venerdì 5 marzo 2010

I cittadini sono stanchi delle chiacchiere vogliono i fatti

Ancora una volta prendiamo atto che i Sindaci di questi territori comunicano con i propri cittadini attraverso articoli di stampa piuttosto che con convocazioni ufficiali. Ancora una volta il Sindaco di Boscoreale lo fa attraverso un comunicato stampa ed alcuni articoli giornalistici, anziché convocare i comitati ed esporre le considerazioni ed i risultati dell’incontro con la delegazione italiana (si spera tutta) al Parlamento europeo accompagnato dall’on. Aldo Patriciello.

Da ciò si evince che, al di là di atteggiamenti demagogici e funzionali all’appartenenza di simbolo, in sede comunitaria è stato posto l’allarme per “la gravissima situazione in cui versa l’intera area vesuviana per la scellerata scelta di riaprire ben due discariche di rifiuti nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio(…) chiedendo, in sede comunitaria, un intervento a tutela del diritto alla salute della popolazione vesuviana”.
Della qual cosa non possiamo che rallegrarci e congratularci per l’iniziativa di sensibilizzazione rimarcando però che a tutt’oggi da parte delle istituzioni comunali interessate nessun atto concreto è stato posto in essere nell’opporsi in termini legali all’apertura delle discariche del Vesuvio ( riscorso al TAR, Corte europea ed alla commissione europea competente sul DL Bertolaso 195 del 31/12/09 attualmente in attesa di conversione alla camera, e sul DPCM del 31/01/10), neppure stimolando in ciò l’Ente Parco nazionale del Vesuvio o quantomeno tutelando le popolazioni amministrate con controlli scrupolosi di quanto passa sul proprio territorio o di cosa allo stato viene sversato nelle cave vesuviane.
Comunque dopo diversi mesi e alcune sedute di Consigli comunali, al di là di generiche e talvolta incoerenti manifestazioni di intenti, nessuno dei comuni del circondario ha ancora provveduto ad inoltrare ricorso avverso le discariche al Tar, alla Corte europea o a chicchessia organo giudiziario di competenza.
Si attende ancora la convocazione da mesi di un Consiglio intercomunale aperto ai movimenti ed alle associazioni onde poter mettere in campo una sinergia comune la sola in grado di stimolare una progettualità alternativa alla discarica ed in grado di determinare attenzione dagli organismi istituzionali superiori.
La Rete dei Comitati e Movimenti vesuviani in quest’azione di mobilitazione del territorio e di stimolo costante alle istituzioni deputate a difendere gli interessi dei cittadini rappresentati, ci crede fino in fondo.
Continueremo a sollecitare prese di posizioni chiare sulle “discariche nel Parco nazionale del Vesuvio” a tutti coloro che da candidati locali e non, chiederanno consensi a questo territorio, come abbiamo fatto col candidato Presidente De Luca e come avremmo voluto fare col candidato on. Carfagna, in pubblico, alla luce del sole com’è nostra consuetudine, in una pubblica assemblea a cui non ci è stato consentito partecipare.
E stride in tutto ciò la levata di scudi del Sindaco Langella sull’episodio della contestazione al Ministro, che “il comune non esiterà a costituirsi parte civile” prefigurando uno scenario delittuoso, benché dalle immagini video di tutti i media non emergano, che presuppongono informative circostanziate da parte di una qualche autorità giudiziaria, cosa questa che configurerebbe una palese violazione del segreto di ipotetiche inchieste in corso.
Crediamo che, nell’interesse di tutti, servirebbe maggiore sobrietà e maggior peso delle parole.
Anche di quelle che accusano indefinitamente “ infiltrazioni della criminalità organizzata” in una pacifica e legittima protesta dei cittadini dei paesi vesuviani contro l’illegalità di “sversare nel Parco nazionale del Vesuvio milioni di tonnellate di rifiuti tal quale”.
E stride ancor di più il tentativo di comprendere in una unanime condanna decisioni diverse tra loro per tempi e competenze.
Tutti siamo coscienti del disastro ambientale causato da quattordici anni di Commissariato straordinario di Governo per la gestione dei rifiuti in Campania e dei 3 miliardi di euri vergognosamente sperperati.
Le responsabilità di questo disastro hanno nomi e cognomi, cifre e paternità, e connivenze marcatamente delinquenziali.
Ma mettere sullo stesso piano la Legge Berlusconi 123/2008, il DL Bertolaso 195/2009 e il deliberazione Presidenza Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) prot. n.62472 del 28.01.2010 che apre di fatto cava Vitiello e la Delibera di GR n.75 del 5 febbraio 2010 (Linee di Piano 2010-2013 per la gestione dei rifiuti urbani –Presa d’atto) da parte dell’Assessore Ganapini rappresentano uno sconcertante tentativo di confondere il dibattito.
Le Linee, per chi le ha lette tutte senza fermarsi a pag. 4, rappresentano forse l’unico vero tentativo di affrontare con competenza e rigore il problema rifiuti in generale, e discariche ed inceneritori nello specifico.
Nessuna Delibera di GR, può sopravanzare una legge nazionale, e nella fattispecie la delibera regionale non ha valore legislativo ma prende atto recependo le valutazioni dell’Assessorato all’Ambiente in tema di ciclo dei rifiuti da inserire nel Piano regionale dei rifiuti.
Le Linee partono dalla constatazione che il Governo Berlusconi stabilisce le attuali discariche regionali e le relative capacità.
Fà una ricognizione precisa della “follia” legislativa attualmente vigente in materia di Commissariato emergenza rifiuti e propone la “sua” soluzione.
Da qui e solo da qui parte l’analisi delle soluzioni possibili al problema.
Ganapini le individua nella Raccolta differenziata spinta del 50% entro il 2010 previo blocco dell’attività dei comuni che non rispettano tale parametro.
Lascia attivi da subito 7 stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti (STIR ex CDR) per la differenziazione dei rifiuti ed i relativi siti di compostaggio, individua nel solo inceneritore di Acerra la possibilità di bruciare le circa 2000 tonnellate al giorno di frazione secca residuo dalla differenziata dell’intera Regione.
Considerando che la raccolta differenziata dovrà raggiungere a regime il 65% verrà a mancare, di fatto, l’alimentazione delle discariche.
Di pari grado, considerata l’imminente decisione dell’Europa di dichiarare illegittimo il Cip6, l’incentivazione per reintrodurre il vuoto a rendere e l’acquisto di prodotti alimentari e detergenti tramite dispenser. Tale riduzione a monte dei rifiuti e di conseguenza del residuo, di fatto renderà antieconomico a chiunque la gestione dell’inceneritore.
E’ solo l’inizio ma sembra che questa strada, nelle condizioni date, possa essere percorsa.
Le stesse linee si spingono a sperimentare il trattamento a freddo sul modello del nord Italia per ottenere il “zero waste” (zero rifiuti).
Le critiche a priori, pertanto, rasentano la sciatteria polica. Hanno un valore solo se sono sensate.
Sparare nel mucchio per mascherare il vero bersaglio non aiuta ad affrontare correttamente il problema e a ricercare la migliore soluzione, che richiede come sempre uno sforzo collettivo e un rispetto reciproco dei ruoli e delle competenze.
A titolo di cronaca il blocco dei fondi della comunità europea (Corte di Giustizia) nei confronti della Regione Campania, checché ne dica qualche eurodeputato, è dovuto in massima parte, come spiega bene la relazione della dirigente della Commissione Ambiente di Brussel, Pia Buccella, alla violazione della direttiva rifiuti comunitaria e al fondato dubbio che l’emergenza rifiuti in Campania non sia affatto terminata come vuole far credere falsamente il DL Bertolaso 195/2009, cosa questa che se corrispondesse al vero non avrebbe bisogno di perpetuare lo scempio ambientale della cava Vitiello in pieno Parco nazionale del Vesuvio prossimo a ricevere anche l’impianto per il trattamento del percolato di tutte e cinque le provincie campane.
Alle insensate richieste di qualche eurodeputato, i Comitati per il disastro ambientale del territorio Acerrano-Mariglianese e quello contro l’inceneritore di Acerra hanno presentato in audizione alla Commissione Petizioni le contro deduzioni a tale richiesta di sblocco, spiegando che allo stato l’emergenza non è affatto finita e che la direttiva europea 199/31/CE è stata disattesa.
A ciò aggiungasi la petizione pubblica che la Rete sta predisponendo ad inoltrare alla Commissione petizioni della Comunità europea sullo stato di profonda emergenza che contravvenendo alle norme comunitarie apre ancora discariche in pieno parco nazionale ed in aree protette.
Non da ultimo la visita di due commissari europei all’ambiente (una inglese ed una danese) che saranno in Campania a fine Aprile e che hanno accettato di verificare la situazione discariche all’interno del Parco del Vesuvio.
Così si scoprirà di fatto il “bluff” governativo e si eviterà di utilizzare fondi dei contribuenti europei illegalmente.
Ci sembra infine una buona idea recepire le proposte della Rete di valutare alcune possibili soluzioni territoriali di affrontare il problema dei rifiuti.
Una di queste è certamente quella che fa riferimento al tipo Vedelago o similari.
Se le amministrazioni lo consentono, il tavolo tecnico della Rete, che del problema ne ha approfondito articolati e risultati, sarebbe ben lieto di fare da cicerone, chiaramente a proprie spese, nel visitare tali strutture all’avanguardia.
Ci permettiamo però di suggerire, tra le tante proposte che faremo quando ci verrà consentito di esporle in un’assise comunale chiesta da tempo immemorabile, che prima di importare modelli di tale avanguardia, si potrebbe iniziare da subito, sui propri territori di competenza , un controllo capillare in tema di raccolta differenziata che nei nostri comuni rasenta la vergogna, controllarne adeguatamente i costi, che hanno raggiunto cifre non più tollerabili per i cittadini, definire il percorso virtuoso delle filiere certificando i ricavi, e ridurre a monte, imballaggi, buste non riciclabili e organizzare isole ecologiche.
In attesa di un confronto più approfondito e maggiormente responsabile verso l’intera comunità, tali semplici e per certi versi obbligatorie misure potrebbero costituire un bel segnale di responsabilità collettiva e aprire la strada ad altre iniziative maggiormente efficaci.

FrancoM
Centro Studi Legalità&Sviluppo per la Rete dei Comitati e Movimenti vesuviani

2 commenti:

Anonimo ha detto...

complimenti al sindaco Langella per l'accompagnatore,ottima scelta.

Anonimo ha detto...

IL SINDACO LANGELLA FA SOLO CHIACCHIERE QUALI ATTI HA PRODOTTO?
DITE BENE VOGLIAMO I FATTI