lunedì 7 febbraio 2011

Percolato, Pierobon: “gli uomini di Bertolaso lavoravano così”

 Alberto Pierobon nel 2007 è stato per due mesi subcommissario a Napoli: «Questo disastro ambientale è la conseguenza della strategia del Commissariato di governo».

Nel commissariato per l’emergenza rifiuti a Napoli, Alberto Pierobon ci è durato appena 60 giorni. Il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, su pressione di esperti e magistrati, lo aveva imposto a Bertolaso come subcommissario con la delega alla raccolta differenziata. Scelta quasi obbligata. Nel campo, Alberto Pierobon rappresentava all’epoca una delle punte di eccellenza: da direttore generale del Consorzio Treviso tre aveva raggiunto punte di riciclo che arrivavano all’80 per cento.
Nominato sub commissario, ha avuto il torto di non trasformarsi in un soldatino di Bertolaso. Ha provato a lanciare la raccolta differenziata dal basso, coinvolgendo il prete anticamorra Luigi Merola e Alex Zanotelli, provando dunque la strada della sensibilizzazione diretta dei quartieri popolari. Gli uomini dell’ex capo della Protezione civile a Napoli lo hanno ripagato con la massima ostilità. «Ero costretto a usare il mio computer e il mio telefono, mi escludevano dalla riunioni più importanti. A loro apparivo come un marziano rompiballe», racconta Pierobon.
La storia del percolato in mare non lo stupisce più tanto. «C’erano dei segnali inequivocabili, l’emergenza percolato era sotto gli occhi di tutti. Basta pensare all’immagine di Raffaele Del Giudice che nel documentario Biutiful Cauntri lancia la pietra in un lago di percolato. Ma Bertolaso funzionava un po’ da salvacondotto. I dirigenti del Commissariato questo lo sapevano e per questo si sentivano superpotetti», racconta l’ex subcommissario. Sulla questione del rifiuto liquido, che all’epoca era ormai fuori controllo nelle discariche costruite dal Commissariato, aveva anche proposto una soluzione a Bertolaso: «Gli spiegai che esistevano degli impianti mobili di trattamento del percolato, utilizzati soprattutto dalle aziende francesi. Mi offrii anche per organizzare un incontro con il direttore di una di queste ditte. Ma la proposta cadde nel vuoto, non la prese nessuno in considerazione».
A suo avviso il percolato a mare è la diretta conseguenza della strategia complessiva. «Non si può pensare di risolvere il problema solo con i buchi e i termovalorizzatori. L’assillo era togliere i rifiuti dalle strade, non importava come».
SITI CORRELATI
http://www.9online.it/blog_emergenza_archivio/2009/08/18/zanotelli-gestione-rifiuti-in-campania-atto-criminale/
http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2011/02/01/percolato-in-mare-gli-indagati-avevamo-fretta-di-liberarcene/
http://www.9online.it/blog_emergenza_archivio/2009/04/01/viaggio-nella-biutiful-cauntri/
http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2011/01/31/villaricca-la-fonte-dove-zampilla-il-percolato/
http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2011/01/31/inchiesta-percolato-lectio-magistralis-di-disastro-ambientale/
http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2010/11/24/nuovo-decreto-rifiuti-legambiente-leredita-di-percolaso/
http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2010/02/11/emergenza-permesso-di-aggirare-le-leggi/
(Giorgio Mottola, Terra)

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