sabato 30 ottobre 2010

LA MANIFESTAZIONE UNITARIA DI STASERA DEI COMITATI E DEI MOVIMENTI HA BOCCIATO L'ACCORDO DEI SINDACI

 STASERA ABBIAMO REGISTRATO LA BOCCIATURA DELL'ACCORDO CHE I SINDACI HANNO FATTO CON BERLUSCONI NOI RIBADIAMO CHE BISOGNA AGIRE E RISOLVERE IL PROBLEMA, LA POLITICA DEGLI ANNUNCI E' FINITA.
DA CIRCA TRE ANNI STIAMO CHIEDENDO PRIMA AL NOSTRO SINDACO E POI A TUTTI QUANTI SI SONO INCROCIATI SUL NOSTRO PERCORSO DI:
RIDURRE I RIFIUTI A MONTE
FARE UNA BUONA RACCOLTA DIFFERENZIATA
ATTIVARE GLI IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO ESISTENTI
E TRATTARE IL RIFIUTO RESIDUO CON SISTEMI ALTERNATIVI ALL'INCENERIMENTO

AD OGGI NON SIAMO MAI STATI ASCOLTATI DA NESSUNO
 STASERA CIRCA 10.000 PERSONE DI FATTO HANNO APPROVATO LA NOSTRA PIATTAFORMA , AI POCHI CHE SONO RIMASTI A GIOIRE PER LA VITTORIA  DICIAMO CHE SE NON PARTE UN CICLO VIRTUSO DEI RIFIUTI CONTINUEREMO A FARE LA GUERRA DEI POVERI E RIEMPIREMO SOLO BUCHI  O QUANT'ALTRO

Eppure avrei messo la mano sul fuoco.di Nello Collaro

Avrei sostenuto che il documento sottoscritto dai Sindaci è, nella sostanza ed eccetto un trascurabile dettaglio, simile a quello che già “democraticamente” fu sottoposto alla pubblica piazza. E da questa sonoramente bocciato in un informale plebiscito.
Avrei detto che le condizioni accettate sono sostanzialmente le stesse che la stessa piazza aveva dato mandato di rigettare.
E le imposizioni diktate dal dott. Bertolaso, anch'esse le stesse: “… finiskano le proteste. Ad horas!”.
Insomma, l’unilateralità quale base dell’akkordo sottoscritto, avrei giurato di averla già colta nel dokumento che aveva tentato di imporre, inutilmente, il dott. Bertolaso.
Mi sbagliavo! Il mio è stato un increscioso episodio di “dèjà vu”.
Sì, perché il documento sottoscritto anche dai sindaci stravoge, fino a rivoltarlo come un guanto, il già rigettato documento.
Perché, come rivendicato dai cittadini tutti, la Cava Sari, accertatane la saturazione e la percolante pericolosità, verrà chiusa ad horas. E ad horas bonificata.
Si darà mandato immediatamente a strutture non governative di monitorare i livelli di inquinamento di falde acquifere e sottosuolo.
Verranno assicurati standard di salubrità dell’aria.
Verranno rimossi i Sindaci dei Comuni ancora inadempienti a quanto disposto dalla lg. n° 123/08 in materia di raccolta differenziata.
Infine verrà immediatamente aperto un tavolo permanente e paritetico “tecnico-istituzionale-societàciviledignitosamenteresponsabilizzata”, al fine di individuare e garantire un approccio al tema rifiuti, che sia compatibile con il rispetto dell’ambiente e della persona.
Ah, un dettaglio. Quello di cui all’inizio. Quello trascurabile.
In effetti un dettaglio al vecchio documento è stato aggiunto:
si è scritto, ma solo per precisare l’ovvio, che la temuta apertura della discarica in Cava Vitiello, prevista per un mero refuso tipografico dalla legge n° 123/08, è scongiurata. A breve seguirà la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di un opportuno “errata corrige”. Del resto, pare abbia eloquentemente edotto il dott. Bertolaso, solo degli sciagurati e/o scellerati, avrebbero potuto pensare di aprire un’altra discarica nel parco Nazionale del Vesuvio, “… unico diadema nostrano incastonato nella corona delle meraviglie del mondo”.
Meno male.
Almeno ora so che il problema è solo mio.
E dovrò affidarmi ad un bravo psicoterapeuta!

DA FAMIGLIA CRISTIANA (ECCO L'UOMO DI CUI DOVREMMO FIDARCI)

Berlusconi di nuovo nello scandalo

La moglie, Veronica Lario, lo aveva già segnalato: uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile. Incredibile che un uomo di simile livello non abbia il necessario autocontrollo.

29/10/2010
L’ultima bufera su Berlusconi e la sua corte di ragazze sta provocando ondate di reazioni, una diversa dall’altra. C’è chi, con linguaggio sprezzante, lo esorta a dimettersi. Chi già apertamente lo insulta nelle rubriche tv, con termini da trivio. Chi vede solo l’aspetto etico e chi tenta analisi politiche a freddo, interrogandosi sule conseguenze. Chi tende a ingigantire e chi tenta di arginare: però nel secondo caso, vedi stampa di destra, con titoloni su tutta la prima pagina. Per una vicenda che si voleva sopire, strana tecnica. E siamo solo all’inizio. Come sa chi ha un minimo di esperienza sul gossip e le sue diramazioni, aspettiamoci il peggio.

    Fra tutte queste reazioni ne manca una che faticheremmo a definire, qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana. Non assistiamo soltanto a una tegola sulla testa del Berlusconi politico, primo ministro in carica e aspirante al Quirinale. Né stavolta si può parlare di complotto giudiziario, o tanto meno poliziesco. Semmai, fino a ieri, prevaleva la circospezione. Il fatto è che esistono testimonianze, alcune opinabili ma altre, ahimè, documentate, che creano un duplice ordine di problemi.

    Uno, ovviamente, è politico: la credibilità, meglio ancora la dignità, dell’uomo che governa il Paese; i riflessi sulla vita nazionale e sui rapporti con l’estero; l’esempio che dall’alto viene trasmesso ai normali cittadini. I quali non si sognano né trasgressioni né festini, ma da oggi dovranno abituarsi alle variazioni pecorecce sul “bunga bunga”.

    L’altro problema, da valutare come se Berlusconi fosse un tizio qualunque, è la condizione che già la moglie, Veronica Lario, aveva pubblicamente segnalato. Uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro. Si sa che Berlusconi è un generoso, non lesina su aiuti e ricompense. Ma quale tipo di aiuti, e ricompense per che cosa? Incredibile che un uomo di simile livello e responsabilità non disponga del necessario autocrontrollo. E che il suo entourage stia a guardare.

    E’ vero che in passato abbiamo avuto personaggi di primo piano che, oggi, non l’avrebbero passata liscia. Altri tempi, però. Altro comportamento di giornali e tv. Altre cautele. O forse allora si taceva o si sminuiva un po’ per prudenza, un po’ per tristezza e un po’, nessuno sghignazzi, per pietà.
Giorgio Vecchiato

Francesco Paolo Oreste - Bene, bravi, bis! Anche a noi un po’ di Bunga Bunga …


Incredibile vittoria, impensabile successo, una discarica mai aperta non aprirà. Forse. Forse la toglieranno dalla 123, magari la toglieranno davvero, poi, se servirà, la metteranno nella 124, o nella 127 o in un bel 128, dipende pure da che fine fa la Fiat.
Nella discarica, la Sari, quella già aperta, quella che ci ammorba l’aria e che ci inquina le falde acquifere grazie ad una legge che deroga anche all’obbligo di impermeabilizzazione, si continuerà a sversare.

Fino a riempimento, il riempimento di una cava di 650.000 metri cubi che, al momento, ospita 800.000 metri cubi di monnezza.

Fino a riempimento, ma con solo monnezza indigena, solo monnezza di Denominazione ed Origine Controllata, lo garantiscono i sindaci che hanno firmato l’accordicchio “Bunga Bunga” che il dr.Bertolaso dichiarava di voler far rispettare unilateralmente dimostrando una fantasia e creatività che non gli accordavo.

“L’accordo unilaterale” sarebbe stato davvero bello da ricordare, qualche avvocaticchio era già pronto ad usarlo come precedente autorevole (anche se non vincolante), a me faceva venire in mente l’accordo unilaterale che ti propongono certi personaggi quando, approssimandosi le festività natalizie, ti “propongono” unilateralmente di mettere una bella stella luminosa sulla tua attività commerciale.

In genere gli “accordi unilaterali” ci si limita a soffrirli, a subirli, noi invece abbiamo fatto di più, lo abbiamo sottoscritto, i nostri primi cittadini, rappresentando l’ignara volontà di tutti i cittadini che sono oggi a festeggiare la non apertura (forse) di una discarica non aperta, hanno sottoscritto il Bunga Bunga.

Un giorno diranno, la storia si ripete, di non aver firmato, di non aver capito che firmavano, di non aver firmato e non aver capito e bugie e lacrime e sceneggiate in loop…

I sindaci, quelli che dicevano di aver ricorso contro l’illeggittimità di una legge che istituisce una Discarica(la Sari) in un Parco Nazionale, che avevano promesso di costituirsi parte civile contro i danni ambientali e alla salute arrecati da una Discarica(la Sari) allocata a due passi da centri abitativi tra i più densamente popolati e da un presidio ospedaliero, hanno firmato un accordo che prevede (forse) la non apertura di una Discarica (la Cava Vitiello) non aperta e che autorizza lo sversamento fino a riempimento di una Discarica (la stracolma Sari) con Monnezza Doc proveniente dai comuni della zona rossa.

Prima dicono che è illegittima, che è un crimine, un reato, un abominio, un paradosso, un’ingiustizia e poi (qualcuno lo aveva già fatto prima) ci mettono una bella firmetta? Vittime o correi? Bunga!

Ma tra i comuni della zona Rossa c’è anche Torre del Greco? Arriveranno anche i rifiuti industriali e tossici trattati dalla Wisco? Bunga Bunga!

Samuel Beckett mi è venuto in sogno questa notte e mi ha chiesto di spiegargli meglio questa storia. L’ho fatto, ha pianto perchè vorrebbe essere ancora vivo per raccontarla, gli ho detto che comunque, potendo, l’avrei raccontata prima a Pirandello o al nostro Eduardo.

In ogni caso, a lui, l’ho raccontata così:

Per due anni e mezzo ci hanno cagato nel salotto. Abbiamo protestato per la puzza, abbiamo denunciato la deturpazione del salotto, abbiano mostrato latrine alternative, abbiamo manifestato affinchè lo scempio cessasse. Quando il nostro No è diventato più forte e deciso hanno minacciato di cagarci in tutta la casa. E allora abbiamo firmato un patto per non farci cagare, per ora, in tutta la casa, ma solo nel salotto, e magari solo noi e qualche nostro vicino. Compreso qualcuno che puzza più degli altri. E festeggiamo.

Bunga Bunga

ANSA Terzigno: intesa, presidio continua


Molte critiche alla lettura del documento siglato da sindaci

30 ottobre, 07:31
Terzigno: intesa, presidio continua (ANSA) - TERZIGNO (NAPOLI), 30 OTT - Ai manifestanti presenti la notte scorsa alla rotonda di via Panoramica, l'intesa tra sindaci e Berlusconi non e' piaciuta e il presidio continuera'.

La lettura del documento al megafono e' stata accompagnata da dissensi in particolare per quanto riguarda la cava Sari, la discarica fonte di gravi disagi per le popolazioni a causa dei miasmi, e per l'inquinamento ambientale, definito irreversibile.

Nel pomeriggio manifestazione con cortei da varie citta' del Vesuviano.

DA REPUBBLICA - Berlusconi, retromarcia in prefettura "Stop alla discarica di Cava Vitiello" (CITTADINI VI FIDATE? NOI QUESTO FILM LO ABBIAMO GIA'VISTO)

Briefing a Napoli del Cavaliere con Bertolaso e i sindaci. Il premier: "Li ringrazio, abbiamo trovato la soluzione". Via il secondo sito. Non apre nemmeno Serre e nella cava Sari solo spazzatura dei comuni del Vesuviano. Il sindaco di Somma: da noi impianto di compostaggio e quarto termovalorizzatore. Le 'mamme vulcaniche' esultano: "Abbiamo vinto". Nell'accordo anche l'impegno dei primi cittadini a cessare le proteste. Ma per domani è in programma una grande manifestazione dei comuni dell'area

"Abbiamo vinto". Esultano le 'mamme vulcaniche': "Cava Vitiello non si farà, sarà cancellata per legge". Affermazioni poi confermate dallo stesso Berlusconi: "Si provvederà alle conseguenti iniziative per le occorrenti modifiche legislative". Sarà anche cancellata la legge che prevedeva la discarica di Serre (oasi naturalistica del Wwf). La modifica alla legge 123 che all'articolo 6 recava l'indicazione per Cava Vitiello e Valle della Masseria, ha spiegato Berlusconi, si farà "entro la prossima settimana, probabilmente attraverso un semplice voto delle Commissioni".

"L'esito dell'incontro non era scontato, ma alla fine ha prevalso il buon senso", ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langell. "La discussione era inizialmente incentrata sull'incentivazione della raccolta differenziata. Successivamente - ha spiegato - tutti i sindaci hanno espresso il loro 'no' a Cava Vitiello".
Langella ha aggiunto che, in base all'accordo, "i sindaci si assumono la responsabilità di essere parte attiva nel processo di smaltimento dei rifiuti". "Poiché siamo tutti responsabili di questa situazione - ha concluso Langella - dall'ultimo cittadino al presidente del Consiglio, ognuno di noi deve fare la propria parte".

Dopo giorni di scontri di piazza e polemiche, la visita a sorpresa del presidente del Consiglio a Napoli e il vertice in prefettura con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso e i sindaci del Vesuviano sull'emergenza rifiuti, ha avuto dunque come risultato la sottoscrizione di un accordo che soddisfa le richieste dei primi cittadini della zona. In precedenza Silvio Berlusconi si era recato a Portici (Napoli) dove ha fatto visita alla famiglia di Silvano Di Bonito, l'operaio dell'Asia morto domenica scorsa nell'impianto Stir di Giugliano in Campania.

La visita era stata annunciata dallo stesso Berlusconi stamani subito dopo il Consiglio Europeo a Bruxelles. Ieri il premier aveva visitato il termovalorizzatore di Acerra. La riunione fra il premier, il governatore Caldoro e i sindaci del vesuviano, ha portato all'impegno da parte del governo a cancellare Cava Vitiello dall'elenco di discariche. Una vera e propria retromarcia, visto che solo cinque giorni fa Bertolaso aveva parlato di "congelamento" e ancora prima in una lettera a Berlusconi aveva posto come condizione per il suo ritorno a Napoli al fianco dello stesso Berlusconi il pieno rispetto della legge sui rifiuti.

Ora invece, il clima è radicalmente cambiato. Oltre alla cancellazione delle discariche, nelle garanzie offerte ai primi cittadini vesuviani c'è anche quella che riguarda il conferimento dei rifiuti attualmente prodotti a Napoli e nella provincia negli impianti di Tufino e Giugliano (Stir). Dopo le analisi su Cava Sari, poi, se non emergeranno profili di inquinamento, si riprenderà a sversare, ma solo per i 18 comuni vesuviani. C'è anche l'impegno a non conferire a Cava Sari fino alla sua totale messa in sicurezza. L'accordo raggiunto sui siti di compostaggio, ha detto Berlusconi, consentirà ad arrivare in sei mesi a portare nel sito di Cava Sari "solo rifiuti non producenti percolato e miasmi".

Nella riunione è infatti emersa anche la disponibilità del sindaco di Somma Vesuviana, Giuseppe Allocca, a individuare nel proprio territorio un'area per un impianto di compostaggio (dove andrebbe l'umido) e addirittura il quarto termovalorizzatore previsto in Campania "nel caso in cui quello di Acerra non dovesse essere sufficiente". "Siamo venuti a capo di questa situazione e questo ci da tanta soddisfazione", ha detto il premier. Berlusconi ha in questo senso ringraziato i sindaci e sottolineato che "non c'è stata nessuna divisione politica". I primi cittadini, ha detto il capo del governo, si sono impegnati a fermare le proteste.

"Saranno sospese, con effetto Immediato, tutte le manifestazioni di protesta". È Uno dei passaggi del documento approvato al termine del vertice. Fra le misure previste dall'intesa, anche il fatto che "i comuni dell'area vesuviana si impegnano a rendere disponibili subito le aree per la realizzazione di uno o più siti di compostaggio, al fine di garantire l'autonomia delle amministrazioni comunali interessate nella gestione del ciclo dei rifiuti".

"I comuni predetti - è un altro passaggio - potranno conferire i rifiuti in cava Sari fino ad esaurimento della stessa, tranne che in situazioni di accertata criticità". Saranno coinvolti anche "gli enti locali interessati e i rappresentanti dei cittadini", rendendo possibile che prendano parte a "un tavolo tecnico con le istituzioni per la formulazione di proposte utili alle attività istruttorie e propedeutiche alla definizione del piano rifiuti". In consiglio regionale, infine, "sarà avviato un approfondimento sul piano rifiuti, compresa la definizione degli ambiti".

In precedenza Guido Bertolaso, che stamani è stato a Portici per partecipare ai funerali dell'operaio dell'Asi, aveva ribadito la volontà del governo di risolvere l'emergenza in tempi rapidi e a chi gli chiedeva un commento sui malumori che continuano a serpeggiare tra i manifestanti di Terzigno aveva risposto: "Parlano i fatti: tutti gli impegni presi nei giorni passati e negli anni passati li stiamo mantenendo".

"Se viene il premier significa che ha capito le reali tensioni dei cittadini", aveva detto il sindaco di Boscoreale. "Se viene oggi e non tra 10 giorni - aveva affermato - significa che qualcosa è cambiato" "I nostri cittadini non hanno più alcuna fiducia nelle istituzioni - aveva aggiunto - al punto che non credono nemmeno alle analisi dei nostri tecnici. Per loro Cava Sari è una bomba ecologica e vogliono che sia chiusa immediatamente".

Le analisi delle falde acquifere, ha fatto sapere Langella, avranno inizio questo pomeriggio. Per la ripresa degli sversamenti nella discarica, il sindaco di  Boscoreale aveva riferito che "il prefetto ha cominciato un giro di telefonate per capire la situazione di tutti i Comuni. Il nostro orientamento - aveva sottolineato - è di prorogare ulteriormente la sospesione di Cava Saro. Intanto ci stiamo appoggiando a un'altra discarica".

Già oggi a Terzigno, secondo quanto riferito da Langella, sono state raccolte 50 tonnellate di rifiuti dalle strade e altre 50 saranno prelevate nel pomeriggio. A Boscoreale, aveva fatto sapere infine, sono 200 le tonnellate di rifiuti raccolte oggi.

Intanto un altro fronte di grandi tensioni si è aperto a Taverna del Re, la località di Giugliano, nel Napoletano, dove il presidene della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, ha disposto, con una ordinanza, la riapertura temporanea, per 30 giorni, del sito di stoccaggio. Su una piazzola dell'area potranno essere portate, fino a 10 mila tonnellate, proprio vicino a 6 milioni di tonnellate di ecoballe, spazzatura impacchettata, che si trova lì da anni e che non si è ancora riusciti a smaltire. I manifestanti, che hanno inutilmente cercato di opporre resistenza alle forze dell'ordine all'arrivo degli autocompattatori, denunciano la violazione di accordi sottoscritti due anni fa e con i quali era stata disposta la chiusura definitiva del sito dopo le mobilitazioni dei cittadini. Tra chi protesta si sottolinea, inoltre, che a Taverna del Re vengono portati rifiuti di Napoli mentre nelle strade di Giugliano marciscono 900 tonnellate di spazzatura.

A Napoli la situazione resta molto difficile: via 1000 tonnellate di rifiuti dalle strade ne restano ancora da prelevare 1500. Cumuli di spazzatura sono visibili al centro, come ad esempio in piazza Municipio, e nelle zone periferiche. Numerosi i roghi di rifiuti appiccati nel centro storico della città e nella periferia orientale, ma anche in provincia, a Casoria. Ad accentuare i problemi è stato il blocco dei conferimenti straordinari alla discarica di Chiaiano. Situazione molto difficile anche davanti all'impianto Stir di Caivano. Diverse decine di camion sono stati in fila per ore.

Ma intanto le 'mamme vulcaniche', hanno annunciato di voler porre fine alla protesta, dopo aver incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e hanno ribadito gli impegni presi dal premier. "Ci ha detto che non
sapeva la nostra condizione di vita e si è molto dispiaciuto e ha ritenuto opportuno porre fine a questa situazione".

I primi cittadini e i residenti, hanno riferito ancora le mamme vulcaniche, vogliono incrementare le percentuali di raccolta differenziata. "I sindaci - ha aggiunto una di loro - sono tutti d'accordo. Per quanto riguarda il nostro comitato, la protesta si ferma qui". "Cava Vitiello non verrà mai più aperta - ha detto un'altra donna - mi sembra un sogno". E a chi domanda dove pensano che possano andare i rifiuti prodotti proprio nei comuni vesuviani hanno risposto: ''Noi facciamo la differenziata al 60 per cento. Sappiamo che anche i napoletani vogliono farla. Devono dare risorse e mezzi per incentivarla. Il presidente Berlusconi si è impegnato anche su questo fronte''.

E domani, hanno fatto sapere le 'mamme' il premier si rivolgerà in videoconferenza alle popolazioni dei comuni vesuviani. "Avevo dato disponibilità per Intervenire personalmente, mi hanno detto che è sufficiente un intervento video o anche solo telefonico", domani per una manifestazione a Terzigno, ha confermato Berlusconi.

Ma sempre per domani è prevista una grande manifestazione, con cortei che partiranno da diversi comuni, per fermarsi alla rotonda di via Panoramica. "Certo - ha sottolineato Nazzarena Gargiulo, insegnante - noi siamo l'ala moderata della protesta, ci sono quelli che non vogliono neanche i termovalorizzatori. Vedremo se sarà il caso di partecipare alla manifestazione indetta per domani pomeriggio".

venerdì 29 ottobre 2010

I Facinorosi - Carola Flauto

Un insolito campeggio. Una tenda piantata nella terra, una luce incerta come incerto è il nostro destino. Siamo qua, i “ facinorosi del Vesuvio” così ci hanno marchiato. Noi che stiamo commettendo il solo crimine di protestare contro una legge speciale che ha reso legale un sopruso all’umanità. “ Nessuna resa” recita un messaggio scritto a mano su un foglio attaccato alla parete di plastica del nostro rifugio ai piedi della cava Sari. Sono le 21,30 di una delle tante sere passate a presidiare il nostro territorio. Siamo ancora in pochi ma ancora per poco. Fra qualche ora la rotonda si riempirà di popolo. Al mattino siamo tutti normali, gli avvocati fanno causa, i medici curano i malati, le casalinghe fanno la spesa e preparano da mangiare, i docenti vanno ad insegnare, i ragazzi a studiare, gli architetti progettano, i giovani studiano, i bambini giocano. Tutti fingiamo una normalità che non c’è più. Quando cala la sera nessuno più si chiude nelle case, quando cala la sera cambiamo abiti e ruolo, diventiamo i “ resistenti” veniamo tutti qua su a difendere il nostro diritto alla vita. Il fuoco schioppetta, le signore più anziane siedono intorno, cerchiamo di riscaldarci, perché il freddo avanza anche nella terra del sole. Si formano capannelli per raccogliere le ultime notizie, tutti cercano di apprendere o di informare gli altri sulle ultime decisioni del governo. Le notizie rimbalzano da un punto all’altro della rotonda. Tutti siamo d’accordo che non si accettano compromessi, le nostre vite non si barattano con uno sversamento in meno, con una falsa bonifica. Il vento non perdona stasera, trascina la puzza nauseabonda, hanno aperto gli sfiatatoi della discarica. Tutti cerchiamo di proteggerci il respiro e caliamo i nasi nelle sciarpe. La terra piange, la terra del Vesuvio piange, la storia e la memoria trasudano percolato e liquami velenosi. A pochi passi dall’Agorà ad impedire l’accesso all’imbuto infernale, le forze dell’ordine. Stasera hanno gli scudi abbassati, ma non smettono di osservarci con diffidenza. Obbediscono in silenzio. Schiavi stipendiati dotati di armi, contro altri schiavi disarmati. Ma sembriamo così pericolosi? Mi viene da pensare alla strana relazione : i rifiuti vengono scortati e difesi , gli esseri umani meritano addosso i lacrimogeni velenosi scaduti del 2006. A un passo da me una mamma vulcanica racconta della sua ultima intervista in TV.dice che non l’hanno fatta parlare, avrebbe voluto raccontare che la sua casa affaccia in discarica, lei è una “sfollata”, che non riuscirà a venderla e che non sa dove andare. “Tutto sommato” commenta Gigi, sotto il suo cappello a falde larghe, mani calate nel giubbotto imbottito “ la munnezza ci ha fatto ritrovare il senso della partecipazione, lottare per un obiettivo comune”. Insomma tra gli scarti di cava Sari abbiamo recuperato la democrazia, stava imputridendo con il percolato, l’avevano gettata tra i rifiuti “speciali”. Stanno arrivando i cittadini di Pompei e Scafati, stanno marciando in corteo dalle 20,00 hanno camminato per tre chilometri. Fra poco saremo in due o tremila qua sopra. Ma quello che succede ogni giorno, come i mille cinquecento studenti che sono saliti stamattina, accade, ma come se non fosse mai accaduto, perché in TV non si dice sui giornali non passa, il pacifismo, la lotta di liberazione senza armi, fatta solo di indignazione e fermezza non fanno notizia. Passa l’autocompattatore incendiato e quei pochi ragazzini con le pietre. Un’intifada che significa “ resistenza”. Stasera sono venute anche un gruppo delle “ donne in nero” quelle che sono andate a difendere con le proteste pacifiste le popolazioni palestinesi contro i soprusi israeliani. Le ho riconosciute per il simbolo-spilla che portano addosso “ contro tutte le guerre”. Hanno dichiarato guerra anche a noi? Penso di sì, con la bomba –discarica. La Cava Sari ( dal nome che pronunciato d’un fiato sembra una marca di moto giapponese) e Cava Vitello, due bombe velenose che competono con il Vesuvio che però rimugina a suo modo, forse mugugna con il fiato sospeso, speriamo ancora per molto tempo. E poi i gabbiani, geneticamente modificati dai veleni che ingeriscono in discarica, si accaniscono in voli frenetici sulle nostre teste e il loro verso rauco sembra dar voce alla rabbia di tutti.

FA CHE C'E' QUALCOSA SOTTO Protezione civile - Gli esperti al lavoro per studiare nuovi piani di emergenza «Vesuvio, Napoli entri nella zona rossa»

Bertolaso: il vulcano è il nostro problema più grande,
a rischio il capoluogo. Coinvolto un milione di persone

Protezione civile - Gli esperti al lavoro per studiare nuovi piani di emergenza
«Vesuvio, Napoli entri nella zona rossa»
Bertolaso: il vulcano è il nostro problema più grande,
a rischio il capoluogo. Coinvolto un milione di persone

ROMA - Ora è in «fase di quiescenza», dicono i vulcanologi. Il Vesuvio dorme dalla fine di marzo del 1944, l’ultima eruzione fu documentata dai cinegiornali dell’esercito angloamericano: fontane di lava altissime e 26 persone uccise dalla pioggia di ceneri. Niente a confronto dell’immane distruzione di Ercolano e Pompei dell’anno 79 ma, secondo gli esperti, in base ai cicli abituali, la ripresa dell’attività appare in forte ritardo. Ecco perché bisogna prepararsi. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso lo ha detto chiaramente davanti alla stampa straniera, che gli chiedeva di fare un punto sul rischio vulcani in Italia, dopo l’emergenza islandese dell’Eyjafjallajokull. «Il Vesuvio - ha riconosciuto Bertolaso - è il più grande problema di protezione civile che abbiamo». Se il vulcano dovesse risvegliarsi, anche Napoli stavolta verrebbe interessata dall’eruzione: una parte del capoluogo partenopeo, perciò, già quest’anno potrebbe essere inserita tra i comuni della «zona rossa» e il nuovo piano di evacuazione riguarderebbe, così, almeno un milione di cittadini. Quasi il doppio di oggi.
Da qualche settimana, infatti, i migliori scienziati dell’Osservatorio Vesuviano (da Marcello Martini a Gianni Macedonia), dell’Università Federico II di Napoli, lo stesso professor Franco Barberi della Commissione Grandi Rischi, si sono messi al lavoro per studiare i possibili scenari e aggiornare in progress i piani di emergenza. «Nella fascia rossa attualmente si contano 18 comuni, abitati ufficialmente da 500 mila cittadini, in realtà da 650-700 mila persone - ha detto Bertolaso -. L’esplosione del vulcano provocherebbe una colonna di fumo e lapilli alta fino a 20 chilometri e la caduta di cenere interesserebbe un’area compresa tra Salerno e i confini del Lazio». La nuova eruzione verrebbe preceduta da terremoti «con conseguenze paragonabili a ciò che è accaduto all’Aquila». E per evacuare le persone «ci sarebbe al massimo una settimana di tempo, più probabilmente appena 3-4 giorni», prima della catastrofe. Scenari, però, «che non vanno presi per oro colato». Niente allarmismi, solo prevenzione. Durissimo, invece, Bertolaso nei confronti della legge della Regione Campania («un fallimento totale») che voleva favorire la delocalizzazione degli abitanti dell’area vesuviana a rischio: «È finita che molti con i soldi pubblici si sono costruiti una casa in zona sicura e hanno affittato quella nella zona rossa». Contro l’abusivismo, perciò, oggi esiste un’unica soluzione: «Quello che c’è, c’è. Ma tutto ciò che di nuovo viene tirato su, va demolito».
Insomma, dopo la nube d’Islanda, le eruzioni sono tornate di attualità. In Italia, per esempio, Vesuvio a parte, presto prenderà il via il monitoraggio dei 13 vulcani sommersi tra il mar Tirreno e il Canale di Sicilia: «Ci vorranno almeno due o tre anni di lavoro e una spesa prevista di dieci milioni di euro», ha annunciato il capo della Protezione civile. Che poi ha rivolto un appello all’Europa: «Il danno per le sole compagnie aeree in questi giorni, a causa della nube, è stato stimato attorno ai 2,5 miliardi di euro, che salgono a 3 se si aggiungono i danni al turismo. Se si fosse investito appena un decimo di quei soldi, circa 250 milioni di euro, per un più sofisticato sistema radar di controllo, si sarebbe potuta gestire meglio l’emergenza. Di qui l’auspicio di costruire una rete internazionale per la previsione e la prevenzione dei rischi». A proposito: «Se dovessi dire potenzialmente qual è oggi in Italia il vulcano con il colpo in canna - ha concluso Bertolaso - direi che non è il Vesuvio ma l’isola di Ischia. L’ultima eruzione del monte Epomeo risale al 1300 e in questi secoli il cono è cresciuto di 800 metri. Si sta caricando la camera magmatica».
Fabrizio Caccia
28 aprile 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

Scelte & Compromessi.


Tra il bianco ed il nero, il bianco o il nero sono una scelta, il grigio un compromesso.

Se penso alla nebbia penso al grigio, se penso alle bugie ed alle mistificazioni penso alla nebbia, se penso ai nostri giorni, a quelli che li hanno preceduti ed a quelli che minacciano di seguirli, penso ad una cortina di fumo, nebbia e compromessi.

Se posso scegliere, nessun compromesso.

Ho scritto che una discarica in un Parco Nazionale è una merdata (edulcorate voi), ho detto che viola, anzi deroga per legge, a leggi e principi che tutelano i Parchi di interesse nazionale e comunitario e che regolano la messa in sicurezza delle discariche.

Ho scritto che su un sito da bonificare, su un terreno sul quale e nel quale la camorra (e non solo) aveva sversato veleni e vergogne di ogni genere, a due passi dai vigneti, a due passi dal cono di un vulcano, a due passi da centri abitati ad altissima densità demografica, a due passi da un presidio ospedaliero, si era deciso di portare un milione di tonnellate di rifiuti. Più Cava Vitiello.

Ho scritto che per me questo era un atto criminale, un reato che abbiamo denunciato alla Procura, una deroga al diritto che la legge 123/08 ha trasformato da straordinaria ad ordinaria, una deroga al buon senso, una deroga alla Democrazia, al potere che viene dal popolo e che si esercita con il popolo e per il popolo.

Ho scritto che chi ha votato per la Sari, chi non l’ha avversata, chi l’ha vista crescere giorno per giorno senza alzare un dito, senza alzare la voce, senza usare il potere di cui disponeva, senza dire quello che sapeva, vedeva, sentiva, leggeva, tutti Costoro hanno scelto di stare dalla parte sbagliata oppure hanno accettato un compromesso.

Oggi mi viene proposto il “Compromesso Responsabile”: sversare nella Sari solo i rifiuti dei comuni della zona rossa e, forse, costruire un sito di compostaggio nella Cava Vitiello.

“Perchè con la monnezza in strada c’è il rischio di epidemie”, perchè “in fondo la Sari è già quasi piena”, perchè “se nella Cava Vitiello ci fanno un sito di compostaggio non ci possono fare una discarica”, perchè “magari così creiamo anche un po’ di lavoro” (eccoli i soldi...), perchè “si tratterebbe solo della nostra spazzatura”, perchè “in fondo la spazzatura da qualche parte dobbiamo pur metterla”...

Per quanto mi riguarda, per quello che ho scritto, per quello che penso, per quello che scelgo, se ancora posso scegliere, se ancora posso pensare di scegliere e scegliere di pensare, fino a quando la democrazia non sarà derogata, per iscritto, per decreto o per legge, se posso dire senza grigi e senza fumi quello che penso, allora devo continuare a dirvi e scrivervi che non accetterò, né avvallerò, né giustificherò alcun compromesso. Né grigio, né responsabile.

Compromesso è il nostro Habitat, lo dicono i dati.
Responsabile o responsabili sono quelli che deve e dovrà individuare la Magistratura.

La mia proposta di compromesso “responsabile”?
Via dal Parco Nazionale del Vesuvio. Cominciate (l’impossibile) bonifica della Sari, eliminate la Cava Vitiello dalla legge 123/18, cominciate una vera differenziata in tutti i comuni, sperimentate le alternative e soprattutto ascoltate quello che hanno da dire le piazze quando si riempiono, perchè più si riempiono e più dovreste rendervi conto che quel potere che vi è stato delegato non è più un potere e non vi è più delegato.

Cosa ci guadagnereste?
Smettetela di pensare a quello che ci si puo’ guadagnare è per questo che ci troviamo in queste condizioni.

F.P.O.

PUBBLICHIAMO QUESTA NOTA DI NELLO COLLARO

Quando questa sporca e fetida faccenda sarà finita, perché finirà, qualcosa ce lo avrà detto. E ce lo avrà dato. E restituito.
La nostra dignità. Il nostro senso di appartenenza. Il nostro sentirci comunità. Violata. Stuprata. Saccheggiata . Abbandonata. Ripresa. Riviolata. Rigettata.
Dinanzi, poi, un percorso difficile. Il più difficile.
Il percorso di chi deve scegliere di vivere compiutamente in modo consapevole e responsabile.
Perché non si dica che su di noi le ferite non lasciano cicatrici. Saranno invece la nostra memoria. Per non dimenticare.
Tanta rabbia. Tante frustrazioni. Tante attese. Tante delusioni. Tanta speranza. Tanta gente. Tanta. Tanta come mai si era vista. Come mai si era incontrata. Come mai si era parlata. Come mai aveva urlato. Come mai aveva gridato alla vita. Come mai aveva pianto alla vita.
Quando questa sporca e fetida faccenda sarà finita, perché finirà, dovremo dire basta all’indignazione.
L’indignazione è pancia. Viola.
Bisogna passare all’amore.
E che non sia cuore. Ma testa. Altrimenti si muore.
Allora: testa o croce? Un gioco duro. Che non prevede supersiti.
Bisognerà amare. Assolutamente amare. Assolutamente.
E amare vuol dire anche dover dire: “Mi spiace”!
… mi spiace caro amministratore, non cedo alle tue lusinghe, mi spiace caro politico ma non vendo la mia precarietà, mi spiace ma questa monnezza qui non la lasci, mi spiace ma sul marciapiedi tu non parcheggi, mi spiace ma tu quel muro non lo imbratti, mi spiace ma non ti consento questo sopruso, mi spiace ma non chiudo gli occhi di fronte al tuo abuso, mi spiace ma non mi impedirai di parlare, mi spiace ma quell’animale tu non lo tratti da bestia, mi spiace ma quel lavoratore tu non lo tratti da bestia, mi spiace ma devi rispettare la fila, mi spiace, mi spiace, mi spiace. Tante volte, mi spiace. Gridarlo con forza, mi spiace. Sussurrarlo con fermezza, mi spiace. Ogni volta che è necessario dirlo, mi spiace. Ogni volta che serve. Anche se spiace dirlo, mi spiace.Mi spiace anche a mia madre, a mio padre, alla mia compagna, al mio compagno, a mio figlio, al mio migliore amico.
E soprattutto a me!
Fino ad imparare quanto amore c’è nel dire “mi spiace!.
Fino a vederlo, questo amore, stampato sul bel volto della nostra terra.
Che mai ha fatto qualcosa per gusto o per interesse e poi essere costretta a dire: mi spiace!

QUESTE SONO LE INIZIATIVE CHE VANNO IMITATE UN GRAZIE ALL'AMICA ANNARITA CHE CI HA TRASMESSO IL MANIFESTO

ECCO LA VERITA' SUL MIRACOLO DELLA MONNEZZA DI MARCO TRAVAGLIO

giovedì 28 ottobre 2010

Noi speriamo che ce la “caviamo” di Michele Amoruso

Le nostre origini contadine ci impongono un grande rispetto per la terra e per il Vesuvio, che oltre ad essere latore di danni è anche latore di un terreno particolarmente ricco e fertile tale da giustificare l’unicità dei prodotti agricoli prodotti nell’area vesuviana. I nostri avi ci hanno lasciato , quindi, un patrimonio unico e ricco da impreziosire e curare continuamente.

Oggi ai nostri posteri non possiamo che lasciare un territorio sventrato e inquinato, ferito nelle sue viscere più intime, inquinato da persone che del malaffare hanno fatto la loro storia e, purtroppo, anche la nostra. La famigerata banda B.B.ha avuto dalla sua sempre il genio di fare “miracoli” che solo alla mano divina è concesso. Però a distanza di meno di due anni, il loro miracolo si è dimostrato un grande Bluff terreno. Il più grande bluff delle discariche esistenti sul territorio. Non hanno considerato l’effetto puzza che ha avvolto con il suo insopportabile fetore l’immediato abitato che vive e prospera nelle vicinanze delle cave. Per la prima volta gli abitanti di Terzigno, Boscotrecase, Boscoreale e Trecase hanno assistito alla migrazione dei gabbiani, che normalmente vivono nelle vicinanze marine e in prossimità delle discariche. Poi ……….. poi la gente ha incominciato ad alzare il collo e a guardarsi intorno. Le saune casalinghe estive 2010 docet. Così gli abitanti residenti nei comuni limitrofi alle cave, sono scesi in piazza e hanno incominciato a protestare. Terroni, Facinorosi, Camorristi, delinquenti e chi più ne più ne ha messo. Peccato che a protestare non fossero i votanti la Lega Nord, ma solo quelli del sud, profondo sud, esattamente a sud di Napoli immondezzaio del mondo dopo i paesi in via di sviluppo. Poi i politici di turno hanno scoperto che i facinorosi, i camorristi, i Terroni e delinquenti vari, sono persone che hanno una vita quotidiana, che hanno una famiglia, che hanno studiato, che sono inseriti nella nostra società in ruoli di alta professione e non e che hanno mantenuto scacco alla B.B. che nel frattempo si è trasformata in B.B.C., che sono in grado di leggere e scrivere, e poiché abbiamo allenato il nostro naso a sentire sempre l’odore della natura con la puzza abbiamo avvertito subito l’inganno. Oggi ci propinano una soluzione “concordata” a senso unico, in quanto firmata solo da B.C., in cui si scrive che si congela, anzi si sospende a tempo indeterminato (??) l’apertura di Cava Vitiello e si utilizza Cava Sari2 al limite del suo riempimento salvo situazioni di criticità. Un ulteriore offesa alla nostra intelligenza, tant’è che quando B.B.C. si sono resi conto che di fronte a loro vi erano persone che sapevano leggere, scrivere e protestare e, soprattutto, analizzare e contestare quanto dicevano e scrivevano, hanno inviato i nuclei speciali delle forze dell’ordine ad osservarli: come si riproducono, come studiano, come parlano, cosa mangiano. Leggevo in questi giorni le storie staliniane e i gulag russi, il “Paradiso Sovietico: il Gulag” articolo di Ferruccio Gattuso e rimuginavo a tutto quanto ho scritto. Il risultato della riflessione è stato: neanche i comunisti sono riusciti a fare meglio di B.B.C., che sfruttando la libertà della democrazia tentano di annullare la libertà di parola e di pensiero e anche di farci fare sesso per evitare di riprodurci (salvo che il rapporto non avvenga con escort minorenni così si diventa ricattabili), quest’ultimo per prevenire la nascita di una generazione più ecologista del momento, e di rinchiuderci dentro case tappandoci la bocca, oltre al naso.

Dimenticavo, B.B.C. non è l’acronimo della Tv anglosassone ma Berlusconi, Bertolaso, Caldoro.

Riprendendo un vecchio successo campano “Noi Speriamo che ce la “caviamo”.

Dott. Amoruso Michele

RIFIUTI: BERLUSCONI, NON C'E' ALTERNATIVA A TERZIGNO. NON INQUINA

(ASCA) - Roma, 28 ott - La discarica nell'area di terzigno ''non e' una situazione che possa avere un'alternativa''. Lo riferisce il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa ad Acerra.

Come ricorda il premier, il piano prevede ''un fermo dei conferimenti a Cava Sari per consentire la copertura e i controlli sanitari e ambientali: sono avanzati e stanno dando buonissimi risultati. Sono fatti non solo da noi, ma dall'Istituto Superiore di sanita', dall'Ispra e dai tecnici dei comuni interessati: nessun dato fuori norma viene ad ora segnalato''.

NANIFESTO RSU SPOLETTIFICIO DI TORRE ANNUNZIATA PER LA MANIFESTAZIONE DEL 30

Da Aniello Collaro - Quanto di peggio ci potesse capitare.


Quanto di peggio ci potesse capitare.
Un accademico della Crusca a capo della Protezione Civile.
Uno che sa utilizzare tutto il caleidoscopio delle metafore con la stessa disinvoltura con cui noi respiriamo … aria fetida.
Uno che con le parole sfiora i paletti della chiarezza senza abbatterne nessuno.
Che con le perifrasi si mantiene in equilibrio, nemmeno tanto precario, sul filo del “dico non dico”.
Uno che , novello Houdini della semantica, riesce a divincolarsi dalle catene linguistiche del “ad una parola, un significato”.
Uno che dopo un volo pindarico plana sull’effimero verbale.
Uno che al gioco delle tre carte, pardon, delle tre parole, sbancherebbe.
Uno che quando parla usa l’inchiostro simpatico.
Insomma : le sue metafore “congelare l’apertura della Cava Vitiello, calende greche, idi di marzo, rinvio fino a data da destinarsi, nessuna data certa…” hanno per ciascuno di noi un senso compiuto solo se traducono l’unica frase di senso compiuto che pretendiamo di ascoltare:
La cava Vitiello non si aprirà mai.
Diversamente le articolazioni verbali resteranno solo esercizi linguistici dell’accademico dott. Prof. Guido Berto”la sò”(più lunga del diavolo!).
Ed i coperchi, rischiamo di essere noi!

Oggetto: Emergenza rifiuti, delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola.


Il Consiglio dell’Ordine di Nola, nella riunione del 26 ottobre 2010,
Vista la gravissima situazione socio-sanitaria verificatasi a seguito dello sversamento dei rifiuti solidi urbani della provincia di Napoli in località Terzigno;
  Rilevato che le proteste dei cittadini del comprensorio appaiono giustificate sia dalla vicinanza del sito ai centri abitati di numerosi Comuni, sia dalla collocazione dei siti di discarica nell’ambito del Parco Nazionale del Vesuvio, che dovrebbe essere luogo preservato da inquinamento e valorizzato, invece, sotto il profilo  ambientale;
 Preso atto con grata soddisfazione degli interventi esperiti ai fini di un giusto riesame dell’intera questione espressi da S.E. il Vescovo di Nola, mons. Beniamino De Palma, e dal Papa Benedetto XVI;
-  Ritenuto che anche il Consiglio dell’Ordine degli avvocati territoriale debba esprimere il suo parere sulla vicenda,
osserva
1)  la situazione rifiuti risente di una mancata programmazione quindicennale, che nel mentre giustifica interventi di somma urgenza, non può discaricare da responsabilità coloro che sono attualmente delegati a risolvere le gravi problematiche sollevate;
2) che tale deficit di programmazione ha determinato scelte quanto meno discutibili come quella di collocare discariche in siti di alto valore ambientale, come il Parco del Vesuvio, che, invece, a parere del Consiglio, vanno assolutamente preservati e, anzi, valorizzati allo scopo di creare prospettive di sviluppo anche economico dei territori interessati;
3) che numerose scelte sbagliate sono state effettuate anche in tempi recenti dai responsabilità istituzionali, come quella di stabilire una provincializzazione della gestione e smaltimento dei rifiuti che, per una provincia, altamente popolata, di modesta estensione territoriale e di grande valore ambientale e naturalistico, non consente un programmato smaltimento dei rifiuti. Peraltro gravi ritardi si sono determinati nella costruzione dei termovalorizzatori di Napoli e Salerno, che, in prospettiva, dovevano assicurare la sostituzione delle attuali modalità di sversamento; né si è imposta l’adozione di misure collegate, come la creazione obbligatoria di isole ecologiche per l’attuazione di una differenziata avanzata, possibilmente allocata in aree non urbanizzate;
4)  che tra le scelte non condivisibili si colloca la previsione (per legge) di discariche nel Parco nazionale del Vesuvio, misura che va senz’altro revocata per il grave impatto che ha sulla tutela dell’ambiente e delle bellezze naturalistiche, di interesse non solo delle Comunità locali, ma del patrimonio universale;
5) che appare inefficace la pretesa soluzione, prospettata dal Governo, di misure economiche compensative, in quanto la compensazione che sul territorio richiede è quella della valorizzazione proprio delle riserve territoriali, naturalistico, ricettività, turismo ambientale, che vengono invece minacciate e vanificate dalla individuazione del Parco del Vesuvio come sversatoio;

6) che, per questo, al fine di richiamare l’attenzione di quanti hanno responsabilità pubbliche, sulle gravi problematiche sollevate, appare urgente sollecitare i Sindaci del territorio di competenza dell’Ordine, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Ambiente il responsabile della Protezione civile, i parlamentari del territorio, sulla esigenza di modificare subito la normativa di riferimento e di porre in essere misure concrete per la soluzione del problema e per la predisposizione degli atti idonei a progettare un futuro normale alle popolazioni della Campania;

7) che la mancanza di partecipazione delle istituzioni locali, concretizzatasi anche con la sottovalutazione delle istanze dei Comitati civici formatisi a Terigno, Boscoreale e dintorni nell’anno 2007, cui ebbero a partecipare attivamente anche numerosi avvocati iscritti a questo Ordine, ha contribuito a creare un problema di così drammatica evidenza, che invece, se fossero state ascoltate allora le giusta proteste, sarebbe stato evitato per tempo;

8) che tale insensata scelta viola le norme attualmente vigenti in tema di piano di sicurezza ed evacuazione dal “rischio sismico”, predisposto proprio dalla Protezione Civile. La Cava Vitiello, infatti, è individuata come sito di contenimento delle colate di lava in caso di eruzione;

di sollecitare l’intervento dei Sindaci e dei Parlamentari del Comprensorio affinchè abbiano a prendere coscienza della problematica e a fare proprie le istanze delle popolazioni locali;
  di invitare il Presidente della Repubblica a manifestare ulteriore concreta vicinanza alle popolazioni locali in agitazione;
 al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’ambiente e al capo della Protezione civile perché abbiano ad assumere immediatamente iniziative atte a rimuovere la grave situazione determinata dalla crisi del settore e dalle scelte sbagliate adottate e all’assenza di interventi nel corso degli ultimi anni.
 CONSIGLIERE SEGRETARIO                       IL PRESIDENTE
Avv. Francesco Urraro                                         Avv. Maria Masi

mercoledì 27 ottobre 2010

VIDEO TRATTO DALLA RETE MNIFESTAZIONE DEL 25/10/10

Terzigno diritti congelati from Nicola Angrisano on Vimeo.

VIDEO TRATTO DALLA RETE ECCO COME STANNO FACENDO LA MESSA IN SICUREZZA

Grande Manifestazione "Via la monnezza dal Parco nazionale del Vesuvio"

Sabato 30 ottobre  ore 20,00 
Rotonda via Panoramica Boscoreale




Manifestazione contro le discariche del Vesuvio

Manifestazione contro le discariche del Vesuvio
BERTOLASO NON CI FREGA!
E’ ora di dire basta alla repressione indiscriminata verso i cittadini che lottano per la vita!
I cittadini non si lasciano intimorire dall’ennesima promessa beffa del duo Bertolaso-Berlusconi

anzi rilanciano una grande manifestazione che si terrà il

30 ottobre 2010  
Punti di partenza ore 17.00: P.zza S.Anna (Boscotrecase) – P.zza Vargas (Boscoreale) – Rifugio (Terzigno) – Chiesa S.Alfonso (Torre Annunziata) – Pzza S.Gennaro (Trecase)                                         

Punto di incontro: “la Rotonda” di Via Panoramica ore 20

CONTRO DISCARICHE EINCENERITORI

chiedono

-        un impegno scritto per la non apertura della nuova mega discarica  Cava Vitiello nel Parco Nazionale del Vesuvio;
-        immediata chiusura e sollecita  bonifica della discarica  Sari  nel Parco Nazionale del Vesuvio;
-         costanti e quotidiani analisi del territorio, delle falde                  acquifere, dell’aria, del suolo e del sottosuolo
-         l’organizzazione e l’attuazione reale e immediata  di una corretta raccolta differenziata porta a porta;
-         il trattamento meccanico biologico (MBT) trattamento a freddo dei rifiuti;
-         un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali auto organizzate;
-         riciclo riuso e compostaggio;
-         piano straordinario di bonifica delle aree inquinate

Non possiamo fidarci delle parole perché noi e la nostra salute siamo stati già fregati dalle parole e dai fatti!
Non vogliamo alcuna provvidenza economica vogliamo solo la tutela completa della salute!

Nessuno di noi pensa di delegare le amministrazioni locali che non ci hanno tutelato. Anzi…

Coordinamento dei Comitati dei Movimenti Antidiscariche dell’area vesuviana

Il comitato si riunisce oggi mercoledì alle ore 19,00 nel salone della chiesa Torretta di Boscotrecase.

martedì 26 ottobre 2010

Rifiuti: Terzigno; ko sul Veusvio la holding dei matrimoni

Ristoratore, chi deve venire a festeggiare con puzza discarica?
26 ottobre, 15:40

ANSA) - TERZIGNO (NAPOLI), 26 OTT - L'emergenza rifiuti e le proteste contro la seconda discarica a Terzigno mettono in ginocchio anche la holding dei matrimoni.

Sono diverse decine i ristoranti, gli alberghi, i locali tipici che si trovano lungo la strada che da via Panoramica, epicentro della rivolta di questi giorni contro la discarica, porta, attraverso via Cifelli, a Boscotrecase, fin sul Vesuvio.

Durante l'anno sono centinaia matrimoni, comunioni, battesimi, celebrati in questi locali. ''Nessuno viene piu' qui da noi - denuncia un ristoratore - abbiamo subito disdette. Chi vuole che venga qui a festeggiare con la puzza della discarica?''.(ANSA).

Per tornare a normalita' cittadini siano d'accordo con piano - Ansa del 26 ottobre, 16:32 dichirazioni di Bertolaso

Rifiuti: Bertolaso, bene stop scontri


Guarda la foto1 di 1 (ANSA) - NAPOLI, 26 OTT - Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e' soddisfatto per l'assenza di scontri, la scorsa notte a Terzigno. 'Per tornare alla normalita', ha detto, i cittadini dei paesi Vesuviani non devono fare nulla di particolare, devono dirci che sono d'accordo con il piano, fidarsi dello Stato, ritenere il documento ufficiale e portarlo avanti'. Bertolaso ha aggiunto di non avere fretta di riprendere gli sversamenti a Cava Sari e che presto si dovrebbe definire il percorso per il futuro.

IL POPOLO VESUVIANO E’ UN POPOLO CON LA “P” MAIUSCOLA !!!pubblicata da Wwf Campania

WWF SARA’ SEMPRE A FIANCO DELLA LOTTA PACIFICA E NON VIOLENTA DEL POPOLO VESUVIANO !!!
Napoli, 25/10/2010
NO ALLA DISCARICA NEL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO !!! Il WWF è e sarà sempre a fianco del popolo vesuviano che ha maturato la consapevolezza collettiva del grande imbroglio dei rifiuti in Campania. HANNO RAGGIUNTO UN GRADO DI CONOSCENZA APPROFONDITA DEL PROBLEMA E NON E’ UNA SEMPLICE PROTESTA DI TIPO SINDROME NIMBY (NON NEL MIO GIARDINO) !!!

Basta con le discariche di rifiuti indifferenziati in tutta la Campania!!! Ce lo impone l’Unione Europea !!!

Purtroppo – commenta amaramente Alessandro Gatto – le Istituzioni continuano a non ascoltare le proposte del WWF. Sono troppi decenni che in Campania si fa uso delle discariche di rifiuti indifferenziati per provare a prolungare la vita politica di questo o quell’amministratore di qualche breve periodo. Poi le discariche si colmano, ed anche in fretta e ritorna “d’improvviso” l’emergenza. Ma nulla viene all’improvviso in questo caso!!!

Se gli Amministratori pubblici continuano a “nascondere la polvere sotto il tappeto”, cioè in discarica, poi dovranno fare i conti con le esigenze della popolazione e del territorio che gli si rivolta contro. E’ ovvio !!!

Sono circa trent’anni, invece, che continuiamo a ripetere la nostra ricetta, basata su:

RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI (attraverso un piano strategico).
RACCOLTE DIFFERENZIATE SPINTE RIVOLTE AL RICICLAGGIO DELLA MATERIA. (con il sistema della raccolta “porta a porta”).
COMPOSTAGGIO/BIOFERMENTAZIONE DEI RIFIUTI “ORGANICI” (costruire rapidamente tutti gli impianti per il trattamento dei rifiuti organici, cioè la frazione cosiddetta umida).
TRATTAMENTO DELLE FRAZIONI RESIDUALI A FREDDO, CON METODI ALTERNATIVI AGLI INCENERITORI/GASSIFICATORI. (ad es. trattamento meccanico biologico e impiantistica simile, in ogni caso che lavori senza bruciare o gassificare nulla).

Ma, molto probabilmente, continuare su questa strada perversa serve a qualcuno che continua a lucrare sull’”affare mondezza” della Campania e chi ne paga le conseguenze siamo sempre noi cittadini e l’ambiente.

DA REPUBBLICA - L'INTERVISTA Il procuratore Mancuso: via da Terzigno in Campania ci solo molti siti adatti

Parla il magistrato che ha la competenza territoriale sulla zona in cui la popolazione si è ribellata all'apertura di un altro sito. Dice: "Sono esasperati, basta con la provincializzazione del ciclo dei rfiuti, nel resto della regione ci sono spazi enormi e poco abitati utili per lo scopo"
di GIOVANNI MARINO
Il procuratore di Nola
Paolo Mancuso
"Cava Sari è allo stremo. Cava Vitiello non è pronta e non lo sarà prima di molto tempo. Allo stato è solo uno dei buchi più grandi d’Europa. Non so come mai, pur essendo stata individuata da quasi due anni, non abbia ancora ricevuto un solo intervento di trasformazione. L’Europa ci dice che Terzigno non è più una soluzione, che bisogna cercare altrove. Il sottosegretario Bertolaso è certo di dimostrare che le informazioni su cui è fondato quel giudizio sono sbagliate. Spero e credo che riuscirà a dimostrarlo; il problema è che invece non credo che la cittadinanza, stanca com’è, sia disposta ad aprirgli nuovo credito. Bisogna andare altrove. Perchè — e lo dico da uomo che conosce il territorio, quindi da cittadino, non da magistrato — non è vero che lo spazio non c’è. C’è, eccome".

Paolo Mancuso, ex capo del pool anticamorra, già numero 2 della direzione nazionale delle carceri guida la Procura di Nola, l’ufficio giudiziario territorialmente competente anche su Terzigno e sul termovalorizzatore di Acerra. A "Repubblica" spiega il suo punto di vista.

Procuratore Mancuso, si sta perdendo tempo con Terzigno?
"Tempo prezioso se n’è perso tanto. Dai dati in nostro possesso la discarica Sari può resistere ancora poco, considerate le condizioni anomale in cui è stata utilizzata. E’ diventata lo sversatoio di ogni tipo di rifiuti. E la nuova ha bisogno di adeguamenti importanti e strutturali. E occorrerà un periodo non breve, se i lavori di preparazione andranno fatti come si deve. Ma, come tutti sappiamo, non è che si possa aspettare".

No a Terzigno e come si risolve il problema?
"Abbattendo il folle steccato della provincializzazione del ciclo dei rifiuti. Dico folle non a caso. Conosco il territorio per averlo indagato in lungo e in largo in oltre 30 anni di magistratura e anche per averlo fisicamente visitato nei suoi luoghi più reconditi. In Campania lo spazio per una nuova discarica c’è. Dirò di più: non solo c’è, ma si possono trovare luoghi praticamente disabitati o comunque con una scarsissima densità di popolazione per cui verrebbe esclusa ogni possibile rivolta e non dovremmo assistere alle immagini di questi giorni: donne con il rosario in mano, agenti con il manganello e lo scudo fra razzi e molotov".

Già, ma il decreto del governo dice che ogni provincia se la deve vedere con i propri rifiuti.
"La provincia di Napoli ospita quasi il 60 per cento della popolazione campana: corrisponde a un principio di ragionevolezza che questa provincia sia autonoma per i suoi rifiuti? E’ credibile che un presidente della Regione chieda ai suoi colleghi del nord quella solidarietà che non riesce ad assicurare fra le proprie provincie? Occorre un intervento dello Stato che corregga una situazione insensata. Ritengo, da cittadino, che sia stato commesso un errore logistico serio con la provincializzazione".

Come se ne esce?
"Non voglio insegnare il mestiere a nessuno ma credo che questa rigidità vada superata e abbattuta. Immagino che, lavorando di concerto, specialisti e forze politiche, possano trovare una via d’uscita".

Non immagina altre rivolte qualora si vada altrove?
"Se si individuano i luoghi giusti — che ci sono — credo di no. Perchè, in tal caso, sarebbero davvero pretestuose. Ci sono posti davvero adatti. Ma non devo indicarli io. L’importante è accompagnare le cittadinanze ospitanti con politiche di risanamento economico e sociale. Terzigno aspetta da anni il ristoro che le spetta; finora ha solo pagato costi sociali altissimi".

Procuratore, se lei vivesse lì, cosa farebbe?
"Io penso che quella gente è esasperata. Penso che non ne può più. Penso che due enormi discariche in un piccolo paese non siano sopportabili per nessuno. A Terzigno come altrove. Questo penso. Ma penso anche un’altra cosa: occorre assolutamente dare atto alle forze di polizia che, nella situazione data, stanno operando in un modo straordinario, stanno dimostrando una straordinaria maturità, assicurando gli sversamenti quando possono, mostrando i muscoli, ma restando indifferenti a provocazioni e attacchi di tutti i generi. I danni ai cittadini sono insignificanti, dopo giorni e giorni di scontri, e questo vorrà dire qualcosa. Ma sapete che questi ragazzi resistono in piedi anche 24 ore, perché spesso il cambio non riesce a superare gli sbarramenti? Gli agenti sanno che di fronte hanno gente esasperata e in fondo si chiedono anche loro "se vivessi qui, cosa farei? "".

In questi giorni difficilissimi anche il suo ufficio è chiamato ad assicurare la presenza dello Stato.
"La Procura di Nola è pronta ad assumersi le sue responsabilità istituzionali. Abbiamo ricevuto i rappresentanti dei sindaci interessati e un loro documento; li abbiamo sollecitati a costituire quei comitati di cittadini che la legge prevede: sarebbero nostri interlocutori privilegiati. Il nostro impegno è vigilare, anche cooperando con loro, sul rispetto delle regole".

g.marino@repubblica.it

Pronta la soluzione estrema: arresto per chi sta nella Rotonda 26 ottobre 2010 (di Fiorenza Sarzanini da il Corriere della Sera)

La misura estrema, quella che tutti sperano di non dover prendere, è un’ordinanza che imponga il «divieto di assembramento nella rotonda di Terzigno». Perché in quel caso vorrà dire che i violenti sono tornati in strada e allora bisognerà utilizzare una nuova strategia, prevedendo l’arresto immediato per chi non rispetta un provvedimento dell’autorità. Si tratterebbe di un vero e proprio sgombero dell’area, da realizzare prima rimuovendo gli eventuali blocchi con le cariche delle forze dell’ordine e poi facendo scattare i fermi in flagranza di reato.

È la «linea dura» di cui parla il ministro Roberto Maroni, discussa con il capo della polizia Antonio Manganelli e pianificata con prefetto e questore. Perché la situazione, che proprio i responsabili locali dell’ordine pubblico sono riusciti a tenere finora sotto controllo, potrebbe degenerare già domani quando ripartiranno gli autocompattatori per portare i rifiuti nella cava che si trova all’interno del parco del Vesuvio. E allora si mette a punto il piano di prevenzione, per evitare quell’attività di repressione che potrebbe portare drammatiche conseguenze e soprattutto alzare in maniera incontrollabile la tensione in piazza.

Ci si muove su un doppio binario di intervento, tenendo presente la direttiva del titolare del Viminale che ha ribadito la necessità di «consentire ai cittadini di manifestare pacificamente il proprio dissenso riuscendo a isolare chi invece vuole sfruttare questo dissenso per alzare la tensione». Non c’è la camorra dietro i disordini, come ha tenuto a ribadire più volte in queste ore il questore Santi Giuffrè. Ma qualche segnale negativo è arrivato, soprattutto in quei Comuni ad alta densità criminale dove sono stati notati alcuni «capi rione» fare il giro dei negozi sollecitando i proprietari ad abbassare le saracinesche e sospendere l’attività per un po’ di giorni. E allora non è affatto causale che sia stato chiesto ufficialmente al sindaco di San Giuseppe Vesuviano di ritirare l’ordinanza firmata ieri mattina che prevedeva la chiusura di esercizi commerciali e scuole. Perché provvedimenti di questo tipo agevolano i tentativi di chi vuole far salire il livello dell’emergenza e invece i responsabili della sicurezza stanno lavorando proprio per cercare di far tornare la situazione alla normalità.

I poliziotti della Digos e i carabinieri del Ros hanno avviato un’attività investigativa mirata su quei gruppetti malavitosi che arrivano a Terzigno quando fa buio armati di bombe molotov e poi si scagliano all’attacco delle camionette. Giovani partiti dai paesi limitrofi, ma anche da Napoli, pronti ad assaltare gli agenti, proprio come avviene durante gli incidenti allo stadio. Nulla a che vedere con chi frequenta i centri sociali o le formazioni antagoniste. Si tratta più semplicemente di violenti che invece cercano l’ennesima ribalta e talvolta cercano di proporsi alla popolazione come coloro che potrebbero risolvere il problema.

È legata proprio a questo pericolo di degenerazioni l’esigenza di mettere a punto l’ordinanza sul divieto di assembramento che il prefetto Andrea De Martino dovrebbe emanare qualora si realizzasse quella situazione paventata dal ministro. Nessun impiego dei militari è stato invece previsto nelle aree della protesta. L’unico eventuale aiuto che potrebbe essere sollecitato alla Difesa riguarderebbe eventualmente la raccolta dei rifiuti nel momento in cui non si dovesse riuscire a ripulire le strade, nonostante le rassicurazioni del capo della protezione civile Guido Bertolaso che domenica aveva invece assicurato di poter ripulire la città «in tre, quattro giorni».

Fortini, Ad di Asìa: "Cava Sari la gestiamo noi, non Bertolaso" Martedi 26 Ottobre 2010 ore 14:30

La discarica di Cava Sari a Terzigno ´´la gestiamo noi´´ e non la Protezione civile. Si tratta di un sito ´´sicuro´´ i cui problemi sono cominciati tra ´´luglio e agosto´´ quando gli sversamenti erano eccessivi per le capacità dell´impianto. A dirlo l´amministratore delegato di Asia Napoli (la municipalizzata che gestisce la raccolta nel capoluogo partenopeo, e anche la discarica in questione), Daniele Fortini, a margine della sesta edizione della Borsa internazionale della comunicazione ambientale, oggi a Roma. ´´L´impianto è sicuro e non inquinante - spiega Fortini - Se ci fosse bisogno di una bonifica il magistrato dovrebbe sequestrarla immediatamente´´. Questa mattina, dopo 7 giorni - aggiunge l´ad di Asia - ´´i camion sono potuti entrare in discarica con la terra per la copertura´´. I problemi di Cava Sari sono nati quando ´´tra luglio e agosto con 35 gradi di temperatura venivano sversate anche 1.800 tonnellate al giorno su indicazioni della unità stralcio per l´emergenza rifiuti: tra quelli freschi presi per strada, quelli eccessivamente umidi, più 7.000 tonnellate di rifiuti vecchi portati da Lo Uttaro´´. Anche se - precisa Fortini - ´´Cava Sari è gestita al meglio delle condizioni possibili in una situazione in cui vi sono delle anomalie´´.



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Da Terra - Un incubo chiamato Sari di Franco Ortolani (Ordinario di Geologia Federico II)

IL CASO. L’invaso in funzione a Terzigno è una cava a fossa nella quale si scaricano rifiuti non differenziati. Un’eventuale riparazione dell’impermeabilizzazione è impossibile. Così il percolato prima o poi s’infiltrerà.
ll decreto legge 90/08 ha previsto la realizzazione di due discariche per rifiuti non differenziati e selezionati equivalenti, notoriamente, ad una miscela di rifiuti solidi urbani, rifiuti industriali di vario tipo trasformando due profonde cave a fossa scavate nel sottosuolo per diverse decine di metri di profondità. Come è noto le due discariche SARI (in funzione) e Vitiello sono ubicate in aree non idonee ambientalmente in quanto Parco Nazionale, zone SIC e ZPS, vale a dire che sono inserite in un ambiente che è protetto al massimo dalle vigenti leggi nazionali ed europee. Si aggiunga che per la legge italiana è vietato realizzare discariche di rifiuti inquinanti nelle zone di vulcanismo attivo come Terzigno. Nonostante questi dati noti il Parlamento Italiano ha trasformato in legge il dl 90 condannando i cittadini italiani a pagare una multa sicura che la Comunità Europea appiopperà all’Italia, come già annunciato in primavera.

Dal punto di vista geoambientale si evidenzia che il sottosuolo delle due cave è costituito da rocce vulcaniche (lave, scorie, lapilli, sabbie, tufi) che sono permeabili e assorbono una grande percentuale dell’acqua piovana che va ad alimentare la falda sotterranea che defluisce verso mare nella zona di Torre Annunziata. è risaputo che l’impermeabilizzazione della base della discarica non può durare oltre i 10-20 anni, sottoposta al carico di varie decine di metri di rifiuti e a contatto con il percolato aggressivo.

La struttura a fossa della discarica impedisce qualsiasi intervento di manutenzione e riparazione dell’impermeabilizzazione coperta da decine di metri di rifiuti. è inevitabile, conseguentemente, che il percolato inquinante prima o poi si infiltrerà nel sottosuolo andando a raggiungere la falda diffondendosi verso mare dove si trovano varie aziende che usano le acque sotterranee. Il riempimento di una cava a fossa come quella SARI o quella di Chiaiano rappresenta un intervento il cui risultato è garantito: l’inquinamento della falda idrica. La cava SARI aveva il fondo a quota di circa 177 metri sul livello del mare ad una profondità dal piano campagna variabile da circa 60 a circa 50 m; la falda si trova a circa 150 m di profondità dalla base della discarica ed è facilmente raggiungibile dai liquidi inquinanti grazie alla permeabilità delle rocce vulcaniche.

L’accumulo di rifiuti nella cava SARI incrementerà l’inquinamento del sottosuolo e della sottostante falda aggravando la situazione di disastro ambientale tipica delle discariche ubicate in cave a fossa. Prelievi idrici autorizzati possono improvvisamente estrarre acqua inquinata usata anche per scopi irrigui di prodotti ortivi il cui consumo potrebbe influire negativamente sulla salute dei cittadini. Il pericolo all’esterno della discarica deriva da una situazione di disastro ambientale in quanto è un fenomeno con una vasta ricaduta sull’ambiente, naturale e non, che si configura come potenzialmente catastrofico.

PIU' VOLTE ABBIAMO PARLATO E ILLUSTRATO IL PROGETTO VEDELAGO IN QUESTO BLOG, IL VIDEO E' ESTREMAMENTE ESPLICATIVO . NELLE NOSTRE PROPOSTE SU UN NUOVO CICLO DEI RIFIUTI ABBIAMO PRESO IN CONSIDERAZIONIE QUESTO MODELLO O ALTRI ANCORA PIU' INNOVATIVI DOVE SI ESCLUDONO LE DISCARICHE

Lettera aperta al Sig. Maroni Roberto. Sperando che la legga! di Aniello Collaro

Sig. Ministro della Repubblica Iitaliana, apprendo con stupore, prim'ancora che con piacere, i progressi fatti dalla sua persona in termini di acquisizione di ottimali standard di dovere civico e civile. In particolare, di quelli che esprime alle nostre latitudini.


Si vede che ha studiato. E Le riconosco l'impegno.

Lei ha stravolto quello che i genetisti davano come dogma: quello che noi siamo ed il nostro modus vivendi sono il risultato dell'interazione tra patrimonio genetico ed "ambiente" in cui ci si forma.

Chi l'avrebbe mai detto. A metterci fuori strada, non ce ne voglia, è stato qualche suo dato anagrafico relativo alla natalità e l'album delle figurine delle sue frequentazioni"ambientali". Quelle frequentazioni che lei ha coltivato e continua a coltivare alle latitudini al di sopra del Rubicone.



E sì, perchè oltre il Rubicone certe cose si dicono. Si possono dire. Si fanno. E si possono fare. In goliardica compagnia.

La Padania, già, un'orchestra di sganassoni mediatici menati senza parsimonia contro immigrati, rom, romani e sud-ici.

A dire il vero La ricordiamo "duro" anche contro chi l'ordine pubblico lo deve difendere. Ma forse quel pubblico ufficiale a cui Lei oppose resistenza aveva proprio la faccia di uno del Sud. Uno del Sud in divisa. Ma sempre uno del Sud.

Perciò, che vuole che sia una condanna passata in giudicato per resistenza ad un pubblico ufficiale? Che vuole che sia per uno che aspira a fare il ministro dell'Interno. E quella divisa sarà chiamato a rappresentare e difendere.

Quando, però, si varca il fiume nella direzione che scelse Cesare, la musica cambia. Di Lei si dice che è anche un ottimo musicista.

Perciò se la canta e se la suona sul pentagramma delle latitudini.

Al Sud l'ordine costituito va difeso. Ad ogni costo.

Questi sud-ici si oppongono strenuamente e con ogni mezzo consentito alla loro morte "decretata" in deroga?

Lei, sig. Ministro, non può consentirre questo.

Siamo a latitudini molto più a sud del Rubicone. Lei è il Ministro dell' Interno. Deve difendere le forze di pubblica sicurezza. E per difenderle nel migliore dei modi Lei sa che non deve tener conto delle migliaia di donne, di madri, di ragazzi, di uomini, di persone per bene.

Lei sa il fatto suo: sa che deve individuare quattro scalmanati esasperati, eversori sotto le mentite spoglie di eco-ambientalisti; mettergli addosso la divisa di criminali affliati alla camorra, o di terroristi, sì, magari di secessionisti neo-borbonici, e vai. Si diffonda la notizia che questi vogliono il morto tra le forze dell'ordine. E vai. ... Vai giù "duro".

Sì, perchè l'ordine costituito va difeso ad oltranza. Specie quando si tenta di abbatterlo fisicamente. Va difeso più della vita delle migliaia di non violenti. Cosa si vuole che contino rispetto all'ordine pubblico da ripristinare con "durezza". Lo Stato è Lo Stato. A queste latitudini.

E questi quattro-scalmanati-quattro, vogliono abbattere lo Stato. Quello Stato che al di sotto del Rubicone Lei deve difendere.

Li faccia arrestare. Sotto tortura si faccia dire chi li addestra e dove vengono addestrati.. E sì, perchè (ma lei lo sa, Lei è il Ministro degli Interni) potrebbero essere cellule dell'estremismo islamico, o di Hezbollah, o ...vuoi vedere che sono dei serviszi segreti deviati.

Lei vigila. E gliene siamo grati.

Che tensione che è costretto a vivere dalle nostre parti! Per colpa nostra!

Meno male che nei fine settimana si torna in Padania. Aria pulita. Ordine pubblico.La solita, sospirata svagata con gli amici di sempre. Il senatur, quel genio dl figlio, il Borghezio, il Calderoli. Bella gente questi quattro. Brava gente loro; mica quei quattro terroni scalmanati facinorosi che " gli rompiamo el bus del cu..."

Certo, a volte il clima si fa caldo anche alle sue latitudini. Ma lì non si protesta , si rivendica. Il celtico combatte per la sua Padania. Lì è lo Stato che è eversore ed invasore. E Lei, sig. Ministro sa anche questo.

Perciò, se ci sarà da lanciare un'altra volta merda di vacche contro le forze dell'ordine che vogliono impedire la giusta rivendicazione degli allevatori padani ... bè, anche questo, al di sopra del Rubicone, non è un problema: questa colorita forma di rivendicazione Lei, che è Ministro dell'interno, la proporrà come specialità sportiva ai prossimi "Giochi padani con frontiere", insieme allo sputo in lungo su Roma, al tiro alla fune al collo del rom ed alla rottura della pignatta con dentro i "maroni", pardon, dei sud-ici.
Aniello Collaro

lunedì 25 ottobre 2010

RASSEGNA STAMPA

25/10/2010 - BERTOLASO A NAPOLI, RIUNIONE IN PREFETTURA
Il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso è a Napoli per partecipare ad una riunione in prefettura e fare il punto sugli interventi avviati dopo l'incontro di ieri. Al vertice partecipano tra gli altri il presidente della Regione Stefano Caldoro, quello della Provincia Luigi Cesaro, il prefetto Andrea De Martino e i tecnici che stanno attuando gli interventi previsti dal piano approvato senza la firma dei sindaci.


VESCOVO NOLA, STOP VIOLENZE,RIPRENDERE DIALOGO
Lo stop immediato di ogni azione di protesta violenta e pericolosa e la ripresa del dialogo affinché la cittadinanza vesuviana e le istituzioni raggiungano un'intesa. E' quanto chiede la Chiesa di Nola, il cui vescovo, monsignor Beniamino Depalma, ha incontrato oggi i sacerdoti di alcuni comuni del vesuviano, tra cui Terzigno e Boscoreale, per un confronto sulla questione 'discarica'. In un appello rivolto alla popolazione, il vescovo ed i sacerdoti sottolineano che "la violenza non risolve ma acuisce il problema". Alle istituzioni, invece, la Chiesa di Nola chiede di "perseguire l'obiettivo di un'intesa, ed i sei punti dell'accordo rappresentano una base di partenza da non abbandonare".


INNALZATI CONTROLLI SICUREZZA SU SINDACI VESUVIANI
E' stato innalzato il livello di controllo sulla sicurezza personale dei quattro sindaci dei comuni vesuviani coinvolti dall'apertura del secondo invaso a Cava Vitiello, nel comune di Terzigno (Napoli). Il provvedimento, che secondo quanto si è appreso è stato adottato nel corso di una riunione del comitato sulla sicurezza tenutosi a Napoli, è finalizzato a una migliore tutela della loro incolumità. Sarebbero già stati chieste ai primi cittadini di Boscoreale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase, tutte le indicazioni relative ai luoghi di residenza e quelli solitamente da loro frequentati.

ARCIVESCOVO POMPEI, IMMONDIZIE CI UMILIANO
"Desidero rinnovare la mia profonda e sofferta solidarietà con i Comuni di Terzigno, Boscoreale e di tutti quelli della fascia vesuviana e del Parco del Vesuvio per il cumulo di immondizie che ci umilia, ammorba, rende l'aria irrespirabile, avvelena e corrompe le acque e le sorgenti, avvelena i frutti della terra e vanifica il lavoro delle mani dell'uomo": lo scrive in una nota l'arcivescovo di Pompei, Carlo Liberati, ricordando il recente intervento in cui il Papa ha invocato "una soluzione condivisa". "Anche Pompei è piena di 'rifiuti'. Il governo siamo tutti noi: la colpa è di tutti, anche nostra. Come l'inquinamento del fiume Sarno che tra poco sarà insopportabile e umilierà anche il Santuario di Pompei", conclude Liberati.

SISTEMA DI CONTROLLO INQUINAMENTO ARIA A BOSCOREALE
Nei prossimi giorni, a Boscoreale (Napoli), uno dei comuni coinvolti dall'apertura del secondo invaso nell'ex cava Vitiello e vicino a cava "Sari", sarà installato un sistema di monitoraggio della qualità dell'aria della protezione civile. Secondo quanto si è appreso, alle 16, nella prefettura di Napoli, è in programma un tavolo tecnico per il monitoraggio ambientale al quale prenderanno parte i sindaci vesuviani.


GIOBBE COVATTA, CHI PROTESTA NON E' CAMORRISTA
"Vedete un po' se questa donna è una delinquente". Lo ha detto l'attore-scrittore Giobbe Covatta abbracciando un'anziana manifestante che da giorni è presente al presidio contro l'apertura di una seconda discarica nel parco del Vesuvio. Giobbe Covatta che è stato accompagnato dal presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e dal commissario regionale Fracesco Emilio Borrelli ha detto: "Non sono un tecnico e non posso indicare le soluzioni. Certo che posso però raccogliere le vostre istanze e rilanciarle". L'attore ha detto dunque che chi protesta "non è un camorrista". A chi gli chiedeva perché un attore che si occupa del terzo mondo oggi abbia deciso di occuparsi di Terzigno e delle sue discariche, Covatta ha risposto: "La differenza tra il primo ed il terzo mondo si misura solo nella libertà che si ha nella gestione del potere".

SINDACO BOSCOREALE, MESSA A REGIME CALMERA' ANIM
Le attività di messa a regime di cava Sari, nel comune di Terzigno (Napoli), stanno rasserenando gli animi della popolazione di Boscoreale (Napoli). A confermarlo è il sindaco, Gennaro Langella, raggiunto telefonicamente dall'Ansa: "La popolazione si è tranquillizzata, la gente sembra serena e i negozi sono aperti. Questo è un buon segno", ha sottolineato il primo cittadino di Boscoreale. Intanto, nel comune vesuviano, sono state avviate le operazioni di pulitura delle strade dopo i danneggiamenti degli scontri: "ci sono milioni di euro di danni - sottolinea Langella - asfalto scorticato, semafori e segnali divelti e, ancora, camion bruciati lungo i corsi principali del paese". "La puzza si attenuata stamani", ha poi commentato il sindaco. In merito all'incontro che si dovrebbe tenere domani in prefettura tra i sindaci vesuviani e il capo della protezione civile Guido Bertolaso, Langella sembra volerlo affrontare con più serenità: "sapere che, se pure volessero, passeranno anni per l'apertura della seconda discarica sposta la nostra attenzione su cava Sari. E' quello, adesso, il nostro obiettivo: dobbiamo concentrarci sul suo stato di salute, farne una fotografia circostanziata e minuziosa per riconquistare la fiducia dei cittadini". "Vogliamo massima trasparenza da parte dei tecnici così da affrontare le criticità e dare rassicurazioni serie alla cittadinanza", ha detto ancora Langella. Su cava Vitiello, fa sapere il sindaco di Boscoreale, "si devono trovare alternative, che possiamo anche proporre a Bertolaso, ma il semplice fatto che sabato ci era stata proposta la sua apertura solo tra 14 mesi, proposta fermamente rifiutata, ci fa ben sperare". "Noi, comunque, - conclude Langella - siamo fermi sul 'no' al secondo invaso nel Parco Nazionale del Vesuvio".


EMERGENZA-CAMPANIA COSTA 1,1 MLD
La crisi dei rifiuti di Napoli ci sta costando 1,1 miliardi; una ventina di euro per italiano, compresi i neonati. Mentre il totale delle emergenze rifiuti pesano in negativo sul bilancio italiano per 24,7 miliardi di euro; come una manovra finanziaria. E' quanto emerge da una ricerca, 'Sostenibilità e prevenzione: packaging, impresa, società', recentemente presentata in un convegno organizzato dal Conai, il Consorzio nazionale che si occupa del riciclo e del recupero degli imballaggi, dalla società di consulenza Althesys. La stima è stata calcolata, precisa Althesys, sulla base della differenza tra sovraccosti dell'emergenza-spazzatura e una gestione dell'immondizia condotta secondo lo standard medio italiano. "Il divario - sottolinea lo studio - si allarga se Napoli avesse un sistema di gestione simile a quello della Lombardia o del Veneto". E' stata realizzato un'analisi costi-benefici per calcolare quanto si sarebbe potuto risparmiare "se la Campania fosse stata gestita come la media italiana" approfondisce Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys e professore alla Bocconi, nel sottolineare che "se la gestione fosse stata secondo il modello Lombardia, i benefici netti toccherebbero i 2,2 miliardi. In totale, una politica di gestione ambientale accorta e all'avanguardia avrebbe fruttato al nostro paese 24,7 miliardi". Althesys ha condotto l'analisi costi-benefici per ciascuna modalità di gestione alternativa alla discarica: riciclo, il compostaggio, il recupero energetico, il trattamento meccanico biologico. L'analisi ha anche evidenziato il ruolo della prevenzione che, nel caso degli imballaggi, ha portato benefici per circa 500 milioni. Molto resta però da fare negli altri settori, per i quali si stima un potenziale di 1,5 miliardi di possibili risparmi.


FORSE DOMANI NUOVO INCONTRO TRA SINDACI E BERTOLASO
Interventi in atto per la messa a regime alla discarica Sari e attesa per un altro incontro, forse domani, tra il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e i sindaci coinvolti nella protesta contro la seconda discarica a Terzigno (Napoli). Bertolaso, anche oggi a lavoro, conferma la piena disponibilità ad incontrare i primi cittadini nell'auspicio che l'accordo possa essere sottoscritto. Intanto, sono cominciati gli interventi alla discarica cava Sari per la messa a regime: é stato portato terreno vegetale, attuati trattamenti contro i cattivi odori. Nel corso della scorsa notte sono arrivati, a tal fine, circa venti camion pieni di materiale: non ci sono state difficoltà di accesso né di lavorazione. Insomma, nessuna forma di protesta da parte dei cittadini. Si sta lavorando, poi, anche su un altro fronte, vale a dire al coordinamento per il passaggio successivo che è quello relativo ai sopralluoghi, alle verifiche, alle analisi della cava, il tutto di concerto con le amministrazioni comunali.

SINDACO BOSCOTRECASE,APERTURA GOVERNO GRAZIA MADONNA
"Sono cattolica e penso che quest'apertura del Governo verso l'emergenza nella quale sta vivendo la nostra popolazione deve essere considerata una grazia concessa delle madonne di Pompei e della Neve, alle quali più volte ci siamo rivolti". Il sindaco di Boscotrecase (Napoli) Agnese Borrelli, raggiunta telefonicamente dall'ANSA, dice di avere accolto come "un segno del Cielo" il documento proposto ai sindaci vesuviani dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Un segnale positivo anche se, però, ancora da "smussare", sottolinea. "E' la prima volta che l'Esecutivo si siede con noi per una trattativa, - aggiunge Borrelli - finora non era accaduto". "Sono state esaudite le preghiere - conclude - pronunciate durante le processioni a cui abbiamo partecipato in massa".

SINDACO BOSCOTRECASE, PROPOSTA IMPERFETTA
Per il sindaco di Boscotrecase (Napoli), Agnese Borrelli, il documento illustrato da Guido Bertolaso sabato sera, nel corso di una riunione nella Prefettura di Napoli, è "una proposta imperfetta che, però, può e deve essere rimodulabile". "Al momento la soluzione non ci soddisfa, - ribadisce il sindaco - ma la accogliamo comunque positivamente perche è l'inizio di un percorso". "Siamo disponibili a indicare alternative - ha detto ancora Borrelli - ma il governo ci deve confermare che cava Vitiello non verrà aperta". Il sindaco Borrelli sottolinea di essere in attesa dell'arrivo dei camion di terra e calce che copriranno la spazzatura "a cielo aperto" presente nella discarica Sari, "fonte di puzza insopportabile". "Ieri per dormire sono stata costretta a mettere la testa sotto il cuscino mentre stamani la si avverte appena", dice. Il sindaco di Boscotrecase tiene a precisare che la popolazione è in attesa delle analisi che verranno effettuate all'interno della discarica Sari e nei pozzi circostanti l'invaso per determinare i livelli d'inquinamento delle falde: "Sarà fatto dai tecnici della protezione civile, ma anche dai nostri, da quelli dell'Arpac e della Sapna. La discarica Sari è stata gestita male, lo ha detto anche Bertolaso, ma noi l'avevamo annunciato molto prima. Se fossimo stati ascoltati allora - conclude - forse non saremmo giunti a questo punto".

TERZIGNO; MARONI, I VIOLENTI CERCANO IL MORTO
Alcuni dei protagonisti delle violenze della scorsa notte a Terzigno "sono stati presi ed arrestati e le indagini devono capire chi sono questi gruppi di violenti: io credo che nulla abbiano a che fare con la protesta se non per strumentalizzare, creare incidenti e disordini, farci scappare il morto: noi non lo consentiremo e stiamo verificando se c'é qualche collegamento tra questi gruppi e le associazioni criminali".

ROTONDI, RESPONSABILITA' E' DI ENTI LOCALI
"Sulla questione dei rifiuti a Napoli "ci sono due livelli di responsabilità: quello locale e quello nazionale. Al tempo del centrosinistra nessuno dei livelli ha funzionato. Al tempo di Berlusconi il livello nazionale ha funzionato, funziona e funzionerà. I rifiuti sono stati tolti dalle strade. Il problema sono le responsabilità degli enti locali". Lo ha detto il ministro Gianfranco Rotondi, intervistato da 'Il Piccolo' di Trieste, dove oggi ci sarà la tredicesima tappa di Governincontra. "Detto fuori dai denti: la Campania - spiega - ha discariche e opportunità di termovalorizzatori per smaltire tutti i suoi rifiuti e pure quelli di altre regioni".



AL JAZIRA SEGUIRA' RIVOLTA ANTI DISCARICA
L'emergenza rifiuti a Terzigno (Napoli) continua a richiamare l'attenzione di giornalisti italiani e stranieri. Anche un inviato di Al Jazira ha annunciato il suo arrivo nella cittadina vesuviana per seguire l'evoluzione della crisi e la rivolta che da settimane sta portando un intero paese in piazza.

MARONI, GIU' ARMI O INTERVENTI DURI
Interpellato al suo arrivo a un incontro con gli studenti di Varese sulla lotta alla criminalità organizzata, Maroni ha detto a proposito degli scontri nella notte a Terzigno che "ci sono stati atti di vera e propria violenza nei confronti delle forze dell'ordine, e questo non è più accettabile perché le forze dell'ordine si stanno comportando con grande prudenza e grande responsabilità. Attaccarli di notte a sprangate e a sassate mi sembra non sia degno di un confronto duro ma responsabile". Proprio a proposito del confronto in corso per trovare una soluzione, il ministro dell'Interno ha osservato che "c'é una trattativa in corso gestita per conto del governo dal sottosegretario Bertolaso" e si è mostrato certo "che presto si troverà una soluzione adeguata".


CALDORO, 2-3 ANNI PER NUOVI TERMOVALORIZZATORI
Il governo Berlusconi nel 2008 ha messo in piedi "un piano che ci fa stare fuori dalla crisi", ma "serve la massima attenzione, basta un piccolo tassello fuori posto per ricadere nell'emergenza". La soluzione definitiva? Per il governatore della Campania, Stefano Caldoro, richiede altri due-tre anni, il tempo per realizzare i due termovalorizzatori di Napoli est e Salerno. Intervistato da Maurizio Belpietro a "La telefonata", su Mattino Cinque, Caldoro ha ricordato come negli ultimi giorni "siano stati messi in campo tutti gli strumenti per ripulire Napoli e la provincia". Tuttavia "la Campania sconta 15 anni di ritardi: ora dobbiamo tornare a essere una regione normale". Sul versante rifiuti significa attuare il piano del 2008: più impianti, più differenziata, discariche da ridurre man mano. "Siamo stati velocissimi nell'iter per gli appalti dei due nuovi termovalorizzatori, ma occorreranno dai 24 ai 36 mesi per la costruzione e l'entrata in funzione". Per ricucire il rapporto con le popolazioni della protesta, Caldoro indica la necessità di una "grande campagna di ascolto e di comunicazione, che in passato è completamente mancata". La protesta? "Quella democratica e civile è sempre legittima, ma occorre isolare i violenti".


GIOVANISSIMI PRESUNTI AUTORI RAID A POLIZIA
Sono tutti giovanissimi i presunti aggressori delle due pattuglie di poliziotti che sono state accerchiate la notte scorsa a Boscoreale. Secondo una prima ricostruzione, gli agenti che erano a bordo di auto civili stavano percorrendo via Carotenuto, quando sono stati bloccati da alcuni giovani giunti dalle strade laterali. Minuti di violenza che sono costati ad uno dei poliziotti delle contusioni e ferite ad un occhio. I poliziotti stavano svolgendo un servizio per prevenire nuovi atti di violenza. Intanto, per la prima volta al presidio della rotonda Panoramica non ci sono state tensioni tra agenti e manifestanti. Si chiamo Stefano Garofalo di 24 anni, residente a Boscoreale (Napoli), Domenico Erri, 18 anni, anch'egli di Boscoreale e Michele Aviano di 22 anni di Poggiomarino (Napoli) i giovani arrestati per l'aggressione a due pattuglie della polizia, avvenuta la scorsa notte in via Carotenuto, a Boscoreale. I tre arrestati sono attualmente in Questura a disposizione dell'autorità giudiziaria.

SINDACO BOSCOREALE,VICINI AGENTI AGGREDITI
La ferma condanna degli episodi di violenza, avvenuti la scorsa notte in via Carotenuto, dove due pattuglie della polizia sono state accerchiate ed aggredite, è stata espressa dal sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella. "Queste forme di violenza non ci appartengono - dice Langella -, la città di Boscoreale si riconosce solo in quelli che protestano civilmente per un motivo giusto. E' la Boscoreale che avete voi tutti visto sfilare in modo ordinato e dignitoso ieri mattina lungo le strade cittadine". Si è trattato infatti di un corteo di giovani, donne, bambini, tantissime persone "che stavano solo reclamando - aggiunge Langella - il loro diritto alla salute". Il sindaco inoltre ha espresso solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito aggiungendo che "Boscoreale ha gli anticorpi per espellere i violenti che, vi assicuro, non sono della nostra città".

TERZIGNO; AL VIA COPERTURA CONTRO MIASMI
E' iniziata l'operazione di copertura, con terreno vegetale, all'interno della discarica Sari di Terzigno. Lo ha confermato il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, spiegando che tale operazione serve ad evitare che si levino ancora miasmi insopportabili. Infatti, sono state proprio le esalazioni a scatenare la protesta dei cittadini. Langella ha inoltre ribadito che anche tecnici indicati dal Comune prenderanno parte alle operazioni per le analisi che si svolgeranno all'interno dello stesso invaso.

POLIZIA AGGREDITA, TRE ARRESTI RIPETIZIONE DA ALTRA RETE
Due pattuglie della polizia sono state aggredite la scorsa notte nel centro di Terzigno da alcuni sconosciuti. Un agente è rimasto ferito ad un occhio. Tre persone sono state fermate con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e violenza. I poliziotti erano a bordo di due autocivette. L'aggressione è avvenuta lontano dalla rotonda Panoramica, diventata il quartier generale dei manifestanti. Secondo quanto si è appreso, le due pattuglie di agenti in abiti civili si trovavano lungo una delle strade del centro di Boscoreale, quando sono state accerchiate da un gruppo di persone, in prevalenza giovani, che hanno iniziato ad aggredire i poliziotti. Sul posto sono giunti rinforzi. In via Zabatta, invece, l'accesso alla contestata seconda discarica è stato sempre presidiato da centinaia di agenti in assetto antisommossa.