venerdì 9 marzo 2012

TAR: CAVA SARI RICHIESTA RESPINTA

IL TAR RESPINGE LA RICHIESTA DEL COMUNE DI TERZIGNO: LA DISCARICA SARI RESTA APERTA

Categoria: Cronaca
Data: 09/03/2012
Il tribunale amministrativo non concede la sospensiva e gli sversamenti possono proseguire. Delusione e rabbia nell’area vesuviana. Domenica manifestazione a Boscoreale, partenza da piazza Pace.

Avevano coltivato a lungo il sogno di una sentenza che facesse chiudere cava Sari e mettesse fine a quello che considerano uno scempio ambientale. Cittadini, Mamme vulcaniche e Comitati hanno invece dovuto arrendersi dinanzi al pronunciamento del Tar, che ieri ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento della Regione Campania, che di fatto ha consentito un aumento degli sversamenti nella discarica di Terzigno. La richiesta era partita dal Comune di Terzigno e redatta dagli avvocati Maria Rosaria Esposito e Mariella Stanziano, note per le loro battaglie ambientaliste e a difese del territorio. Anche per questo, forse, in molti riponevano speranze sul buon esito del ricorso (che comunque dovrà essere discusso nel merito), ma le due legali si sono trovate contro tutti i protagonisti della gestione della discarica: Regione, Sapna, Asìa ed Ecodeco.
Nella loro sentenza, i giudici del Tar hanno spiegato che «la variante non appare determinare un incremento “significativo” della struttura, della superficie o della capacità produttiva (da riferirsi evidentemente ai rifiuti da trattare o da stoccare) originarie». E che i lavori di ottimizzazione all’interno della discarica compensano «la riduzione delle volumetrie disponibili per il conferimento di rifiuti determinata dall’incremento dell’uso di inerti di copertura». Tra i cittadini, ora, prevalgono delusione e rabbia. E domenica c’è già la prova della piazza: da piazza Pace, a Boscoreale partirà un corteo organizzato dal Movimento in Difesa del Territorio Area Vesuviana che chiede la chiusura della Cava Sari e sostiene i compagni fermati la scorsa settimana dai carabinieri.
«Crediamo che ben altri dovrebbero essere gli incriminati, a cominciare dai sindaci dei comuni vesuviani che ancora tengono in vita l’ecomostro alle falde del Vesuvio, fregandosene del diritto alla salute delle popolazioni. Secondo il Piano regionale dei rifiuti la discarica andrebbe chiusa adesso», scrivono gli attivisti del Movimento.
(Fonte foto: Rete Internet
Autore: Francesco Gravetti

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