lunedì 18 novembre 2013

Documento dei comitati, movimenti e associazioni vesuviane per “#fiumeinpiena” Napoli 16 novembre 2013


Articolo 32 della Costituzione:
“ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”.
Art.9 :“(La Repubblica) tutela il paesaggio … della Nazione”.
Nell’intera zona vesuviana lo Stato, consentendo prima la gestione delle cave trasformate in discariche da parte di personaggi legati alle famiglie camorristiche e poi con leggi speciali e in deroga, ha violato il diritto fondamentale alla vita e alla salute. 
Lo dicono i verbali della Commissione parlamentare Ecomafia che negli anni 70 e 80, su denuncia delle associazioni ambientaliste, nelle discariche del vesuviano sono stati interrati dalla camorra del territorio rifiuti di ogni tipo, tossici e pericolosi, con l’assenza di qualsiasi controllo se non con la complicità omertosa di tutte le istituzioni .
Lo dicono le Leggi emergenziali del 2008 che ha prodotto il sequestro di una parte del territorio nel Parco Nazionale del Vesuvio e l’aperta di una megadiscarica, in  aggiunta a quelle già esistenti.
Di fronte a questo scempio le comunità dell’area vesuviana si sono ribellate, alzando forte la protesta contro la devastazione ambientale e il rischio per la salute dei suoi abitanti .
Stato di emergenza creato volontariamente per nascondere, tra i cumuli di rifiuti indifferenziati, quelli tossici e pericolosi di cui purtroppo è pieno l’intero Parco nazionale del Vesuvio.
La militarizzazione del territorio ha visto le forze dell’ordine non a tutelare la natura violata e gli inermi cittadini , ma a scortare, come carico prezioso, i rifiuti puzzolenti trasportati da autocompattatori in capo a società, che troppo spesso, erano direttamente collegate con la camorra alla luce di diverse inchieste giudiziarie.
Di fronte alla popolazione che difendeva i suoi diritti fondamentali, lo Stato ha risposto con l’arroganza dei manganelli e con la chiusura sistematica ad ogni soluzione alternativa del Piano regionale dei rifiuti urbani che applicasse la riduzione a monte, la R.D., il compostaggio, il recupero, il riciclo e il riuso dei materiali verso il modello Rifiuti Zero per eliminare discariche e inceneritori.
Solo la tenacia e la determinazione nel difendere il diritto alla vita e alla salute, come stabilito anche dalla Comunità Europea, contrapposto all’illecita violazione di norme e regole  da parte dei governi nazionali, ha consentito di evitare l’immane disastro ambientale di aprire la più grande discarica d’Europa a cava Vitiello.
Oggi, con il nostro territorio profondamente alterato e inquinato, noi aggiungiamo la nostra voce a quella delle altre comunità campane presenti qui, in questa piazza.
E in forza di ciò CHIEDIAMO
Il riconoscimento dello stato di disastro ambientale su tutto il territorio della Campania, punendo i responsabili di tale scempio ambientale e sanitario.
CHIEDIAMO
La mappatura del territorio regionale con l’uso delle migliori tecnologie, al fine di individuare tutti i siti utilizzati come discariche, autorizzate o abusive,  e le falde acquifere inquinate, per dare dati certi alla popolazione.


CHIEDIAMO 
l’individuazione delle aree della Regione prive di sostanze inquinanti, dove  si coltivano prodotti non contaminati, per salvaguardare i prodotti sani e gli agricoltori onesti.
CHIEDIAMO
Di far cessare immediatamente gli sversamenti abusivi di rifiuti e i roghi tossici, istituendo il reato di ecocidio, con  pene certe e adeguate per i responsabili.
CHIEDIAMO
La pianificazione di interventi di risanamento dell’intero territorio regionale e l’uscita dalla logica delle bonifiche emergenziali, previste da leggi speciali.
CHIEDIAMO
 Il sistematico controllo e la tracciabilità dei rifiuti speciali e industriali pericolosi, senza più deroghe o ritardi per la nostra Regione.
CHIEDIAMO
Nel rispetto dei protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’immediata istituzione del Registro regionale dei tumori e un contestuale e sistematico screening delle patologie non neoplastiche, connesse all’inquinamento ambientale, prevedendo interventi di sostegno economico per i soggetti  vittime di queste patologie già nella fase di diagnosi.
CHIEDIAMO
La pianificazione di una campagna di sensibilizzazione delle comunità e di un percorso educativo sull’ambiente e sulla sua tutela a partire dalle scuole.
CHIEDIAMO
Un Piano regionale alternativo dei rifiuti che partendo dalla risoluzione del Parlamento europeo avvii un ciclo virtuoso verso Rifiuti Zero che rinunci a discariche e inceneritori e ad ogni forma di combustione dei rifiuti.  
CHIEDIAMO
Un percorso virtuoso di responsabilizzazione delle amministrazioni Regionali e locali verso le comunità amministrate, affinché, in applicazione della convenzione di  Aarhus e del Principio di precauzione condividano proposte e soluzioni in tema di tutela della salute, salvaguardia ambientale e della biodiversità, partecipazione ai processi decisionali.
CHIEDIAMO
Un’azione risarcitoria a favore delle popolazioni campane non solo in termini di bonifiche ambientali, ma anche contro le tante aziende private e pubbliche ed i loro amministratori, che hanno smaltito i loro rifiuti in Campania attraverso le organizzazioni camorristiche nel silenzio se non con la complicità di istituzioni e apparati dello Stato.
CHIEDIAMO
L’istituzione di un fondo economico, alimentato dai proventi illeciti sequestrati ai clan della camorra, da destinare esclusivamente per interventi di sanificazione ambientale.
Rete dei Comitati vesuviani/Zero Waste Campania 
Mov. La Fenice Vulcanica 
Mov. Mamme Vulcaniche onlus    
Comitato Acqua pubblica  area vesuviana

Nessun commento: