martedì 30 marzo 2010

PROTESTE ANTIDISCARICA IL 31 MARZO ORE 12,OO DAVANTI LA SEDE DELL'ENTE PARCO DEL VESUVIO - PALAZZO MEDICEO DI OTTAVIANO

Domani alla ore 12,00 davanti al palazzo mediceo di Ottaviano sede dell'Ente Parco del Vesuvio continua la protesta antidiscarica, si invitano tutti i cittadini liberi a far sentire la propria voce.

Riportiamo il sintetico ma efficace comunicato stampa tratto dal sito di Legambiente di Ottaviano che svela il miracolo di Berlusconi.

L'emergenza era solo sommersa, solo buchi niente programmazione, impianti compostaggio al palo e ancora troppi comuni con il freno tirato sulla differenziata.

“Svelato il cosidetto miracolo di Berlusconi, l'emergenza era solo sommersa, invece continua. Dopo l’indecisionismo del governo Prodi nell’affrontare l’emergenza rifiuti campana, ecco che con il governo Berlusconi si è usato in Campania l’ esercito per sbloccare l’empasse della necessaria costruzione di nuove discariche, si è previsto l’arresto delle persone che abbandonano i rifiuti ingombranti o gli elettrodomestici per strada, sono stati aggiunti altri due inceneritori ai tre già previsti, si sono rispolverati gli incentivi Cip6 per l’energia elettrica prodotta dalla combustione dei rifiuti, compresi quelli non biodegradabili, mandati in soffitta con non poca fatica dal governo precedente. E, come d’incanto, ai media nazionali e di conseguenza all’opinione pubblica sembra che tutto sia stato messo in ordine. “ In una nota Michele Buonomo presidente Legambiente Campania commenta la riscoperta dell'emergenza rifiuti in Campania “Forse è stata risolta, forse solo sommersa, in quello che era visibile e che faceva notizia. Tuttavia continua il lungo elenco di inefficienze ed di ritardi. Nonostante- prosegue Buonomo- l’aumento dei comuni virtuosi, la raccolta differenziata infatti non va oltre il 20% come media regionale ,lontanissima dal 50% contemplato dalla legge per il 2011. L'inceneritore di Acerra pronto basta e avanza per la Campania e gli altri previsti sulla carta sono inutili e non fanno altro che disincentivare la raccolta differenziata. Le discariche fanno ancora la parte del leone, a discapito dei territori, molto spesso di eccellenza, e di comunità sofferenti. Sono ancora troppi i comuni che viaggiano con il freno tirato sulla strada della raccolta differenziata Legambiente, in armonia con quanto dettato dall’Unione Europea, ritiene che bisogna superare la monocultura dello smaltimento a favore di una drastica riduzione dei rifiuti e di un’ ottima raccolta differenziata da destinare al riciclo. Né si può tacere l’esistenza degli oltre 6 milioni di ecoballe che, simili ad escrescenze velenose, continuano a far bella mostra di sè, soprattutto nei territori tra il casertano e il giuglianese e dei quali nessuno sa bene cosa farne. Altra telenovela infinita, frutto di indecisione, incapacità e malapolitica, è la vicenda degli impianti di compostaggio: necessari, anzi imprescindibili, ma ancora lontani dall’essere costruiti; dalla mancanza dei quali, ennesimo paradosso, i più penalizzati sono i comuni virtuosi, costretti a portare a centinaia di chilometri il proprio organico, a costi insostenibili. Ultimo capitolo, -conclude il presidente di Legambiente Campania-non meno importante, quello delle bonifiche, previste e mai realizzate, già oggetto di inchieste giudiziarie”.

sabato 27 marzo 2010

"MONNEZZA ELETTORALE"


ATTENZIONE A NON INCIAMPARE PRIMA DI VOTARE.
LA DOMANDA E': CHI PAGHERA'?

FINALMENTE SI SVEGLIA ANCHE L'ENTE PARCO E IL SUO PRESIDENTE - "LE DISCARICHE SONO UNO SCEMPIO" LISTATO A LUTTO IL SITO DELL'ENTE

Le discariche nel cuore dell’oasi vesuviana sono uno scempio. “Il Vesuvio si avvia a diventare una delle sette meraviglie della natura, ma il Parco nazionale che lo ospita potrebbe diventare la prima vergogna d’Italia. Il presidente Ugo Leone firma un “manifesto di lutto” on-line, che compare sulla home page del sito «www.vesuviopark.it». Una provocazione fortissima “Chiuso per lutto”, con le foto dei sacchetti neri che invadono il patrimonio naturalistico dell’area Vesuviana. “La nostra non è rassegnazione, ma una preoccupazione forte che ci spinge a lanciare un monito alla Regione Campania e al Governo centrale per allontanare per sempre il pericolo”. Sott’accusa tornano le due discariche individuate per il deposito dei rifiuti. La cava ex Savi e quella Ranieri, che sono praticamente nel cuore del Parco e che continuano a tenere con il fiato sospeso i residenti dei comuni di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase.
Un’area che - secondo i comitati antidiscarica ed i manifestanti “diventerà presto un triangolo della morte e dei veleni”. Preoccupa ovviamente la ricaduta sul turismo, che in questi anni ha visto aumentare il flusso dei visitatori all’interno del Parco, ma preoccupano anche le ripercussioni che una discarica possa avere sulla salute dei cittadini che vivono a ridosso dei siti. E l’allarme è scattato anche per i coltivatori. Un allarme economico, perché i rifiuti potrebbero compromettere, immediatamente ed in futuro, i terreni fertili dell’area Vesuviana con il gravissimo rischio per la produzione agricola e vinicola. “Noi non ci arrendiamo”, rilancia Ugo Leone”, i cittadini non si arrendono. E all’ombra del Vesuvio tornano a spirare i venti della contestazione al governo Berlusconi.

venerdì 26 marzo 2010

Assemblea pubblica della Rete dei Comitati e dei Movimenti vesuviani Martedì 30 marzo a Boscoreale

Assemblea pubblica della Rete dei Comitati e dei Movimenti vesuviani Martedì 30 marzo a Boscoreale

La mobilitazione dei cittadini vesuviani sta cominciando a dare i risultati contro le discariche del Vesuvio
Ogni giorno centinaia di camion sversano rifiuti di ogni tipo nel bel mezzo del Parco Nazionale del Vesuvio senza alcuna possibiltà di controllo.
La puzza proveniente dalla discarica sta diventando parte della nostra vita.
L’impegno in questi mesi dei tanti cittadini attraverso la Rete dei Comitati e Movimenti vesuviani ha consentito di attirare l’attenzione dei media su questo scempio che pagheranno soprattutto i nostri figli ed i nostri nipoti.
La lotta dei cittadini vesuviani, supportati da Legambiente, ha costretto le Amministrazioni pubbliche e l’Ente parco del Vesuvio a svegliarsi e a opporsi legalmente con il ricorso al Tar del Lazio contro “l’autostrada delle discariche” che è prossimo al merito e con il ricorso al Tar e alla Corte europea contro l’apertura della “Cava Vitiello”.
La grande pacifica manifestazione del 18 dicembre ha sancito il risveglio e la voglia dei cittadini vesuviani a lottare per il diritto ad un ambiente sano, ad uno sviluppo vero, al rispetto delle leggi come sancito dalla Costituzione.
Dobbiamo tutti sentirci impegnati contro questa gestione scellerata dei rifiuti che non tiene conto della salute, dell’economiae del futurodei nostri territori e chiamare con forza i nostri governanti alle proprie responsabilità.
C’è bisogno del tuo impegno per una raccolta differenziata VERA ed una riduzione a monte dei rifiuti.
C’è bisogno del tuo impegno per ottenere la chiusura immediata della discarica ex SARI, la rinuncia all’apertura di “cava Vitiello” e l’avvio di una vera bonifica delle tante discariche che avvelenano il territorio vesuviano.
C’è bisogno del tuo impegno per riconquistare i nostri diritti e per ridare speranza alle generazioni future.
La rete sta mettendo in campo una serie di iniziative e manifestazioni che ad Aprile e a Maggio vedranno protagonisti in primo luogo tutti i cittadini vesuviani.
Di queste e di altre proposte vogliamo discutere e rendere operative
MARTEDI’ 30 marzo alle ore 20
nell’Assemblea pubblica a Boscoreale c/o la Congrega di via G. della Rocca (angolo via del Popolo)
a
cui hanno dato l’adesione Legambiente, gli imprenditori vesuviani, le organizzazioni sindacali e tutti coloro associazioni, comitati, movimenti, istituzioni e liberi cittadini che vorranno dare il proprio concreto contributo
Rete dei Comitati e dei Movimenti vesuviani

giovedì 25 marzo 2010

ARRIVANO I GABBIANI -I TIMORI PER LA SALUTE AUMENTANO DA stabiachannel.it

Nella valutazione di incidenza veniva specificato alla futura gestione dei siti di adottare alcuni specifici accorgimenti per evitare l'arrivo dei gabbiani

di Simone Rocco stabiachannel.it

Riguarda l'arrivo di stormi di gabbiani che potrebbero distribuire agenti patogeni, l'ultimo campanello d'allarme che arriva dalla discarica di Terzigno. Dopo il cattivo odore dei giorni scorsi - dovuto a un conferimento straordinario proveniente da un vecchio sito nei pressi di Caivano, così come il capitano dell'Esercito Chieffo aveva spiegato al sindaco Gennaro Langella - i timori per la salute aumentano. Alle conseguenze dello stoccaggio di rifiuti nel Parco Vesuvio, oltre all'aria nauseabonda, si aggiunge la presenza di stormi di gabbiani provenienti dall'area costiera - oltre a gazze e cornacchie - che alimentandosi assiduamente nello sversatoio potrebbero diffondere nel territorio agenti patogeni. La valutazione di incidenza del commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania - redatta dal Centro di ricerca interuniversitario Biodiversità, fitosociologia ed ecologia del paesaggio, coordinato dal professore Carlo Blasi dell'università La Sapienza di Roma - non aveva testimoniato la frequentazione delle cave da parte dei gabbiani in modo sistematico e ad alta presenza. Tuttavia, nella relazione veniva specificato alla futura gestione dei siti di adottare alcuni specifici accorgimenti per evitare l'arrivo dei gabbiani che oggi, si possono vedere volare perfino sopra i centri storici delle cittad ine vesuviane. Ad affermarlo è proprio il professore Carlo Blasi ordinario di Conservazione della diversità vegetale ed ecologia del paesaggio all'università La Sapienza: "Conoscendo bene il rapporto discarica-gabbiani, non escludemmo la possibilità che gli sversatoi di Terzigno richiamassero animali opportunisti tra cui ovviamente i gabbiani - spiega Blasi - Tutto ciò qualora la gestione non avesse rispettato quanto indicato nel progetto, cioè limitare al massimo la superficie dei rifiuti esposti, compattarli e ricoprirli quotidianamente con strati di materiale inerte". Oltre a effettuare rilievi, i zoologi provenienti da sedi diverse - per cava Ssari c'erano gli esperti dell'Infs (oggi ISPRA), mentre per cava Vitiello hanno lavorato professionisti locali di estrazione universitaria - avevano elaborato un piano di controlli costanti. "Temendo questa evenienza, in entrambi gli studi di incidenza si chiedeva che venisse istituito un apposito servizio di monitoraggio in grado di rilevare velocemente ogni fenomeno di colonizzazione di animali opportunisti e intervenire con le necessarie azioni di dissuasione o eliminazione - aggiunge Blasi - Sulla base di prescrizioni, limitazioni e compensazioni di questo genere il ministero dell'Ambiente espresse un parere positivo alla successiva valutazione di incidenza".

DISERBO A BOSCOTRECASE



Il diserbo è stato effettuato strettamente ai limiti dello spazio elettorale forse perchè gli aspiranti al voto soffrono di allergia?

FINALMENTE ANCHE A TRECASE SI PONE IL PROBLEMA DISCARICA RIDICOLA LA SOLUZIONE DEL POLITICO PRESENTE

venerdì 19 marzo 2010

BANDO DI CONCORSO E PREMI PER IL BALCONE PIU' BELLO

Scadenza 30/05/2010
Possono partecipare al concorso tutti gli abitanti del paese, scuole, uffici, associazioni ecc.;
Il comitato si impegna a dare al concorso la massima diffusione allo scopo di consentire a tutti i cittadini di partecipare e aderire all’iniziativa;
Una commissione con esperti nel settore valuterà il lavoro più bello;
I partecipanti potranno ritirare la domanda di partecipazione presso la sede del comitato oppure mandando una e-mail a comitatoboscotrecase@alice.it;
La premiazione avverrà in sede e data da designare;
La commissione esaminerà per un periodo da marzo a maggio finestre, balconi scalinate, aiuole e verranno scattate delle foto che verranno pubblicate sul blog;
Durante questo periodo i partecipanti si impegneranno a mantenere vivi e belli i loro fiori;
Si valuterà l’abilità nell’inserire armoniosamente i fiori nel contesto del balcone, davanzale e fioriere;
Coloro che aspirano a partecipare e non hanno a disposizione un balcone potranno eventualmente richiedere l’adozione di un aiuola pubblica;
I premi sono stati gentilmente offerti dagli sponsor che ci hanno sostenuti in questa iniziativa;
Gli organizzatori del presente concorso non possono concorrere ma si impegnano a mantenere vivi e belli i propri balconi per dimostrare in primis l’amore per il proprio paese;
Coloro che non vogliono partecipare direttamente al concorso, possono comunque abbellire i loro balconi per rendere più bella e colorita questa gara;
Verranno premiati i primi sette balconi più votati.
PREMI IN PALIO
TELEVISORE 22” LCD
OROLOGIO CHRONOTECH DA DONNA offerto da oreficeria Carotenuto
PARURE SWAROVSKI offerto da Gioielli De Rosa
PORTAFOTO DIGITALE offerto da TC Elettronica
MP4 PLAYER offerto da NAGArpanetgroup
SERIE 4 QUADRI offerto da falegnameria Carotenuto
BUONO SPESA offerto da minimarket Elio
Si ringraziano gli altri sponsor che con le loro donazioni hanno permesso di organizzare l’evento.
www.comibosco.blogspot.com
e-mail: comitatoboscotrecase@alice.it

domenica 14 marzo 2010

IL COMUNE DI VICO EQUENSE ASSEGNA IN USO GRATUITO 200 COMPOSTIERE AI SUOI CITTADINI

Il comune di Vico Equense assegna in uso gratuito 200 compostiere ai suoi cittadini, lo scopo è la riduzione dei rifiuti a monte. Il comitato qualche anno fa aveva suggerito questa strada ai nostri amministratori, ma ancora una volta l'amministrazione ha snobbato i nostri suggerimenti.
Prendiamo spunto dall'esempio di Vico e rinnoviamo l'invito all'amministrazione.

http://www.cittadivicoequense.it/new/images/avviso%20compostiere.pdf

giovedì 11 marzo 2010

Interventi degli altri relatori al convegno "Oltre la discarica"

Intervento di Pasquale Raia, responsabile di Legambiente



Intervento di Vincenzo Izzo, Presidente del Comitato Cittadino Boscotrecase



Intervento di Franco Matrone della rete dei Comitati



Intervento del Dr. Giancarlo Troiano di Mercato S. Severino









domenica 7 marzo 2010

L'etica in politica

Si è svolto ieri nella sede dell'associazione "Chrysos" il convegno "L'etica in politica" moderato dall'Avv. Maria Sella e a cui hanno preso parte l'On. Luisa Bossa, la Dott.ssa Emilia Vitale, la Sig. Rosaria Vitulano in rappresentanza dell'associazione "Palio del Carruocciolo" e la Dott.ssa Rosa Carotenuto in rappresentanza del "Comitato Cittadino di Boscotrecase". Argomento del dibattito è stato il ruolo della donna, politico e non, nella società civile avvalendosi delle esperienze personali portate dalla rappresentanza delle donne invitate al tavolo del dibattito. Il suggerimento venuto alla ribalta, a fine convegno, è che ancora oggi, in maggioranza, le donne preferiscono la tranquillità domestica piuttosto che esporsi e, probabilmente, è venuto il momento di darsi da fare più visivamente soprattutto nella realtà di piccoli paesi come Boscotrecase.

6 marzo anche noi a Napoli alla Mostra d'Oltremare a manifestare con Legambiente contro "le discariche del Vesuvio" alla manifestazione sui parchi


IL 05 MARZO ABBIAMO PRESENTATO QUESTA NUOVA ISTANZA SULLA CIRCUMVESUVIANA AL COMUNE - SIAMO SEMPRE IN ATTESA DI RISPOSTE

Al Sindaco del Comune di Boscotrcase
Al responsabile UTC del Comune di Boscotrecase

Oggetto: richiesta informazioni sulla volontà dell’Ente a partecipare al bando pubblico a sportello per la selezione ed il cofinanziamento regionale di progetti di itinerari ciclabili e ciclopedonali relativi alla mobilità ciclistica sul territorio della Regione Campania

Nel corso degli incontri organizzati dal comitato con i cittadini è emerso che nel BURC n. 14 del 15.02.2010 è stato pubblicato un bando pubblico a sportello per la selezione ed il cofinanziamento regionale di progetti di itinerari ciclabili e ciclopedonali relativi alla mobilità ciclistica sul territorio della Regione Campania
Visto che tra le finalità del Comitato vi è il regolare e costante confronto con l’ Amministrazione Comunale anche attraverso invio di documentazione e richiesta di atti prodotti dalla stessa si ritiene opportuno con la presente istanza motivata dall’ esigenza impellente manifestata dalla cittadinanza (è stata depositata una petizione con oltre 1600 firme a cui non è pervenuta risposta) di riqualificazione dell’area adiacente la Circumvesuviana.
Considerato che il Bando in questione sembra fatto apposta per risolvere parzialmente il problema creando una strada di accesso pedonale sicura e veloce, conoscendo la lunghezza burocratica delle procedure il Comitato
Chiede
Alle S.V. che
"L’ente comunale partecipi al bando regionale per la riqualificazione della linea ferroviaria dismessa ".
Come si diceva in premessa il bando è di recentissima pubblicazione e impegna risorse finanziarie finalizzate alla realizzazione di itinerari su linee ferroviarie dimesse e non compromette eventuali richieste di finanziamento avanzate dall’ente per altre progettualità aventi medesime finalità.
"L´opera finanziata dalla Regione non graverebbe sulle casse comunali ed inoltre, consentirebbe di eliminare i pericoli, e di creare un collegamento alternativo, sicuro, breve e più comodo tra la vecchia stazione e quella nuova".
I cittadini di Boscotrecase sono fiduciosi dell’operato del loro Sindaco da cui si aspettano risposte concrete , sono certi che questo bando sia un´opportunità perché se perdiamo il treno lo perdiamo tutti.
Boscotrecase, lì 05/03/2010
Il Presidente

venerdì 5 marzo 2010

I cittadini sono stanchi delle chiacchiere vogliono i fatti

Ancora una volta prendiamo atto che i Sindaci di questi territori comunicano con i propri cittadini attraverso articoli di stampa piuttosto che con convocazioni ufficiali. Ancora una volta il Sindaco di Boscoreale lo fa attraverso un comunicato stampa ed alcuni articoli giornalistici, anziché convocare i comitati ed esporre le considerazioni ed i risultati dell’incontro con la delegazione italiana (si spera tutta) al Parlamento europeo accompagnato dall’on. Aldo Patriciello.

Da ciò si evince che, al di là di atteggiamenti demagogici e funzionali all’appartenenza di simbolo, in sede comunitaria è stato posto l’allarme per “la gravissima situazione in cui versa l’intera area vesuviana per la scellerata scelta di riaprire ben due discariche di rifiuti nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio(…) chiedendo, in sede comunitaria, un intervento a tutela del diritto alla salute della popolazione vesuviana”.
Della qual cosa non possiamo che rallegrarci e congratularci per l’iniziativa di sensibilizzazione rimarcando però che a tutt’oggi da parte delle istituzioni comunali interessate nessun atto concreto è stato posto in essere nell’opporsi in termini legali all’apertura delle discariche del Vesuvio ( riscorso al TAR, Corte europea ed alla commissione europea competente sul DL Bertolaso 195 del 31/12/09 attualmente in attesa di conversione alla camera, e sul DPCM del 31/01/10), neppure stimolando in ciò l’Ente Parco nazionale del Vesuvio o quantomeno tutelando le popolazioni amministrate con controlli scrupolosi di quanto passa sul proprio territorio o di cosa allo stato viene sversato nelle cave vesuviane.
Comunque dopo diversi mesi e alcune sedute di Consigli comunali, al di là di generiche e talvolta incoerenti manifestazioni di intenti, nessuno dei comuni del circondario ha ancora provveduto ad inoltrare ricorso avverso le discariche al Tar, alla Corte europea o a chicchessia organo giudiziario di competenza.
Si attende ancora la convocazione da mesi di un Consiglio intercomunale aperto ai movimenti ed alle associazioni onde poter mettere in campo una sinergia comune la sola in grado di stimolare una progettualità alternativa alla discarica ed in grado di determinare attenzione dagli organismi istituzionali superiori.
La Rete dei Comitati e Movimenti vesuviani in quest’azione di mobilitazione del territorio e di stimolo costante alle istituzioni deputate a difendere gli interessi dei cittadini rappresentati, ci crede fino in fondo.
Continueremo a sollecitare prese di posizioni chiare sulle “discariche nel Parco nazionale del Vesuvio” a tutti coloro che da candidati locali e non, chiederanno consensi a questo territorio, come abbiamo fatto col candidato Presidente De Luca e come avremmo voluto fare col candidato on. Carfagna, in pubblico, alla luce del sole com’è nostra consuetudine, in una pubblica assemblea a cui non ci è stato consentito partecipare.
E stride in tutto ciò la levata di scudi del Sindaco Langella sull’episodio della contestazione al Ministro, che “il comune non esiterà a costituirsi parte civile” prefigurando uno scenario delittuoso, benché dalle immagini video di tutti i media non emergano, che presuppongono informative circostanziate da parte di una qualche autorità giudiziaria, cosa questa che configurerebbe una palese violazione del segreto di ipotetiche inchieste in corso.
Crediamo che, nell’interesse di tutti, servirebbe maggiore sobrietà e maggior peso delle parole.
Anche di quelle che accusano indefinitamente “ infiltrazioni della criminalità organizzata” in una pacifica e legittima protesta dei cittadini dei paesi vesuviani contro l’illegalità di “sversare nel Parco nazionale del Vesuvio milioni di tonnellate di rifiuti tal quale”.
E stride ancor di più il tentativo di comprendere in una unanime condanna decisioni diverse tra loro per tempi e competenze.
Tutti siamo coscienti del disastro ambientale causato da quattordici anni di Commissariato straordinario di Governo per la gestione dei rifiuti in Campania e dei 3 miliardi di euri vergognosamente sperperati.
Le responsabilità di questo disastro hanno nomi e cognomi, cifre e paternità, e connivenze marcatamente delinquenziali.
Ma mettere sullo stesso piano la Legge Berlusconi 123/2008, il DL Bertolaso 195/2009 e il deliberazione Presidenza Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) prot. n.62472 del 28.01.2010 che apre di fatto cava Vitiello e la Delibera di GR n.75 del 5 febbraio 2010 (Linee di Piano 2010-2013 per la gestione dei rifiuti urbani –Presa d’atto) da parte dell’Assessore Ganapini rappresentano uno sconcertante tentativo di confondere il dibattito.
Le Linee, per chi le ha lette tutte senza fermarsi a pag. 4, rappresentano forse l’unico vero tentativo di affrontare con competenza e rigore il problema rifiuti in generale, e discariche ed inceneritori nello specifico.
Nessuna Delibera di GR, può sopravanzare una legge nazionale, e nella fattispecie la delibera regionale non ha valore legislativo ma prende atto recependo le valutazioni dell’Assessorato all’Ambiente in tema di ciclo dei rifiuti da inserire nel Piano regionale dei rifiuti.
Le Linee partono dalla constatazione che il Governo Berlusconi stabilisce le attuali discariche regionali e le relative capacità.
Fà una ricognizione precisa della “follia” legislativa attualmente vigente in materia di Commissariato emergenza rifiuti e propone la “sua” soluzione.
Da qui e solo da qui parte l’analisi delle soluzioni possibili al problema.
Ganapini le individua nella Raccolta differenziata spinta del 50% entro il 2010 previo blocco dell’attività dei comuni che non rispettano tale parametro.
Lascia attivi da subito 7 stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti (STIR ex CDR) per la differenziazione dei rifiuti ed i relativi siti di compostaggio, individua nel solo inceneritore di Acerra la possibilità di bruciare le circa 2000 tonnellate al giorno di frazione secca residuo dalla differenziata dell’intera Regione.
Considerando che la raccolta differenziata dovrà raggiungere a regime il 65% verrà a mancare, di fatto, l’alimentazione delle discariche.
Di pari grado, considerata l’imminente decisione dell’Europa di dichiarare illegittimo il Cip6, l’incentivazione per reintrodurre il vuoto a rendere e l’acquisto di prodotti alimentari e detergenti tramite dispenser. Tale riduzione a monte dei rifiuti e di conseguenza del residuo, di fatto renderà antieconomico a chiunque la gestione dell’inceneritore.
E’ solo l’inizio ma sembra che questa strada, nelle condizioni date, possa essere percorsa.
Le stesse linee si spingono a sperimentare il trattamento a freddo sul modello del nord Italia per ottenere il “zero waste” (zero rifiuti).
Le critiche a priori, pertanto, rasentano la sciatteria polica. Hanno un valore solo se sono sensate.
Sparare nel mucchio per mascherare il vero bersaglio non aiuta ad affrontare correttamente il problema e a ricercare la migliore soluzione, che richiede come sempre uno sforzo collettivo e un rispetto reciproco dei ruoli e delle competenze.
A titolo di cronaca il blocco dei fondi della comunità europea (Corte di Giustizia) nei confronti della Regione Campania, checché ne dica qualche eurodeputato, è dovuto in massima parte, come spiega bene la relazione della dirigente della Commissione Ambiente di Brussel, Pia Buccella, alla violazione della direttiva rifiuti comunitaria e al fondato dubbio che l’emergenza rifiuti in Campania non sia affatto terminata come vuole far credere falsamente il DL Bertolaso 195/2009, cosa questa che se corrispondesse al vero non avrebbe bisogno di perpetuare lo scempio ambientale della cava Vitiello in pieno Parco nazionale del Vesuvio prossimo a ricevere anche l’impianto per il trattamento del percolato di tutte e cinque le provincie campane.
Alle insensate richieste di qualche eurodeputato, i Comitati per il disastro ambientale del territorio Acerrano-Mariglianese e quello contro l’inceneritore di Acerra hanno presentato in audizione alla Commissione Petizioni le contro deduzioni a tale richiesta di sblocco, spiegando che allo stato l’emergenza non è affatto finita e che la direttiva europea 199/31/CE è stata disattesa.
A ciò aggiungasi la petizione pubblica che la Rete sta predisponendo ad inoltrare alla Commissione petizioni della Comunità europea sullo stato di profonda emergenza che contravvenendo alle norme comunitarie apre ancora discariche in pieno parco nazionale ed in aree protette.
Non da ultimo la visita di due commissari europei all’ambiente (una inglese ed una danese) che saranno in Campania a fine Aprile e che hanno accettato di verificare la situazione discariche all’interno del Parco del Vesuvio.
Così si scoprirà di fatto il “bluff” governativo e si eviterà di utilizzare fondi dei contribuenti europei illegalmente.
Ci sembra infine una buona idea recepire le proposte della Rete di valutare alcune possibili soluzioni territoriali di affrontare il problema dei rifiuti.
Una di queste è certamente quella che fa riferimento al tipo Vedelago o similari.
Se le amministrazioni lo consentono, il tavolo tecnico della Rete, che del problema ne ha approfondito articolati e risultati, sarebbe ben lieto di fare da cicerone, chiaramente a proprie spese, nel visitare tali strutture all’avanguardia.
Ci permettiamo però di suggerire, tra le tante proposte che faremo quando ci verrà consentito di esporle in un’assise comunale chiesta da tempo immemorabile, che prima di importare modelli di tale avanguardia, si potrebbe iniziare da subito, sui propri territori di competenza , un controllo capillare in tema di raccolta differenziata che nei nostri comuni rasenta la vergogna, controllarne adeguatamente i costi, che hanno raggiunto cifre non più tollerabili per i cittadini, definire il percorso virtuoso delle filiere certificando i ricavi, e ridurre a monte, imballaggi, buste non riciclabili e organizzare isole ecologiche.
In attesa di un confronto più approfondito e maggiormente responsabile verso l’intera comunità, tali semplici e per certi versi obbligatorie misure potrebbero costituire un bel segnale di responsabilità collettiva e aprire la strada ad altre iniziative maggiormente efficaci.

FrancoM
Centro Studi Legalità&Sviluppo per la Rete dei Comitati e Movimenti vesuviani

giovedì 4 marzo 2010

Dal Corriere del Mezzogiorno -L'Italia condannata dalla Ue per l'emergenza rifiuti in Campania

Non ha adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento mettendo in pericolo salute e ambiente


NAPOLI - L'Italia non ha adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Tale situazione ha messo in pericolo la salute umana e recato pregiudizio all'ambiente. Lo ha sentenziato oggi la Corte di Giustizia UE sottolineando che per questo l'Italia e' venuta meno agli obblighi previsti dalla Direttiva Rifiuti. La normativa europea in materia ha l'obiettivo di proteggere la salute umana e l'ambiente e stabilisce che gli Stati membri «hanno il compito di assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti, nonché di limitare la loro produzione promuovendo, in particolare, tecnologie pulite e prodotti riciclabili e riutilizzabili. Essi devono in tal modo creare una rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento, che consenta all'Unione nel suo insieme e ai singoli Stati membri di garantire lo smaltimento dei rifiuti». La conseguenza immediata è il congelamento di 500 milioni di euro di Bruxelles.

NON SONO BASTATI GLI AIUTI ESTERNI - Se uno Stato membro, come nel caso di specie l'Italia, rileva la Corte, ha scelto di organizzarela copertura del suo territorio su base regionale, ogni regione deve allora assicurare il recupero e lo smaltimento dei suoi rifiuti il più vicino possibile al luogo in cui vengono prodotti sulla base del criterio di prossimità. Nella regione Campania, «i quantitativi ingenti di rifiuti ammassati nelle strade, nonostante l'assistenza di altre regioni italiane e delle autorità tedesche, dimostrano un deficit strutturale di impianti, cui non e' stato possibile rimediare. L'Italia ha peraltro ammesso che, alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato, gli impianti esistenti e in funzione nella regione erano ben lontani dal soddisfare le sue esigenze reali».

L'ALIBI DELLA CAMORRA NON BASTA - Inoltre, secondo i giudici, «né l'opposizione della popolazione, né gli inadempimenti contrattuali e neppure l'esistenza di attività criminali costituiscono casi di forza maggiore che possono giustificare la violazione degli obblighi derivanti dalla direttiva e la mancata realizzazione effettiva e nei tempi previsti degli impianti». Per questo la Corte conclude che l'Italia, «non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di recuperoe di smaltimento dei rifiuti nelle vicinanze del luogo di produzione e non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e di danneggiare l'ambiente nella regione Campania, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza della direttiva Rifiuti».

LE ACCUSE UE - La Commissione aveva accusato l'Italia di non aver creato una rete integrata ed adeguata di impianti per garantire l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti sulla base del «criterio della prossimità geografica». Nel corso della causa l'Italia ha affermato che la gestione dei rifiuti in Campania non ha avuto conseguenze pregiudizievoli per l'ambiente e per la salute umana . La Corte rileva che, se è vero che la direttiva fissa obiettivi di protezione dell'ambiente e di tutela della salute umana, essa non specifica il contenuto concreto delle misure che devono essere adottate e lascia agli Stati membri un certo potere discrezionale. Tale potere «ha una funzione preventiva nel senso che gli Stati membri non devono esporre la salute umana a pericolo nel corso di operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti». D'altra parte l'Italia non ha contestato la circostanza che, alla scadenza del termine fissato nel parere motivato, 55 000 tonnellate di rifiuti riempivano le strade, che vi erano fra le 110 000 e le 120 000 tonnellate di rifiuti in attesa di trattamento presso i siti comunali di stoccaggio e che le popolazioni esasperate avevano provocato incendi nei cumuli di spazzatura. In tali circostanze i rifiuti hanno provocato inconvenienti da odori ed hanno danneggiato il paesaggio, rappresentando così un pericolo per l'ambiente. D'altra parte, l'Italia stessa ha ammesso la pericolosità della situazione per la salute umana, esposta ad un rischio certo. Dopo la sentenza della Corte, la Commissione, qualora ritenga che lo Stato membro non si sia conformato alla sentenza, può proporre un altro ricorso chiedendo sanzioni pecuniarie.

PROTEZIONE CIVILE - I fatti per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea sono successivi alla nomina di Guido Bertolaso a sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania. Lo precisa il Dipartimento della Protezione civile. I fatti contestati, si fa rilevare, sono riferiti al 2007 e quindi in un periodo precedente alla nomina di Bertolaso che è avvenuta nel 2008.

La rabbia di Legambiente per le "discariche del Vesuvio"

Sabato 6 marzo tutti a Napoli alla Mostra d'Oltremare a manifestare con Legambiente contro "le discariche del Vesuvio" alla manifestazione inaugurale Parchinmostra 2010.

Apopuntamento ore 10,00 a piazzale Tecchio, ingresso Mostra d'Oltremare, portando gli striscioni di protesta e col lutto al braccio per la "morte del Parco nazionale del Vesuvio".

La Rete dei comitati ci sarà!

mercoledì 3 marzo 2010

DA LEGAMBIENTE " LETTERA APERTA PARCHINMOSTRA 2010"

Ai presidenti Commissari dei Parchi e Riserve Regionali
Al Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Al Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio

All’Assessore alle Politiche Ambientali
Regione Campania
Walter Ganapini

All’Assessore all’Agricoltura
Regione Campania
Gianfranco Nappi

All’Assessore alle Politiche del Territorio
Regione Campania
Gabriella Cundari

Oggetto: “lettera aperta Parchinmostra 2010”


Egr. Assessori, Commissari Presidenti,

negli ultimi anni i parchi e le aree protette della Campania sono stati al centro di una animata polemica, dalla quale non è emerso lo scarso ruolo e le potenzialità inespresse di uno dei sistemi di aree protette più importanti del nostro Paese, ma le polemiche hanno investito le mancanze ed i limiti dell’azione politica e burocratica messa in atto dalla Regione. Dai ritardi delle nomine dei vertici (commisari, presidenti), all’assenza di strumenti (piani dei parchi e di gestione dei siti della Rete natura 2000) e di personale (direttori, tecnici, etc..) adeguati alla sfida che si richiedeva, le aree protette della Campania hanno sofferto, soprattutto, per la mancanza di una missione e di una strategia politica comprensibile. Le ombre hanno sovrastato le luci dell’azione politica regionale, e l’aver individuato gli enti parco come soggetto intermedio della programmazione comunitaria, caso unico in Italia, anziché essere un fatto positivo rischia di essere una negatività in quanto si carica su un “organismo” debole, come sono oggi gli Ente parco, una responsabilità che va oltre le loro reali capacità. Sono questi i frutti di una confusione che regna nelle politiche ambientali della Campania (non diciamo nulla di nuovo!!!) e che ha travolto anche le aree protette, il cui ruolo di strumento efficace per conservare la biodiversità non emerge. Anzi ci sono casi in cui, come Terzigno nel cuore del Parco nazionale del Vesuvio (area SIC e ZPS, riserva della Biosfera della rete MAB-Unesco), questo ruolo è completamente stravolto, tant’è che: viene aperta una discarica e vengono individuati nella stessa zona altri siti di discariche (cava Vitiello-Pozzelle etc). Il tutto aggravato dalla realizzazioni di nuove infrastrutture accessorie che hanno vanificato lo sforzo di tanti (ambientalisti, cittadini, aziende agricole, operatori economici, comunità locali, etc..) che avevano investito nella scommessa di sostenibilità e conservazione portata avanti dal Parco. Aggiungere che tutte queste operazioni sono state portate avanti con risorse comunitarie (Fondi Strutturali 2000-2006), messe a disposizione dalla Regione, segnala il perpetuarsi delle contraddizioni che stiamo segnalando da tempo. Anche perché queste scelte, a nostro avviso, non sono solo in conflitto con leggi nazionali e comunitarie, ma sono in aperta contraddizione con il lavoro svolto da tutti, in primis dalla Regione Campania, per riportare legalità in un territorio devastato da camorra e abusivismi.
Per i prossimi anni non vogliamo essere più chiamati a difendere questi territori protetti da queste aggressioni o da altre scelte scellerate che investono le aree protette della Campania (la Baia di Trentova – punta Tresino da progetti turistici folli, le montagne del Partenio dagli incendi boschivi devastanti, il Litorale Domitio dove approda la fauna dell’intero Mediterraneo dal degrado, o i Monti Lattari da progetti di “insostenibilità”). Vogliamo invece partecipare ad un grande progetto, a partire da questa Regione, per costruire e rilanciare il ruolo dei Parchi in Italia. Un progetto che deve essere impostato, in maniera unitaria, con l’obiettivo di realizzare una grande strategia di sistema che definisca la Rete Ecologica Regionale, in collegamento con quella Nazionale e Euromediterranea, tenga insieme l’ Appennino, la costa e le isole, e che metta al centro le aree protette in un grande disegno per la riqualificazione, rinaturalizzazione e valorizzazione della biodiversità, delle culture e delle tradizioni della Campania felix.
Per tutte queste ragioni, e per ribadire la nostra visione per le aree protette della Campania, consideriamo l’evento di “Parchinmostra 2010”, al pari delle passate edizioni, un appuntamento fuori luogo in quanto festeggia solo le contraddizioni in cui vivono da anni le aree protette della Regione. E per il 2010, Anno Internazionale della Biodiversità, l’Assessorato all’Urbanistica, organizzatore dell’evento Parchinmostra, ha voluto sottolinerare la propria “sensibilità” verso la conservazione della natura, dando parere favorevole alla V.I.A. (valutazione d’impatto ambientale) (in aree SIC e ZPS), per la realizzazione di una nuova discarica (la Vitiello) e la viabilità per le discariche nel Parco nazionale del Vesuvio (all’interno dei vitigni famosi di Lacryma Cristi).
Con questi atti si dimostra concretamente la distanza tra il dire e il fare: da una parte le autorizzazioni contro la natura e dall’altra si mette in mostra una cartolina irreale dei parchi. Nella mostra che si vuole inscenare la distanza dalla realtà è abbissale, non vi è traccia e non emerge assolutamente la ricchezza paesaggistica e di biodiversità, oltre ai progetti, le ricerche e le azioni, che i parchi hanno messo in atto su questi argomenti. Sceneggiate e contraddizioni sono la quotidianità delle politiche ambientali in tutte le istituzioni della Campania, come quella perpetrata dal Consiglio Regionale, il primo in Italia, che con la Finanziaria 2010 apre alle attività venatorie, (addestramento cani) nelle zone C dei parchi, una cosa fuori dalla legge e dalla logica.
Per noi, come per tutti i cittadini campani, è insopportabile che persistano queste contraddizioni, ed è un affronto che, anziché risolvere i problemi, ci si trastulli con un evento inutile come Parchinmostra, al quale dichiariamo la nostra impossibilità ad essere presenti. Anche per sottolineare il disagio che proviamo rispetto alle recenti nomine fatte dalla Giunta Regionale per le presidenze degli Enti parco regionali, ci aspettavamo impegni seri sulle difficoltà che i parchi hanno manifestato in questi anni (dalla carenza di personale, agli strumenti operativi, alla vigilanza), invece si è proceduto confusamente a nomine, alcune delle quali, incomprensibili.
Con questa lettera aperta chiediamo a chi partecipa a Parchinmostra, di condividere con noi la speranza di un futuro migliore per le aree protette della Regione, e per l’immediato a listare a lutto ogni stand della mostra per solidarizzare con il Parco Nazionale del Vesuvio che, per volontà politica, è stato trasformato in pattumiera.



Il resp. aree protette Il Direttore Il Presidente
Pasquale Raia Raffaele Delgiudice Michele Buonomo

lunedì 1 marzo 2010

Vietato protestare. Per decreto

Giulio Finotti (Terra Campania)

IL CASO. Il dl che sancisce l’impossibilità di opporsi alle azioni del commissario per i Rifiuti scade. Che farà il governo?
Sta per scadere il conto alla rovescia per la conversione del decreto legge n. 195 del 30 dicembre 2009 che, assieme alla fine ufficiale dell’emergenza rifiuti, sancisce anche l’impossibilità per i cittadini di opporsi di fronte alla legge alle azioni del Commissariato di governo. I 60 giorni che la legge stabilisce come limite massimo per la conversione dei decreti in legge scadono infatti il primo marzo, ed ora i comitati temono che in questi giorni il parlamento approvi la norma che sospende tutte le pendenze giudiziarie contro il Commissariato fino al 2011. L’allarme arriva dal versante sud-orientale del Vesuvio, dove negli ultimi anni la terra è tornata a scottare non per la lava, ma per la riapertura delle discariche. Quello che preoccupa maggiormente i cittadini dei paesi vesuviani della zona, come Boscotrecase o Boscoreale, che ultimamente hanno inscenato una protesta in occasione della visita del ministro Mara Carfagna, è l’apertura di una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio.

La discarica, di circa 3 milioni e mezzo di metri cubi dovrebbe contenere, secondo gli allarmi dell’ex presidente dell’ente Parco, Maurizio Fraissinet, anche rifiuti tossici e pericolosi, «comprese le polveri dell’inceneritore di Acerra». L’avvocato Francesco Sorrentino, che ha ricevuto mandato da parte di Legambiente Campania Onlus, per opporsi all’apertura della seconda discarica nel Parco del Vesuvio (nella cava Vitiel lo) ha spiegato quali sarebbero le conseguenze della conversione in legge del decreto di dicembre: «In primis la sospensione di tutte le cause contro il Commissariato per l’emergenza rifiuti, mentre non potrebbero essere intentate nuove cause. Il Tar del Lazio si è già espresso sull’intenzione di accogliere l’istanza di legittimità costituzionale di questa legge, che dovrà quindi poi essere esaminata dalla Corte Costituzionale».

Quelli di cui si parla sono procedimenti non penali, ma controversie di natura civilistica e amministrativa contro il Commissariato. In caso di conversione del decreto quindi, sarebbe sospeso il procedimento contro il piano di viabilità della discarica Sari 1 (chiusa nel 1994 e riaperta nel 2008, ndr), mentre non potrebbe essere intentata alcuna causa contro la decisione della conferenza dei servizi in merito alla cava Vitiello. Secondo i legali di Legambiente inoltre sarebbero state violate anche le direttive europee di riferimento (la Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat, ndr), che vietano la modifica delle zone a protezione speciale a meno di previa autorizzazione dei vari organi competenti. Proprio a proposito dell’impatto che l’apertura di una seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio avrebbe sull’habitat della zona, s’è espresso con durezza l’ex presidente dell’ente, Maurizio Fraissinet, secondo il quale alcune specie di uccelli, già a rischio, si estinguerebbero. «Abbiamo prodotto una serie di contro-deduzioni alla ridicola valutazione di incidenza che hanno fatto alcuni studiosi legati all’università Sapienza di Roma.

Gli autori di questa valutazione, che per altro hanno ammesso di aver avuto poco tempo per lavorare alla loro pubblicazione, stranamente non hanno tenuto conto del “Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nel Parco Nazionale del Vesuvio”, un lavoro che il Parco ha pubblicato nel 2008. Una ricerca durata 11 anni, che dimostra come gli uccelli del Parco Nazionale utilizzino la cava Vitiello per alimentarsi, viste le caratteristiche del suo habitat pur non nidificando nella stessa cava. Secondo la relazione di incidenza invece non vi sarebbero uccelli, visto che non nidificano lì e si aggiunge inoltre che una volta aperta la discarica non ci sarebbe la presenza di gabbiani». «Che io sappia - ha aggiunto Fraissinet - non esistono discariche sul pianeta, in cui non ci siano gabbiani». Nubi di preoccupazioni si addensano attorno ad uno dei vulcani più noti al mondo, mentre i lavori per allestire la seconda discarica nel Parco Nazionale sono cominciati da alcuni giorni.