Rifiuti, ecco la lettera all'Ue
per evitare la maximulta
In trenta pagine il piano-differenziata del Comune e l'estensione a sei nuove discariche in provincia. Già da oggi i chiarimenti saranno al vaglio del commissario di Bruxelles
di ROBERTO FUCCILLO«STIAMO ancora aspettando». Come Mazzarri che mostra sempre l’orologio per avere il recupero dagli arbitri, ieri i portavoce della Commissione europea hanno aperto la giornata additando il calendario: la lettera di chiarimenti sui rifiuti non era ancora arrivata. È stato così fino al tardo pomeriggio. In realtà, la missiva è partita poco prima delle 20 dagli uffici del Dipartimento per le politiche comunitarie. Due i punti che hanno determinato l’attesa: l’approvazione del piano regionale, di cui si voleva dare notizia ufficiale, e la estensione a sei siti possibili fra cui scegliere per le discariche nuove in provincia.
Una trentina di pagine, più gli allegati: questa la «lettera». In realtà un collage di tre livelli diversi di documentazione: le promesse del Comune (sviluppo della differenziata e trasferimento dei rifiuti in Olanda), della Provincia (le discariche di cui sopra), della Regione (gli impianti). Il tutto condito anche dalla documentazione sui 200 milioni che intanto la Regione ha approvato per i vari Comuni, specie per la differenziata, come a voler dire alla Ue che non c’è motivo di tenere ancora slegati gli oltre 140 milioni che invece sono stati bloccati a Bruxelles. Ora la parola passa al commissario europeo Janes Potocnik, che da stamane comincerà a leggere la “lettera”. Un vaglio che gli servirà per arrivare poi al vero “redde
rationem”, l’incontro già fissato il 25 con il ministro Corrado Clini che ha chiesto la partecipazione anche delle istituzioni locali. Sperando che nel frattempo Potocnik non giudichi il documento talmente incompleto da far scattare immediatamente la sanzione di circa 516 mila euro al giorno.
Ufficialmente l’ultimatum scadeva ieri a mezzanotte, in teoria ogni momento è buono per deliberare la multa. Anche se la Regione conta di aver piazzato una mossa decisiva con l’approvazione del suo piano, che prevede anche l’impianto di Giugliano per le ecoballe e quello di Napoli Est, la cui procedura di aggiudicazione è tuttora in corso. Il presidente Stefano Caldoro non ha dubbi: «Dopo circa venti anni abbiamo approvato il piano sui rifiuti. Dopo quello sui rifiuti speciali, un altro fondamentale tassello. É quanto l'Unione europea ci chiedeva da tempo, una risposta concreta a Bruxelles e soprattutto ai cittadini campani».
La speranza è che il conflitto col Comune e il possibile cambio in corso con altri tipi di impianti a Napoli Est non siano letti dalla Ue come elemento di incertezza destinato a inficiare l’intera programmazione. Dal canto suo il sindaco de Magistris è a sua volta ottimista: «Ci sono i margini per trovare una posizione di condivisione e di compromesso anche su discariche e inceneritori».
PIANO RIFIUTI, OK IN CONSIGLIO REGIONALE: 4 INCENERITORI, DISCARICHE E DIFFERENZIATA
Categoria: Politica
Data: 17/01/2012
Approvato lo strumento che eviterà la sanzione dell’Unione Europea. La soddisfazione di Caldoro: «Ora si può uscire dalla crisi», le proteste dell’opposizione: «La Campania diventa enorme ciminiera»
Con un sì al fotofinish (nel senso che è arrivato l’ultimo giorno utile), il consiglio regionale della Campania approva il Piano per la Gestione dei Rifiuti Urbani ed evita la maxi-sanzione di 516mila euro al giorno prevista dalla Comunità Europea proprio per invogliare la Regione a trovare una via d'uscita all'eterna emergenza dell'immondizia.
E la via d'uscita sta tutta negli impianti, anzi negli inceneritori: ne sono previsti quattro, per una portata complessiva che si aggirerà intorno al milione e 400mila tonnellate annue: Acerra (che, come si sa è già in funzione), Salerno (c'è il bando) Giugliano e Napoli est (avversatissimo dall'amministrazione comunale di De Magistris). Previsto anche un gassificatore nella Provincia di Caserta. Nel piano, spazio anche alla raccolta differenziata, che dovrebbe raggiungere il 50% entro l'anno: nel il commissario Vardè dovrà provvedere all'individuazione dei siti delle nuove discariche.
E la via d'uscita sta tutta negli impianti, anzi negli inceneritori: ne sono previsti quattro, per una portata complessiva che si aggirerà intorno al milione e 400mila tonnellate annue: Acerra (che, come si sa è già in funzione), Salerno (c'è il bando) Giugliano e Napoli est (avversatissimo dall'amministrazione comunale di De Magistris). Previsto anche un gassificatore nella Provincia di Caserta. Nel piano, spazio anche alla raccolta differenziata, che dovrebbe raggiungere il 50% entro l'anno: nel il commissario Vardè dovrà provvedere all'individuazione dei siti delle nuove discariche.
Soddisfatto il governatore Stefano Caldoro: «Dopo circa venti anni abbiamo approvato il piano sui rifiuti. È quanto l’Unione europea ci chiedeva da tempo». Contento anche l'assessore regionale all'Ambiente Giovani Romano: "Si tratta di uno strumento fondamentale per avviare a soluzione l'annosa questione dell'emergenza rifiuti scongiurando, siamo certi, il rischio più che concreto di pesantissime sanzioni al Paese". Meno raggianti quelli del centrosinistra: «Il piano approvato dalla Regione Campania - dichiara il presidente provinciale dei Verdi Carlo Ceparano - tra le altre assurdità prevede di realizzare per la provincia di Napoli ben 3 inceneritori ma nessun sito di compostaggio. In sostanza la giunta Caldoro ha deciso di trasformare il nostro territorio in una immensa ciminiera e di abbandonare la differenziata. Noi ecologisti gli possiamo rispondere in un solo modo: daremo battaglia per impedire questo scempio».
Delle discariche aperte, cava Sari è quella allo stremo: secondo stime ufficiose ci sarebbe spazio per altre 20mila tonnellate, poi sarà il momento di chiuderla. Questione di giorni, dunque, al massimo settimane. Il presidente della comunità del Parco Vesuvio, Giuseppe Capasso, mette le mani avanti: «Nessuno si sogni di pensare ad altre discariche all'interno dell'area protetta». I comitati chiedono chiarezza: «Il tempo è scaduto. Ma non è tutto. Non si può più continuare a sversare in cava Sari oltre ogni limite di legge, attentando alla sicurezza delle popolazioni, il limite è stato abbondantemente sopravanzato».
Autore: Francesco Gravetti
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