martedì 22 maggio 2012

Lo Stato non risarcirà il terremoto


Il danno e la beffa. Non c’è luogo comune più abusato, ma stamattina, quando il terremoto ha scosso il Nord, non poteva non venire in mente che solo un paio di settimane fa, con un decreto, il governo ha chiuso con i risarcimenti ai cittadini colpiti dalle calamità naturali, aprendo la strada alle assicurazioni private. L’iper liberista Monti, dopo aver ripristinato la possibilità di rispolverare la “tassa sulle disgrazie”, attraverso l’aumento dell’accise della benzina, con beffarda lungimiranza ha polverizzato la speranza di chi rimane vittima di alluvioni, terremoti e altri disastri naturali: niente soldi, non ce ne sono. Il Tesoro ha le casse vuote, è stato spiegato al momento, quindi che gli italiani si arrangino. Anche nei momenti più difficili – questo il messaggio, inutile dare letture diverse – non contate più sullo Stato.
Già, lo Stato. Questa entità che si sente il bisogno di evocare quando una bomba uccide una ragazzina a Brindisi – e chissà poi se è veramente la criminalità organizzata oppure il gesto di un folle – o quando la retorica inonda la celebrazione dei morti ammazzati dalla mafia o da un destino carogna, come gli operai del turno di notte della fabbrica di Sant’Agostino, caduti sul lavoro sotto le macerie come tanti, sempre troppi ogni giorno. E’ uno Stato che latita, la cui immagine plastica di queste ore è quella di Mario Monti, in pulloverino azzuro polvere (ovviamente di cachemire), che da oltre Oceano parla come un automa di “rigore e vicinanza alle famiglie delle vittime”, ma non sembra sfiorato dal pensiero di fare dietrofront, invece di restare a far passerella (anche personale) ad unG8 inutile come tutti quelli di sempre.
Ed è uno Stato che trova il verso d’indignarsi, certo, attraverso la faccia feroce del suo più alto rappresentante, ma solo perché c’è un Grillo che sta attentando alla sopravvivenza del corrotto sistema partitocratico. Che non c’entra nulla con la politica, sia chiaro, ma fa tanto comodo far credere che sia così. “Lo Stato, lo Stato…”, cantilenava amara, scuotendo la testa, dal pulpito di una chiesa stracolma di grandi papaveri delle Istituzioni Rosaria Costa, la vedova dell’agente di scorta di Giovanni Falcone, Vito Schifani, davanti alla bara del marito.
Son passati vent’anni e questo Paese è ancora inchiodato lì, vittima di pazzi, di mafia o di anarchici, ostaggio di una politica immonda e di una crisi che prima di essere economica è di identità, di struttura, di principi comuni. E che adesso – proprio adesso – dovrà anche guardare in faccia le vittime di questo ennesimo terremoto e spiegargli che siccome dobbiamo restare in Europa, per loro di Stato non potrà fare nulla; a Ferrara e dintorni non arriverà una lira. Lo stato di calamità non sarà più qualcosa che si dichiara con leggerezza. Come non vedranno un soldo i genitori di Melissa o le altre ragazze di Brindisi la cui bellezza resterà sfigurata per sempre. Gli italiani vittime di qualunque nemico saranno chiamati ad arrangiarsi ancora. L’hanno sempre fatto, in questo Paese logoro e sudato di pazienza antica. Infinita no, però. 


venerdì 18 maggio 2012

Sabato 19 maggio: Conferenza stampa della rete dei Comitati vesuviani


CHIUSURA DELLA DISCARICA, ATTO DOVUTO
Finalmente si è arrivati alla chiusura della discarica aperta da maggio 2009. L’abbiamo chiesto sempre e, per noi, è stato un atto dovuto e necessario.
Per questo NON FESTEGGEREMO
Consideriamo la chiusura della discarica la fine di un incubo e di una fase della storia. Ora ne comincia un’altra. Ora bisognerà essere attenti ai modi e alle tecniche della chiusura dell’ invaso; alla captazione del biogas (la puzza) che continuerà ad uscire per anni; agli interventi di bonifica dei suoli e delle acque (se mai sarà possibile); ai soldi dei “ristori” promessi e arrivati, a come saranno utilizzati dai Comuni; alla realizzazione di quell’ accordo di programma, firmato dai sindaci della “zona rossa” per costruire gli impianti di trasformazione dei rifiuti; alla sorveglianza sulla salute degli abitanti della zona da oggi ai prossimi anni. Ora si apre la fase in cui si vedrà se i nostri amministratori hanno compreso la lezione, se sapranno affrontare in modo adeguato la questione dei rifiuti e trasformarli una volta per tutte da “problema” a risorsa. Pertanto la Rete dei Comitati vesuviani indice per Sabato 19 maggio alle ore 11,00 c/o la Sala Caffè del Bar del Giudice in piazza Pace a Boscoreale una Conferenza stampa per comunicare iniziative e proposte a sostegno di quanto esposto.
Rete dei Comitati vesuviani

martedì 15 maggio 2012

Sabato notte ultimi sversamenti nella discarica del Vesuvio. Per 18 Comuni della zona rossa torna l'emergenza rifiuti


La discarica Sari chiuderà il 19 maggio. L’ora «ics» scatterà alla mezzanotte di sabato, quando la pattumiera nel cuore del Vesuvio avrà ingoiato l’ultimo sacchetto di immondizia delle 740mila tonnellate previste dal governo Berlusconi nei giorni della seconda emergenza in Campania.
La Sapna, azienda che gestisce l’invaso al confine tra Terzigno e Boscoreale, a quel punto metterà il catenaccio ai cancelli e la Regione Campania ordinerà ai 18 sindaci della zona rossa (gli unici autorizzati a sversare nel Parco) di non inviare più camion nella Sari dopo due anni di tensioni e proteste.
E’ la prima vittoria dei comitati e delle mamme vulcaniche, che adesso chiedono i fondi per la bonifica, ma è anche la notizia che riapre in maniera preoccupante l’emergenza.
Sostanzialmente, infatti, non esistono alternative per i rifiuti delle 18 città della zona rossa.
Una cosa è certa: la Sari non sarà ampliata, e non sarà riaperta, così come è stato previsto durante l’ultimo incontro tra 4 sindaci del comprensorio vesuviano e l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano. Negli accordi, rientra anche la messa in sicurezza della cava, la bonifica e la captazione del biogas. Resta in sospeso, almeno per ora, l’istituzione dell’atteso registro dei tumori.


15/05/2012PASQUALE MALVONE

lunedì 14 maggio 2012

Scandalo assicurazioni, al Sud meno incidenti ma polizze più care


I risultati dell'indagine condotta da SuperMoney sui dati negli ultimi cinque anni
I cittadini del Sud, alla guida, sono più virtuosi dei guidatori del Nord, eppure continuano a pagare tariffe Rc Auto ben più salate. Lo rivela un'indagine condotta da SuperMoney, portale per il confronto dei preventivi delle assicurazioni auto, che dimostra come negli ultimi 5 anni i guidatori residenti al Sud hanno fatto meno incidenti di quelli del Nord e Centro ma continuano a sostenere costi assicurativi ben più onerosi. Al Sud il prezzo medio di una polizza per chi non ha fatto alcun incidente negli ultimi 5 anni è di 1.456 euro all'anno, al Centro si scende a 1.119 euro e al Nord si arriva a 'soli' 920 euro. Una discrepanza evidente, nonostante i guidatori del Sud abbiano negli ultimi 5 anni fatto meno incidenti. Secondo lo studio condotto da SuperMoney, tra i guidatori residenti al Sud soltanto l'11% ha fatto un incidente per colpa negli ultimi 5 anni, al Nord questa percentuale è pari al 12,7%, mentre al Centro sale al 15,1%. Da questi dati - afferma lo studio - emerge "come gli automobilisti meridionali siano i meno indisciplinati d'Italia: ciononostante, il prezzo medio di una polizza, nelle regioni del Sud, arriva a essere fino a tre volte superiore rispetto al prezzo assicurativo sostenuto dai cittadini del Nord". Dall'indagine emerge poi un altro aspetto non congruente. Se é vero che le tariffe Rc Auto, al Sud, sono più elevate in partenza, in caso di sinistro queste - pur restando ampiamente sopra le medie del resto d'Italia - non subiscono in percentuale rincari elevati.
Al Sud il prezzo medio di una polizza per chi ha fatto almeno un sinistro negli ultimi 5 anni sale a 1.565 euro (+6,37% rispetto a chi non ha fatto incidenti). Al contrario, al Centro e al Nord i prezzi delle polizze per chi ha fatto incidenti aumentano proporzionalmente molto di più. Al Nord l'automobilista che ha fatto un incidente pagherà il 13,78% in più rispetto all'automobilista virtuoso (la polizza sale da 920 a 1.074 euro) e al Centro pagherà l'11,91% in più (1.282 euro a fronte di 1.119). Insomma se al Centro e al Nord i costi assicurativi sono più proporzionati alla virtuosità del guidatore, al Sud ci sarebbe quasi una convenienza a fare incidenti. In realtà - osservano da SuperMoney - qui è evidente che "al Sud il costo dell'assicurazione non è tanto determinato dalla sinistrosità del singolo guidatore, quanto piuttosto dal luogo della residenza". "Il fatto che la localizzazione geografica sia il fattore più semplice da considerare, non è il più corretto - osserva Andrea Manfredi amministratore delegato di SuperMoney -. Sarebbe opportuno che la Corte di Giustizia Europea desse uno stimolo nuovo a tutto il settore, non solo impendendo la tariffazione sul sesso dell'assicurato come ha già fatto, ma anche impedendo le differenziazioni di prezzo sulla semplice variabile geografica".

mercoledì 9 maggio 2012

Renzo Bossi venga a fare l'agricoltore in Cilento: "Gli paghiamo vitto e alloggio. Qui si lavora, non come in politica"


Il trota ha confessato di Vanity Fair di volere diventare un contadino e gli agricoltori di Ceraso gli aprono le porte
"Renzo Bossi? Se vuole lavorare è il benvenuto". Parola di Serafina Ferrara, titolare dell'omonima azienda agricola che questa mattina ha inviato una lettera aperta al figlio di Umberto per invitarlo a "diventare" agricoltore. "Ho letto sulla rivista 'Vanity Fair' che Renzo Bossi in un futuro non lontano si vedrebbe agricoltore - spiega la signora Serafina, di Ceraso, piccolo Comune dell'entroterra cilentano, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. - Bene, è l'occasione che stava aspettando. Siamo pronti ad ospitarlo". Clima incantevole, alloggio assicurato, calore umano e paesaggi mozzafiato. Nella lettera inviata al figlio di Umberto Bossi, la signora Serafina elenca uno ad uno tutti i pregi del suo paesino del profondo sud. "Il Cilento è un luogo meraviglioso. - prosegue - Siamo certi che il signor Renzo si troverà benissimo, e soprattutto imparerà in breve i segreti dell'agricoltore provetto". Già, perché l'invito è anche una offerta di lavoro, in un'azienda che produce olio, fichi secchi cilentani, castagne e miele. "Quali sarebbero le sue mansioni? Quelle di un operaio. C'é da pulire il castagneto, e poi l'oliveto, e c' è da badare alle arnie.
Siamo certi che Renzo Bossi, qui da noi, imparerebbe tante cose, e s'innamorerebbe del nostro Sud". Ma c'é dell' altro. In caso di risposta affermativa, infatti, per il rampollo di casa Bossi ci sarà anche un alloggio gratuito, una dependance dell' azienda, nel cuore del piccolo centro di Ceraso. "Sarebbe un'occasione in più per imparare a conoscere la nostra gente e apprezzarla. Siamo molto ospitali e calorosi". Insomma, dopo il lavoro, il piacere del relax in un luogo che può vantare un clima molto gradevole e il mare a pochi chilometri di distanza. Ma questo, naturalmente, dopo una giornata di duro lavoro. "Mio figlio è un agronomo - conclude la signora Serafina - Presto prenderà la seconda laurea, e nonostante ciò è impegnato tutti i giorni in campagna. Se davvero Renzo Bossi dovesse accettare, come ci auguriamo, si prepari mentalmente. Quello dell' agricoltore è un lavoro durissimo, non è mica come fare politica... Si lavora 24 ore al giorno, e spesso la terra non ti ripaga dei sacrifici fatti. Lo aspettiamo a braccia aperte, per trasformarlo in un agricoltore provetto".08/05/2012

martedì 8 maggio 2012

Politiche che hanno senso


Imu: ecco il paese sardo che non lo paga grazie all'eolico

L'amministrazione comunale di Tula, in provincia di Sassari, ha investito i guadagni derivanti dal parco eolico del paese per neutralizzare la tassa municipale e alleggerire le spese di tutti i suoi cittadini.

Quando le fonti pulite diventano un vero e propriorisparmio per le tasche dei cittadini. E’ quello che succede a Tula, comune di 1600 anime in provincia di Sassari, balzato agli onori della cronaca nazionale perché, grazie alle entrate ricavate dal suo parco eolico, ha esentato tutti i residenti dal pagamento dell’Imu – la famigerata tassa municipale che sostituisce la vecchia Ici e la componente immobiliare dell’Irpef e delle relative addizionali.
Ecco che dopo Tocco di casauria - la cittadina abruzzese in grado di produrre più energia rinnovabile di quanta ne consuma, finita in prima pagina sul New York Times qualche anno fa, arriva un altro esempio virtuoso su piccola scala da cui sarebbe bene prendere spunto.
«Dall’eolico incassiamo 400 mila euro all'anno – dichiara al Corriere della Sera il giovane sindaco di Tula Andrea Becca, eletto con una lista civica - su un bilancio di 3.200.000. Quelle entrate le abbiamo investite tutte in politiche sociali e ambientali. Ma quest’anno ci siamo guardati in faccia e abbiamo ragionato su come far risparmiare le famiglie. Visto che la legge ce lo consentiva, dopo aver dato un’occhiata alle rendite catastali, abbiamo ridotto l’aliquota dal 4 al 2 per mille e contemporaneamente aumentato la detrazione sull'Imu da 200 a 400 euro da aggiungere alle detrazioni per i figli a carico per 50 euro per ciascun figlio. In questo modo abbiamo neutralizzato l’Imu».
Il parco eolico del paese – che ha una capacità di90 MW, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di energia di circa 65 mila famiglie – rappresenta quindi una risorsa più che concreta per i locali: niente più irpef e imu, dunque, e da sette anni latassa sui rifiuti non è aumentata di un cent.

Ma l’impegno verde di Tula non si ferma all’eolico: il comune punta al solare termico, incentivando tutti i residenti che vogliano dotarsi di pannelli solari per scaldare l’acqua con un contributo che copre il 45% della spesa complessiva.

venerdì 4 maggio 2012

Circumvesuviana, la protesta degli studenti: "Treni superaffollati e sempre in ritardo"


n un documento l'appello al dirgente scolastico Franzese
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Corse bloccate, treni superaffollati e molti studenti dell'hinterland napoletano che usufruiscono tutti i giorni delle corse della Circumvesuviana spesso impossibilitati a raggiungere i propri istituti e licei. Senza dimenticare che ritardi ed assenze, comunque registrati da insegnanti e professori, influiscono sull'attribuzione del loro voto in condotta fino a provocare il possibile mancato conseguimento dell'anno scolastico. L'Unione degli studenti si è fatta carico delle continue segnalazioni di studenti e ha scritto una lettera al dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Napoli, Luisa Franzese, per segnalarle il problema e individuare una soluzione condivisa. "Le chiediamo - si legge nella missiva - di intervenire affinché i dirigenti scolastici non considerino le ore di assenza causate dal mancato servizio della Circumvesuviana come influenti sul monte ore annuo minimo il cui mancato raggiungimento, dall'approvazione della legge Gelmini, può causare il non conseguimento dell'anno scolastico, né che, tantomeno, gravino sull'attribuzione del voto in condotta degli stessi".
"Dopo la mobilitazione dello scorso 23 aprile, in cui gli studenti napoletani hanno rivendicato il loro diritto alla mobilità presidiando i vagoni della Circumvesuviana - afferma Stefano Kenji Iannillo, coordinatore regionale dell'Unione degli studenti della Campania - abbiamo continuato a ricevere segnalazioni di studenti che non riescono a raggiungere i propri luoghi della formazione in orario per seguire le lezioni con pesanti conseguenze sui loro curricula. Da qui la nostra iniziativa". "Ci auguriamo - conclude - che la dottoressa Franzese sia sensibile al disagio degli studenti dell'area vesuviana e che individui soluzioni in grado di venire incontro alle esigenze degli studenti".
04/05/2012

Cava Sari, altri 10 giorni di sversamenti, poi stop ai camion di rifiuti. Conto alla rovescia nel Parco del Vesuvio



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Stretta finale per la chiusura della discarica Sari. Restano ancora dieci giorni per mettere la parola fine ad un incubo che ha tolto il sonno e la salute a migliaia e migliaia di cittadini del comprensorio vesuviano. Stando ai dati ufficiali, restano da riempire ancora 5955 tonnellate, per un totale di 740mila tonnellate, così come stabilito dagli accordi tra Regione e Sapna, l’azienda che gestisce l’invaso.
Ha inizio, così, il countdown finale verso l’insperata chiusura della discarica, invocata da comitati e cittadini da oltre due anni. Dalla Sapna, l’azienda che gestisce l’invaso, fanno sapere che tutte le documentazioni riguardanti le quantità dei conferimenti vengono inviate giorno per giorno all’assessorato regionale all’ambiente, dicastero affidato a Giovanni Romano.
Nessun trionfalismo tra i comitati che lottano contro la discarica. Venere Stanzione, presidente delle mamme vulcaniche, che ha dichiarato: “Continuiamo a tenere gli occhi aperti – ha detto – fino a quando non sarà tutto finito. Non abbiamo alcuna intenzione di abbassare la guardia proprio ora che il traguardo è vicino. Restano ancora da definire alcuni aspetti – ha aggiunto la Stanzione -, tra cui il dopo Sari”.

Dello stesso parere Franco Matrone, responsabile della rete dei comitati vesuviani e promotore sul territorio del protocollo “verso rifiuti zero”. “Sono sicuro che la regione Campania terrà fede ai patti e la procedura per staccare la spina alla Sari non subirà imprevisti o, peggio, colpi di scena dell’ultimo secondo. In ogni caso, faremo, come sempre, la nostra parte, senza lasciare nulla a caso”. Al momento, si ricorda, la cava ingurgita i rifiuti dei 18 comuni della zona rossa a partire dalla notte di venerdì 6 aprile, dopo che 14 erano stati costretti a sversare altrove per consentire la realizzazione di interventi di adeguamento. Il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, con tutte le cautele del caso, sottolinea che si sta per chiudere un capitolo amaro per il territorio vesuviano.


“Abbiamo sempre lottato al fianco dei nostri concittadini e non abbiamo mollato la presa. Abbiamo fatto tutto quanto era necessario – ha detto il primo cittadino – per fermare lo scempio nel Parco Nazionale del Vesuvio. Adesso ci aspettiamo che si proceda al ripristino dei luoghi, con una bonifica integrale del sito”. Intanto, si attende che il consiglio regionale si riunisca per l’istituzione del registro regionale dei tumori, che ha già ottenuto il placet della commissione sanità. Una sua approvazione costituirebbe una vittoria per l’intera popolazione campana e, non ultima, quella vesuviana, che da anni si sta battendo per l’istituzione del registro dei tumori, che consentirebbe di verificare, in maniera scientifica, se c’è un nesso di causalità tra discarica e cancro.
03/05/2012PASQUALE MALVONE

mercoledì 2 maggio 2012

Bufala o che...???


Terzigno trema. 
La discarica sarà ampliata
La discarica di Terzigno non chiuderà alla fine dell’anno. All’interno di cava Sari, infatti, sono già partiti i lavori di ampliamento che a breve porteranno alla realizzazione di una nuova piazzola in cui verranno depositate altre centomila tonnellate di rifiuti. La decisione è stata assunta dal commissario Vardè dopo le difficoltà rinvenute a realizzare altri sversatoi sul territorio provinciale. Al momento la proroga prevista è di sei mesi, ma è probabile che l’invaso nel Parco del Vesuvio resti in funzione per tutto il 2103, se non oltre. Tutto dipende dall’apertura di un nuovo sito.
http://www.ilroma.net/content/terzigno-trema-la-discarica-sar%C3%A0-ampliata