sabato 23 giugno 2012

«Urban mining»: tra i rifiuti elettronici

Non solo non vanno gettati in strada e smaltiti nelle apposite strutture, ma contengono minerali preziosi


L'iniziativa «Raeeporter»: indicate e fotografate gli smaltimenti illegali


MILANO - Immaginate una montagna di frigoriferi e lavatrici da buttare. Un lavoraccio. Roba pesante. Molto materiale da recuperare, molto da riciclare e quantità di elementi che potrebbero finire dispersi nell’ambiente se non fossero correttamente trattati. Gas, metalli, plastiche. Per gestire 86 mila 711 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), nel 2011 Ecodom, sistema collettivo specializzato nella gestione dei grandi elettrodomestici bianchi, ha organizzato 38 mila trasporti, per un totale di 8 milioni di chilometri percorsi.

SMALTIMENTO - Smaltire correttamente frigoriferi e lavastoviglie, riciclando e trattando i materiali, lo scorso anno ha evitato l’emissione in atmosfera di 1,46 milioni tonnellate di CO2, nonostante i chilometri fatti. «In Italia solo il 4 per cento dei Raee è smaltito attraverso la rete dei negozi, che si rivolgono a consorzi simili al nostro, mentre in Olanda questo passaggio avviene nel 40% dei casi. Qui è tutto più complicato a causa delle leggi. Il risultato? Lo vediamo nei campi, su cigli delle strade, sotto forma di frigoriferi e televisori abbandonati: questi atti sono un crimine nei confronti dell’ambiente, per i gas che si disperdono, per le discariche abusive che si creano, ma anche per i materiali che non si recuperano », ha spiegato Giorgio Arienti, direttore generale Ecodom nel corso della conferenza Rifiuti si è, risorse si diventa, svoltasi a Milano il 19 giugno.

RAEEREPORTER - Ecodom, in collaborazione con Legambiente, ha lanciato un anno e mezzo fa la campagna Professione: RAEEporter che mira a sensibilizzare i cittadini sul corretto smaltimento dei Raee. L’idea è semplice e ha avuto molto successo: sono arrivate migliaia di foto e video attraverso i social network che ritraggono frigoriferi, scaldabagni, computer, lavatrici, forni abbandonati ai margini delle strade, nei campi, sulle spiagge o nelle discariche abusive. Ecodom pubblica immagini e video sul sito, premia i cittadini più attivi e, soprattutto, segnala agli enti competenti perché rimuovano i Raee.

RECUPERO - Dalle segnalazioni 2.0, alle strategie industriali mirate al recupero di materie prime strategiche. Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha aperto con questo tema il convegno Tecnologie e strategie per una politica industriale sostenibile. Urban mining e riciclo delle materie prime. Una proposta per l’area metropolitana di Roma, che si è svolto il 20 giugno nelle sede della Provincia. Organizzato in collaborazione con Enea e Bioprojectgroup, il convegno ha vagliato la possibilità di realizzare nell’area romana impianti tecnologici per il recupero e il riciclo di materie prime «strategiche» – Terre rare e metalli preziosi - dai rifiuti Raee. Fondamentali per l’elettronica, secondo dati recentemente presentati dalla Comunità europea, sono elementi ad alta criticità per il reperimento.

URBAN MINING - Il concetto Urban mining, inteso come possibilità di ottenere risorse utilizzando i rifiuti urbani, come ciclo di recupero e reimpiego di materiali la cui domanda è in costate aumento ma la cui reperibilità è difficoltosa, rientra dunque nei progetti su cui lavorare. «L’Europa si trova in una posizione particolarmente vulnerabile a causa della forte dipendenza dalle importazioni per molti di questi materiali da un numero ristretto di Paesi che detengono il monopolio», è stato detto. Secondo recenti stime, nel 2011 in Italia sono state raccolte più di 260 mila tonnellate di Raee, con un incremento di circa il 15% rispetto all’anno 2010. I Raee contengono una grande varietà di sostanze organiche e inorganiche (oltre mille): i rifiuti di questo tipo possono contenere fino al 61% in metalli e al 21% in plastiche di vario tipo. Per esempio: una scheda a circuito stampato (Pcb) può contenere fino al 20% in peso di rame e fino a 250 grammi a tonnellata di oro.

VALORE - Se è interessante il valore economico delle quantità indicate (250 grammi di oro oggi hanno un valore di mercato rilevante, oltre 10 mila euro) i relatori intervenuti, tra i quali Danilo Bonato, presidente del Centro coordinamento Raee, e Roberto Morabito, direttore Unità tecnica tecnologie ambientali di Enea, hanno centrato gli interventi sulle tecnologie ambientali e sul piano d’azione per incentivarne lo sviluppo.

LINEE GUIDA - I punti fondamentali sono: la conservazione delle risorse naturali (materie prime, acqua ed energia); riduzione della quantità e tossicità delle emissioni e dei rifiuti; trattamento ecocompatibile dei rifiuti e promozione del riuso e riciclo. In ambito europeo le linee guida per una gestione sostenibile dei rifiuti rappresentano una svolta attraverso l’adozione di una gerarchia di azioni (waste hierarchy), che assegna massima priorità alla prevenzione e poi, in ordine decrescente al riuso, al riciclaggio dei rifiuti come materie prime secondarie e al loro recupero come fonti di energia. Lo smaltimento - e quindi la discarica - si configura come opzione residuale, da adottarsi per i flussi di rifiuti che non sono, o non sono ulteriormente, suscettibili di recupero.

Anna Tagliacarne



venerdì 22 giugno 2012

Nola. Rifiuti. Accordo di Programma è legge e non può essere rinegoziato






Il municipio di Nola

Il coordinamento dei sindaci del Nolano pronto ad intraprendere la strada del ricorso alla commissione europea. Nei prossimi giorni via libera delle giunte all'azione legale.

“L’Accordo di Programma è legge e non può essere modificato con un protocollo d’intesa”. Il messaggio è chiaro e arriva dal presidente del tavolo dei sindaci del nolano, Andrea Manzi. Il coordinamento dei comuni replica all’Assessore Giovanni Romano che invoca una rinegoziazione dell’accordo, annunciando di intraprendere una clamorosa azione legale in sede alla Commissione Europea per chiara violazione del diritto comunitario in materia di rifiuti. Dopo l’esposto alla Procura di Nola, non si ferma la battaglia delle amministrazioni locali. Il fronte è più compatto che mai, anzi, altri due sindaci, di Tufino, Antonio Mascolo e Visciano, Pellegrino Gambardella si sono associati alla protesta.

Restano fuori adesso solo i sindaci di San Vitaliano, Antonio Falcone che comunque prende parte alle riunioni e quello di Roccarainola, Raffaele De Simone. La decisione di chiamare in casa l’Unione Europea è stata adottata nel corso dell’ultima seduta del coordinamento che si è tenuta martedì sera a Casamarciano. L’accordo di programma siglato tra Provincia Regione e Tavolo dei Comuni lo scorso mese di agosto prevedeva alcuni punti cruciali: riconversione e bonifica delle discariche di Paenzano, blocco allo sversamento dei rifiuti di Napoli allo Stir di Tufino ma soprattutto sanciva un passo fondamentale verso autosufficienza nella gestione dei rifiuti dell’ambito nolano. Accordo ad oggi tradito e rimesso in discussione da Regione e Provincia. “Istituzioni inaffidabili” tuona Andrea Manzi tra i promotori dell’accordo di programma.

“Da parte nostra c’è stata la massima disponibilità e apertura per fornire un reale contributo alla soluzione dell’emergenza rifiuti” sottolinea il primo cittadino di Casamarciano “ma purtroppo ci siamo trovati al cospetto di politici che stanno disconoscendo anche la loro firma”. I sindaci chiedono l’attuazione dell’accordo di programma anche se i primi punti sono già stati disattesi. Come il limite temporale di sei mesi imposto al Comune di Napoli per conferire i rifiuti nello Stir di Tufino. “È compito della Provincia di Napoli bloccare lo sversamento dei rifiuti a Tufino” evidenzia Manzi. Nulla di tutto questo è accaduto in questi mesi. Nei prossimi giorni i comuni daranno l’ok all’azione legale. Il dado è ormai tratto.

ARTICOLO CORRELATO:
L’assessore regionale all’ambiente boccia l’accordo di programma
Da Il Mediano

Fiat, il pianto di Landini per il reintegro degli operai Fiom


Non trattengono le lacrime i lavoratori di Pomigliano che si sono presentati in conferenza stampa insieme al leader della Fiom Maurizio Landini. Il tribunale di Roma ha condannato la Fiat per condotta discriminatoria; per questo Sergio Marchionne dovrà riassumere 145 lavoratori con tessera Fiom. Quello di oggi è un punto di svolta nelle relazioni sindacali del principale gruppo privato italiano. Landini ricorda: “Le pressioni e le discriminazioni che subiscono i nostri iscritti sono molto pesanti ed è grazie alla loro dignità che siamo qui”. Gli fanno eco i lavoratori: “Siamo stati ripagati per i nostri sacrifici. Non abbiamo scelto la strada più semplice” di Paolo Dimalio

21 giugno 2012

giovedì 21 giugno 2012

Paesaggi e figure

Percorrere l'Italia da sud a nord, incontrare volti e storie di un'italia che cambia.

Sabino, Marina e il vecchio saggio

mercoledì 20 giugno 2012

La scoperta italiana

Un computer collegato a internet. E un'idea. Nasce così la scoperta fatta da Marco Astori e Guy Cicognani. E quelle degli altri inventori e innovatori che provano a "cambiare la vita in meglio"

di RICCARDO LUNA

"LA COSA più buffa di questa storia è che io non sono uno scienziato e nemmeno un laureato in chimica. Sono soltanto un grafico pubblicitario che un giorno si è detto che doveva esserci un altro modo per fare la plastica. Un modo che non inquinasse il pianeta per migliaia di anni. Allora sono andato su Internet a cercare fino a quando quel modo l'ho trovato". Questa è la storia di una rivoluzione fatta in casa, scoperta per caso e destinata forse a cambiare le cose.

Gli oggetti della nostra vita. L'artefice si chiama Marco Astorri, ha 43 anni, tre figli, una pettinatura che lo fa assomigliare al protagonista muto di The Artist e un'azienda che sta facendo discutere il mondo: la BioOn sta a Minerbio, a 40 minuti da Bologna. Da qualche mese ogni settimana c'è una processione infinita verso questo misterioso laboratorio in mezzo ai campi: bussano i capi delle grandi multinazionali della chimica, ma anche i produttori di telefonini, personal computer e televisori, componenti per le automobili. Insomma tutti quelli che fanno prodotti usando la vecchia plastica.
Vengono, ascoltano, guardano le ampolle piene di misture dolciastre, i fermentatori di metallo riflettente. Poi spalancano gli occhi e la domanda che si fanno è: possibile che questo scienziato-fai-da-te, questo hacker con la scatola del piccolo chimico sotto il braccio abbia trovato la formula magica per farci vivere davvero "senza petrolio" (il petrolio, com'è noto, è la base di tutte le plastiche e l'origine dei problemi
a smaltirle dato il suo tasso terribilmente inquinante, vedi la diossina)?

Ebbene sì, è possibile, perché è esattamente quello che sta accadendo. La storia inizia nel 2006. E inizia naturalmente con un pezzetto di plastica. Anzi con migliaia di pezzetti di plastica. Sono gli skypass che gli sciatori lasciano distrattamente in mezzo alle neve a fine giornata. Solo che poi in primavera la neve si scioglie, gli skypass no: quei pezzetti di plastica restano a inquinare l'ambiente per una vita, anzi per migliaia di anni. Marco Astorri e il suo socio francese Guy Cicognani di quegli skypass sono in un certo senso colpevoli, visto che li producono. Per la precisione, realizzano le micro-antennine che aprono i tornelli (Rfid).

Ed è facendo questo lavoro che iniziano a chiedersi se non ci sia un modo per fare una plastica totalmente biodegradabile. Una plastica che si sciolga in acqua. Come la neve, appunto. Astorri e Cicognani non sono i primi a pensarlo ovviamente. Proprio in Italia Catia Bastioli, dal 1990 e negli stabilimenti della Novamont a Terni, ha iniziato a produrre la MaterBi, plastica a base di amido di mais. Ha avuto un notevole successo, al punto che alle prossime Olimpiadi di Londra i piatti, i bicchieri e le posate, in tutto alcune decine di milioni di pezzi, saranno di bioplastica italiana.

Un grande orgoglio nazionale di cui andare fieri. Il mais però è un alimento: usarlo per fare la plastica vuol dire farne salire il prezzo e si è visto con i biocarburanti di prima generazione come questo possa essere problematico. Inoltre, per quanto riguarda la biodegradabilità, la provincia di Bolzano ha fatto presente che i sacchetti che dal 1° gennaio la legge ci impone di usare al supermercato creano inciampi agli impianti di compostaggio dei rifiuti. Insomma, forse si può fare meglio.

Ma torniamo al 2006. Ricorda Astorri: "Abbiamo chiuso con gli skypass. Ci siamo comprati un computer, un iMac, l'abbiamo collegato alla Rete e abbiamo iniziato a cercare qualcosa di nuovo". La caccia al tesoro dura poco e finisce in un'università in mezzo all'Oceano Pacifico dove un gruppo di ricercatori sta sperimentando un modo per produrre la plastica con gli scarti della lavorazione delle zucchero: il melasso, sostanza che oggi ha un costo per essere smaltito ma può diventare invece la materia prima per una plastica davvero bio.

Astorri e Cicognani intuiscono che quella pista è quella buona, prendono un aereo, investono la metà dei loro risparmi per comprare quel brevetto (250mila dollari), ne aggiungono una serie di altri sparsi nel mondo e in un anno sono pronti a realizzare la molecola descritta dal biologo francese Maurice Lemoigne nel lontanissimo 1926: il PHA.

Di che si tratta? A sentire la spiegazione del capo del laboratorio, Simone Begotti, un quarantenne che per anni si è occupato di fermentazione in aziende biofarmaceutiche, la ricetta è un segreto di Stato ma il procedimento non è complesso: "Si tratta di affamare e poi far ingrassare dei batteri. In poche ore quel grasso diventa la polvere con cui facciamo la plastica ". Perché ci sono ci sono voluti più di 80 anni per ripartire da lì? "Perché in quei tempi ci fu il boom del petrolio: fare plastica in quel modo era facile ed economico, i costi per l'ambiente non venivano tenuti in considerazione ", sostiene Astorri.

Nel 2007 il nuovo polimero viene battezzato Minerv, in omaggio al posto dove sorge il laboratorio ma anche a Minerva, dea romana della guerra e della saggezza "visto che sarebbe saggio fare questa guerra in nome dell'ambiente". Un anno dopo arriva la certificazione internazionale: "Il Minerv è biodegradabile in terra, acqua dolce e acqua di mare", attestano a Bruxelles. Astorri lo spiega così: "In 10 giorni i granuli di MinervPHA si dissolvono in acqua senza alcun residuo ". Miracolo. Si decide così di fare una startup anche qui cambiando le regole: niente soldi pubblici e soprattutto niente soldi dalla banche: "Abbiamo fatto un patto con i contadini", racconta Astorri. L'accordo è con la cooperativa agricola emiliana CoProB che produce il 50 per cento dello zucchero italiano. Oltre a tantissimo melasso. Saranno loro, i contadini emiliani, i titolari del primo impianto BioOn che aprirà a fine anno: "È la fabbrica a chilometro zero. Sorge dove stanno le materie prime", spiega Astorri che con l'aiuto del colosso degli impianti industriali Techint, punta a replicare il meccanismo in tutto il mondo: la fabbrica in licenza. Un paio di impianti, a forma di batterio, disegno dell'architetto bolognese Enrico Iascone, apriranno in Europa, uno negli Stati Uniti.

La svolta è arrivata un anno fa quando in laboratorio il mago Begotti è riuscito per la prima volta a realizzare un PHA con proprietà molto simile al policarbonato. Non la classica plastica dei sacchetti della spesa, quindi, ma la plastica dura e malleabile di cui sono fatti tanti oggetti della nostra vita quotidiana. Il primo a crederci è stato il presidente di Floss che ha voluto replicare una celebre lampada del design italiano firmata Philippe Starck,
Miss Sissi.

Presentazione solenne lo scorso 18 aprile al Salone del Mobile, poi un'escalation continua: secondo Astorri tra un anno il MinervPHA sarà negli occhiali da sole italiani, nei computer californiani, nei televisori coreani e persino nelle confezioni di merendine per bambini. "Tutti mi dicono che sono seduto su una montagna d'oro ma non è così che mi sento. Mi sento su una scala di cui non si vede la fine".

L'inizio in compenso si vede benissimo. Era il 1954 e a pochi chilometri da Minerbio, Ferrara, negli stabilimenti della Montecatini, un grande chimico italiano scopriva la regina delle plastiche, il polipropilene isotattico, noto come il Moplen nelle reclame dell'epoca con Gino Bramieri. Il 12 dicembre 1963 Giulio Natta e il chimico tedesco Karl Ziegler ricevevano il premio Nobel. Nella motivazione si legge: "Le conseguenza scientifiche e tecniche della scoperta sono immense e ancora non possono essere valutate pienamente". Sarebbe la seconda volta che un italiano reinventa la plastica.

Da La Repubblica 20/06/2012

martedì 19 giugno 2012

RAI 3 "Paesaggi con figure"

Viaggio attraverso la Campania, Sabino Novi e Marina Casciello intervistati GUARDA IL PROGRAMMA

lunedì 18 giugno 2012

STASERA DOPO LA PARTITA - SU RAI 3

La Rete dei Comitati vesuviani questa sera lunedì 18 giugno su RAI 3 alle ore 23.00 (dopo la partita della nazionale) nel corso del documentario “ Paesaggi con figure” viaggio attraverso la Campania, Sabino Novi e Marina Casciello intervistati su l’Italia delle bellezze e delle “meno” bellezze. Si parlerà di ambiente, legalità, solidarietà, moralità, emigrazione e lavoro.

La Prima puntata

Il commissario Vardè se ne va non ci sono più discariche


Il commissario che doveva individuare nuovi siti per i rifiuti si dimette. Le sei nuove aree sono state individuate, ma neppure una di esse è stata aperta. E torna lo spettro di una crisi della spazzatura


Annunziato Vardè, il contestatissimo "uomo delle discariche", ha lasciato quasi alla chetichella l'incarico napoletano e da due giorni è il commissario del Comune di Isernia sciolto in seguito alle dimissioni simultanee di diciassette consiglieri del centrodestra. La notizia, inattesa, è esplosa ieri pomeriggio, quando il Comitato per il no alla discarica del Castagnaro  -  uno dei sei siti indicati da Vardè insieme a Chiaiano, Giugliano, Comiziano (Nola), Marano e Sant'Anastasia  -  ha invitato gli abitanti di Quarto e Pozzuoli a brindare in piazza Europa per festeggiare la buona novella. Il particolare aiuta a ritenere che tra i due fatti  -  trasferimento di Vardè e festa di piazza  -  ci sia uno stretto rapporto di causa ed effetto. 

Annunziato Vardè, 52 anni, calabrese di Vibo Valentia, si è già insediato ad Isernia, ma non si nega a chi gli chiede come e perché sia andato via  -  quasi una fuga  -  da Napoli: "Sono andato via perché avevo accettato di impegnarmi solo per un anno in una missione che sapevo essere, come è stato, quasi impossibile. L'anno è scaduto ad aprile e io mi sono dimesso a giugno. Non c'è niente di strano".

Si è dimesso o è stato dimesso? 
"Le due cose si sono incrociate, mi sono dimesso quasi contemporaneamente alla nomina del ministero dell'Interno come commissario ad Isernia".

Non si considera, quindi, uno sconfitto.
"Sconfitto? Neanche per idea, sono sereno e, soprattutto, sono consapevole di aver raggiunto un risultato importante. Dovevo scegliere i siti per le discariche, ne ho scelti sei, ora tocca ai sindaci attuare il mio piano. E per di più ora c'è un punto dal quale non si può prescindere: le discariche o si fanno dove ho detto io o non si fanno".

Dottor Vardè, la realtà è che lei ha trovato solo porte sbarrate, soprattutto a Quarto, per effetto della protesta dei cittadini. Loro possono dire di aver vinto."Per l'ennesima volta tengo a precisare che al Castagnaro era mia intenzione insediare un impianto non inquinante. Questa storia, piuttosto, è emblematica dell'ostilità fortissima del territorio a qualsiasi soluzione".

E come spiega, allora, che il progetto da lei consegnato prevedeva anche una vasca per il percolato?
"È facile da spiegare, chi conosce la legge sa bene che anche il compost fuori specifica è un rifiuto a tutti gli effetti. La vasca per il percolato, quindi, è stata prevista a tutela della salute dei cittadini".

Ora cosa accadrà?
"Non dovete più chiederlo a me". Le possibilità a questo punto sono due: o nuovo commissario o accordi con i sei Comuni individuati, minacciando sanzioni fortissime previste, del resto, dal piano. Siamo di nuovo all'anno zero, insomma.

giovedì 14 giugno 2012

Il Registro dei tumori diventa legge, è la vittoria dei comitati contro le discariche in Campania



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Via libera in Consiglio regionale per la legge che istituisce il registro dei tumori in Campania. Il testo è stato approvato all'unanimità con 54 voti su 54 votanti e dopo che il presidente della commissione Sanità, Michele Schiano di Visconti (Pdl), aveva raggiunto un'intesa con il consigliere del Pd Nicola Caputo per il ritiro di numerosi emendamenti, alcuni dei quali sono stati, poi, recepiti nel testo.
Proprio per favorire un accordo, la seduta del parlamentino è stata sospesa per oltre 40 minuti dopo un avvio tutto in salita che ha fatto sbottare e non poco, lo stesso Schiano, insieme con il capogruppo del Pdl, Fulvio Martusciello e la vicecapogruppo Daniela Nugnes. Gli stessi che hanno puntato il dito contro l'esponente dei Democrat accusandolo di voler praticare un “ostruzionismo folle”. Quasi in contemporanea, all'esterno del palazzo del Consiglio alcune decine di persone, in rappresentanza del Movimento Cinque Stelle e di Insurgencia Civile, protestavano esponendo alcuni striscioni con i quali rivendicavano il varo immediato della norma.

Alla fine, il dispositivo è stato sottoposto all'esame dell'aula e quindi approvato. La nuova norma prevede l'istituzione di una rete di elenchi provinciali ai quali si affiancherà un elenco regionale dei tumori infantili. Inoltre, su proposta del consigliere Gennaro Oliviro (Pse), saranno anche istituiti speciali gruppi di lavoro che faranno riferimento alle Autorità sanitarie del territorio cui toccherà il compito di valutare lo stato di salute della popolazione residente, soprattutto nelle aree interessate dalle pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti.
“Si tratta - ha sottolineato il relatore Schiano - di una legge di portata storica che pone la Campania al pari, o addirittura al di sopra, delle altre regioni italiane e che va nella direzione della buona sanità”. “Una scelta di civiltà” come l'ha definita Martusciello. Uno strumento di “estrema rilevanza per la tutela della salute pubblica” secondo i consiglieri regionali dell'Idv.

Un provvedimento “di grande rilievo sociale” per il consigliere del Pd, Mario Casillo (cofirmatario del testo) “che colma finalmente una lacuna dopo un lunghissimo iter burocratico”. La legge, spiega Casillo: “getta le basi per un efficiente programma di diagnosi precoce nell'interesse dei cittadini. Penso soprattutto alle comunità che  hanno dovuto convivere con situazioni pericolose per la salute pubblica. Mi riferisco, da consigliere che rappresenta l'area vesuviana, anche alla popolazione che per anni ha vissuto in prossimità di una micidiale discarica posta alle falde del Vesuvio. Adesso possiamo dire, con soddisfazione, di aver istituto un'efficace rete di monitoraggio”. Parla da medico il capogruppo dell'Udc, Luigi Cobellis secondo il quale: attraverso l'istituzione di una rete di conoscenza “dall'alto valore scientifico saremo finalmente in grado di stabilire i vari indici che identificano l'evolversi della malattia e referenziarli dal punto di vista geografico”. “Si tratta di una mappatura importantissima per un territorio come quello campano sottoposto ad alti rischi ambientali” conclude l'esponente centrista.

Nel prosieguo dei lavori, l'assemblea regionale ha anche approvato con 42 sì e 2 astenuti, i nuovi criteri di nomina per i direttori generali delle Asl, delle aziende ospedaliere e degli istituti di ricerca campani, contenuti nella proposta di legge a firma di Antonio Valiante (Pd). Si tratta di un dispositivo che mira a rendere oggettivi i criteri di valutazione dei titoli cui si fa riferimento per le nomine dei manager della sanità. Questa la procedura: sessanta giorni prima che scada l'incarico da assegnare, verrà pubblicato un bando per la manifestazione d'interesse. Sarà una commissione composta da cinque persone - tre docenti delle università campane, un rappresentante dell'Avvocatura regionale, e uno dell'Agenas (l'Agenzia nazionale per la Sanità) - a selezionare una rosa di nomi sulla base dei titoli presentati. Sulla base dei curriculum, che verranno comparati tra loro, la commissione selezionerà una rosa ristretta di candidati (iscritti all'albo). Toccherà, poi, alla giunta regionale decidere la nomina scegliendo nell'ambito del pool di nomi indicato dalla commissione.

Un regolamento disciplinerà, infine, la legge che mira in questo modo a ridurre drasticamente la discrezionalità delle investiture. Infine, l'aula ha anche licenziato la legge relativa ai “Provvedimenti in materia di suoli industriali”, un provvedimento che introdurrà nella legislazione regionale meccanismi in grado di favorire il recupero e il riutilizzo dei suoli industriali dismessi, “evitando che immense aree diventino cimiteri di fabbriche abbandonate”, come ha spiegato Pietro Foglia (Udc), presidente della commissione Agricoltura. “Con questa legge - ha evidenziato l'esponente del partito di Casini - si potrà porre fine a un contenzioso che in alcuni casi si è trascinato per anni tra i consorzi delle aree di sviluppo industriale e le curatele fallimentari, consentendo il recupero, con ricadute sia in termini produttivi che occupazionali, di stabilimenti e lotti dismessi che potranno, così, essere riassegnati a imprenditori in possesso dei requisiti previsti dalla legge e che assicurino investimenti nei settori produttivi, favorendo sviluppo e occupazione”. “Una legge - ha aggiunto, dal canto suo, il consigliere Gianfranco Valiante (Pd) - che finalmente consentirà di non avere più stabilimenti fantasma e abbandonati nelle aree industriali, dando impulso a nuove attività imprenditoriali”.
Da Metropolis 14/06/2012

giovedì 7 giugno 2012

I Vincitori della III edizione di "Boscotrecase in fiore"

I classificato

II classificato

III classificato

IV classificato (pari merito)