sabato 31 marzo 2012

IL TRASPORTO PUBBLICO E’ UN DIRITTO DI TUTTI ! MARTEDI’ 10 APRILE, ALLE ORE 18.30, PRESSO “IL TEATRO DELLA PARROCCHIA SS. Addolorata e S. Giuseppe (Torretta)


IL COMITATO CITTADINO BOSCOTRECASE
E
FEDERCONSUMATORI

INVITANO ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA
IL TRASPORTO PUBBLICO E’ UN DIRITTO DI TUTTI!

LA SOPPRESSIONE DA PARTE DELLA CIRCUMVESUVIANA DI TRENI E STAZIONI HA CREATO DISAGI ENORMI AI CITTADINI UTENTI CHE PAGANO PER NON AVERE UN SERVIZIO DEGNO DI UN PAESE CIVILE E DEMOCRATICO.

MARTEDI’ 10 APRILE, ALLE ORE 18.30, PRESSO “IL TEATRO DELLA PARROCCHIA SS. Addolorata e S. Giuseppe (Torretta) DI BOSCOTRECASE, IL COMITATO CITTADINO E FEDERCONSUMATORI INCONTRANO I CITTADINI DEL COMPRENSORIO VESUVIANO PER DENUNCIARE ED INTRAPRENDERE EVENTUALI AZIONI LEGALI NEI CONFRONTI DELLA CIRCUMVESUVIANA.
INTERVERRANNO R. STORNAIUOLO, PRESIDENTE CAMPANIA FEDERCONSUMATORI, E L’AVV. I. CAPURRO, LEGALE DELL’ASSOCIAZIONE.
I DISAGI SONO DI TUTTI, PERTANTO E’ NECESSARIA LA PRESENZA NUMEROSA DI COLORO CHE VIVONO OGNI GIORNO SULLA “PROPRIA PELLE” L’INEFFICIENZA DEI TRASPORTI.
VI ASPETTIAMO SICURI CHE LE VOSTRE PROPOSTE E LA VOSTRA FATTIVA COLLABORAZIONE SUPPORTERANNO FORTEMENTE TUTTE LE AZIONI CHE FEDERCONSUMATORI INTENDE METTERE IN CAMPO.

Cava Sari, si riaccendono le proteste dei comitati antidiscarica


Cava Sari, si riaccendono le proteste dei comitati antidiscarica
Continua senza sosta il dibattito fra cittadini, movimenti antidiscarica e istituzioni sulla questione di Cava Sari. Dopo qualche mese di calma apparente, si riaccendono nuovamente gli animi di coloro che non si sono mai arresi alla cruda realtà dei fatti, legata alla discarica del Parco Nazionale del Vesuvio. Il campanello d´allarme, in verità, si era riacceso già qualche giorno fa, quando lungo le arterie cittadine e le aree abitate prossime alla discarica, si sono nuovamente accusati gli olezzi maleodoranti provenienti dal sito. I membri dei comitati, subito allarmatisi, dopo aver interpellato i sindaci dei quattro comuni vesuviani che sversano nella Cava Sari (Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno), si sono rivolti ai tecnici dell´impianto per chiedere quale sia la causa scaturente di questa nuova anomalia. Dopo un primo controllo, è stato riferito che l´impianto e le torcie per la captazione e la distruzione dei biogas erano in perfetto funzionamento e che i miasmi erano da associare a normale attività di dispersione in atmosfera dei gas provenienti dalle propaggini dell´immenso panettone formatosi. Una spiegazione che non fermato i comitati, decisi nuovamente a mettere in essere delle azioni di protesta evidenti per sensibilizzare gli addetti ai lavori e le istituzioni per una veloce chiusura dell´impianto, vista e considerata la situazione che oramai potrebbe diventare ingestibile soprattutto con l´avvento della stagione calda. A fornire una descrizione dettagliata dell´attuale stato dei fatti, dopo i lavori di riassetto attuati presso l´impianto, è l´ARPAC, che ha stilato una relazione frutto di un sopralluogo dei propri tecnici. In conseguenza a ciò vengono fatti i conti e diffusi dati sulla probabile chiusura della discarica che, secondo quanto precisato dalla ECODECO - società che gestice l´impianto - avrebbe una capienza residua che si aggirerebbe sulle 17 mila tonnellate, a fronte delle 723 mila tonnellate già depositate. In sostanza, la discarica dovrebbe chiudere i battenti fra 40 giorni se si riattivasse il normale flusso riservato ai 19 Comuni della zona rossa, oppure fra 18 mesi se continuassero a sversare solamente Boscoreale, Terzigno, Boscotrecase e Trecase.
I rappresentanti dei comitati non ci stanno e chiedono l´immediata chiusura definitiva della discarica. 
Intanto, l´incontro tecnico con i rappresentanti locali e quelli regionali che dovrebbe decidere sul futuro dell´area, che avrebbe dovuto tenersi questa settimana, è slittato alla prossima e ciò farebbe pensare ad un ulteriore "prender tempo" da parte di chi effettivamente gestisce l´intera situazione. 
Nel frattempo, già da due giorni, la ben nota rotonda di via Panormica si è ripopolata di manifestanti, che hanno organizzato blocchi momentanei del transito dei veicoli. 
VINCENZO MARASCO

VIAGGIATORI OCCUPANO LA CIRCUMVESUVIANA

Categoria: Cronaca

Data: 31/03/2012
Esasperati dai disagi, i pendolari hanno bloccato le corse per un’ora. L'assessore Vetrella: «Dalla prossima settimana avvieremo tutte le azioni necessarie per riprendere la manutenzione dei treni fermi».

Ieri sera la pazienza dei viaggiatori della Circumvesuviana ha raggiunto il limite. Dopo i gravissimi disagi determinati dalla ripetuta cancellazione di numerose corse, i pendolari hanno deciso di occupare i binari della stazione Porta Nolana.
La protesta è iniziata verso le ore 18.15, capeggiata, come riporta il blog Vesuvianando, da «Una viaggiatrice inviperita per l'ennesima soppressione che, dando in escandescenze, ha esclamato tra l'altro:"Diciteme a chi aggia vattere"». I binari sono stati sgomberati verso le 19, dopo l’arrivo della polizia.
Il direttore operativo, l’ingegnere Arturo Borrelli ha cercato di riportare la stazione all’ordine, con un annuncio registrato: «Sono il direttore operativo della Circumvesuviana, pur comprendendo le rimostranze in atto, invito i signori viaggiatori – si legge sul blog gestito da un dipendente della Circum - a prendere posto nei convogli per consentire la ripresa del servizio, le cause dei disservizi sono indipendenti dalla nostra volontà e sono state portate a conoscenza degli organi competenti».
«Dalla prossima settimana avvieremo tutte le azioni necessarie per riprendere la manutenzione dei treni fermi della Circumvesuviana, con un calendario che prevede di rimettere in servizio mese dopo mese i convogli, per tornare progressivamente alla normalità nel minor tempo possibile».
 È quanto ha annunciato l'assessore ai Trasporti e alle Attività produttive della Regione Campania, Sergio Vetrella, ospite della trasmissione di Canale 9 «L'emigrante», condotta da Luigi Necco.«I cittadini - ha detto ancora Vetrella - devono sapere che sono nelle condizioni di un medico che sta cercando di estirpare un brutto tumore fatto nascere e crescere da altri negli anni in cui a guidare la Regione c'era il centrosinistra, e che mai nessuno in quegli anni si è preoccupato di risolvere la situazione, facendola anzi aggravare ulteriormente. Quando due anni fa sono diventato assessore mi sono fatto dare i bilanci del gruppo e delle aziende di Eav ed ho trovato subito che qualcosa non andava: oltre a sprechi e inefficienze, le società nei loro bilanci vantavano infatti crediti considerati certi ed esigibili per ben 500 milioni di euro complessivi.
«La maggior parte di questi crediti le società affermavano di averli nei confronti della Regione che invece, a sua volta - -ha proseguito - non solo non li aveva mai coperti, ma non li considerava affatto nel proprio conto economico. Questa situazione a dir poco assurda, ripeto, è andata avanti per ben dieci anni senza che nessuno intervenisse. Ho dovuto allora chiedere una commissione d'inchiesta interna alla giunta che, come non era mai stato inspiegabilmente fatto dalle amministrazioni guidate da Bassolino, accertasse finalmente quanti e quali fossero realmente i crediti dell'Eav nei confronti della Regione».
La protesta si estende anche ai partiti. «Il trasporto pubblico locale rappresenta un mezzo di locomozione importante e fondamentale per i cittadini dell’area vesuviana e, in particolare, per Sant’Anastasia – si legge in una nota del Pd locale - , come sottolinea Grazia Tatarella coordinatore dell’area vesuviana interna per il PD e segretaria del circolo locale: “Tantissimi giovani, lavoratori e pendolari utilizzano quotidianamente la circumvesuviana per raggiungere la città di Napoli e i luoghi di lavoro. Il trasporto è fondamentale per l’accessibilità ai servizi pubblici urbani, per la qualità della vita dei cittadini, dei lavoratori e soprattutto delle fasce più deboli. La riduzione, o peggio ancora, la soppressione delle corse dei treni, in questo momento storico, caratterizzato cioè dalla crisi economica e dall’aumento dei costi dei carburanti, giunti a prezzi insostenibili, provoca costi sociali, in termini economici e ambientali che, direttamente o indirettamente, ricadranno sulla collettività in misura amplificata e sempre meno sostenibile”. 
Bisogna tener presente che, per quanto riguarda la realtà vesuviana, e cioè quella relativa alla tratta Napoli-Sarno, sono state soppresse diverse corse ed in orari strategici per gli spostamenti verso la città con ripercussioni pesanti per la nostra Comunità, le quali, sommati ai consistenti aumenti delle tariffe e ad un deterioramento della qualità del servizio e della manutenzione dei treni e delle stazioni, penalizza sempre gli strati più deboli ed, in particolare, studenti universitari e lavoratori pendolari».
Il Partito Democratico provinciale, attraverso il Forum Trasporti, continua ancora la nota, si sta impegnando insieme ai sindacati per poter risolvere il problema sul piano politico amministrativo chiedendo all’assessore regionale Vetrella di intervenire prima che la situazione degeneri. 

venerdì 30 marzo 2012

CIRCUM: Rassegna stampa



Circum, trasporti in ginocchio: Verdi e Federconsumatori chiedono le dimissioni di Vetrella

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"Domenica 1 Aprile alle 10 ci raduneremo tutti alla stazione delle Madonnelle a Ponticelli per lanciare una grande mobilitazione popolare e chiedere che l' assessore regionale ai Trasporti Vetrella si dimetta o sia destituito". E' quanto annuncia, in una nota, il consigliere dei Verdi Ecologisti della VI Municipalità Antonio Rescigno. "Per Vetrella - aggiunge Rescigno - il trasporto non è un problema ma per noi comuni cittadini da quando questo personaggio gestisce il trasporto regionale le cose vanno sempre peggio. Oramai per chi come me ha scelto di muoversi solo con i mezzi pubblici spostarsi anche solo da Ponticelli al centro cittadino è un calvario. Di fatto senza treni hanno privato il nostro territorio della dignità e della libertà di movimento. I treni non passano quasi mai e quando lo fanno sono affollatissimi e sporchi. La stazione è degradata e senza personale. Noi vogliamo che questo assessore sia mandato a casa e che la regione torni ad investire nel trasporto pubblico".
"Vetrella - spiegano il commissario regionale del Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli e il responsabile regionale della Federconsumatori Rosario Stornaiuolo, che parteciperanno all' iniziativa di domenica - ha sfidato i cittadini di Napoli e provincia e la nostra risposta sarà durissima, dobbiamo assediarlo facendo manifestazioni pubbliche, gruppi su facebook, inviandoli lettere di protesta. Siamo stanchi di aspettare i tempi di questo assessore che secondo noi è il peggiore della storia della Regione Campania e colui che di fatto sta affossando il trasporto pubblico. E' ora che tutti si assumano le proprie responsabilità compreso il Presidente Caldoro che ha nominato tutti suoi 'amici' socialisti ai vertici delle partecipate dei trasporti controllate dalla stessa regione con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Se un politico o un manager è incapace o incompetente deve andare a casa".
Da Metropolis del 29/03/2012



COSE DA PAZZI

CIRCUMVESUVIANA, SERVIZIO CANCELLATO TUTTA L’ESTATE

Categoria: Cronaca
Data: 28/03/2012
A comunicarlo è l’associazione Codici Campania che invita alla mobilitazione civile e iniziative che coinvolgano tutti, a cominciare dagli enti locali.


Secondo fondate indiscrezioni, apprese dall’associazione Codici Campania, la Circumvesuviana si appresta a sopprimere intere tratte in tutto il periodo che da giugno a settembre. L’azienda di trasporti, infatti, sarebbe intenzionata a interrompere il servizio per tutto il periodo estivo, in concomitanza con la chiusura della scuole. Si tratterebbe, in particolare, delle linee utilizzate in prevalenza dai pendolari: si salverebbero soltanto quelle dedicate al flusso turistico, dirette quindi alla costiera sorrentina. Stop alle corse, dunque, per oltre tre mesi: una soluzione che dovrebbe far quadrare i conti, perennemente in rosso, dell’azienda ma che finirebbe col penalizzare migliaia e migliaia di cittadini.
Per questo l’associazione Codici, che da anni segue le vicende della Circumvesuviana e spesso ha denunciato ritardi e disagi, annuncia fin da ora una battaglia civile per costringere azienda e Regione Campania a non attuare lo scellerato piano di ridimensionamento. “Coinvolgeremo cittadini e associazioni, daremo vita ad una mobilitazione massiccia. Smantellare in questo modo un servizio così importante è da incoscienti. Ricordiamo alla Regione che non esistono solo gli studenti: migliaia di lavoratori, professionisti, operai e universitari usano il treno della Circumvesuviana e, di fatto, da giugno potrebbero andare incontro a disagi enormi.
Nell’era della crisi economica, dell’aumento vertiginoso del prezzo della benzina e del boom dell’inquinamento ambientale, tagliare il servizio ferroviario è un vero e proprio delitto”, spiega il segretario regionale di Codici, Giuseppe Ambrosio. Secondo quanto appreso, sarebbe già partita una lettera dei vertici della Circumvesuviana indirizzata alla Regione, nella quale si avanza l’ipotesi di chiudere del tutto alcune linee, lasciando in funzione solo quella di Sorrento e Pompei. Codici Campania chiede l’immediata istituzione di un tavolo di confronto con l’assessore regionale ai trasporti Sergio Vetrella e, allo stesso tempo, annuncia: “Abbiamo già notificato una diffida stragiudiziale per scongiurare la soppressione; se non avremo riscontro probabilmente avvieremo un’azione inibitoria. Vogliamo che Regione e Circum si confrontino con noi, con i cittadini, i sindacati e le altre associazioni sul rilancio dell’azienda. Continuare a mortificare il personale e i pendolari non ha senso: la misura è colma”, aggiunge Ambrosio .


Il segretario regionale sottolinea anche lo scenario devastante che deriverebbe dalla chiusura delle tratte: “Se la notizia dovesse essere vera, sarebbe a dir poco gravissima. Migliaia di pendolari rimarrebbero senza un mezzo per raggiungere il proprio posto di lavoro e il caos regnerebbe sovrano. Bisogna ricordarsi che in buona parte del territorio della provincia di Napoli la Circumvesuviana è l’unico mezzo di trasporto per raggiungere il capoluogo. Per questo dobbiamo impedire lo scempio, con un mobilitazione civile e iniziative che coinvolgano tutti, a cominciare dagli enti locali”.
Ambrosio lancia anche un appello ai Comuni interessati dal passaggio del treno della Circumvesuviana: “Sindaci, svegliatevi. Non è possibile consentire che l’unico servizio di trasporto della provincia di Napoli venga smantellato nell’indifferenza della classe politica e degli amministratori comunali”.
Autore: C.S.

giovedì 29 marzo 2012

DOV'E' FINITA LA SPAZZATURA???













 
C'è aria di primavera ovunque: gli alberi sono in fiore, il cielo sereno e il sole brilla. C 'è aria di primavera ovunque, tranne che a Boscotrecase. Qui, infatti, più che profumare di fiori appena sbocciati, l'aria puzza di rifiuti lasciati a marcire per le strade, trasformate, oramai, in una enorme discarica.
Colpa dello sciopero degli operatori ecologici,che non vengono pagati o colpa del comune? Questi, si danno la colpa a vicenda e non si può, così risalire, a chi sia il vero colpevole.
Sembra quasi assurdo, i problemi ritornano sempre identici, sempre puntuali, senza che si pensi veramente di risolverli. Noi boschesi siamo stanchi, talmente stanchi e indignati dei continui soprusi e abbandoni subiti dal nostro paese che non vogliamo più essere presi in giro.
Ed è forse questa la nostra colpa più grande? L'aver lasciato il nostro paese nelle mani dell'incuranza di chi dovrebbe semplicemente gestirlo. Una domanda, però, dobbiamo ancora  farcela: come mai, con l'avvicinarsi del 6 Maggio, miracolosamente le strade saranno ripulite? E tanti problemi saranno risolti?
Ma la verità è che si ritornerà sempre al punto di partenza...
Alla luce di questi eventi, chiedetevi dove finiscono i rifiuti che, ormai, depositati sulle nostre strade, non vengono raccolti, e si accumulano tutti mischiati, per SPARIRE poi, MAGICAMENTE!!!
E la PICCOLA cava Sari... INGOIA...

mercoledì 28 marzo 2012

Convegno a Ravello

ASSICURAZIONI: NUOVE REGOLE PER L’RC AUTO

Con l’emendamento che è passato nel pacchetto liberalizzazioni, sono in vista nuove regole  per le tariffe rc auto. La nuova normativa prevede, infatti, che la prima classe, vale a dire quella a cui appartengono gli automobilisti virtuosi, si adegui sullo stesso livello in tutta Italia. Ci aspettiamo e ci auguriamo che in relazione alle modalità di applicazione di questo provvedimento  l’Ania si comporti in maniera virtuosa. È indispensabile evitare di approfittare della situazione. Il rischio, infatti, è che, pur di mantenere le tariffe ai livelli elevatissimi e del tutto ingiustificati a cui si trovano attualmente, si adeguino al rialzo tutte le tariffe applicate sul territorio nazionale. In questo modo, infatti, qualche beneficio forse ne potrebbe venire ai cittadini del Sud Italia che, come purtroppo è noto, da anni devono fare i conti con costi esorbitanti e comportamenti scorretti delle compagnie, ma dall’altro lato sarebbero sicuramente penalizzati tutti gli automobilisti del Centro-Nord. Ovviamente, come sempre abbiamo fatto, monitoreremo l’andamento della tariffe, controllando che l’ipotesi speculativa appena descritta non si concretizzi.Ci aspettiamo, anzi, che com’era nell’intento del provvedimento, le tariffe si abbassino per tutto il territorio nazionale, valorizzando così l’aspetto equitativo della norma.

martedì 27 marzo 2012

Anche oggi un po' di book fotografico alla "munnezza"

non ci resta che piangere


 la ditta della raccolta sta scioperando

 un bel misto di erbacce e munnezza

 intanto i cumuli crescono

lunedì 26 marzo 2012

BOSCOTRECASE ecco come avviene la RACCOLTA dei rifiuti differenziati

Ecco cosa accade ormai da alcuni mesi  nelle nostre strade, eppure la raccolta dei rifiuti,  regolarmente differenziati dai cittadini  dovrebbe regolarmente avvenire ogni mattina.
I nostri  amministratori dichiarano che la raccolta differenziata  è al 49% nonostante  le gravi ed evidenti inefficinze documentate dalle foto.  Per questo servizio indecoroso  paghiamo una profumatissima tassa rifiuti.
Questo è quello che dobbiamo sopportare, nonostante il nostro impegno nel differenziare correttamente...
Ci chiediamo allora, dov'è veramnte l'errore?? chi è che sta sbagliando? noi cittadini o chi ci amministra?
Qui non ci sono errori, bensì solo grandi ORRORI!!!


non per nauseravi, ma aprendo il link che troverete qui sotto, potrete trovare UNO SCHIFOSO ALBUM FOTOGRAFICO DELLA MANCATA RACCOLTA RIFIUTI.

Inquinamento - Sporchi da morire, un'anteprima

Dopo le anteprime di Napoli e di Roma, il film 'Sporchi da Morire' si appresta ad uscire nelle sale italiane prima di partire per l’estero. Un'inchiesta su smaltimento dei rifiuti, inceneritori, inquinamento nano-particellare, pericoli per la salute e possibili alternative. La regia del film è di Marco Carlucci. Per saperne di più: Sporchi da morire

 
Ecco un promo video del film che esprime "concettualmente" la linea intrapresa.
Sporchi da morire  ci farà riflettere su un problema non solo nostro ma soprattutto dei nostri figli legato alle invisibili nanoparticelle da molti indicate come il più pericoloso strumento d'inquinamento del presente e del prossimo futuro.


Le inteviste raccolte alla anteprima di Napoli

Modello Tedesco

Modello tedesco: guadagnare il doppio
Gli operai pagati 2600 euro al mese
A confronto le retribuzioni di Volkswagen e Fiat. Il lavoratore italiano ne prende 1400, con tasse più alte e servizi peggiori. Ma nei profitti l'azienda di Wolfsburg batte alla grande i concorrenti torinesi
Marta Cevasco e Jurgen Schmitt sono due operai metalmeccanici. Hanno quasi la stessa età: 52 anni la signora italiana e 50 il suo collega tedesco, un’anzianità di servizio simile, entrambi tengono famiglia (coniuge e un figlio) e fanno più o meno lo stesso lavoro non specializzato. Qual è la differenza tra i due colleghi? Semplice: lo stipendio. Jurgen guadagna molto di più. A fine mese l’operaia italiana arriva a 1.436 euro, quasi la metà rispetto al metalmeccanico tedesco, che porta a casa una retribuzione 2.685 euro. A conti fatti, Marta e Jurgen sono divisi da 1. 250 euro. Chiamatelo, se volete, lo spread del lavoro. E anche qui, come succede per la finanza pubblica, vince la Germania. O meglio vince Volkswagen (leggi il reportage dal quartier generale di Wolfsburg) e perde Fiat, perché i due operai che abbiamo scelto per questo confronto sono dipendenti delle due più importanti aziende automobilistiche dei rispettivi Paesi  di Vittorio Malagutti 

venerdì 23 marzo 2012

Sempre e solo rifiuti

ACERRA. INQUINAMENTO DA RIFIUTI: STOP ALLA COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI









Stop alla commercializzazione dei prodotti agricoli dell’agro acerrano. Dopo l’incendio scoppiato martedì sera nel sito di stoccaggio dei rifiuti, gestito dalla Sapna, il comune ha approntato un’ordinanza finalizzata al divieto di commercializzazione di frutta e ortaggi provenienti dal vasto territorio di Acerra. L’indiscrezione è trapelata ieri dalla Prefettura di Napoli. Il dispositivo per la tutela sanitaria e ambientale dovrebbe essere firmato e ufficializzato stamane dalla municipalità locale.

Si tratta di un provvedimento preventivo, in attesa dell’esito delle analisi richieste dal Comune all’Arpac. L’Agenzia Regionale per l’Ambiente dovrebbe effettuare un ulteriore campionamento della zona ai fini della valutazione d’impatto ambientale della grande struttura che in località Pantano ospita circa centomila tonnellate di rifiuti. Qui, due sere fa, le fiamme sono divampate nella piazzola numero due, una grossa base di piramide, coperta da un telone di plastica nera, che ospita circa 18mila tonnellate di immondizia triturata frutto dell’ultima emergenza risalente al giugno dello scorso anno. L’incendio - secondo la polizia non è da escluderne l’origine dolosa - ha incenerito 7 mila tonnellate di schifezze producendo una nuvola tossica che è rimasta sospesa per molte ore in uno spazio aereo enorme, tra Acerra e Napoli.
A ogni modo, sempre in base alle indiscrezioni provenienti dal capoluogo, dall’esito delle prime analisi effettuate dalla polizia scientifica poco dopo l’incendio emerge che i rifiuti inceneriti non sono classificabili come pericolosi ma che è stata ravvisata la presenza di percolato. Nel frattempo si attende anche il risultato delle analisi dell’aria realizzate da un’unità speciale dei vigili del fuoco accorsa sul posto proprio mentre le fiamme erano ancora alte. La tensione è alta. Gli ambientalisti sono sul piede di guerra. Sostengono che il sito di stoccaggio di Acerra dovrebbe essere sparito già da un pezzo. L’area del Pantano in cui si trova l’impianto è gestito dalla Sapna, società controllata dalla Provincia.
Si tratta di una zona che l’ex Commissariato di governo per l’emergenza rifiuti aveva dichiarato «sito di interesse nazionale altamente inquinato», prima di sancire la fine dell’emergenza, il 31 dicembre del 2009. Anche nell’agro acerrano l’ecomafia ha sotterrato di tutto. La Montefibre, l’inceneritore e gli altri impianti chimici, tutti concentrati in quest’area, hanno reso più problematica una situazione che già appariva ingestibile. Mentre le rivendicazioni puntate sulla creazione di un rapporto finalmente equilibrato tra industria e ambiente sono tutte finite nel dimenticatoio. Proprio in località Pantano (chiamato così per la presenza di un’immensa falda acquifera superficiale) c’è un altro stoccaggio di rifiuti, l’impianto Pellini, fatto sequestrare dalla magistratura perché ritenuto una fucina di veleni.
Qui si produceva una sorta di compost che era stato disseminato sui terreni agricoli ma che, secondo le indagini, era costituito da derivati di immondizie pericolose. Dall’inchiesta scaturì una serie di arresti che misero in luce connivenze inquietanti con le forze dell’ordine del territorio. Ora però l’agro acerrano deve fare i conti con l’emergenza incendi nelle discariche pubbliche. Due settimane fa il presidente della giunta provinciale, Luigi Cesaro, è corso ai ripari firmando l’ordinanza di rimozione immediata dei rifiuti contenuti nell’impianto Sapna. Ma le operazioni di svuotamento, che procedevano già molto a rilento, sono state bloccate dall’incendio.
(Fonte foto: Rete Internet
Autore: Pino Neri

Intervista a Paul Connett e Franco Matrone - Pubblicata sul numero speciale di Articolo 1

Paul Connett
Paul, ci racconti brevemente come è iniziata la tua
esperienza negli Stati Uniti contro gli inceneritori e come hai
avuto la grande intuizione di creare la strategia 'Rifiuti zero'?
Ci sintetizzi in cosa si concretizza la strategia 'Rifiuti zero
2020'?
Quando mi sono laureato nel 1983 ho iniziato ad insegnare
biochimica alla St. Lawrence University di Canton, New York.
Pensavo che i miei giorni da attivista di strada fossero finiti e mi
aspettava una vita tranquilla! Poi nel 1985 sono stato
trascinato in una lotta per combattere un inceneritore di rifiuti
nel mio paese. Questo mi ha portato via via ad interessarmi
sempre di più dei rifiuti e da lì mi sono trovato a fare
presentazioni in giro per gli Stati Uniti sui pericoli
dell'incenerimento e i benefici delle alternative più razionali.
Finora questa 'missione' mi ha portato in 49 paesi negli Stati
Uniti, sette provincie del Canada e 53 altri paesi nel mondo.
Nel 1996, proprio quando pensavo di essere riuscito a
bilanciare perfettamente il mio lavoro dell'insegnamento in
biochimica all'università e la necessità di aiutare le comunità
sulla gestione dei rifiuti in tutto il mondo, mia moglie mi ha
coinvolto in una lotta sulla fluorizzazione dell'acqua. Quel
lavoro è culminato in altre ricerche e pubblicazioni sui rifiuti
pericolosi che finiscono nelle nostre falde acquifere.
A partire da dicembre 2011 ho intensificato la mia presenza in
Italia e ho avuto il piacere di visitarla ben 52 volte. Tutte queste
visite sono state dedicate ad aiutare le comunità a combattere le
proposte di inceneritori e fornire informazioni su una strategia
alternativa per la gestione dei rifiuti urbani. Questa strategia si
chiama 'Rifiuti Zero 2020'.
Partiamo da un presupposto: noi viviamo su questo pianeta
come se ne avessimo un altro su cui andare. Se vogliamo
salvare questo pianeta qualcosa deve cambiare, e dobbiamo
cominciare proprio dai rifiuti. Perché ognuno di noi produce
rifiuti, ogni giorno. Facciamo tanti rifiuti e questo fa parte di
un modo non-sostenibile di vivere il pianeta. Adesso possiamo
fare tutti un primo passo verso la sostenibilità. Semplicemente
non è possibile seguire una 'società usa e getta' su di un pianeta
che è a risorse finite.
I rifiuti sono la prova evidente che stiamo facendo qualcosa di
sbagliato. Le discariche seppelliscono queste prove e gli
inceneritori le bruciano. Questo è vero per tutti gli
inceneritori, non importa con quale nome li si chiami
(inceneritori o termovalorizzatori, gassificatori, pirolisi o
plasma) ma il nostro compito nel 21° secolo non è quello di
trovare metodi sempre più sofisticati per distruggere risorse
bensì smettere di fare prodotti ed imballaggi che devono
essere distrutti!!
Una combinazione di eccesso di popolazione e consumi
eccessivi sta utilizzando le risorse del pianeta a un ritmo
sempre crescente, sia che stiamo parlando di combustibili
fossili, di acqua pulita, di terra coltivabile, foreste pluviali,
minerali o pesce. E 'importante vedere che cosa ha causato
questa crisi di risorse e come una strategia Rifiuti Zero 2020
può fare un passo importante per invertire il processo che
sembra inarrestabile.
La strategia Rifiuti Zero dice "no" agli inceneritori, "no"
alle mega-discariche, "no" alla società dell'usa e getta e
"sì" a una società sostenibile. Anche se può sembrare un
obiettivo idealistico, possiamo impiegare un lasso di tempo
realistico per arrivarci. E'dimostrato.
Non ci aspettiamo di raggiungere Rifiuti Zero il prossimo
anno, ma possiamo anticipare che alcune comunità
potrebbero essere molto vicino a Rifiuti Zero entro il 2020. Il
punto è che puntando per lo zero non solo si rendono le nostre
intenzioni molto chiare, ma è più probabile avvicinarsi a
questo obiettivo se ci siamo prefissi un obiettivo comune. In
altre parole, vorrei porre questa domanda: tenendo conto
delle esigenze delle generazioni future, che quantità di rifiuti
pensi che sia accettabile?
Più che altro Rifiuti Zero è una nuova direzione, che tutti
dovrebbero condividere. Dobbiamo passare dal back-end di
smaltimento rifiuti al front-end di gestione delle risorse,
migliore progettazione industriale e post-consumistico stile
di vita. Come dicono Mary Lou Derventer e suo marito Dan
Knapp: "I m ateriali scartati non costituiscono rifiuti fino a
quando non sono sprecati. 'Rifiuti è un verbo, non un
sostantivo'”.
I punti focali della strategia sono costituiti dalle 4 'R'.
La maggior parte delle persone hanno familiarità con le 3 R
(Ridurre, Riutilizzare, Riciclare), ma visto che i rifiuti sono,
in ultima analisi, un problema di progettazione, di
ingegnerizzazione aziendale, abbiamo bisogno di
aggiungere una quarta R: Re-design o reingegnerizzazione
appunto. L'Italia è molto avvantaggiata in questo senso
perché ha alcuni dei migliori designer e ingegneri al mondo.
In effetti, uno dei primi
italiani a parlare di "rifiuti
zero" è stato Leonardo da
Vinci. Nei suoi scritti ha detto
che non vi era alcuna cosa
come rifiuto. Il prodotto di
scarto della natura di
ciascun produttore potrebbe
essere materiale di partenza
per un altro produttore. Redesign
è importante, ma c'è
ancora un'altra R più
importante.
L a q u i n t a R è
Responsabilità. Un senso di
responsabilità è la chiave
per la sostenibilità. Abbiamo bisogno di responsabilità
individuale, la responsabilità della comunità, la
responsabilità industriale, responsabilità professionale e
soprattutto responsabilità politica.
Abbiamo bisogno di integrare gli strateghi di rifiuti zero con
gli agricoltori, medici, artisti, educatori, filosofi, scienziati,
ingegneri, economisti, ambientalisti, lavoratori industriali,
architetti, sviluppatori della comunità, attivisti sociali e dei
bambini! La battaglia per la sostenibilità rappresenta la sfida
più grande che la società umana ha affrontato a partire dalla
rivoluzione industriale. Abbiamo bisogno di tutti i soggetti
coinvolti in questo sforzo enorme.
Anche in questo caso potrebbe sembrare che Rifiuti Zero è un
obiettivo idealistico, ma siamo in grado di avvicinarsi a questo
obiettivo con una serie di semplici misure pratiche,
convenienti e politicamente accettabili. Ecco i dieci passi che
ho proposto per raggiungere Rifiuti Zero. Questi passaggi
incorporano sia il livello responsabilità comunitaria, che
quella industriale e politica:
1. Separazione alla fonte;
2. Raccolta differenziata porta a porta;
3. Compostaggio;
4. Riciclaggio;
5. Il riutilizzo, riparazione e decostruzione
(non demolizione) di vecchi edifici;
6. Iniziative di riduzione dei rifiuti;
7. Gli incentivi economici;
8. Separazione residua e un Centro di
Ricerca Rifiuti Zero;
9. Responsabilità Industriale;
10. Una piccola discarica provvisoria per i
non riciclabili e la frazione sporca
biologicamente stabilizzata, la frazione
residua che costituisce i nostri errori (da
azzerare progressivamente nel tempo e solo
se si avviano insieme i punti precedenti).
Dopo aver segregato tutti i materiali verso le corrette filiere di
riciclo (umido per il compost, platica, carta, vetro, alluminio,
metalli etc.), come la frazione residua viene gestita è la
differenza fondamentale tra lo smaltimento dei rifiuti
( d i s c a r i c h e e
inceneritori) e la
strategia rifiuti zero :
d i s c a r i c h e e d
inceneritori tendono
a far scomparire i
residui, la strategia
rifiuti zero si propone
invece di renderli
molto visibili. La
f r a z i o n e re s i d u a
rappresenta i nostri
errori non sostenibili,
s i a a t t r a v e r s o
decisioni di acquisto
dei cittadini o per lo
scarso design industriale. Abbiamo bisogno che questi
residui siano resi molto visibili per ridurli progressivamente
se vogliamo andare verso una società sostenibile. Abbiamo
bisogno di studiare e correggere i nostri errori.
C'è bisogno di creare centri di ricerca per gli screening della
frazione residua. Idealmente, questo potrebbe essere gestito
dalle locali università o college tecnici. In questo centro di
ricerca professori e studenti con interessi diversi in un futuro
sostenibile (design industriale, pubblicità etica, sviluppo
urbano e della comunità, economia, gestione ambientale)
potrebbero studiare gli errori non-sostenibili della società di
oggi e proporre alternative. Per chi fosse interessato alla
sostenibilità, il centro di ricerca rifiuti zero è un laboratorio
ideale. In Italia esiste a Capannori.
La logica è: "Se non possiamo riutilizzarlo, riciclarlo o
compostarlo, l'industria non dovrebbe produrlo e noi non
dovremmo comprarlo. Abbiamo bisogno di una migliore
progettazione industriale e di una buona educazione dei
consumatori nel 21 ° secolo".
In Nova Scotia, (una provincia canadese di circa 900.000
abitanti) quasi tutti i materiali riciclabili vengono utilizzati
dalle industrie della provincia. Il loro programma ha creato
circa 1000 posti di lavoro nella raccolta ed elaborazione dei
materiali di scarto e altri 2000 posti di lavoro nelle industrie
che utilizzano questi materiali secondari. L'incenerimento
crea molti meno posti di lavoro e danneggia seriamente
l'ambiente e la salute umana. Penso che solo questo
dovrebbe convincere un governo a seguire questa strada.
E 'difficile capire come qualsiasi persona razionale che vive
nel 21 ° secolo, e di fronte alla necessità fondamentale di
sviluppare soluzioni sostenibili, avrebbe approvato lo
sperpero di materiale finito e ingenti risorse finanziarie su
base non-sostenibile praticata con l'incenerimento. Per
coloro che hanno bisogno di capire, ecco un semplice
confronto tra una strategia di incenerimento dei rifiuti ed
una invece che incorpora la strategia Rifiuti Zero:
L'incenerimento converte tre o quattro tonnellate di rifiuti
in una tonnellata di cenere che nessuno vuole. Rifiuti Zero
converte tre tonnellate di spazzatura in una tonnellata di
compostabili, una tonnellata di rifiuti riciclabili e una
tonnellata di educazione. Con Rifiuti Zero abbiamo il
potenziale per educare ogni cittadino, ogni professore e
studente, ogni decision maker e tutti i produttori nella nostra
società. Per quanto riguarda gli impatti globali sul fattore
energia, una combinazione di riciclaggio e compostaggio
permette di risparmiare energia da tre a quattro volte di più
rispetto a quanto generato da un inceneritore. Alcuni dei
confronti per singoli materiali sono da capogiro. Ad
Come facciamo a studiare i nostri errori?
Perché oggi, in qualsiasi posto del mondo, un governo o
un'amministrazione locale dovrebbe investire in questo
senso?
Allora facciamo un confronto tra l'incenerimento e la
strategia rifiuti zero.
esempio, il riciclaggio di plastica PET (comunemente usato
in bottiglie d'acqua monouso) consente di risparmiare
energia 26 volte più dell'energia che si produce bruciandola.
Un rapporto europeo indica che una combinazione di
riciclaggio e compostaggio produce 46 volte meno gas
responsabili del riscaldamento globale per tonnellata di rifiuti
trattati rispetto a quelli generati da un inceneritore che brucia
una tonnellata di rifiuti per produrre energia elettrica. Per
quanto riguarda l'economia locale è dimostrato che la
strategia dei rifiuti zero è più economica e produce posti di
lavoro di gran lunga maggiori rispetto all'incenerimento (cfr.
il saggio di Neil Seldman). Inoltre, il denaro speso per il
programma rimane in gran parte della comunità locale,
mentre un sacco di soldi spesi per l'inceneritore lascia la
comunità. Il dottor Robin Murray, professore della London
School of Economics, ha spiegato i benefici straordinari per
l'economia locale di una strategia Rifiuti Zero nel suo libro
"Creazione di ricchezza da rifiuti”.
Mega-discariche e inceneritori non sono né accettabili né
necessari. In questa panoramica ho delineato la strategia
alternativa migliore (Zero Waste 2020), che non è solo meglio
per la nostra salute, ma è meglio per l'economia locale, e per il
nostro pianeta. Tuttavia, l'ostacolo è quello che io chiamo "la
cattiva legge di inquinamento." Quando si confrontano le
comunità, province o paesi, "il livello di inquinamento
aumenta, come aumenta il livello di corruzione". Più è corrotta
la tua comunità più inquinata diventerà la ricerca della
soluzione. Più c'è corruzione più aumenta la continua
promozione di mega-discariche ed inceneritori, perché poche
persone fanno grandi profitti dalla costruzione e la gestione di
tali entità.
Fortunatamente però c'è "la buona legge di inquinamento", in
cui si afferma che "il livello di inquinamento diminuisce
all'aumentare del livello di partecipazione del pubblico." In
breve, abbiamo bisogno di ripulire il sistema politico, al fine
di pulire il nostro ambiente. Non è un problema solo dell'Italia
ma del sistema globale. Proprio dalle battaglie a discariche e
inceneritori viene fuori una opposizione appassionata del
pubblico. E' questa passione, e la messa in rete, che genera la
spinta alternativa di Rifiuti zero.
Ci sono molti esempi di successo nel mondo, ognuno è
eccellenza per motivi diversi. Ad esempio aumentano sempre
di più i centri di riutilizzo e centri di riparazione in esecuzione
sia a scopo di lucro o come non-profit. Un esempio del primo
caso è Urban Ore in Berkeley, California. Di proprietà del Dr.
Dan Knapp, professore di sociologia in pensione e sua moglie
Mary Lou Deventer. Questa operazione è in corso da oltre 30
anni. Riceve elettrodomestici, mobili e altri oggetti dai
proprietari di case e anche i materiali e gli oggetti ottenuti da
Allora sembra semplice, perché non ci si riesce?
Tu stai girando il mondo e man mano tanti paesi stanno
aderendo al protocollo, quali passi avanti si stanno facendo?
aziende specializzate nella decostruzione (in
contrapposizione alla demolizione) di vecchi edifici.
Quest'ultima è una parte molto redditizia della loro attività.
Legno, mattoni, sanitari, porte e finestre hanno un alto
valore e sempre più costruttori ricorrono ai materiali
recuperati presso Urban Ore perché conviene.
Entro il 2011, San Francisco (popolazione 850.000) ha
dimostrato che una combinazione delle cinque fasi (raccolta
differenziata, porta a porta, compostaggio, riciclaggio e
riutilizzo) può portare a un tasso di differenziazione del 78%
che non va più nelle discariche (non hanno inceneritore) e
stanno andando verso il loro obiettivo di rifiuti zero entro il
2020. I prossimi passi sono come fare a ridurre, e infine
eliminare, la maggior parte di questa frazione residua. In
Irlanda, il governo ha introdotto una tassa di 15 cent per
ogni sacchetto di plastica utilizzato nei centri commerciali.
Con grande sorpresa di tutti, in un anno, questa misura ha
ridotto l'uso di queste borse del 92% e l'altro 8% ha messo
oltre 12 milioni di euro in fondi a sostegno del riciclaggio ed
altre iniziative. In Australia, molte città hanno vietato l'uso
di sacchetti di plastica completamente. Come risultato di
questo tipo di misure sempre più persone vengono persuasi a
utilizzare borse riutilizzabili in cotone o altro materiale
resistente. Queste hanno il vantaggio di mostrare gli slogan e
i messaggi delle organizzazioni promotrici. Divieti di
sacchetti di plastica si stanno diffondendo nel mondo e anche
grandi città come San Francisco li hanno introdotti.
A mio avviso, i due luoghi che stanno guidando i
movimenti Rifiuti Zero in tutto il mondo sono la California
e l'Italia.
La Toscana è un ottimo laboratorio. Lì alcuni supermercati
hanno sistemi di erogazione che consentono ai clienti di
riutilizzare i propri contenitori per i vari prodotti liquidi
come acqua, latte, vino, shampoo e detergenti. Altri sistemi
di distribuzione vengono utilizzati per gli elementi solidi
come i cereali etc. A Capannori, vicino Lucca, nel 2009 un
nuovo negozio di alimentari (Effecorta) ha aperto ed utilizza
sistemi di erogazione per 60 diversi liquidi e 60 solidi diversi.
I clienti portano le proprie bottiglie o contenitori
riutilizzabili. La grande sostenibilità di questa operazione è
data dal fatto che oltre il 90% dei prodotti alimentari e delle
bevande vendute sono prodotti entro 70 km dal negozio. Nel
caso del vino venduto in negozio il luogo di origine è indicato
su una mappa, in modo che i clienti possano vedere
esattamente dove si produce.
Oggi, da nessuna parte come in Italia la lotta è così aspra tra
le pressioni irragionevoli della politica per l'incenerimento e
la pressione dei cittadini. Uno degli orologi del mondo è
rappresentato dalla risposta della città di Napoli a questa
crisi rifiuti. Avevo visitato e parlato tanto a Napoli, almeno
Chi è più avanti a livello mondiale e chi è più avanti in
Europa in questo momento?
L'Italia?
dieci volte fino all'anno scorso, ma fino a quel momento mai
nessun politico ha voluto condividere informazioni. Ma le cose
stanno cominciando a cambiare. Recentemente diverse
comunità della zona di Napoli hanno approvato una strategia
rifiuti zero e nell'ottobre 2011 sono stato invitato dal nuovo
sindaco di Napoli per parlare di Rifiuti Zero e la sostenibilità
nel palazzo comunale. Ho parlato con il sindaco e quel giorno
stesso ha annunciato che la città di Napoli stava per
sottoscrivere la strategia Rifiuti Zero. Questo è stato un
momento meraviglioso per me personalmente e anche per le
migliaia di cittadini in Italia che lottano per raggiungere questo
obiettivo. Avere a bordo Napoli farà la differenza enorme a
favore di tutti i nostri sforzi.
"La logica è: "Se non possiamo riutilizzarlo, riciclarlo o
compostarlo, l'industria non dovrebbe produrlo e noi non
dovremmo comprarlo. Abbiamo bisogno di una migliore
progettazione industriale e di una buona educazione dei
consumatori nel 21 ° secolo"
"L'incenerimento converte tre o quattro tonnellate di rifiuti in
una tonnellata di cenere che nessuno vuole. Rifiuti Zero converte
tre tonnellate di spazzatura in una tonnellata di compostabili,
una tonnellata di rifiuti riciclabili e una tonnellata di
educazione"
"Ad esempio, il riciclaggio di plastica PET (comunemente usato
in bottiglie d'acqua monouso) consente di risparmiare energia 26
volte più dell'energia che si produce bruciandola"
"Recentemente diverse comunità della zona di Napoli hanno
approvato una strategia rifiuti zero e nell'ottobre 2011 sono stato
invitato dal nuovo sindaco di Napoli per parlare di Rifiuti Zero e
la sostenibilità nel palazzo comunale. Ho parlato con il sindaco e
quel giorno stesso ha annunciato che la città di Napoli stava per
sottoscrivere la strategia Rifiuti Zero. Questo è stato un momento
meraviglioso per me personalmente e anche per le migliaia di
cittadini in Italia che lottano per raggiungere questo obiettivo"
Franco Matrone
Franco, tu sei un medico e rappresenti la Rete dei Comitati
Vesuviani, che è una delle realtà che da più anni in
Campania lotta per un ciclo virtuoso dei rifiuti. Raccontaci
cosa ha spinto voi cittadini di quel territorio verso la
mobilitazione e la ricerca di soluzioni alternative all'attuale
fallimentare gestione dei rifiuti nella nostra Regione.
Siamo nati a fine 2009, quindi siamo certamente gli ultimi
arrivati sul fronte. Il primo impatto collettivo è stata la forte
indignazione di veder violati diritti e leggi da parte di chi
doveva rispettarli per primo.
E poi perchè, con una legge speciale (emergenziale) si
creava un ordinamento parallelo capace di sovravanzare
ogni norma di tutela ambientale aprendo una discarica tal
quale per tutti i comuni campani ed in particolare per la
città di Napoli nell'area più vincolata al
mondo, il Parco nazionale del Vesuvio.
Dove non si può raccogliere un fiore si
poteva fare una discarica di veleni da
680 mila T. e prevederne un'altra da
3milioni e mezzo di T che sarebbe
servita alla Campania per i prossimi 15
anni.
Da lì è partita la protesta che ha
coinvolto da subito tutta la società
vesuviana senza distinzioni arrivando a
portare in strada fino a 20 persone,
scuole, parrocchie , vescovi a Papa,
Sindaci, politici e fin'anche il Presidente
Napolitano, Commissione Europea e
Unesco.
Cancellata la legge "berlusconiana" che
prevedeva l'apertura di cava Vitiello ci
siamo detti: "come mai un territorio
come il nostro che differenzia in media
più di ogni altro territorio non può fare da solo e creare un
ciclo dei rifiuti in autonomia?"
E dopo le immancabili violenze di Terzigno abbiamo
provato a passare dalla protesta alla proposta.
Da quì l'idea dell'accordo di programma dell'area
vesuviana che ha aperto la strada ad un diverso modo di
operare dandosi una prospettiva più confacente ai criteri
della normativa europea in tema di ciclo dei rifiuti con
Riduzione, Riuso, Recupero della materia,Riciclo, RD e solo
alla fine discarica.
La cittadinanza attiva ha cercato di fare fino in fondo la sua
parte. Purtroppo non sempre i Sindaci e le Amministrazioni
sono state all'altezza dell'impegno assunto.
Da quì lo stallo attuale del progetto dell'area vesuviana.
Come siete venuti in contatto con Zero Waste Italia e con
Paul Connett. Come è nato il vostro percorso verso una
strategia rifiuti zero nell'area vesuviana?
Alcuni di noi vevano partecipato alla ZWIA a Napoli nel
2009 e da lì è nata la curiosità di approfondire.
Ci sembrava un percorso interessante, " un'utopia possibile".
Abbiamo approfondito il programma di Connett e lo abbiamo
invitato ripetutamente nell'area vesuviana per parlare ai
cittadini e agli amministratori.
L'idea del recupero spinto della materia e la responsabilità
dell'industria a non produrre più rifiuti ci è sembrata la strada
giusta per passare dalla vergogna modiale della "monnezza"
campana alla virtuosità di un percorso verso le buone pratiche,
straordinario ed affascinante.
Ci siamo chiesti: come seguire la carta di Napoli dello ZWIA?
Innanzitutto propagandando l'idea e poi applicandola là dove
Connett aveva indicato, i Comuni.
E q u i n d i a b b i a m o s o l l e c i t a t o l e
Amministrazioni comunali ad aprovare lo
schema del protocollo verso Rifiuti zero entro
il 2020 e mettere in campo l'Osservatorio per
far confrontare Governo, Società di gestione
RSU e cittadinanza attiva per superare le
criticità e raggiungere una RD spinta e di
qualità. E ad oggi i comuni Campani che
hanno raccolto l'ivito sono 15.
A che punto siete nei Comuni Vesuviani?
Ovviamente questo è solo il primo passo.
Siamo all'inizio ma in questo ambito credo
che con un pò di buona volontà si possano
rag giungere risultati straordinari e
impensabili. Ovviamente il primo impegno
resta ancora la lotta per la chiusura della
discarica Sari, la messa in sicurezza e la
bonifica dei tanti siti presenti da decenni.
Oggi siamo ad una svolta.
Dei 19 comuni che sversavano da un anno in
discarica solo quattro attualmente lo fanno ed stiamo
tentando di convincere i comuni a non sversare più a Terzigno,
chiudendo così la discarica e mettere in campo un'alternativa
meno devastante per il territorio già formente compromesso.
I Comuni a Nord di Napoli spero vi seguano a ruota, appena si
riuscirà a creare una sana coscienza politica ed amministrativa.
Il panorama politico nel nostro territorio è molto variegato.
Come siete riusciti voi a superare l'ignoranza, il
menefreghismo, i protagonismi ed anche purtroppo la
faziosità di sindaci di estrazione politica anche molto diversa
tra loro?
Come ogni lotta la differenza la fà il numero di persone che si
riesce a mobilitare, la varietà di rappresentanze e la
prospettiva che si riesce a mettere in campo. Alcuni di noi da
oltre due anni ha adottato come seconda professione lo studio
del problema rifiuti in tutte le sue articolazioni.
E questo è servito anche per le numerose azioni legali che più
volte ci hanno dato ragione e andare fino in fondo, fin'anche
a Brussels, alla UE dove diverse volte abbiamo interloquito
con i Commissari mettendo in difficoltà lo stesso Governo
nazionale e regionale, sia di centro destra che di centro
sinistra.
Credo, a mio modesto avviso, che la chiave di volta sia stata
quella di aver fatto comprendere a tutti i livelli che non si
trattava di una vera emergenza ma di un'incapacità della
politica, di tutta la politica, a saper gestire nell'ordinario,
quello che in tutte le regioni del centro nord e in tutta
l'Europa avviene da anni
Cosa ci suggerisci per riuscire, da cittadini, a sensibilizzare il
mondo politico del nostro territorio verso azioni concrete
nella direzione virtuosa di rifiuti zero?
Non credo ci siano rìcette specifiche e se ci sono non siamo
certo noi quelli che possono fare da maestri.
Ognuno deve mettere in campo quello di cui è capace,
quello che sà, quello che ha appreso e quello che ritiene
possibile nel contesto dato, avendo sperimentato che l'ABC
della sostenibilità del ciclo dei rifiuti parte da una buona RD.
Ecco forse incalzare le Amministrazioni comunali su questo
tema potrebbe essere il primo passo concreto.
Puntando alla crescita collettiva sull'argomento con una
puntuale campagna informativa a tutti i livelli sopratutto
nelle scuole, per le nuove generazioni.
Quali sono i prossimi passi?
Oggi la consapevolezza in Campania sugli argomenti esposti
è molto radicata.
Reti e Comitati più anziani di noi hanno prodotto risultati
importanti in termini di mettere a nudo e denunciare questo
vergognoso affare politico camorristico che sottende ai
rifiuti.
La lotta verso il Piano regionale appena approvato è una
priorità perche non risponde alle norme europee e nazionali.
L'impegno sul Piano rifiuti speciali è ancora più importante
perchè in Campania non risultano ufficialmente impianti per
gli speciali e nocivi che da soli contituiscono il triplo dei rifiuti
solidi urbani.
E allora questi che fine fanno?
Dove vengono smaltiti?
Bastano queste domande per iniziare un percorso di legalità
praticamente infinito nel corso del quale prima o poi si
evidenzieranno tutte le responsabilità di chi ha fatto della
Campania felix un'immensa cloaca di rifiuti tossici e nocivi,
minando la salute di questa e delle prossime generazioni.
C'è speranza per la Campania?
Certo che c'è speranza. E' nelle nuove generazioni.
I nostri padri non hanno saputo comprendere cosa stava
succedendo sotto i loro occhi, o se hanno visto hanno fatto
finta di non capire.
Noi siamo arrivati tardi, ma comunque stiamo facendo argine.
Ai nostri giovani il compito di riparare i disastri delle vecchie
generazioni aprendo gli occhi e prevenire ogni azione
delittuosa tesa a distruggere il loro futuro.
Partendo dall'aforisma che "la natura non è quella che
abbiamo ereditato dai nostri padri ma quella che abbiamo in
prestito dai nostri figli" si comprende che non bisogna
a r r e n d e r s i e r e c u p e r a r e i l t e m p o p e r s o .
Alla fine sono arciconvinto che le buone pratiche
sopravanzeranno lo scempio di questi decenni.
Serve però che tutti, qualunque sia la propria rsponsabilità
sociale, facciano fino in fondo e responsabilmente la propria
parte.