Non si placa l'attivismo dei cittadini e dei politici del vesuviano per impedire l'apertura della nuova discarica nel cuore del Parco nazionale del Vesuvio. Si è svolta, infatti, una nuova manifestazione. I cortei sono partiti da ciascuno dei comuni interessati e confluiti poi nei pressi della discarica.
Alla luce delle preoccupanti dichiarazioni provenienti dai commissari europei, occorre resistere. Una settimana fa, l'olandese Judith Merkies, ha definito la situazione "preoccupante". Insieme agli altri colleghi ha compiuto un tour che l'ha portata nelle cave trasformate in discarica di Terzigno, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio.
La Merkies ha costatato di persona che in discarica non finiscono solo rifiuti selezionati, che i cittadini sono tenuti all'oscuro di ciò che avviene sul loro territorio, che le decisioni adottate dalle istituzioni sono state calate dall'alto e non condivise con la popolazione, che, in definitiva, i cittadini che ci avevano inviato le diciotto petizioni, avevano ragione. Non c'è un'organizzazione del ciclo dei rifiuti.
La resistenza dal basso è il motto dei manifestanti.
La nota dolente è che tra le città schierate in prima fila, manca Torre Annunziata. Alcuni torresi, infatti, hanno scelto liberamente di partecipare al corteo, denunciando però l'assenza delle istituzioni. La discarica non è un problema di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno, bensì di tutta l'area vesuviana. Non respiriamo a comparti stagni e il disastro ambientale sarà tale da coinvolgere anche i plessi assenti. C'è ancora tanto da fare e la consapevolezza totale che solo la partecipazione può salvarci da uno sfruttamento senza fine è ancora lontana.
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