venerdì 29 ottobre 2010

PUBBLICHIAMO QUESTA NOTA DI NELLO COLLARO

Quando questa sporca e fetida faccenda sarà finita, perché finirà, qualcosa ce lo avrà detto. E ce lo avrà dato. E restituito.
La nostra dignità. Il nostro senso di appartenenza. Il nostro sentirci comunità. Violata. Stuprata. Saccheggiata . Abbandonata. Ripresa. Riviolata. Rigettata.
Dinanzi, poi, un percorso difficile. Il più difficile.
Il percorso di chi deve scegliere di vivere compiutamente in modo consapevole e responsabile.
Perché non si dica che su di noi le ferite non lasciano cicatrici. Saranno invece la nostra memoria. Per non dimenticare.
Tanta rabbia. Tante frustrazioni. Tante attese. Tante delusioni. Tanta speranza. Tanta gente. Tanta. Tanta come mai si era vista. Come mai si era incontrata. Come mai si era parlata. Come mai aveva urlato. Come mai aveva gridato alla vita. Come mai aveva pianto alla vita.
Quando questa sporca e fetida faccenda sarà finita, perché finirà, dovremo dire basta all’indignazione.
L’indignazione è pancia. Viola.
Bisogna passare all’amore.
E che non sia cuore. Ma testa. Altrimenti si muore.
Allora: testa o croce? Un gioco duro. Che non prevede supersiti.
Bisognerà amare. Assolutamente amare. Assolutamente.
E amare vuol dire anche dover dire: “Mi spiace”!
… mi spiace caro amministratore, non cedo alle tue lusinghe, mi spiace caro politico ma non vendo la mia precarietà, mi spiace ma questa monnezza qui non la lasci, mi spiace ma sul marciapiedi tu non parcheggi, mi spiace ma tu quel muro non lo imbratti, mi spiace ma non ti consento questo sopruso, mi spiace ma non chiudo gli occhi di fronte al tuo abuso, mi spiace ma non mi impedirai di parlare, mi spiace ma quell’animale tu non lo tratti da bestia, mi spiace ma quel lavoratore tu non lo tratti da bestia, mi spiace ma devi rispettare la fila, mi spiace, mi spiace, mi spiace. Tante volte, mi spiace. Gridarlo con forza, mi spiace. Sussurrarlo con fermezza, mi spiace. Ogni volta che è necessario dirlo, mi spiace. Ogni volta che serve. Anche se spiace dirlo, mi spiace.Mi spiace anche a mia madre, a mio padre, alla mia compagna, al mio compagno, a mio figlio, al mio migliore amico.
E soprattutto a me!
Fino ad imparare quanto amore c’è nel dire “mi spiace!.
Fino a vederlo, questo amore, stampato sul bel volto della nostra terra.
Che mai ha fatto qualcosa per gusto o per interesse e poi essere costretta a dire: mi spiace!

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