giovedì 28 ottobre 2010

Oggetto: Emergenza rifiuti, delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola.


Il Consiglio dell’Ordine di Nola, nella riunione del 26 ottobre 2010,
Vista la gravissima situazione socio-sanitaria verificatasi a seguito dello sversamento dei rifiuti solidi urbani della provincia di Napoli in località Terzigno;
  Rilevato che le proteste dei cittadini del comprensorio appaiono giustificate sia dalla vicinanza del sito ai centri abitati di numerosi Comuni, sia dalla collocazione dei siti di discarica nell’ambito del Parco Nazionale del Vesuvio, che dovrebbe essere luogo preservato da inquinamento e valorizzato, invece, sotto il profilo  ambientale;
 Preso atto con grata soddisfazione degli interventi esperiti ai fini di un giusto riesame dell’intera questione espressi da S.E. il Vescovo di Nola, mons. Beniamino De Palma, e dal Papa Benedetto XVI;
-  Ritenuto che anche il Consiglio dell’Ordine degli avvocati territoriale debba esprimere il suo parere sulla vicenda,
osserva
1)  la situazione rifiuti risente di una mancata programmazione quindicennale, che nel mentre giustifica interventi di somma urgenza, non può discaricare da responsabilità coloro che sono attualmente delegati a risolvere le gravi problematiche sollevate;
2) che tale deficit di programmazione ha determinato scelte quanto meno discutibili come quella di collocare discariche in siti di alto valore ambientale, come il Parco del Vesuvio, che, invece, a parere del Consiglio, vanno assolutamente preservati e, anzi, valorizzati allo scopo di creare prospettive di sviluppo anche economico dei territori interessati;
3) che numerose scelte sbagliate sono state effettuate anche in tempi recenti dai responsabilità istituzionali, come quella di stabilire una provincializzazione della gestione e smaltimento dei rifiuti che, per una provincia, altamente popolata, di modesta estensione territoriale e di grande valore ambientale e naturalistico, non consente un programmato smaltimento dei rifiuti. Peraltro gravi ritardi si sono determinati nella costruzione dei termovalorizzatori di Napoli e Salerno, che, in prospettiva, dovevano assicurare la sostituzione delle attuali modalità di sversamento; né si è imposta l’adozione di misure collegate, come la creazione obbligatoria di isole ecologiche per l’attuazione di una differenziata avanzata, possibilmente allocata in aree non urbanizzate;
4)  che tra le scelte non condivisibili si colloca la previsione (per legge) di discariche nel Parco nazionale del Vesuvio, misura che va senz’altro revocata per il grave impatto che ha sulla tutela dell’ambiente e delle bellezze naturalistiche, di interesse non solo delle Comunità locali, ma del patrimonio universale;
5) che appare inefficace la pretesa soluzione, prospettata dal Governo, di misure economiche compensative, in quanto la compensazione che sul territorio richiede è quella della valorizzazione proprio delle riserve territoriali, naturalistico, ricettività, turismo ambientale, che vengono invece minacciate e vanificate dalla individuazione del Parco del Vesuvio come sversatoio;

6) che, per questo, al fine di richiamare l’attenzione di quanti hanno responsabilità pubbliche, sulle gravi problematiche sollevate, appare urgente sollecitare i Sindaci del territorio di competenza dell’Ordine, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Ambiente il responsabile della Protezione civile, i parlamentari del territorio, sulla esigenza di modificare subito la normativa di riferimento e di porre in essere misure concrete per la soluzione del problema e per la predisposizione degli atti idonei a progettare un futuro normale alle popolazioni della Campania;

7) che la mancanza di partecipazione delle istituzioni locali, concretizzatasi anche con la sottovalutazione delle istanze dei Comitati civici formatisi a Terigno, Boscoreale e dintorni nell’anno 2007, cui ebbero a partecipare attivamente anche numerosi avvocati iscritti a questo Ordine, ha contribuito a creare un problema di così drammatica evidenza, che invece, se fossero state ascoltate allora le giusta proteste, sarebbe stato evitato per tempo;

8) che tale insensata scelta viola le norme attualmente vigenti in tema di piano di sicurezza ed evacuazione dal “rischio sismico”, predisposto proprio dalla Protezione Civile. La Cava Vitiello, infatti, è individuata come sito di contenimento delle colate di lava in caso di eruzione;

di sollecitare l’intervento dei Sindaci e dei Parlamentari del Comprensorio affinchè abbiano a prendere coscienza della problematica e a fare proprie le istanze delle popolazioni locali;
  di invitare il Presidente della Repubblica a manifestare ulteriore concreta vicinanza alle popolazioni locali in agitazione;
 al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’ambiente e al capo della Protezione civile perché abbiano ad assumere immediatamente iniziative atte a rimuovere la grave situazione determinata dalla crisi del settore e dalle scelte sbagliate adottate e all’assenza di interventi nel corso degli ultimi anni.
 CONSIGLIERE SEGRETARIO                       IL PRESIDENTE
Avv. Francesco Urraro                                         Avv. Maria Masi

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