martedì 15 maggio 2012

Sabato notte ultimi sversamenti nella discarica del Vesuvio. Per 18 Comuni della zona rossa torna l'emergenza rifiuti


La discarica Sari chiuderà il 19 maggio. L’ora «ics» scatterà alla mezzanotte di sabato, quando la pattumiera nel cuore del Vesuvio avrà ingoiato l’ultimo sacchetto di immondizia delle 740mila tonnellate previste dal governo Berlusconi nei giorni della seconda emergenza in Campania.
La Sapna, azienda che gestisce l’invaso al confine tra Terzigno e Boscoreale, a quel punto metterà il catenaccio ai cancelli e la Regione Campania ordinerà ai 18 sindaci della zona rossa (gli unici autorizzati a sversare nel Parco) di non inviare più camion nella Sari dopo due anni di tensioni e proteste.
E’ la prima vittoria dei comitati e delle mamme vulcaniche, che adesso chiedono i fondi per la bonifica, ma è anche la notizia che riapre in maniera preoccupante l’emergenza.
Sostanzialmente, infatti, non esistono alternative per i rifiuti delle 18 città della zona rossa.
Una cosa è certa: la Sari non sarà ampliata, e non sarà riaperta, così come è stato previsto durante l’ultimo incontro tra 4 sindaci del comprensorio vesuviano e l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano. Negli accordi, rientra anche la messa in sicurezza della cava, la bonifica e la captazione del biogas. Resta in sospeso, almeno per ora, l’istituzione dell’atteso registro dei tumori.


15/05/2012PASQUALE MALVONE

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