Nella valutazione di incidenza veniva specificato alla futura gestione dei siti di adottare alcuni specifici accorgimenti per evitare l'arrivo dei gabbiani
di Simone Rocco stabiachannel.it
Riguarda l'arrivo di stormi di gabbiani che potrebbero distribuire agenti patogeni, l'ultimo campanello d'allarme che arriva dalla discarica di Terzigno. Dopo il cattivo odore dei giorni scorsi - dovuto a un conferimento straordinario proveniente da un vecchio sito nei pressi di Caivano, così come il capitano dell'Esercito Chieffo aveva spiegato al sindaco Gennaro Langella - i timori per la salute aumentano. Alle conseguenze dello stoccaggio di rifiuti nel Parco Vesuvio, oltre all'aria nauseabonda, si aggiunge la presenza di stormi di gabbiani provenienti dall'area costiera - oltre a gazze e cornacchie - che alimentandosi assiduamente nello sversatoio potrebbero diffondere nel territorio agenti patogeni. La valutazione di incidenza del commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania - redatta dal Centro di ricerca interuniversitario Biodiversità, fitosociologia ed ecologia del paesaggio, coordinato dal professore Carlo Blasi dell'università La Sapienza di Roma - non aveva testimoniato la frequentazione delle cave da parte dei gabbiani in modo sistematico e ad alta presenza. Tuttavia, nella relazione veniva specificato alla futura gestione dei siti di adottare alcuni specifici accorgimenti per evitare l'arrivo dei gabbiani che oggi, si possono vedere volare perfino sopra i centri storici delle cittad ine vesuviane. Ad affermarlo è proprio il professore Carlo Blasi ordinario di Conservazione della diversità vegetale ed ecologia del paesaggio all'università La Sapienza: "Conoscendo bene il rapporto discarica-gabbiani, non escludemmo la possibilità che gli sversatoi di Terzigno richiamassero animali opportunisti tra cui ovviamente i gabbiani - spiega Blasi - Tutto ciò qualora la gestione non avesse rispettato quanto indicato nel progetto, cioè limitare al massimo la superficie dei rifiuti esposti, compattarli e ricoprirli quotidianamente con strati di materiale inerte". Oltre a effettuare rilievi, i zoologi provenienti da sedi diverse - per cava Ssari c'erano gli esperti dell'Infs (oggi ISPRA), mentre per cava Vitiello hanno lavorato professionisti locali di estrazione universitaria - avevano elaborato un piano di controlli costanti. "Temendo questa evenienza, in entrambi gli studi di incidenza si chiedeva che venisse istituito un apposito servizio di monitoraggio in grado di rilevare velocemente ogni fenomeno di colonizzazione di animali opportunisti e intervenire con le necessarie azioni di dissuasione o eliminazione - aggiunge Blasi - Sulla base di prescrizioni, limitazioni e compensazioni di questo genere il ministero dell'Ambiente espresse un parere positivo alla successiva valutazione di incidenza".
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2 commenti:
SOLO I GABBIANI CI MANCAVANO
di male in peggio
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