratori a cercare le soluzioni.

3. Rete dei Comitati Vesuviani: Siamo al di sotto di tale previsione. Comunque ancora qualche giorno ed avremo il dato certo, ma azzardiamo a dire che l’attuale Sari ha esaurito il suo nefasto compito.

4.) Secondo voi il sistema della raccolta differenziata porta a porta adottato dalle amministrazioni di (Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase) come si sta approcciando all'occhio della popolazione??? Ci sono qualche perplessità?? Se si,dove si deve intervenire con maggiore attenzione???

4. Mamme Vulcaniche: Noi crediamo che la risposta della popolazione sia buona è quella delle amministrazioni che lascia perplessi. Ci sono pochi controlli e molti favoritismi nei riguardi di chi trasgredisce. Visto che si è sempre parenti di qualcuno in questi paesi

4. Rete dei Comitati Vesuviani: A tutt’oggi possiamo dire che Terzigno è forse il comune che soffre di più dell’incapacità di gestire efficacemente la RD.

Dai dati che abbiamo le percentuali di RD negli altri tre comuni è soddisfacente.Tra l’altro Boscoreale è l’unico Comune insieme a S Sebastiano che negli ultimi cinque mesi ha ridotto di circa il 7% la quantità di rifiuto pro die.

Altra cosa è la qualità della RD. C’è ancora molto da lavorare ma una spinta la può dare sicuramente il protocollo “verso rifiuti zero” che questi tre comuni hanno adottato e che prevede l’istituzione dell’Osservatorio a cui partecipano amministratori, impresa del servizio di raccolta e rappresentanti della cittadinanza attiva e che serve a valutare e a rimuovere le criticità che ostacolano una RD sempre più efficiente e quindi sempre più economicamente e ambientalmente sostenibile.

Non si può e non si deve disperdere la disponibilità che la cittadinanza ha messo in campo da quando è iniziata la RD. Le buone pratiche sono da esempio per traguardi più importanti in questo senso.

Il futuro della sostenibilità dell’intero territorio passa necessariamente da qui!


A Napoli convegno nazionale sul "corretto" ciclo dei rifiuti

Intervista Realizzata dalla RedMaggiori ninformazioni clicca qui : http://www.legambiente.it/

Comuni ricicloni: record nei centri salernitani. Nel Vesuviano si salva Boscoreale

25/11/2011 - Complessivamente sono 154 i comuni ricicloni campani che hanno superato il 50% di raccolta differenziata, pari ad oltre 1milione e 100mila abitanti che rappresentano la Campania virtuosa che con i fatti risponde all’emergenza rifiuti. E’ stata presentata presso l'Hotel Ramada di Napoli la VII edizione del Premio Comuni Ricicloni 2011 di Legambiente Campania, il riconoscimento ai Comuni per la migliore percentuale di raccolta differenziata.


Con il 53,88% di raccolta differenziata il Comune di Boscoreale si è classificato al quinto posto in Campania nella top ten dei “Comuni Ricicloni”, tra i ventimila e cinquantamila abitanti, stilata da Legambiente.

Il premio è stato attribuito questa mattina (ieri per chi legge) al sindaco Gennaro Langella nell’ambito della VII edizione “Comuni Ricicloni” di Legambiente, che si è svolta a Napoli presso l’hotel Ramada.
Boscoreale, quindi, entra a pieno titolo nell’elite dei Comuni che meglio gestiscono il riciclo e il recupero dei rifiuti in Campania.

“Il riconoscimento di Legambiente ci inorgoglisce e ci incoraggia a fare sempre meglio –ha dichiarato il sindaco Gennaro Langella-. Appena due anni fa il nostro comune era considerato la ‘cenerentola’ della differenziata con percentuali che facevano inorridire. Sono bastati la costituzione dell’azienda “Ambiente Reale” e due anni di sacrifici e impegno costante di amministrazione e popolazione per elevare il nostro comune ad uno dei migliori in assoluto in Campania. Voglio condividere questa gioia –ha aggiunto il Sindaco- con l’intera popolazione che è stata la principale artefice di questo successo che concorre a riscattare la nostra comunità. Oggi siamo un comune virtuoso –ha concluso il sindaco Langella- e continuando con l’impegno e l’attenzione di tutti, sono certo che quanto prima aumenteremo ulteriormente la percentuale di raccolta differenziata, scalando la classifica della top ten dei Comuni della nostra fascia demografica”.

Per quanto riguarda la classifica dei Capoluoghi di Provincia la maglia rosa spetta a Salerno con 69,82% di raccolta differenziata (nel 2007 si assestava al 13,40%), seguita da Avellino con il 67,36% (nel 2007 il 9,10%), terza Benevento con il 31,39% (nel 2007 si trovava al 14,30%). Napoli chiude con il 17,58% (nel 2007 era al 12,50%).

Bene la provincia di Salerno, con Giffoni Sei Casali, Atena Lucana e Roccagloriosa sopra il 90% di raccolta differenziata. Male invece, i Comuni della provincia di Napoli, attardati nella graduatoria dei «virtuosi» dello smaltimento. Si salva solo Boscoreale con il 53,88% di raccolta differenziata e nella top ten delle città campane.

Con il riconoscimento di "Comune Riciclone" Boscoreale "assume la leadership della raccolta differenziata sull'intera area vesuviana e comuni viciniori, staccando di gran lunga Boscotrecase che si è attestato al 39,60%, Pompei al 36,79%, Poggiomarino al 34,48%, Trecase al 31,79%, Terzigno al 29,39%, Torre del Greco al 28,46%, Torre Annunziata al 22,95%, Scafati al 42,62%".

venerdì 25 novembre 2011

"Quattro Giornate" della raccolta differenziata a Napoli

Domeniche dedicate a migliorare la separazione dei rifiuti

Ribellarsi ai rifiuti come agli invasori nelle quattro giornate del 1943. E’ questo il senso delle “quattro giornate della raccolta differenziata”, un’iniziativa volta a sensibilizzare i cittadini sullo smaltimento corretto dei rifiuti. “Abbiamo trovato una situazione grave di emergenza – spiega Raphael Rossi, presidente di Asia – Siamo riusciti a uscirne, ma ora vogliamo il primato”. Gli ultimi dati sulla differenziata in città tracciano un quadro incoraggiante: la media è del 70% nei quartieri dove il ‘porta a porta’ è in funzione, e a breve dopo Scampia il servizio sarà esteso anche nella zona di Posillipo di Katiuscia Laneri

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Pensioni d'oro, tutti i nomi

Ecco i 1464 ex deputati egli 843 ex senatori che intascano il vitalizio. Il database completo con tutti i parlamentari pensionati, gli importi netti mensili e gli anni di contributi


A pochi giorni dal giuramento del nuovo esecutivo, il Consiglio di presidenza del Senato, con a capo Renato Schifani, ha deciso per l'abolizione dei vitalizi che scattano dopo appena cinque anni di mandato. Ed è facile immaginare che una decisione analoga sarà presa, al più presto, anche dai colleghi della Camera. La novità riguarderà però solo i parlamentari eletti a partire dalla prossima legislatura. Non saranno dunque toccati i diritti acquisiti. Ecco quanto ci costano oggi le pensioni degli ex deputati e senatori

Leggi l'articolo su Repubblica

Giovanotti con un grande avvenire dietro le spalle che si godono la vita dopo gli anni di militanza parlamentare. Come Alfonso Pecoraro Scanio, ex leader dei Verdi ed ex ministro dell'Agricoltura e dell'Ambiente. Presente alla Camera dal 1992, nel 2008 non è riuscito a farsi rieleggere e con cinque legislature nel carniere è stato costretto alla pensione anticipata. Ma nessun rimpianto. Da allora, cioè da quando aveva appena 49 anni, Pecoraro Scanio riscuote il vitalizio assicuratogli dalla Camera: ben 5.802 euro netti al mese che gli consentono di girare il mondo in attesa dell'occasione giusta per tornare a fare politica. Oliviero Diliberto è un altro grande ex uscito di scena nel 2008 causa tonfo elettorale della sinistra. Segretario dei Comunisti italiani ed ex ministro della Giustizia, con quattro legislature alle spalle e ad appena 55 anni, anche lui si consola riscuotendo una ricca pensione di 5.305 euro netti. Euro in più, euro in meno, la stessa cifra che spetta a un altro pensionato-baby della sinistra, addirittura più giovane di Diliberto: Pietro Folena... Continua a leggere: Un privilegio da 200 milioni di Primo Di Nicola

giovedì 24 novembre 2011

RIFIUTI, NAPOLI RISPONDE AL RICHIAMO DELL’UE E DEL MINISTRO CLINI

Sul problema rifiuti il sindaco di Napoli rispedisce al mittente le critiche chiedendo i fondi europei destinati e mai arrivati alla città di Napoli.


“La situazione dei rifiuti a Napoli è una vergogna che va avanti da anni”. È quanto ha affermato qualche giorno fa in Parlamento il commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik, sottolineando che è necessario attivare tempestivamente la raccolta differenziata. Non ci sono scuse per i ritardi e nessuno può essere fiero di quello che è successo nella città”. Un affondo pesante è arrivato ieri anche dal neo ministro dell’Ambiente Corrado Clini che, in occasione dell’ audizione in Commissione Ambiente del Senato sulle problematiche del Golfo di Napoli e del Litorale Domitio, ha detto «I problemi della Campania sono diventati drammatici e lo diventeranno sempre di più se non vengono adottate le soluzioni che, per esempio, sono state adottate in Emilia Romagna e in Lombardia, senza che queste avessero particolari effetti negativi e devastanti per la salute e l'ambiente. Prima ancora che applicare le norme bisogna applicare l'etica della responsabilità.”

Immediata la replica del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e del suo assessore all’Ambiente, Tommaso Sodano, per il quale "La relazione del commissario europeo Potocnik è datata, e non ha nulla a che vedere con l'Amministrazione che è in carica dal 13 giugno. Il problema non è risolto, ma se tornano le immagini dei rifiuti e si collegano a quanto detto dal commissario Ue allora si fa una mistificazione". Riferendosi alle dichiarazione di Clini,Sodano aggiunge: “la soluzione non è l'inceneritore, si dice di imitare le altre regioni, ma intanto la Campania è al terzo posto in Italia per incenerimento dei rifiuti con il solo inceneritore di Acerra, dietro Lombardia ed Emilia Romagna. Dire che c’è bisogno di un altro impianto è una balla colossale".

Altrettanto piccata la risposta del sindaco De Magistris, che ha aggiunto "Condivido il giudizio negativo di Bruxelles punto per punto, ma solo per quanto riguarda il passato e per i 15 anni di vergogna che ci sono stati. La nostra amministrazione ha fatto un vero e proprio miracolo laico: Siamo passati dalle 2500 tonnellate di rifiuti in strada a giugno alle zero tonnellate di oggi, anche se non siamo entusiasti perché c'e' ancora tanto da fare". "Il governo Berlusconi - aggiunge de Magistris - ha aiutato Palermo e Catania, dando cash per i noti rapporti tra il sindaco di Catania e l'ex presidente del Consiglio, Roma con Alemanno e Milano con la Moratti hanno avuto soldi. Oggi salutiamo con giubilo l'uscita di Berlusconi e con fiducia la nascita del nuovo governo, ma registriamo che il primo Consiglio dei ministri è stato dedicato a Milano e a Roma Capitale".

"Qualcuno - conclude de Magistris - si ricordi che esiste anche Napoli e ci dia quello che dobbiamo avere, perché fare raccolta differenziata e impianti costa e noi abbiamo diritto a quella parte dei fondi europei destinati alla città di Napoli, così come quei fondi statali che non sono mai arrivati".

mercoledì 23 novembre 2011

TERZIGNO, IL CONSIGLIO SULLA DISCARICA DELUDE TUTTI. IL COMUNE: “CAVA SARI VA CHIUSA”

Data: 23/11/2011 Auricchio scrive alla Sapna dopo la relazione del chimico Moscariello. In assemblea lungo dibattito sull’accordo di programma siglato dai Comuni della zona rossa, poi il rinvio dopo le polemiche.


Dalle parti del Vesuvio tutti vogliono sapere quando chiuderà la discarica Sari di Terzigno. Lo vogliono sapere sicuramente i Comitati e i cittadini ma, in via ufficiale, lo vuole sapere anche l’amministrazione comunale di Terzigno, allarmata dalla relazione di Michele Moscariello, il chimico che ha criticato duramente la gestione dell’impianto degli ultimi anni.

Per questo il sindaco Domenico Auricchio ha scritto alla Sapna, chiedendo una data certa della chiusura della discarica e avanzando perplessità proprio rispetto alla gestione del sito. A renderlo noto è il vicesindaco Francesco Ranieri, a margine di un consiglio comunale difficile quanto paradossale, che è riuscito a scontentare tutti: maggioranza, parte dell’opposizione e pubblico in sala. All’ordine del giorno c’era la ratifica dell’accordo di programma tra i 19 Comuni della zona vesuviana, candidatisi a gestire autonomamente l’intero ciclo dei rifiuti. E tuttavia il consigliere comunale Salvatore Annunziata ha fatto notare che l’argomento da lui proposto era diverso da quello poi portato in assemblea.

Annunziata, assieme a Nunzio Avino dell’Udc, aveva portato in consiglio una modifica all’accordo, che ipotizzasse l’apertura di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti anche a Terzigno: “Nel patto tra i 19 sindaci viene spiegato che Terzigno non deve ospitare alcun impianto. Per noi è sbagliato: è giusto invece che Terzigno non ospiti mai più discariche, ma per gli altri impianti la nostra cittadina può esserci, può candidarsi o quantomeno può dare il suo parere vincolante anche rispetto agli altri Comuni”, spiega Annunziata. Fatto sta che della sua proposta in consiglio non c’era più traccia.

C’era, invece, l’accordo di programma siglato a suo tempo dal vicesindaco Francesco Ranieri con tutti gli altri Comuni, ma anche quello non è stato approvato: la maggioranza ha preferito scegliere un rinvio, probabilmente perché sentiva la “pressione” di comitati e mamme vulcaniche, presenti alla seduta. Un lungo ping pong, insomma, che ha finito per innervosire tutti. Poi l’annuncio: anche il sindaco di Terzigno ha scritto alla Sapna per sapere quando chiude cava Sari.
Autore: Francesco Gravetti

Rifiuti/Patto Stato-boss: ecoballe

Da il Mattino di Rosaria Capacchione VILLA LITERNO - Il ricordo di quella giornata campale è il ricordo di una resa. Fu in quei mesi del 2003, quando (tanto per cambiare) si cercavano affannosamente fosse e buchi nei quali depositare i rifiuti che si accumulavano nelle strade napoletane, che gli uomini dello Stato incontrarono la camorra . Una riunione ufficiale, con i dirigenti del commissariato di governo, Massimo Paolucci e Giulio Facchi, che scesero a patti con un gruppetto di imprenditori in odor di mafia che quei buchi avevano disponibili.

Il resoconto di quell’incontro fu fatto, in pubblico, a un gruppetto di allibiti cittadini. Le discariche c’erano, erano piuttosto illegali, e appartenevano a Cipriano Chianese, Gaetano Vassallo, Elio e Generoso Roma: nomi di uomini poi diventati assai noti alle cronache giudiziarie che trattano di ecomafia. Fu in quella giornata - era primavera - del 2003 che il destino di Villa Literno, e delle vicinissime Giugliano e Parete, fu definitivamente segnato.

A nulla serviva più protestare, e inutile era ripetere l’occupazione dei suoli che cinque anni prima aveva salvato le terre di Masseria del Pozzo, dall’altra parte della strada poderale che costeggia le piramidi di ecoballe. «Noi eravamo lo Stato - ricorda Pietro Ciardiello, che nel 1998 era sindaco a Parete - e fu mandata un’altra parte dello Stato a sgomberarci. C’era anche Biagio Ucciero, che era il sindaco di Villa Literno. Io, lui e il commissario di polizia, tutti e tre con le fasce tricolori. Alla fine andammo tutti e tre via, la discarica non si fece».

Biagio Ucciero non c’è più, a condividere i ricordi di Ciardiello. È morto un paio di anni fa, con l’amaro in bocca per la deriva affarista - lo diceva in tutte le riunioni - nella quale era precipitato il suo partito, l’ex Pci diventato Ds. Al suo posto, all’epoca del patto infernale tra Commissariato di governo ed ecomafie, era arrivato Enrico Fabozzi, arrestato martedì per fatti di camorra. E fu allora che i suoli di Masseria del Re furono requisiti e trasformati in solide piattaforme di cemento armato, le basi su cui poggiano milioni di tonnellate di rifiuti imbustati. Masseria del Re è proprio affianco a Taverna del Re: stessa strada, un viottolo di terra battuta a separare i due siti e due comuni. Quello di Giugliano è più a monte, presidiato da un manipolo di guardie giurate. Quello di Villa Literno assomiglia a uno scarto industriale, abbandonato a se stesso, con le erbacce che hanno invaso il cortile e che sovrastano anche il cellophane nero, lacero, dal quale fuoriescono lunghissimi rami di gramigna.

Sotto, ma visibili, ci sono le ecoballe, metà di quel pegno concesso da Impregilo, la controllata Fibe, alle banche in cambio delle anticipazioni necessarie a far funzionare la macchina dello smaltimento dei rifiuti in Campania e a costruire l’inceneritore di Acerra. Valevano, quei pacchi di rifiuti impacchettati, la metà dei 173 milioni di euro prestati a Impregilo concesso in cambio di sette milioni di tonnellate di immondizia. Se non fosse stata troppo umida, sarebbe diventata energia, ed era questo l’effettivo controvalore del pegno.

I terreni appartenevano a due famiglie di San Cipriano d’Aversa e Trentola, Reccia e Cavallaccio. Alcuni lotti erano stati sempre nelle mani di coloni, che in quei giorni furono sfrattati. Frutta e verdura, si era deciso, dovevano lasciare il posto ai rifiuti. Le piattaforme di cemento armato sono state realizzate dai fratelli Pasquale e Giuseppe Mastrominico, gli imprenditori arrestati assieme all’ex sindaco Fabozzi. La Dda sospetta che siano la faccia finanziaria della famiglia Iovine, una delle quattro che compongono il cartello casalese. Anche sui proprietari dei terreni c’è il sospetto di contiguità con la camorra, uno con Iovine e l’altro con Zagaria. Chiacchiere di paese, però. Chiacchiere che rendono concreta l’ombra dell’altra trattativa, quella tra il capoclan casalese Michele Zagaria e apparati di sicurezza: una tranquilla latitanza in cambio della tranquilla gestione dell’emergenza.
Di fronte alla montagna di ecoballe, in linea d’aria a nemmeno un chilometro, c’è la cittadella dell’immondizia che era appartenuta a Cipriano Chianese, avvocato di Parete. In questi giorni lo stanno processando per disastro ambientale. Lui era il padrone dei fossi, delle discariche rabberciate e insicure che in quel 2003 mise a disposizione del Commissariato di governo. Riuscì anche a fare una magia: l’autorizzazione postuma a un buco, che utilizzava per lo stoccaggio provvisorio dei ”suoi” rifiuti, e che miracolosamente diventò invaso per discarica.
Raccontano i contadini sfrattati che erano buchi troppo piccoli per raccogliere davvero tutta l’immondizia che arrivava da Napoli. Raccontano anche che dalla Resit continuano ad arrivare folate di aria appestata, eppure è stata sequestrata tanti anni fa. E che in quei giorni dell’emergenza vedevano passare decine di camion, ne contarono almeno duecento, pieni di robaccia puzzolente che finiva dalle parti di Resit ma non nella discarica. Li vedevano tutti, nessuno li fermava. Il silenzio fu il prezzo pagato per risolvere il problema, che però non è stato mai risolto. E le ecoballe, pegno inesigibile, sono ancora là, a futura memoria dello scandalo e del patto infernale.

Anteprima mondiale a Napoli del film "Sporchi da Morire"

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il vicesindaco ed assessore all’ambiente Tommaso Sodano invitano all'

ANTEPRIMA MONDIALE

del Film Documentario SPORCHI DA MORIRE

sul tema degli inceneritori, nanoparticelle, rischi per la salute e possibili alternative sostenibili.

Cinema MODERNISSIMO via Cisterna dell'Olio NAPOLI

LUNEDI 5 dicembre 2011

ORE 20.00 Conferenza Stampa pubblica

alla presenza dei rappresentanti istituzionali del Comune di Napoli, l’autore del film Marco Carlucci, il Dott. Stefano Montanari, il Prof. Paul Connett, Dott.ssa Antonietta Morena Gatti, Carlo A. Martigli e tanti altri protagonisti del film.

ORE 21.00

Proiezione del film

INGRESSO LIBERO

lunedì 21 novembre 2011

Rifiuti, presentato il nuovo piano per la raccolta differenziata a Castellammare di Stabia

Raccolta differenziata al 50 per cento entro il dicembre 2012 e Castellammare a rifiuti zero entro il 2014: sono questi gli ambiziosi obiettivi del nuovo piano per la differenziata, presentato questa mattina dal sindaco, Luigi Bobbio, e dall’assessore all’Ambiente, Sabrina Di Gennaro. All’incontro ha partecipato anche una folta rappresentanza degli alunni delle scuole elementari cittadine, a cui sono state donate le magliette con il logo della nuova campagna di sensibilizzazione “Castellammare a rifiuti zero” e le brochure informative sul progetto. Il piano mira ad attivare un processo di trasformazione culturale, ambientale ed anche economica al fine di poter annoverare la città di Castellammare di Stabia tra le eccellenze per la gestione rifiuti nella regione Campania e nel Sud Italia.


GLI OBIETTIVI. L’iniziativa nasce con precise finalità: diminuzione dei rifiuti urbani da avviare allo smaltimento; incremento della qualità e della quantità dei rifiuti raccolti in modo differenziato; riduzione dei conferimenti abusivi in particolare da parte dei produttori dei rifiuti speciali e pericolosi; riduzione dei percorsi dell’utente al punto di consegna; massimizzazione degli introiti del sistema Conai; introduzione del principio “chi più ricicla più risparmia”.

POTENZIAMENTO ISOLA ECOLOGICA. Sarà avviato il potenziamento dell’isola ecologica di Fondo d’Orto (già in funzione con orari 8-12 dal lunedì al sabato) che prevede l’introduzione di sistemi di premialità per chi conferisce anche a cassonetto presso l’isola (previa identificazione) e l’attivazione di un processo di separazione delle plastiche dure al fine di massimizzare il corrispettivo Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti in plastica).

COMPOSTAGGIO DOMESTICO. Sarà inoltre previsto un sistema di informazione e sensibilizzazione su modalità e vantaggi del compostaggio domestico e l’introduzione di forme di incentivo per le famiglie che lo praticano (come lo sconto sulla Tarsu del costo del composter previa presentazione scontrino/fattura).

RACCOLTA PORTA A PORTA. Il miglioramento della raccolta porta a porta prevederà l’etichettatura con codice a barre; un meccanismo che garantisce, tra i vantaggi, di valorizzare appieno il personale della Multiservizi addetto al servizio. Sarà varato un sistema di premi e sanzioni per incentivare comportamenti virtuosi e sensibilizzare e motivare i cittadini.

Il sistema sarà così organizzato:

- Raccolta dei sacchetti depositati in corrispondenza del proprio numero civico secondo orari precisi e rigorosi

- Distribuzione ai cittadini delle etichette adesive, contestualmente ai sacchi e ad un opuscolo informativo
- Lettura, mediante lettore ottico, delle etichette riportanti il codice a barre, durante la fase di raccolta
- Creazione di un registro dei conferimenti per definire premi e sanzioni.

CONFERIMENTO A CASSONETTO. Per quanto riguarda, invece, il conferimento a cassonetto è previsto l’incremento di 220 nuovi cassonetti: 50 per la carta, 50 per il vetro, 50 per la frazione multimateriale e 70 per l’organico.

LE MINI-ISOLE ECOLOGICHE. Sul territorio comunale saranno dislocate 11 mini-isole ecologiche: Via Mazzini, Corso Garibaldi, Corso V. Emanuele, Piazza Spartaco, Viale Europa, Piazza Unità d’Italia, Via Bonito, Via Regina Margherita (angolo Via San Vincenzo), Via Regina Margherita (angolo via Principe Amedeo), Via Roma – angolo Via Denza, Piazza Giovanni XXIII. In ogni isola sarà possibile conferire plastica, carta, cartone e vetro.

UTENZE COMMERCIALI. Il servizio di raccolta dedicato alle utenze commerciali sarà migliorato attraverso la raccolta quotidiana del rifiuto organico e degli imballaggi in cellulosa (cartoni), quella trisettimanale di vetro e plastica/barattolame e quella bisettimanale del rifiuto indifferenziato residuo.

OLII ESAUSTI. Per la prima volta a Castellammare, inoltre, sarà previsto un servizio di raccolta gratuita rivolto ai cittadini per evitare lo sversamento domestico degli olii esausti attraverso le tubature, che ha un forte impatto ambientale oltre che nel funzionamento del depuratore cittadino: per questo, saranno installati in città contenitori a norma, con la possibilità comunque di conferire a qualsiasi orario e con qualsiasi contenitore presso l’isola ecologica “Fondo D’Orto”.

GUARDIE AMBIENTALI E SANZIONI. Per l’osservanza delle disposizioni relative al nuovo piano per la differenziata, saranno istituite anche le Guardie ambientali volontarie per l’attività di sorveglianza, controllo, prevenzione, con espressa qualifica di pubblici ufficiali legittimati ad elevare verbali di accertamento. Le sanzioni previste dal nuovo regolamento prevedono multe da 50 a 2mila euro e, per gli esercizi commerciali, la sospensione della licenza per una settimana dopo la terza sanzione.

CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE. Il piano per la differenziata sarà oggetto di una specifica campagna di sensibilizzazione basata su tre momenti: coordinamento istituzionale sul territorio (attraverso polizia urbana, Camera di Commercio, sindacati, associazioni di categoria, commercianti, medici e parrocchie), coinvolgimento delle scuole (con progetti didattici rivolti ai più piccoli e concorsi a premio) e coinvolgimento della cittadinanza (con flash lessons, lezioni di pochi minuti su come fare la differenziata, in piazze, fiere, grandi condomini).

“È un piano molto ben fatto, che rende possibile quello che per anni è stato promesso, ma mai mantenuto, con un costo estremamente ridotto e che impatterà, in maniera virtuosa, anche sui costi che i cittadini sostengono per la Tarsu, riducendola in misura proporzionale al successo del piano”, ha commentato il sindaco Bobbio. “Sono convinto che porteremo la raccolta porta-a-porta al suo massimo livello di efficienza, soprattutto alla luce dell’importante novità della tracciabilità dei rifiuti. Ad ogni famiglia saranno date in dotazione etichette adesive con codici a barre da apporre sui sacchetti che saranno poi lette da un software sui camion della raccolta così da poter controllare chi fa la raccolta differenziata e premiare le famiglie più virtuose”.

“Un’altra importante novità”, ha continuato Bobbio, “è relativa alla estensione della premialità anche a coloro che fanno parte della 50 per cento della città che conferisce a cassonetto. In questo modo, non ci saranno disparità di trattamento tra chi fa il porta-a-porta e chi, invece, pur essendo residente nelle zone con la raccolta a cassonetto, deciderà di recarsi direttamente presso l’isola ecologica di Fondo d’Orto e, previa identificazione, depositare i rifiuti differenziati per accedere alla premialità”.

Quanto all’istituzione delle Guardie ambientali volontarie, il primo cittadino ha sottolineato che si tratta di una “struttura di controllo del territorio prevista da una legge regionale” che si differenzia dagli “osservatori volontari, già attivi in città, per la qualifica di pubblici ufficiali (ottenibile sulla base di specifici requisiti), dunque in possesso del potere di ispezione e di contestazione delle infrazioni. Ciò significa che avremo una struttura che affiancherà la polizia urbana e che garantirà un importante contributo nel controllare il territorio, cosicché chi non rispetta le regole in maniera volontaria e condivisa dovrà farlo per timore delle sanzioni”, ha concluso Bobbio.

Come non indignarsi

venerdì 18 novembre 2011

Appello per PIAZZA PULITA

Appello a Corrado Formigli - Piazza Pulita su LA7 - se condividete la lettera speditela al conduttore corrado.formigli@la7.it e fatela girare.


Caro Corrado Formigli,

un gruppo di associazioni e di singole personalità hanno deciso di presentare tre leggi di iniziativa popolare e hanno chiesto a Elio Veltri, presidente dell’Associazione Democrazia e Legalità http://www.legalitademocrazia.it/ di scrivere i testi, in considerazione della sua esperienza istituzionale. Le tre proposte riguardano:

1.Responsabilità giuridica, riforma dei partiti e taglio dei costi della politica;

2.Precariato, salario garantito e riduzione delle forme contrattuali;

3.Economia illegale( nera) e criminale, evasione fiscale e riciclaggio di denaro sporco.

Quest’ultima rappresenta un terzo della ricchezza prodotta dal paese e produce oltre 200 miliardi di evasione fiscale. Sull’economia illegale Veltri in passato si era confrontato con i professori Paolo Sylos Labini, Romano Prodi e Marco Vitale e ha fatto una ricerca nel 2010 con Giorgio Ruffolo e altri economisti, disponibile sul sito dell’associazione. Per scrivere le proposte di legge si è avvalso della consulenza di economisti, giuristi, giuslavoristi e magistrati. Nel frattempo si è costituito un Comitato Promotore al quale hanno aderito circa 130 tra associazioni e singole personalità.

Le chiedo di ospitare nella sua trasmissione una delegazione del Comitato per far conoscere l’iniziativa prima di avviare la raccolta delle firme. Quante più firme saranno raccolte tanto più avremo la speranza che il Parlamento discuta le tre proposte.

Il sito costituito apposta per informare i cittadini è il seguente:

http://www.nomos.name/ ( il popolo che propone le leggi).

Considerate le caratteristiche della sua trasmissione e la sua storia personale e professionale sono certo che sarà interessato al problema.

Grazie e cordiali saluti

I ricchi chiedono di pagare più tasse - non vi illudete non è l'Italia

La casta che taglia la casta


In Usa i ricchi vogliono pagare più tasse

Ben 138 milionari con una lettera indirizzata al presidente Obama chiedono "di aumentare le tasse sui redditi oltre il milione di dollari". Già in estate Warren Buffet aveva proposto al Congresso di varare nuove regole più stringenti sulle imposte

“Cari signor presidente, onorevole Harry Reid, onorevole John Boehner, vi scriviamo per chiedervi con urgenza di mettere il nostro paese davanti alla politica, per la salute fiscale della nostra nazione e per il benessere dei nostri concittadini vi chiediamo di aumentare le tasse sui redditi oltre il milione di dollari”. Comincia così la lettera firmata da 138 milionari statunitensi e inviata al presidente Barack Obama e agli speaker dei due rami del Congresso.

“Il nostro paese è di fronte a una scelta – prosegue la lettera – . Possiamo pagare i nostri debiti e costruire per il futuro, oppure possiamo schivare le nostre responsabilità finanziarie e azzoppare il potenziale della nostra nazione”. “Il nostro paese è stato buono con noi. Ci ha dato le fondamenta grazie a cui abbiamo potuto avere successo. Adesso vogliamo fare la nostra parte per rendere quelle fondamenta più solide in modo che altri possano avere il successo che abbiamo avuto noi. Per favore, fate la cosa giusta per il nostro paese. Aumentate le nostre tasse”.

Il gruppo, nominatosi Milionari Patriottici, tra ispirazione dalla iniziativa del multimilionario Warren Buffett che in estate, attraverso il New York Times aveva iniziato una campagna proprio per sostenere l’aumento di tasse per i più ricchi. E al suo nome rimanda la cosiddetta Buffett Rule, uno dei tasselli del piano finanziario di Obama per spingere l’economia statunitense oltre gli scogli della crisi. La Buffett Rule (Regola Buffett) prevede di estendere la pressione fiscale sui redditi oltre un milione di dollari per portarla, in proporzione, in linea con quella dei redditi della middle class. Buffett, che è stato consigliere di Obama durante la campagna presidenziale del 2008, ha più volte denunciato l’egoismo dei suoi concittadini più ricchi che approfittano largamente dei vantaggi fiscali di cui godono i guadagni sugli investimenti rispetto a quelli sui redditi. Vantaggi fiscali, peraltro, consolidati tanto durante l’era Reagan quanto nei tre mandati dei Bush, padre e figlio, e mai intaccati in modo sostanziale dalle due amministrazioni Clinton.

I Milionari Patriottici, però, non si fermano alla firma della lettera. Il loro sito raccoglie in pillole informazioni utili a sostenere la campagna per aumentare le tasse sui ricchi. Informazioni che sembrano uscite da Occupy Wall Street: solo 375 mila cittadini americani, si apprende, hanno un reddito superiore al milione di dollari. Tra il 1979 e il 2007, i redditi dell’1 per cento più ricco d’America sono cresciuti del 281 per cento. O ancora: nel 1963 il tasso di imposizione fiscale massima sui milionari era del 91 per cento, nel 1976 del 60 per cento, oggi del 35 per cento.

Se i tagli fiscali che, sottolinea il sito, non sono mai stati pensati come permanenti, venissero aboliti per il 2 per cento più ricco della popolazione statunitense, nel giro di dieci anni il deficit verrebbe ridotto di 700 miliardi di dollari. Allora, perché non viene fatto? La risposta dei Milionari Patriottici è semplice: “Il 44 per cento dei membri del Congresso è costituito da milionari”. Un pezzo della casta che difende la sua ricchezza, dunque. Ma anche una sapiente campagna mediatica per evitare che la rabbia della main street statunitense diventi puro e semplice odio contro i pochi ricchi che anche nella crisi sono riusciti ad aumentare la propria fortuna.
di Joseph Zarlingo

giovedì 17 novembre 2011

Rifiuti e tumori a Terzigno, il ricercatore: «C'è un legame»

TERZIGNO - 17/11/2011 - "La signora Rosa e il suo registro dei tumori? Ben venga la buona volontà dei cittadini per conoscere la verità". Sono le parole del dottore Alfredo Mazza, medico e ricercatore, "padre" nell´agosto del 2008 del "Triangolo della morte " dossier legato alla crisi rifiuti, esperto nel settore e da anni in prima linea su studi e ricerche nell´ambito. E´ lui a commentare l´emblematico impegno della signora Rosa Bianco, 67enne di Terzigno che da un anno censisce su un registro fai da te, tutte le persone malate di tumore . una ricerca partita nel suo quartiere dove solo 87 sono i malati tumorali, dieci quelli morti nel giro di tre mesi. Il tutto ad appena 400metri dalla Cava Ranieri. "Il registro fai da te della signora Rosa rappresenta la volontà di un cittadino di conoscere la verità, di sapere cosa c´è sotto quei terreni dove ergono le loro case. E´ vero - incalza Mazza - ha raccolto dati sensibili ma ci sono numerosi fattori da valutare: l´incidenza, il numero di casi in un arco di tempo, il tipo di tumore. Senza dubbio le probabilità di ammalarsi in un bacino territoriale che dista pochi metri da uno sversatoio sono elevate ma devono essere fatte indagini più approfondite e denunciare il tutto alle autorità competenti". "Le patologie tumorali che aumentano potrebbero essere correlate in futuro anche all'inalazione dei fumi tossici, visto che molta gente dopo inalato soffre di numerosi disturbi.Per svilupparsi - continua il dottore Mazza - un cancro c´è bisogno di predisposizione, ed esposizione per molto tempo a sostanze cancerogene. Certo che i numeri di mortalità e di incidenza di tumori maligni correlabili all'ambiente è in aumento.


Nelle zone Rosse, cioè Triangolo della Morte (Nola-Acerra-Marigliano) e Terra dei fuochi (Giugliano, Aversa, Afragola) ci si ammala e si muore di cancro più di altre zone, come non ultima Terzigno" Ma a tutto questo il dottore Mazza offre anche una sovrapposizione di variabili molto sospetta "in queste aree persistono: ecomafia, discariche tossiche e alta incidenza e mortalità di cancro: casualità? Molto ancora andrà fatto in senso di prevenzione sanitaria e ricerca scientifica. Comunque per quanto lunga e difficile sia la strada per andare verso la normalità e la legalità iniziamola subito a percorre se no sarà infinità". Non solo parole ma anche dati di fatto e soluzioni semplici "bisognerebbe applicare studi di settore nell'impatto ambientale di un'azienda e partire con un malus da pagare se non si raccolgono punti di una lecita filiera del rifiuto. Ma va fatto molto velocemente perchè con la crisi, si smaltiranno ancora di più i rifiuti industriali illecitamente. Le discariche devono restare di gestione militare. Sia quelle cittadine per rifiuti solidi urbani sia quelle industriali, oltre a discariche li chiamerei centri di riciclo e detossificazione del rifiuto". Due posizioni,: quella del prestigioso medico ricercatore supportata da dati sensibili e studi scientifici di rilievo nazionale, l´altra della signora Rosa che nella sua genuinità ha raccolto semplici informazioni. Ma entrambe tessono un unico filo conduttore quello di un territorio "oncologicamente devastato".
GIOVANNA SALVATI

Io speriamo che me la cavo

Ma soprattutto se la cavino i cittadini, lavoratori, pensionati , studenti, giovani spesso laureati in cerca di lavoro.....

Azione legale nei confronti della circumvesuviana

mercoledì 16 novembre 2011

Monitoraggio Ambientale della discarica di cava SARI

Come Rete dei Comitati vesuviani pubblichiamo la relazione tecnica conclusiva del monitoraggio effettuato dal dr. Michele Moscariello come perito per conto dei Comuni di Boscoreale e Terzigno.

Ninte di nuovo sotto la munnezza!

Dati incompleti, non dirimenti ma sopratutto per nulla in linea con le promesse di Prefettura e Protezione civile!
In tutto ciò abbiamo ulteriormente sollecitato la PdR di Nola a comunicare l'esito dei rilievi dei CTU di Firenze nominati dalla Procura ad effettuare, come terzi, il monitoraggio della matrice acqua nell'area Pozzelle di Terzigno.
Ecco dove scaricare tutta la relazione
http://www.altrestorie.org/Allegato%201.pdf
http://www.altrestorie.org/Allegato%202.pdf
http://www.altrestorie.org/Allegato%203.pdf
http://www.altrestorie.org/Allegato%204.pdf
http://www.altrestorie.org/Allegato%205.pdf
http://www.altrestorie.org/Allegato%206.pdf
http://www.altrestorie.org/Allegato%207.pdf
http://www.altrestorie.org/Relazione%20Conclusiva%20SARI.pdf

SE QUALCUNO AVEVA DEI DUBBI... ECCO COSA SONO LE DISCARICHE

Rifiuti, chiude la discarica di Chiaiano Ma vanno avanti le indagini della magistratura
Sulla decisione, presa dal Consiglio provinciale di Napoli, hanno pesato le inchieste sulle ditte che si sono aggiudicate l'appalto in collegamento con i clan di camorra e la relazione tecnica che ha confermato l'impianto accusatorio


La discarica di Chiaiano chiude. Lo ha deciso il Consiglio provinciale di Napoli, ad inizio settimana, con la soddisfazione dei comitati che si battevano contro la proroga dell’invaso. Sulla decisione hanno pesato di certo le inchieste della magistratura sulle ditte che si sono aggiudicate l’appalto in collegamento con i clan di camorra e, da ultimo, la relazione del professore Luigi Boeri, il perito che su richiesta del Gip Egle Pilla ha verificato l’impianto accusatorio della Procura (LEGGI). Dopo la chiusura, prevista per il 31 dicembre, bisognerà avviare la bonifica dell’area e la gestione post mortem dell’invaso. La magistratura continuerà le indagini per capire, tra le altre cose, il ruolo della commissione di collaudo e dare risposta alle intercettazioni, allegate all’indagine, che chiariscono come ben prima dell’aggiudicazione della gara, le ditte sapessero già la precisa collocazione dell’area da adibire a discarica.

La relazione del perito conferma l’impianto di accusa dei pm di Napoli Antonello Ardituro e Marco del Guadio, inchiesta curata dal Nucleo operativo ecologico (Noe), guidato dal maggiore Giovanni Caturano. L’ingegnere risponde agli otto quesiti posti dal gip: sotto esame finisce la realizzazione dell’invaso e i materiali utilizzati. Dati che preoccupano in ordine alla tenuta della discarica e alle possibile conseguenze per la salute e l’ambiente. Nelle conclusioni della relazione, un dossier di 881 pagine, si precisa che non è stato possibile accedere al fondo della discarica per condurre verifiche di natura tecnica. Una scelta che avrebbe potuto alterare l’equilibrio esistente.

Si entra nello specifico. Il materiale argilloso è risultato idoneo “qualora lo stesso – si legge nella relazione – fosse stato impiegato secondo le norme UNI di riferimento e le migliori regole dell’arte”. L’ approssimazione sembra caratterizzare la realizzazione del sito tanto che le sei gradonature (le pareti, ndr) analizzate risultano “ non realizzate a regola d’arte”. Di queste 4 sono già sotto sequestro. Anche i valori minimi di permeabilità per le barriere argillose poste sulle pareti sono stati ampiamente superati. “Tale condizione – si legge – conferma la presenza, nella generalità dei paramenti esaminati, di una barriera minerale posta in opera con evidenti difformità da quanto previsto dalla normativa di riferimento e, conseguentemente, dagli elaborati progettuali a base di gara”. Nella valutazione della qualità del materiale argilloso si evidenzia che “la presenza di elementi decimetrici e materiali estranei determinano vuoti nell’ammasso costituenti vie preferenziali per il passaggio di fluidi e, tra questi, anche del percolato”. Dalla relazione emerge approssimazione anche nella messa in opera della “geomembrana” che serve a impermeabilizzare il sito: “La principale criticità ha riguardato la presenza, sulla saldatura interna, non visibile, di tratti di geomembrana non saldati”. Un lavoro largamente insufficiente quello eseguito dalla Ibi idroimpianti anche per quanto riguarda il materassino bentonitico utilizzato che non è risultato in linea con il capitolato d’appalto. In generale il giudizio contenuto nella relazione è una bocciatura rispetto ai materiali e alla messa in opera del sito.

La relazione ha confermato, come evidenziato nell’inchiesta del Noe, la provenienza dell’argilla da cave salernitane, tra l’altro non autorizzate dalla Regione. Un passaggio viene dedicato alla commissione di collaudo, in merito alla mancata verifica della saldatura del telo ‘ limitandosi ad acquisire i verbali di prova, con esito positivo, certificati dalla Direzione Lavori e dalla IBI spa, emerge anche difformità tra i collaudi effettuati e i risultati della relazione rispetto all’analisi dell’argilla. Le eventuali responsabilità del direttore dei lavori così come della commissione di collaudo sono in corso di accertamento. Oltre ad una possibile copertura a valle, in sede di realizzazione della discarica, resta da capire chi in fase di assegnazione dell’appalto rassicurò gli uomini della Ibi e dalla Edilcar sull’esito della gara.

Prima dell’apertura delle buste, nel maggio 2008, Mario Carandente della ditta subappaltatrice Edilcar, intercettato dagli uomini del Noe, così tranquillizzava una familiare sulla destinazione e divisione della particelle: “ Allora qua evidentemente devono fare dei servizi, le baracche, gli uffici, la stradina, non viene messa l’immondizia”. Sapevano già della futura vittoria della gara, della precisa collocazione degli uffici e dell’area, invece, destinata alla discarica. Chiaiano chiude, ma restano aperte domande e misteri.

martedì 15 novembre 2011

IL FALLIMENTO AMBIENTALE DEL GOVERNO DI BERLUSCONI

Nella foto l'inaugurazione dell'inceneritore di Acerra

Pesante eredità del governo da poco dimesso su ambiente, territorio, energia. Proclami, sconfitte e illusioni. Il fallimento nasce molto prima della crisi finanziaria. Di Nunzio Ingiusto


"E il tempo, a poco a poco, li ha portati via con sè". Era il refrain di una canzocina di tanti anni fa. La ricordiamo a proposito di impegni non mantenuti, quando Silvio Berlusconi si è dimesso. Abbiamo ripensato alle sue dichiarazioni in tema di ambiente, energie rinnovabili, difesa del suolo. Sì, il tempo ha portato via tutto. E molto prima della crisi finanziaria. Ogni idea, ogni progetto uscito dal cappello durante la campagna elettorale è rimasto chiuso nei cassetti. L'Unione europea non ha mancato di far sentire la propria voce. Ci siamo presi sanzioni e multe. L'ambiente non è migliorato affatto. Città e aree metropolitane hanno avvertito uno sconsolante abbandono. Berlusconi ha messo in funzione l'inceneritore di Acerra, certo (foto). Ma quante illusioni! Ha usato Napoli sulla scena internazionale; ha stipato tonnellate di rifiuti in siti temporanei che non si riescono a liberare. Il Paese intero è arretrato in qualità ambientale come puntualmente dicono i rapporti di Legambiente.
La difesa del territorio non è mai entrata nell'agenda del governo. Il terremoto de l'Aquila - dopo le prime ore - ci ha fatto capire di quale pasta di impreparazione ed affarismo fossero fatti i servitori dello Stato delegati ai compiti. Grandi opere e soldi mai stanziati hanno avuto la stupefacente conseguenza di far marciare contro il governo imprenditori, lavoratori e sindaci. Esclusi, s'intende, quelli che hanno propiziato gli sciagurati condoni. Per rispetto verso le vittime innocenti, non aggiungiamo nella lista Genova e gli altri disastri. Infine l'energia. A quelle rinnovabili, che erano nel programma elettorale, in due anni ha tolto ogni agevolazione economica. Sul nucleare Berlusconi ed i suoi Ministri hanno subito la pesantissima batosta del referendum. Sono andati all'aria contratti con Società estere incautamente firmati e un po' della credibilità di qualche nostro illustre scienziato.
L'Italia continua ad importare oltre l'80 % del proprio fabbisogno energetico e la bolletta è tra le più salate d'Europa. Concludendo non siamo messi bene anche in questi campi, gli stessi che hanno permesso alla Germania di accumulare risorse economiche che ci mette a disposizione per non andare in default.
Autore: Nunzio Ingiusto

Boscoreale - Osservatorio comunale "Verso rifiuti Zero"

lunedì 14 novembre 2011

Monti rifiuti la mancia

Non ho votato per la legge mancia perchè trovo delirante che, in una fase così drammatica, si possa anche solo pensare di approvare una legge che consentirà a ciascun parlamentare di destinare una cifra pari a 150 mila euro per interventi da eseguire nel suo collegio elettorale.

Chi pensa e approva simili porcherie è il vero leader dell’antipolica, perchè queste sono le azioni che alimentano legittimi risentimenti, suscitano un fastidio generalizzato verso tutto e tutti.

Altro che vietare i cortei agli indignati e ai draghi per le vie di Roma, bisognerebbe invece vietare a questi scippatori di “mance” di fare i loro coretti dentro le aule del Parlamento.

Restiamo in attesa di sapere e di vedere se e come Mario Monti applicherà L'articolo 92 della Costituzione e come e con chi darà vita al nuovo governo. Nell’attesa ci permettiamo di chiedere al professore di annunciare da subito che questa legge sarà abrogata e che tutti i soldi che sarebbero stati distribuiti a pioggia saranno invece utilizzati per assumere qualche geologo in più e per mettere in sicurezza i tanti argini a rischio, per aumentare il fondo destinato alle zone danneggiate dalle alluvioni e dalla malapolitica.

E il dopo SARI ???

Al Signor Sindaco/ Commissario Straordinario Comune di:
Boscoreale,
Boscotrecase,
Cercola,
Ercolano,
Massa di Somma,
Ottaviano,
Pollena Trocchia,
Pompei,
Portici
San Giorgio a Cremano,
San Giuseppe Vesuviano,
San Sebastiano al Vesuvio,
Sant'Anastasia,
Somma Vesuviana,
Striano,
Terzigno,
Torre Annunziata,
Torre del Greco,
Trecase.

Al Presidente della Comunità del Parco del Vesuvio
Spett.le A.S.I.A. Napoli
Spett.le S.A.P.Na
Provincia di Napoli
pc Al Presidente del Parco nazionale del Vesuvio


Oggetto: Richiesta incontro urgente.

La Rete dei Comitati vesuviani,

accertato e verificato che attualmente la discarica cava SARI ha raggiunto la capienza prevista dalla normativa vigente e acclarata l’imminente e doverosa chiusura della stessa

fa appello

alle Istituzioni in oggetto affinchè si convochi con urgenza un incontro per fare il punto sullo stato attuale del protocollo d’intesa, firmato con Provincia e Regione circa lo stato di realizzazione dell’impiantistica in carico ai comuni dell’area rossa e per discutere, nelle more della tempistica di attuazione di detto programma, di possibili soluzioni alternative che scongiurino il pericolo di aperture di altre discariche nell’area vesuviana.

Lo sforzo messo in campo dai cittadini nello stimolare le istituzioni a operare scelte virtuose, merita un confronto urgente, franco e leale al fine di scongiurare il ritorno a situazioni di inquinamento e di degrado, che porterebbero di fatto ad una nuova stagione di proteste e di scontri.

Sulla scorta di notizie che ipotizzano aumenti illegali e in contrasto con la normativa vigente della quantità di rifiuti attualmente stoccata in cava SARI, in attesa delle determinazioni della Magistratura inquirente sulle reiterate denunce formulate circa l’inquinamento delle falde dell’area vesuviana e sul rischio per la salute che corrono i cittadini vesuviani a causa dell’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria dovuto alle discariche vecchie e nuove e mai monitorato a norma di legge (come si evince chiaramente da relazioni tecniche di parte commissionate dai Comuni di Boscoreale, Terzigno, Boscotrecase e Trecase e di cui si allega copia), si chiede ai destinatari in indirizzo un’assunzione di responsabilità per mettere, da subito in campo, un piano alternativo che scongiuri l’apertura di altre discariche e prospetti, da subito, un programma di bonifica possibile e fattibile, prioritariamente verso i siti di maggiore e accertato inquinamento del territorio vesuviano.

Dopo tanta sofferenza e tanto impegno dei cittadini verso una RD efficace, ma gravata da costi sempre crescenti e non più sostenibili, non sono più tollerabili ritardi o ancor peggio disimpegni dei responsabili istituzionali. preposti alla tutela della salute umana e a salvaguardia delle caratteristiche di biodiversità del territorio, affidato in gestione, ma non in uso assoluto, agli organi comunali e provinciali.

Errori di gestione nella salvaguardia della bellezza naturale vesuviana che l’hanno di fatto eliminata dal novero delle 14 meraviglie del mondo.

L’impegno di tutti , da qui in avanti, dovrà servire ad evitare ulteriori danni perché in gioco, oltre alla credibilità delle Istituzioni tutte e alla preziosa collaborazione della cittadinanza attiva, c’è il futuro del nostro territorio, la sua salvaguardia e il suo rilancio.
In attesa di un pronto riscontro

si porgono distinti saluti.
lì 11/11/11 Rete dei Comitati vesuviani

Il punto sul "progetto Vesuvio"


venerdì 11 novembre 2011

SPRECHI CON LE STELLETTE

La macchina militare italiana ingoia ogni anno 27 miliardi di euro: quattro volte il fondo ordinario delle università. Ma alle spalle dei dodicimila soldati d'eccellenza che dall'Afghanistan al Libano garantiscono missioni di alto livello c'è un elefantiaco apparato di 190mila addetti che non collima nè con le esigenze strategiche nè con le logiche di bilancio. Siamo andati a vedere come e perchè

di ENRICO BELLAVIA, EMANUELE LAURIA
Forze armate a due velocità eroi in missione, spreconi in patria
Il ministero guidato da Ignazio La Russa, dieci anni dopo il varo del nuovo modello di Difesa, ha in dotazione una ventina di miliardi l'anno per le esigenze di esercito, marina, aeronautica e carabinieri. Ma il totale sale a 27 miliardi con i fondi legati alle missioni di peace keeping e alla produzione di armi. Sono davvero tutti soldi necessari o resistono anche in tempo di tagli aree dove la spesa potrebbe facilmente essere razionalizzata?
 

Ogni minuto che passa lo Stato brucia 50mila euro in spese militari. Tre milioni l’ora, settantatré al giorno. L’orologio della Difesa non conosce soste, ignora gli allarmi della crisi, scandisce i tempi di un flusso finanziario continuo. Quello necessario a garantire un esercito di professionisti, gli armamenti, le missioni all’estero. E ad assicurare un ventaglio sempre più ampio di funzioni più o meno tradizionali: dalla vigilanza sulle discariche alle iniziative promozionali come feste e parate. Sono le cifre di un apparato di sicurezza interno e internazionale di cui il governo può menar vanto, ma sono anche i numeri di un gigantesco business che alimenta sprechi e sperperi. Tagliato il traguardo dei due lustri della leva volontaria, il nuovo modello di Difesa varato nel 2000 mostra tutte le sue crepe. Additate, allo stesso modo, da pacifisti e osservatori militari accreditati. Il totale delle spese per le forze armate e l’industria bellica, nel 2010, si è attestato sui 27 miliardi di euro. In questo comparto, per intenderci, lo Stato garantisce finanziamenti quattro volte superiori a quelli del fondo ordinario delle università. O, messa in un altro modo, appronta risorse più di tre volte superiori a quelle che conta di ricavare dai tagli previsti per scuola e servizi. Come si arriva a questa cifra che fa a pugni con i propositi rigoristi dell’esecutivo?

La ragnatela della spesa. Ventisette miliardi è la somma indicata dal rapporto annuale del Sipri, un istituto internazionale indipendente che ha sede a Stoccolma. E’ un conto economico in crescita rispetto all’anno precedente, che tiene conto di una pluralità di voci che fanno lievitare il totale a una quota quasi doppia rispetto a quella, ufficiale, che compare nel bilancio della Difesa: il ministero guidato da Ignazio La Russa ha infatti una dotazione di 14,5 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti i 5,7 miliardi della funzione sicurezza garantita dai carabinieri e gli 1,5 miliardi delle missioni all’estero rifinanziate di sei mesi in sei mesi. Disseminate poi in mille altri capitoli ci sono le voci riconducibili alle spese militari ma che rientrano negli investimenti per la produzioni di armi, mezzi e sofisticati congegni tecnologici a scopi bellici. Il solo ministero dello Sviluppo economico ha una quota di 3,5 miliardi per questa finalità, ma nel settore della ricerca risorse ci sono fondi destinati a fini collaterali anche nei capitoli del Miur. Allora, la domanda è: in che modo vengono utilizzati i fondi?
Comandanti e comandati. L’Italia è l’ottavo paese al mondo per spese militari, addirittura il quinto se si analizzano le uscite pro-capite, cioè divise per il numero di abitanti. Eppure il nostro Paese non è né la quinta né l’ottava potenza internazionale. Un dato di partenza su cui si interrogano in molti. Anche perché lo Stato italiano, pur destinando solo lo 0,9 per cento del suo Pil alla difesa, ha un contingente militare che per dimensioni è secondo in Europa solo alla Francia. In realtà, le nostre forze armate presenti nei teatri dei conflitti, protagoniste dall’Aghanistan al Libano di missioni apprezzate a livello internazionale, non superano le 12mila unità. Ma alle spalle di queste avanguardie d’eccellenza, c’è un apparato elefantiaco che conta 190mila persone. Ed è la distribuzione di questo personale a suscitare qualche interrogativo. A partire dalla cifra dei graduati: 98mila fra ufficiali e sottufficiali. In pratica, come rivelano Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca ne Il caro armato (edizioni Altra economia, 13 euro), oggi fra esercito, marina e aeronautica i comandanti sono più dei comandati. In Italia abbiamo seicento fra generali e ammiragli: gli Stati Uniti, che pure vantano un apparato militare da un milione 400mila uomini, hanno appena 900 figure di questo tipo. Quanto risponde questa struttura a esigenze strategiche e logiche di bilancio?

Ecco il movimento civico “Cittadini per il Parco”

11 novembre 2011 IGV News
Cittadini per il Parco è un movimento civico costituito da associazioni, imprenditori, professionisti, privati cittadini, che ha per obiettivo la piena e compiuta realizzazione delle finalità istituzionali dell’ente Parco nazionale del Vesuvi, dalla conservazione dell’ambiente naturale e delle specie vegetali e animali in esso presenti alla promozione di uno sviluppo economico e sociale compatibile con le esigenza di tutela dell’area protetta e rispettoso della legalità.


Per raggiungere i suoi obiettivi il Movimento ritiene che, considerate le pesanti riduzioni di uomini e mezzi cui sono stati soggetti i Parchi in questi ultimi anni ed in particolare le aeree protette del mezzogiorno; le contraddizioni e le incertezze sul progetto di conservazione e valorizzazione dei Parchi nazionali (l’apertura di una discarica in un Parco ne è la riprova); la involuzione e l’arretramento della capacità di governo dell’ente Parco Nazionale del Vesuvio, in parte riconducibili all’assenza ovvero alla incompletezza degli stessi organi di governo dell’ente (direttore, consiglio direttivo); sia necessario agire sia sul piano della mobilitazione sociale, per determinare un risveglio di attenzione e interesse nella cittadinanza e nei diversi soggetti sociali per le ragioni fondanti l’esistenza stessa del Parco Vesuvio, sia, contestualmente, su quello della sensibilizzazione degli organismi politici e istituzionali competenti, dal Ministero dell’Ambiente allo stesso ente Parco, con particolare riferimento alle amministrazioni comunali facenti parte della Comunità del Parco, perché rinnovino il loro impegno, con convinzione e lungimiranza, a favore di un potenziamento e una riorganizzazione dell’ente, in modo da renderlo capace di svolgere con efficacia una funzione di coordinamento, di fund raising e di progettazione, sia delle politiche di tutela che di quelle di sviluppo nell’area Parco.

Dobbiamo amaramente constatare che il rapporto tra gli enti locali e l’ente Parco negli ultimi anni è degenerato in un mero rapporto di redistribuzione di occasionali fonti di finanziamento.

Noi riteniamo invece che l’ente Parco debba essere considerato e riorganizzato come il luogo istituzionale in cui si programma e si pianifica lo sviluppo socio –economico di tutti i comuni del Parco, indipendentemente dal colore politico delle singole amministrazioni, come il luogo istituzionale in cui si fa fronte comune per la difesa e la tutela del territorio, coordinando le risorse umane disponibili (corpo forestale, CTA, polizie locali) e le strategie. Un luogo di confronto, messa in comune di risorse e competenze, e di progettazione. Il Parco, pertanto, deve essere dotato di tutte le competenze e risorse umane necessarie per svolgere le sue funzioni.

Parallelamente “cittadini per il Parco” ritiene indispensabile l’attivazione delle consulte, come già previsto dallo statuto dell’ente, per dare piena attuazione al principio democratico e giuridico della partecipazione popolare ai processi decisionali e per consentire ai cittadini e alle loro associazioni, come pure agli operatori economici, di interagire positivamente e costruttivamente con l’ente Parco per un miglior governo del territorio, attraverso un confronto, non sporadico e non occasionale, su tutte le tematiche di interesse pubblico rilevante.

Per garantire tutela e sviluppo dell’area Parco, il Movimento ritiene inoltre di dover favorire una riflessione strategica tra cittadinanza attiva, intellettuali e decisori politici, sulla necessità di allargare il campo delle politiche di intervento alle aree limitrofe e contigue al Parco e quindi alla fascia costiera e alla fascia “pedemontana” a nord del vulcano.

La incessante pressione antropica che storicamente da valle muove verso monte, va infatti regolata a valle, con interventi di decongestionamento dei centri storici, de-localizzando e incanalando le nuove attività produttive in aree esterne al PNV, creando, viceversa, collegamenti virtuosi tra il patrimonio culturale e artistico di cui sono ricchi i centri storici e il patrimonio naturalistico e agricolo dell’area Parco al fine di una reciproca valorizzazione.

Al fine di perseguire i suoi obiettivi il Movimento organizza e promuove incontri, dibattiti, manifestazioni pubbliche, campagne di opinione, iniziative di animazione territoriale e sociale e promuove incontri con tutti gli enti e le istituzioni competenti e i loro rappresentanti.

Il nostro impegno, che immaginiamo non di breve durata, sarà quello di coltivare la speranza di un cambiamento. Se saremo buoni agricoltori raccoglieremo frutti. Quello che non faremo è assistere passivamente al declino della nostra terra.

La rassegnazione non ci appartiene.

giovedì 10 novembre 2011

Rifiuti, sprecati oltre 60 milioni da Comuni, aziende e consorzi

La Corte dei conti chiede i rimborsi
di Daniela De Crescenzo


Rifiuti: sessanta milioni sono stati sprecati negli ultimi anni da sindaci, presidenti dei consorzi, amministratori di società miste. Ora la corte dei conti chiede il rimborso agli amministratori che sono già stati condannati a pagare più di 15 milioni.

Ci sono giudizi aperti per un totale di 32 milioni mentre a 25 milioni ammonta il danno erariale per il quale è stata avviata la citazione in giudizio. Centocinquanta i Comuni coinvolti. Una montagna di soldi che potrebbe ritornare nelle casse dello Stato. Dati scioccanti, quelli presentati dal capo della procura regionale della corte dei conti Tommaso Cottone alla commissione ecomafie che lo ha ascoltato nel corso dell’ultima missione in Campania.
Il primo capitolo della relazione riguarda la raccolta differenziata. La corte dei conti ha calcolato i mancati introiti per il conferimento dei materiali differenziati in 7 milioni e messo per il comune di Giugliano, 2 milioni e 800 mila euro per Napoli, 2 milioni e 700 mila euro per Torre del Greco, un milione e mezzo per Castellammare, 2 milioni e 300 mila euro per Afragola, 1 milione e 700 mila euro per Casoria, 1 milione e mezzo per Pozzuoli, mezzo milione per Sant’Anastasia e quasi un milione per Somma Vesuviana.
Per tutti le citazioni in giudizio sono già state depositate. La parte del leone in questo campo la fanno le cosiddette società pubbliche, quelle che hanno gli enti locali nella compagine societaria: si sarebbero mosse spesso al di fuori di ogni rispetto delle procedure di evidenza pubblica.
Molte sono già state liquidate lasciando macerie sul campo: debiti, contabilità poco chiare, procedure fallimentari aperte. Già condannari i Comuni di Casoria e Afragola. Per Casoria in prima istanza un sindaco e due commissari prefettizi sono stati condannati a pagare un totale di quasi un milione e duecentomila euro. Per Afragola la condanna ammonta a un milione e mezzo. In questo caso è chiamata al risarcimento anche la società pubblica Geoeco. Un altro dato rilevante: l’emergenza non è stata ritenuta scusante sufficiente per non realizzare la differenziata. Il danno è stato calcolato sommando il mancato guadagno che doveva venire dal conferimento dei materiali differenziati alla cifra spesa per mandare la spazzatura agli impianti di tritovagliatura.
Ingenti anche i danni chiesti al Comune di Napoli sul quale pende un giudizio per non aver aver fatto lavorare fino al 2007 i dipendenti del consorzio di bacino 5. Cifra richiesta: 28 milioni. Per lo stesso motivo il consorzio di bacino Napoli 2, è stato citato per qusi 4 milioni.
Già condannati anche i Comuni di Alvignano (70 mila euro), Marcianise (405 mila euro) e Caserta (8 milioni). Dovranno pagare anche le comunità montane del Fortore e dell’Alto Tammaro (225 mila euro per la mancata individuazione del sito per la realizzazione di un impianto cdr) e il consorzio di bacino Salerno 3 (il sub commissario all’emergenza rifiuti è stato condannato a versare 250 mila euro per lo stesso motivo) mentre il commissariato per l’emergenza rifiuti è stato giudicato per gli sprechi (3 milioni e 200 mila euro) accumulati nella costituzione della società mista Protezione ambiente e natura. Si indaga anche sulla risoluzione del contratto tra Impregilo e il commissariato di governo. Senza dimenticare che l’azienda che ha costruito i Cdr e il termovalorizzatore di Acerra (e che è indagata dalla magistratura penale) ha chiesto al commissario liquidatore per l’emergenza rifiuti più di tre miliardi

Benigni commenta le dimissioni di Berlusconi al Parlamento Europeo, parla dell'Italia, del risorgimento, legge la divina commedia "Facciamolo ministro della cultura"



Facciamolo ministro della cultura

Questioni già trattate - ma ci ritorniamo

Da Circumvesuvianando riceviamo e voletieri pubblichiamo

                                                                                    Egregi PRESIDENTE SARKOZY
                                                                                    gent.   PRESIDENTE MERKEL
                                                                                              Capi di Stato Europei tutti
Egregi capi di Stato, durante i recenti incontri che avete avuto con il nostro sig Berlusconi abbiamo potuto notare il vostro atteggiamento verso costui che purtroppo metteva in ridicolo anche tutto il popolo italiano.

Pertanto, per consentirvi di richiedere al signor Berlusconi, una effettiva politica economica che non colpisca i diritti acquisiti dei cittadini, come le pensioni, ma elimini i veri sprechi che vengono soprattutto dalla classe politica, Vi informiamo dei costi che i personaggi politici comportano al popolo italiano.

Fidiamo che Voi possiate effettivamente contestare al signor Berlusconi questi costi e richiederne il ridimensionamento, quando troppo costosi, o la eliminazione, quando inutili e dannosi.

Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio. A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks.

Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.

Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche.

Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai

problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.

Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno

chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.

Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati scoperti. "Abbiamo chiesto - dice la Bernardini - quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio

balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare". Perché queste informazioni restano riservate, non

accessibili?

Cosa c'è da nascondere?

Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda

non può comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste".

Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo - spiega la deputata Rita Bernardini - che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini italiani.

Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un'assicurazione privata. Non si capisce perché questa 'mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola

gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi - aggiunge - basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all'anno".

Mentre a noi tagliano sull'assistenza sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano anche massaggi e chirurgie plastiche private - è il commento del presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini - e sempre nel massimo silenzio di tutti.

...E NON FINISCE QUI...
 
Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.


Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE

E finita? ... Ma nemmeno per sogno....

TELEFONO CELLULARE CON SPESE IPERBOLICHE E SENZA ALCUN CONTEGNO gratis
TESSERA DEL CINEMA QUANTE NE VOGLIONO gratis
TESSERA TEATRO QUANTE NE VOGLIONO gratis
TESSERA AUTOBUS – METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FERROVIE DELLO STATO gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubblico impiego !!! )

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

p.s. nel computo non sono stati elencati noti esempi di superstipendio che alcuni personaggi specie nelle regioni a statuto autonomo di sono elargiti da soli, e verso i quali lo stato non muove un dito.

in altre parole stiamo parlando di un ordine di grandezza di circa 20.000 € al mese!!!!!!

IN CONCLUSIONE EGREGI CAPI DI STATO CI ASPETTIAMO CHE NEI PROSSIMI INCONTRI NON RIDIATE ULTERIORMENTE DEGLI ITALIANI MA CHIEDIATE RENDICONTO DI QUESTE SPESE AL SIGNOR BERLUSCONI O CHIUNQUE ALTRO CHE VI FARA’ VISITA IN NOSTRO NOME, NE RICHIEDIATE LA ELIMINAZIONE O IL RIDIMENSIONAMENTO MONITORANDO E VERIFICANDONE I RISULTATI IN QUANTO SICURAMENTE CERCHERANNO DI CONTINUARE A DEPREDARE IL POPOLO “SOTTO QUALSIASI COLORE POLITICO”

Non sanno quello che fanno

Le Iene intervistano i politici: cos'è lo spread? E loro non lo sanno! E voi invece lo sapete?
Il servizio delle iene del 9 novembre sulle interrogazioni ai politici come al solito lascia stupefatti. Le risposte alla domanda: "cos'è lo spread?" sono un misto tra drammatico e surreale.

Voi lo sapete cos'è lo sprad? In realtà ora è questo:“L'Italia è una repubblica fondata sullo spread. La sovranità appartiene ai mercati che la esercitano nelle forme e nei limiti del FMI!”

Non credete che sia davvero ridicolo essere rappresentati da questa classe politica?

La iena Sabrina Nobile è andata a intervistare i politici per vedere se conosono il significato di termini come deficit, debito pubblico e soprattutto spread... che poi sono gli stessi termini usati dagli stessi politici durante tutte le interviste e ospitate in TV!

Quelli che hanno risposto in modo corretto, ovviamente, si contano sulle dita di una mano.
Tra le risposte più sorprendenti che le Iene hanno raccolto c'è quella di Cera (UDC) che dice che lo spread «è la differenza tra quello che si produce e quello che uno realmente spende »,mentre Pepe (Udeur) si limita a dire «costa tutto di più…».
Cristina Pes del Pd si mostra coraggiosa nel dire:«Se parliamo di spread, parliamo in termini economici di qualcosa che praticamente interessa l’economia ma io non sto in commissione Finanze, né sto in commissione del bilancio».
Lorenzo Ria (Udc), invece è davvero mitico: «Lo spread? Lo sa lei che cos’è… Lo sa molto bene perché tutti i telegiornali lo spiegano».
Vi meravigliate ancora del fatto che l'Italia sia al collasso? Io di sicuro non saprei fare una conferenza sullo spraed ma ho provato a capire, data la situazione, quello che stava accadendo cercando di documentarmi.
Il mio lavoro però lo so fare: perchè i politici non sanno fare il loro?
Ma cosa devono dire di noi all'estero se non riderci alle spalle?
Spread in inglese vuol dire "apertura", "scarto". È il differenziale di rendimento tra un’obbligazione e un’altra di riferimento.
Nei mercati lo spread indica lo scarto tra il Bund tedesco - l’emissione più solida d’Europa - e i titoli di stato di paesi con maggiori probabilità di insolvenza. Lo spread Bund BTP è un indice di rischio del debito italiano. Magari non sa bene come è composto ma ha capito che più è alto è peggio è per l’Italia... oggi è a 507 bp.
Ad ottobre lo scarto tra il Btp italiano a dieci anni e il Bund tedesco con simili caratteristiche s’è aperto da 200 a quasi 400 punti base. Significa che la Germania può indebitarsi a un tasso di circa il 2,5% l’anno, mentre l’Italia deve pagare agli investitori anche oltre 6%, per il sovrapprezzo dato dallo spread.
Altre risposte dei politici davvero "creative" sono state quella della Concia del Pd non fa distinzione tra deficit e debito pubblico, «sono più o meno la stessa cosa», e quella di Briguglio (Fli) per cui il debito pubblico è «incalcolabile: viene da lontanissimo».

Ma nelle interviste si chiedeva anche: “A quanto ammonta il debito pubblico italiano?” Risposta: “E’ un importo incalcolabile che viene da lontano” , o ancora: “sono circa 150 miliardi...???
Alla domanda: cos’è S&P? Risposta: “L’inglese non lo parlo ma lo capisco, però questa cosa non te la so spiegare perché parlo italiano”
E infine: “ qual è il rapporto tra debito e deficit?” . Risposta: “Se uno stato ha un grosso debito, ha anche un grosso deficit”

Ora, secondo voi, un investitore straniero come fa a fidarsi della classe politica italiana ?

mercoledì 9 novembre 2011

“Devi andartene”, la nuova canzone di Paola Turci dedicata a B.

“Ora basta, devi andartene/ più lontano che puoi”. Ecco la nuova canzone di Paola Turci con le parole di Marcello Murru. Si intitola Devi andartene. L’album (Le storie degli altri) uscirà a fine gennaio, ma il brano è presentato oggi in anteprima sul sito del Fatto Quotidiano


martedì 8 novembre 2011

Boomerang di Berlusconi


29 febbraio 2008. Il leader del Popolo della Liberta' Berlusconi accenna al gesto dell'ombrello durante la presentazione del programma di governo del suo partito.

Qualcuno si sarà pur accorto che quel gesto era dedicato a noi italiani.
AUGURI.........

lunedì 7 novembre 2011