lunedì 18 ottobre 2010

Zona di Guerra di Francesco Servino

Inserito il 18 ottobre 2010 da francescoservino
Mi pare di stare in una zona di guerra.

O meglio, è così che immagino le zone di guerra. Qualsiasi descrizione, per quanto accurata, non può rendere il senso di caos, di delirio, di esasperazione della gente. Un popolo, quello terzignese, mite e solitamente pacifico… Forse troppo (l’ho accusato spesso di accidia) si è destato finalmente alimentando quei disordini che finora erano mancati.

Dopo una notte passata a manifestare in sua compagnia, stamattina ho incontrato il commissario dei Verdi Francesco Borrelli: un giro della miseria per riuscire a raggiungere la stazione della vesuviana per via delle strade bloccate dalle carcasse dei camion dati alla fiamme, o bloccati in fila con le ruote sgonfie sui tratti principali del paese. Spostiamo l’appuntamento a San Giuseppe Vesuviano (dove, nella notte, è stata assassinata una persona… Per motivi non legati alla monnezza): corso Leonardo da Vinci e Corso Alessandro Volta (che assieme vengono identificati come “‘a Nazionale”) sono gli unici tratti di strada percorribili. Imbocco lo stradone che porta al Rifugio: mi dicono che lì c’è un blocco. Il blocco in realtà si trova qualche centinaio di metri più distante, all’incrocio che porta sulla pineta di Terzigno (dove ieri i manifestanti hanno bloccato una ventina di camion).

Sono le 11… All’incirca. Borrelli mi mette in contatto con Romolo Sticchi, del
TG3, che si trova alla Rotonda di Boscoreale per girare un servizio: nelle nostre intenzioni c’è quella di effettuare un sopralluogo sulla Cava Vitiello (!).

Percorriamo via Zabatta: al Rifugio non ci sono manifestanti, m’illudo di poter arrivare tranquillamente in via Panoramica. Percorro mezzo chilometro e…. Sorpresa, un gruppo di manifestanti ha rovesciato cumuli di terreno in mezzo alla strada impedendo il passaggio alle auto. Fermo la macchina lì. Proseguiamo a piedi. Teresa, una giornalista di San Giuseppe Vesuviano che ci accompagna, si rivela particolarmente abile nello scroccare un passaggio: dopo un centinaio di metri siamo costretti a scendere di nuovo dall’auto per via di un altro blocco di manifestanti (di fronte la strada nuova che conduce alla discarica). Restiamo un pò lì, giusto il tempo di fare la conoscenza con una giornalista francese carina (e si, perchè c’erano anche le TV internazionali stamattina) e di scroccare un altro passaggio. Dopo 100 metri giungiamo al blocco della Rotonda

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