Continua l’attività di scavo e di investigazione nell’area del Parco del Vesuvio per l’operazione “Sangue Nero”, disposta dalla Procura della Repubblica di Napoli ed eseguita dal Corpo forestale dello Stato e dal NOE dei Carabinieri. Gli scavi, che si sono estesi al momento su un’area di circa dieci ettari, hanno portato alla scoperta di oltre 40 fusti da cento litri ciascuno contenenti rifiuti speciali pericolosi. Tra i rifiuti sono stati trovati morchie esauste di provenienza industriale di tipologia bituminosa e ingenti quantità di amianto frantumato e materiali di risulta provenienti da demolizioni, oltre a residui di manifattura del pellame, presumibilmente scarti di lavorazione delle aziende dell’economia sommersa della zona. La discarica è una cava dismessa in prossimità di campi coltivati.
L’individuazione del sito è avvenuta grazie alla tecnica “Terra dei Fuochi” elaborata dal Corpo forestale per contrastare tali fenomeni, che coniuga le analisi ortofotografiche con le geo-magnetometriche incrociate a quelle investigative, e di cui è stata valutata la piena validità probatoria in dibattimento. Le investigazioni stanno procedendo per individuare i responsabili partendo dai codici a barre dei fusti per risalire alla filiera criminale. L’operazione è importante e consequenziale a quanto già scoperto nella Terra dei fuochi ed ha individuato un ennesimo filone della malavita impegnata nel traffico di rifiuti in una zona come quella del Parco nazionale del Vesuvio che di certo non dovrebbe subire tali scempi.