Foto dalla rete
giovedì 29 settembre 2011
Comune di Boscotrecase - Raccolta della carta
Vista l'ordinanza sindacale n° 43 del 13.9.2011
Dal 1° ottobre 2011, nel rispetto della convenzione firmata con il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo della carta (COMIECO), la carta va depositata esclusivamente in contenitori o sacchetti di carta e non nelle buste di palstica. Si confida nella fattiva collaborazione di tutta la cittadinanza.
Comune di Boscotrecase
TERZIGNO TRA DUBBI E ASSENZE: IL DESTINO DELLA DISCARICA È SEMPRE PIÙ INCERTO
A Torre del Greco salta il summit tra i sindaci della zona rossa, mentre a Boscoreale Langella non si presenta ed il consiglio viene rimandato. Intanto i cittadini si chiedono: “Quando chiude cava Sari?”
Quando chiude cava Sari? La falda acquifera intorno al territorio della discarica è inquinata? Quando parte il piano dei 19 Comuni della zona rossa per la gestione autonoma dei rifiuti? Gli interrogativi, dalle parti del Vesuvio, continuano ad accumularsi e, ormai, inquietano comitati, associazioni, cittadini e (alcuni) politici. Le iniziative si susseguono ma ognuna di esse sembra contribuire ad alimentare i dubbi, non certo a dissiparli. Il summit tra i sindaci dell’area vesuviana per la gestione autonoma dell’immondizia attraverso la realizzazione di una serie di impianti è saltato qualche giorno fa.
Avrebbe dovuto tenersi a Torre del Greco e riguardare tre Comuni, delegati dagli altri ad avviare le trattative: oltre a Torre del Greco anche Sant’Anastasia e Terzigno. C’erano i rappresentanti dei primi due, non c’era Domenico Auricchio di Terzigno: “Problemi personali improrogabili”, ha spiegato il sindaco. Tutto rimandato a lunedì alle 15. Passa qualche ora e a non “timbrare il cartellino” è un altro sindaco: Gennaro Langella di Boscoreale. Il primo cittadino, infatti, non ha partecipato al consiglio straordinario sulla discarica Cava Sari chiesto dalla minoranza.
In questo caso le critiche sono arrivate dall'opposizione poiché il resto della maggioranza non ha saputo dare risposte alla serie di quesiti posti sul destino dello sversatoio: “E' incredibile che da mesi non sia possibile avere certezza delle effettive volumetrie di cui dispone ancora la Cava Sari e ancora più strano è che i sindaci di Boscoreale e Terzigno non riescano a sapere la verità e riferirla ai cittadini”, dice il consigliere del Pd Francesco Paolo Oreste. Insomma, i problemi restano tantissimi e le vicende di questi giorni appaiono tutt’altro che rassicuranti. Il rischio è che l’emergenza nell’area vesuviana, finora scongiurata grazie ad una buona raccolta differenziata ma soprattutto grazie alla presenza ingombrante della discarica di Terzigno, torni in maniera prepotente.
da il Mediano Autore: Francesco Gravetti
Quando chiude cava Sari? La falda acquifera intorno al territorio della discarica è inquinata? Quando parte il piano dei 19 Comuni della zona rossa per la gestione autonoma dei rifiuti? Gli interrogativi, dalle parti del Vesuvio, continuano ad accumularsi e, ormai, inquietano comitati, associazioni, cittadini e (alcuni) politici. Le iniziative si susseguono ma ognuna di esse sembra contribuire ad alimentare i dubbi, non certo a dissiparli. Il summit tra i sindaci dell’area vesuviana per la gestione autonoma dell’immondizia attraverso la realizzazione di una serie di impianti è saltato qualche giorno fa.
Avrebbe dovuto tenersi a Torre del Greco e riguardare tre Comuni, delegati dagli altri ad avviare le trattative: oltre a Torre del Greco anche Sant’Anastasia e Terzigno. C’erano i rappresentanti dei primi due, non c’era Domenico Auricchio di Terzigno: “Problemi personali improrogabili”, ha spiegato il sindaco. Tutto rimandato a lunedì alle 15. Passa qualche ora e a non “timbrare il cartellino” è un altro sindaco: Gennaro Langella di Boscoreale. Il primo cittadino, infatti, non ha partecipato al consiglio straordinario sulla discarica Cava Sari chiesto dalla minoranza.
In questo caso le critiche sono arrivate dall'opposizione poiché il resto della maggioranza non ha saputo dare risposte alla serie di quesiti posti sul destino dello sversatoio: “E' incredibile che da mesi non sia possibile avere certezza delle effettive volumetrie di cui dispone ancora la Cava Sari e ancora più strano è che i sindaci di Boscoreale e Terzigno non riescano a sapere la verità e riferirla ai cittadini”, dice il consigliere del Pd Francesco Paolo Oreste. Insomma, i problemi restano tantissimi e le vicende di questi giorni appaiono tutt’altro che rassicuranti. Il rischio è che l’emergenza nell’area vesuviana, finora scongiurata grazie ad una buona raccolta differenziata ma soprattutto grazie alla presenza ingombrante della discarica di Terzigno, torni in maniera prepotente.
da il Mediano Autore: Francesco Gravetti
lunedì 26 settembre 2011
Circumvesuviana ... tanto c'è chi paga
IL CASO
Circum, ecco la lista dei 125 consulenti che costano all'azienda in crisi 2 milioni.L'elenco pubblicato dopo l'apertura di un'indagine della Regione: la schiera è passata, in piena campagna elettorale, da 4 a 125 nomi, quasi tutti vicini a Fulvio Martusciello
di CRISTINA ZAGARIA
Un treno della Circumvesuviana
È PUBBLICA la lista di avvocati che lavorano come consulenti per la Circumvesuviana. Una lista che costa alle sconquassate casse dell’azienda circa 2 milioni di euro l’anno. Una lista che la scorsa primavera, in piena campagna elettorale, si è allungata da 4 a 125 nomi. E tra questi nomi, (da ieri sul sito della azienda di trasporti regionale) c’è una fitta schiera di uomini del Pdl, anzi per la precisione uomini legati alla compagine di Fulvio Martusciello e — a cascata — a Salvatore La Porta, candidato al Comune.
Chi sono? Manuela Esposito (ex consigliera del Pdl al Vomero e compagna di scuola di Martusciello nonché sua consulente alla Regione), Giuseppe Fierro, ex consigliere Forza Italia a Bagnoli; Gian Luca Lemmo, candidato con Forza Italia al Comune nel 2001 e assessore a Bacoli in quota Martusciello; Alessandro Librino e Mario Mele, consiglieri neoeletti a Chiaia e abbinati a La Porta; Gaetano Micera eletto a San Giovanni/Barra nel 2001 nella lista che appoggiava come candidato sindaco il fratello di Fulvio, Antonio Martusciello; Francesco Migliarotti amico personale di La Porta; Debora Savastano parente di Iris, consigliera eletta al Vomero in quota La Porta — Martusciello.
E questi sono solo alcuni dei nomi della lista, che arriva dopo la richiesta dell’assessore regionale Vetrella all’ad della “Circum”, Gennaro Carbone (a sua volta ex consigliare comunale dell’area martuscelliana), di fornire una relazione e di spiegare i motivi per cui l’azienda, visti i tagli, non ha usufruito del patrocinio dell’Avvocatura regionale.
CIRCUMVESUVIANA, LA RIDUZIONE DELLE CORSE PENALIZZA GLI ESERCENTI
“E' necessaria sinergia tra i vari enti al di là delle rispettive competenze, per garantire un sistema di trasporto efficiente che non paralizzi ulteriormente la città ”Così il Presidente della Fiarc Confaesercenti.
Chiusura delle biglietterie di alcuni impianti delle linee Napoli - Sorrento, Napoli - Sarno, Napoli-Baiano, impossibilità di usufruire in tali stazioni degli impianti di risalita, oltre al drastico taglio di alcune corse della Circumvesuviana, stanno arrecando notevoli disagi a migliaia di cittadini che utilizzano il sevizio pubblico e di conseguenza penalizzando ulteriormente i piccoli esercenti. Tagliare le corse nelle prime ore del mattino rende difficile raggiungere i posti di lavoro a tantissimi imprenditori, lavoratori, studenti, ma significa anche ridurre ulteriormente le vendite dei bar, delle edicole, e di tanti altri negozi all’interno della vesuviana che hanno investito in proiezione di un progetto di modernizzazione del trasporto pubblico.
Siamo consapevoli che i tagli alla Circumvesuviana da parte della Regione sono dovuti soprattutto ai fortissimi tagli governativi, ma siamo anche convinti che tra i mali bisogna scegliere il minore. In questo caso, invece, i tagli alla Circumvesuviana, si riflettono sulla quotidianità della gente, sulla produttività ed economia della città, pertanto, auspichiamo in una sinergia tra Regione, Provincia, Comune, e amministrazioni locali coinvolte affinché al di là delle rispettive competenze, si garantisca ai cittadini un sistema di trasporto efficiente e moderno, degno di una città che ultimamente più che mai sente l’esigenza di cambiare e migliorare.
La Gelmini e i NEUTRINI
I neutrini del Cern più veloci della luce: l’elogio della Gelmini per il tunnel che non c’è
Secondo il ministro dell'Istruzione l’Italia avrebbe contribuito alla costruzione dell'infrastruttura che collega Ginevra ai laboratori del Gran Sasso. L'opera, però, non esiste
La notizia del superamento del limite della velocità della luce da parte di neutrini, un risultato fisico choc che sarebbe stato ottenuto nell’ambito di un esperimento del Cern, potrebbe essere oscurata dalla rivelazione che, secondo il ministro Mariastella Gelmini, l’Italia avrebbe contribuito “alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso”. Un tunnel unico di 732 chilometri che parte dal Gran Sasso e collega direttamente con la cittadina elvetica. Peccato che in realtà il tunnel non esiste.
L’incredibile svista del ministro è tratta dall’entusiastico comunicato stampa diramato ieri dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in cui Mariastella Gelmini intende esprimere le sue congratulazioni all’intero mondo della ricerca italiana, non avendo però esattamente chiaro cosa abbiano fatto gli scienziati italiani. “Credo che quello della Gelmini sia uno svarione notevole – ha commentato Giuseppe Longo, professore ordinario di astrofisica dell’università Federico II di Napoli – non c’è alcun tunnel costruito fra il Cern e i laboratori del Gran Sasso. I neutrini dell’esperimento sono stati accelerati nell’acceleratore Lhc costruito sotto Ginevra, e poi sono stati orientati e sparati verso il Gran Sasso. Queste particelle praticamente non interagiscono con la materia e quindi, sostanzialmente, trapassano la roccia. Non c’è nessun tunnel. Tra l’altro, se si fosse scavato per 730 chilometri, data la curvatura terrestre questa fantomatica infrastruttura avrebbe attraversato il mantello, e quindi si sarebbe fuso tutto».
I fasci di neutrini lanciati dal Cern di Ginevra verso i laboratori dell’Infn (Istituto Nazionale Fisica Nucleare) del Gran Sasso hanno prodotto una grande quantità di dati, registrati nell’ambito dell’esperimento ‘Opera‘, che ora sono in fase di verifica da parte degli scienziati di tutto il mondo. “Questi dati sono a disposizione degli studiosi. La comunità scientifica li sta vagliando con cautela proprio in queste ore. Il Ministro, però, deve avere tra l’altro dei risultati tutti suoi, perché dà già per assodata la cosa” ha aggiunto Longo. Nel comunicato, infatti, il ministro emette già il giudizio: “Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo”. “Le informazioni che invece ha diffuso il Cern sono serie e professionali e hanno espresso tutte le cautele possibili e immaginabili sulla verifica di questo risultato” ha continuato Longo.
Nel comunicato stampa, inoltre, si fa riferimento agli investimenti italiani in questo progetto, a testimonianza del presunto grande impegno del Governo a favore della ricerca scientifica in Italia. Quello che però non c’è scritto è che l’esperimento ‘Opera’ ha come portavoce Antonio Ereditato, 56 anni, napoletano di origine, che ha avuto una cattedra non dal suo paese, ma dalla Svizzera. Da cinque anni, Ereditato è infatti direttore del Laboratorio di alte energie all’Albert Einstein Center for Fundamental Physics dell’Università di Berna. Si tratta di uno scienziato che “lavorava al Dipartimento di Fisica dell’Università Federico II di Napoli, era un mio collega. E certamente ricade nella categoria dei cervelli in fuga, dato che alla fine ha trovato una cattedra in Svizzera. Una categoria che testimonia l’assoluta eccellenza della ricerca italiana, e che però è costretta a scontrarsi con un mondo dell’università gestito dal Governo in modo incompetente come, tra l’altro, dimostra il recente comunicato del ministro Gelmini» ha concluso Longo.
di Stefano Pisani
Secondo il ministro dell'Istruzione l’Italia avrebbe contribuito alla costruzione dell'infrastruttura che collega Ginevra ai laboratori del Gran Sasso. L'opera, però, non esiste
La notizia del superamento del limite della velocità della luce da parte di neutrini, un risultato fisico choc che sarebbe stato ottenuto nell’ambito di un esperimento del Cern, potrebbe essere oscurata dalla rivelazione che, secondo il ministro Mariastella Gelmini, l’Italia avrebbe contribuito “alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso”. Un tunnel unico di 732 chilometri che parte dal Gran Sasso e collega direttamente con la cittadina elvetica. Peccato che in realtà il tunnel non esiste.
L’incredibile svista del ministro è tratta dall’entusiastico comunicato stampa diramato ieri dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in cui Mariastella Gelmini intende esprimere le sue congratulazioni all’intero mondo della ricerca italiana, non avendo però esattamente chiaro cosa abbiano fatto gli scienziati italiani. “Credo che quello della Gelmini sia uno svarione notevole – ha commentato Giuseppe Longo, professore ordinario di astrofisica dell’università Federico II di Napoli – non c’è alcun tunnel costruito fra il Cern e i laboratori del Gran Sasso. I neutrini dell’esperimento sono stati accelerati nell’acceleratore Lhc costruito sotto Ginevra, e poi sono stati orientati e sparati verso il Gran Sasso. Queste particelle praticamente non interagiscono con la materia e quindi, sostanzialmente, trapassano la roccia. Non c’è nessun tunnel. Tra l’altro, se si fosse scavato per 730 chilometri, data la curvatura terrestre questa fantomatica infrastruttura avrebbe attraversato il mantello, e quindi si sarebbe fuso tutto».
I fasci di neutrini lanciati dal Cern di Ginevra verso i laboratori dell’Infn (Istituto Nazionale Fisica Nucleare) del Gran Sasso hanno prodotto una grande quantità di dati, registrati nell’ambito dell’esperimento ‘Opera‘, che ora sono in fase di verifica da parte degli scienziati di tutto il mondo. “Questi dati sono a disposizione degli studiosi. La comunità scientifica li sta vagliando con cautela proprio in queste ore. Il Ministro, però, deve avere tra l’altro dei risultati tutti suoi, perché dà già per assodata la cosa” ha aggiunto Longo. Nel comunicato, infatti, il ministro emette già il giudizio: “Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo”. “Le informazioni che invece ha diffuso il Cern sono serie e professionali e hanno espresso tutte le cautele possibili e immaginabili sulla verifica di questo risultato” ha continuato Longo.
Nel comunicato stampa, inoltre, si fa riferimento agli investimenti italiani in questo progetto, a testimonianza del presunto grande impegno del Governo a favore della ricerca scientifica in Italia. Quello che però non c’è scritto è che l’esperimento ‘Opera’ ha come portavoce Antonio Ereditato, 56 anni, napoletano di origine, che ha avuto una cattedra non dal suo paese, ma dalla Svizzera. Da cinque anni, Ereditato è infatti direttore del Laboratorio di alte energie all’Albert Einstein Center for Fundamental Physics dell’Università di Berna. Si tratta di uno scienziato che “lavorava al Dipartimento di Fisica dell’Università Federico II di Napoli, era un mio collega. E certamente ricade nella categoria dei cervelli in fuga, dato che alla fine ha trovato una cattedra in Svizzera. Una categoria che testimonia l’assoluta eccellenza della ricerca italiana, e che però è costretta a scontrarsi con un mondo dell’università gestito dal Governo in modo incompetente come, tra l’altro, dimostra il recente comunicato del ministro Gelmini» ha concluso Longo.
di Stefano Pisani
sabato 24 settembre 2011
A OTTAVIANO IL PARCO DEL VESUVIO E IL COMUNE SONO SEPARATI IN CASA
Il colloquio col Presidente del Parco aiuta a svelare molti dubbi. Di fondo, però, resta forte la sensazione che manca la collaborazione con il Comune. Di Carmine Cimmino
Le risposte che, nel colloquio di lunedì 19 settembre, il prof. Ugo Leone, Presidente dell’Ente Parco del Vesuvio, ha dato alle mie domande, sono di una chiarezza didattica. Incomincio dalla coda. Il Presidente ricorda i benefici che il Parco ha portato e porta da sé, per il fatto stesso che esiste: i fondi dei Pirap, la lotta contro l’abusivismo edilizio, le battaglie contro l’ampliamento della discarica di Terzigno e contro l’istallazione di altre discariche sul Somma- Vesuvio, la tutela delle radici culturali.
La questione dei sentieri. I sentieri della Foresta Tirone-Alto Vesuvio funzionano sotto il diretto controllo della Guardia Forestale. Tutti gli altri potranno diventare funzionali solo dopo che i Comuni interessati avranno dichiarato luoghi di interesse pubblico i siti su cui quei percorsi “insistono“, e che sono ancora proprietà privata. A quel punto, l’Ente bandirà, con fondi già stanziati, gare di appalto per i lavori di ripristino e di manutenzione dei sentieri, che vennero aperti e strutturati, secondo i principi dell’ingegneria naturalistica, da una cooperativa di ex LSU. Questa cooperativa venne messa in liquidazione nei primi mesi del 2008.
Ma per bandire le gare serve un Direttore Generale. Da un anno l’ Ente Parco non ha un Direttore Generale: si aspetta che il Ministero competente lo scelga e lo nomini. Senza Direttore Generale non si può bandire nemmeno la gara d’appalto per i lavori di deumidificazione degli ambienti del Palazzo Medici, che dovrebbero accogliere gli impiegati della sede di San Sebastiano. Giova ricordare che gli impiegati sono 14. In tutto. Alcuni lavorano a San Sebastiano, altri a Ottaviano. L’Ente non è in grado di aprire al pubblico, ogni giorno, i giardini del Palazzo Medici: non può garantire, per l’evidente carenza di personale, la sicurezza degli utenti e l’integrità delle strutture.
Per quel che concerne “l’ uso“ delle parti del Palazzo Medici, le relazioni tra il Comune di Ottaviano e l’Amministrazione dell’Ente Parco sono ancora regolate dai principi generali del capitolato con cui l’ Amministrazione Saviano concesse all’ Ente il Palazzo.
«A tutt’oggi, - dice il Presidente - non c’è un protocollo d’intesa, approvato dal Comune e dall’ Ente, che definisca procedure, responsabilità e oneri di spesa per chi, Associazione o gruppo di cittadini, voglia organizzare manifestazioni nelle strutture dell’ edificio. Ci sono delle bozze di concordato, proposte dall’ Ente: si aspetta la risposta dell’ Amministrazione Comunale». Sulla corsa automobilistica annullata il Presidente dichiara che molto prima di domenica 11 settembre qualcuno gli parlò della gara, ma in modo informale. Non è pervenuta all’ Ente Parco nessuna richiesta ufficiale. C’è stato chi, dopo aver visto che erano stati affissi manifesti con il logo dell’ Ente e che si erano messi in moto gli uffici dell’ Amministrazione Provinciale e della Prefettura per gli interventi di competenza, ha provveduto – era già giovedì 8 – ad “allertare“ il Parco del Vesuvio.
Che non aveva dato alcuna autorizzazione: del resto, non avrebbe potuto, poiché il percorso previsto attraversava zone esplicitamente tutelate dalla legge 394 del 1991 che si esprime chiaramente contro la possibilità che in un’area protetta si autorizzino corse di mezzi a motore. Il Presidente conferma la sua disponibilità a individuare percorsi alternativi.
Dunque, nella disputa sulla corsa, la palla passa al sindaco di Ottaviano, a cui chiederemo lumi. Quella corsa annullata pare un argomento già dimenticato e cancellato: pare, ma non è così. La memoria degli Ottavianesi è cenere che nasconde il fuoco, per proteggerlo e alimentarlo. Questo è un Parco nato non male, ma “strano“. Qualcuno riteneva che non avesse alcun senso istituire un Parco in un territorio da sempre densamente abitato e coltivato. Per giustificare il paradosso, si assegnò all’Ente anche il compito di tutelare i centri storici di Somma e di Ottaviano, di cui si riconosceva il valore storico e artistico. Nel territorio il perimetro della zona rossa è stato tracciato direttamente sulle carte, come fecero gli Inglesi colonialisti in Africa, in Palestina e in Mesopotamia: questi sono i confini, e se non vi vanno bene, chiagnitivelle vui.
A destra è Ottaviano, e perciò non si costruisce (oddio, non si dovrebbe costruire…), di fronte, a due metri, è Nola, o Saviano, o Somma, e si può costruire: con tanto di licenza debitamente timbrata, firmata e protocollata. Il Vesuvio, scrisse Mastriani, quando si incazza, è un pazzo ubriaco. Non sa nulla di leggi, di zone colorate, di Puc.
Oggi, l’ Ente Parco non ha soldi e non ha personale. Da un anno l’Ente non ha il Direttore Generale, ha un Direttore f.f., facente funzione. Quali funzioni? Non può nemmeno bandire una gara per appaltare i lavori di deumidificazione di 4 stanze.
E allora? Senza Direttore, il Parco è una macchina senza motore. C’è il rischio serio che l’Ente si riduca, al di là delle intenzioni dei singoli, in un centro di smistamento di stipendi, di qualche poltrona, di qualche incarico, di qualche patente di Apostolo dell’anticamorra e di Cavaliere Templare della Legge. Un Parco ridotto a far questo non è solo inutile: è doppiamente dannoso. La scienza politica, il diritto pubblico, la pratica amministrativa e il buon senso indicano la strada che porta a un’accettabile soluzione dei problemi. La strada è il principio di sussidiarietà. Le istituzioni meno deboli aiutano quelle più deboli nel conseguimento di un obiettivo comune, che è il bene dei cittadini.
Ma a Ottaviano diventa un’impresa da Titani anche aprire al pubblico i giardini di Palazzo Medici: nella città sede del Parco l’Ente Parco e l’Amministrazione Comunale convivono da separati in casa. Cosa impedisce di approvare un protocollo d’intesa e un regolamento che consentano al Comune di spalancare i cancelli del Palazzo, di curare la manutenzione dei luoghi e di snellire le procedure per l’organizzazione di “eventi“ (chiedo perdono per l’uso di questa insopportabile parola)? Dove sta l’ostacolo? Nel caso, nelle cose, nelle intenzioni di qualcuno? È il Comune che non risponde alle proposte del Parco, o è il contrario?
Sabato 17 l’Ente Parco ha ospitato nei giardini del Palazzo Nello Mascia, che ha recitato il monologo tratto dal libro di Tommaso Sodano e Nello Trocchia “La peste“: da applausi gli interventi, canori e musicali, di Ciccio Merolla. Gli Ottavianesi presenti erano sette, otto. Non di più. Penso che il tema dell’ “assenza“ sarà il centro dell’intervista al sindaco di Ottaviano. Il tema dell’ “assenza“ e del buio: il buio che circondava il Palazzo era un buio reale, che l’immaginazione trasformava in metafora. Questo buio fitto e vasto sta sempre lì. Venite a visitarlo. Non si paga biglietto, non si richiede prenotazione. Offre la ditta.
(Foto: Quadro di Carlo Bonavia, Il Vesuvio in eruzione e la Lanterna del Porto, 1755-57)
Autore: Carmine Cimmino
Le risposte che, nel colloquio di lunedì 19 settembre, il prof. Ugo Leone, Presidente dell’Ente Parco del Vesuvio, ha dato alle mie domande, sono di una chiarezza didattica. Incomincio dalla coda. Il Presidente ricorda i benefici che il Parco ha portato e porta da sé, per il fatto stesso che esiste: i fondi dei Pirap, la lotta contro l’abusivismo edilizio, le battaglie contro l’ampliamento della discarica di Terzigno e contro l’istallazione di altre discariche sul Somma- Vesuvio, la tutela delle radici culturali.
La questione dei sentieri. I sentieri della Foresta Tirone-Alto Vesuvio funzionano sotto il diretto controllo della Guardia Forestale. Tutti gli altri potranno diventare funzionali solo dopo che i Comuni interessati avranno dichiarato luoghi di interesse pubblico i siti su cui quei percorsi “insistono“, e che sono ancora proprietà privata. A quel punto, l’Ente bandirà, con fondi già stanziati, gare di appalto per i lavori di ripristino e di manutenzione dei sentieri, che vennero aperti e strutturati, secondo i principi dell’ingegneria naturalistica, da una cooperativa di ex LSU. Questa cooperativa venne messa in liquidazione nei primi mesi del 2008.
Ma per bandire le gare serve un Direttore Generale. Da un anno l’ Ente Parco non ha un Direttore Generale: si aspetta che il Ministero competente lo scelga e lo nomini. Senza Direttore Generale non si può bandire nemmeno la gara d’appalto per i lavori di deumidificazione degli ambienti del Palazzo Medici, che dovrebbero accogliere gli impiegati della sede di San Sebastiano. Giova ricordare che gli impiegati sono 14. In tutto. Alcuni lavorano a San Sebastiano, altri a Ottaviano. L’Ente non è in grado di aprire al pubblico, ogni giorno, i giardini del Palazzo Medici: non può garantire, per l’evidente carenza di personale, la sicurezza degli utenti e l’integrità delle strutture.
Per quel che concerne “l’ uso“ delle parti del Palazzo Medici, le relazioni tra il Comune di Ottaviano e l’Amministrazione dell’Ente Parco sono ancora regolate dai principi generali del capitolato con cui l’ Amministrazione Saviano concesse all’ Ente il Palazzo.
«A tutt’oggi, - dice il Presidente - non c’è un protocollo d’intesa, approvato dal Comune e dall’ Ente, che definisca procedure, responsabilità e oneri di spesa per chi, Associazione o gruppo di cittadini, voglia organizzare manifestazioni nelle strutture dell’ edificio. Ci sono delle bozze di concordato, proposte dall’ Ente: si aspetta la risposta dell’ Amministrazione Comunale». Sulla corsa automobilistica annullata il Presidente dichiara che molto prima di domenica 11 settembre qualcuno gli parlò della gara, ma in modo informale. Non è pervenuta all’ Ente Parco nessuna richiesta ufficiale. C’è stato chi, dopo aver visto che erano stati affissi manifesti con il logo dell’ Ente e che si erano messi in moto gli uffici dell’ Amministrazione Provinciale e della Prefettura per gli interventi di competenza, ha provveduto – era già giovedì 8 – ad “allertare“ il Parco del Vesuvio.
Che non aveva dato alcuna autorizzazione: del resto, non avrebbe potuto, poiché il percorso previsto attraversava zone esplicitamente tutelate dalla legge 394 del 1991 che si esprime chiaramente contro la possibilità che in un’area protetta si autorizzino corse di mezzi a motore. Il Presidente conferma la sua disponibilità a individuare percorsi alternativi.
Dunque, nella disputa sulla corsa, la palla passa al sindaco di Ottaviano, a cui chiederemo lumi. Quella corsa annullata pare un argomento già dimenticato e cancellato: pare, ma non è così. La memoria degli Ottavianesi è cenere che nasconde il fuoco, per proteggerlo e alimentarlo. Questo è un Parco nato non male, ma “strano“. Qualcuno riteneva che non avesse alcun senso istituire un Parco in un territorio da sempre densamente abitato e coltivato. Per giustificare il paradosso, si assegnò all’Ente anche il compito di tutelare i centri storici di Somma e di Ottaviano, di cui si riconosceva il valore storico e artistico. Nel territorio il perimetro della zona rossa è stato tracciato direttamente sulle carte, come fecero gli Inglesi colonialisti in Africa, in Palestina e in Mesopotamia: questi sono i confini, e se non vi vanno bene, chiagnitivelle vui.
A destra è Ottaviano, e perciò non si costruisce (oddio, non si dovrebbe costruire…), di fronte, a due metri, è Nola, o Saviano, o Somma, e si può costruire: con tanto di licenza debitamente timbrata, firmata e protocollata. Il Vesuvio, scrisse Mastriani, quando si incazza, è un pazzo ubriaco. Non sa nulla di leggi, di zone colorate, di Puc.
Oggi, l’ Ente Parco non ha soldi e non ha personale. Da un anno l’Ente non ha il Direttore Generale, ha un Direttore f.f., facente funzione. Quali funzioni? Non può nemmeno bandire una gara per appaltare i lavori di deumidificazione di 4 stanze.
E allora? Senza Direttore, il Parco è una macchina senza motore. C’è il rischio serio che l’Ente si riduca, al di là delle intenzioni dei singoli, in un centro di smistamento di stipendi, di qualche poltrona, di qualche incarico, di qualche patente di Apostolo dell’anticamorra e di Cavaliere Templare della Legge. Un Parco ridotto a far questo non è solo inutile: è doppiamente dannoso. La scienza politica, il diritto pubblico, la pratica amministrativa e il buon senso indicano la strada che porta a un’accettabile soluzione dei problemi. La strada è il principio di sussidiarietà. Le istituzioni meno deboli aiutano quelle più deboli nel conseguimento di un obiettivo comune, che è il bene dei cittadini.
Ma a Ottaviano diventa un’impresa da Titani anche aprire al pubblico i giardini di Palazzo Medici: nella città sede del Parco l’Ente Parco e l’Amministrazione Comunale convivono da separati in casa. Cosa impedisce di approvare un protocollo d’intesa e un regolamento che consentano al Comune di spalancare i cancelli del Palazzo, di curare la manutenzione dei luoghi e di snellire le procedure per l’organizzazione di “eventi“ (chiedo perdono per l’uso di questa insopportabile parola)? Dove sta l’ostacolo? Nel caso, nelle cose, nelle intenzioni di qualcuno? È il Comune che non risponde alle proposte del Parco, o è il contrario?
Sabato 17 l’Ente Parco ha ospitato nei giardini del Palazzo Nello Mascia, che ha recitato il monologo tratto dal libro di Tommaso Sodano e Nello Trocchia “La peste“: da applausi gli interventi, canori e musicali, di Ciccio Merolla. Gli Ottavianesi presenti erano sette, otto. Non di più. Penso che il tema dell’ “assenza“ sarà il centro dell’intervista al sindaco di Ottaviano. Il tema dell’ “assenza“ e del buio: il buio che circondava il Palazzo era un buio reale, che l’immaginazione trasformava in metafora. Questo buio fitto e vasto sta sempre lì. Venite a visitarlo. Non si paga biglietto, non si richiede prenotazione. Offre la ditta.
(Foto: Quadro di Carlo Bonavia, Il Vesuvio in eruzione e la Lanterna del Porto, 1755-57)
Autore: Carmine Cimmino
LA CASTA ..... SIAMO ANCORA DISPOSTI AD ACCETTARE?
DOVEROSO DARNE DIFFUSIONE!!
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Ecco com'è finita:
• Presenti 525
• Votanti 520
• Astenuti 5
• Maggioranza 261
• Hanno votato sì 22
• Hanno votato no 498).
i 22 sono: BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, DI GIUSEPPE, DI PIETRO, DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI, FAVIA, FORMISANO, ANIELLO, MESSINA, MONAI, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, PORCINO, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, ZAZZERA.
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato,che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Non ne hanno dato notizia né radio, né giornali, né Tv OVVIAMENTE. Facciamola girare noi !!!
Ma non finisce quì .......
Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati.
Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio.
A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks.
Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.
Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro.
Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private).
Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia.
Per visite varie, 698mila euro.
Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia,ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.
Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro.
Visite omeopatiche 3mila e 636 euro.
I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale,
e dunque hanno chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.
Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati.
"Abbiamo chiesto - dice la Bernardini - quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare".
Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili?
Cosa c'è da nascondere?
Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste".
Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo - spiega la deputata Rita Bernardini - che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini iitaliani.
Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un'assicurazione privata. Non si capisce
perché questa mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi - aggiunge - basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla
collettività dieci milioni di euro all'anno".Mentre a noi tagliano sull'assistenza sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano anche massaggi e chirurgie plastiche private - è il commento del presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini - e sempre nel massimo silenzio di tutti.
E ANCORA .......
Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA'e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.
FACCIAMO UN PO' DI CONTI....
STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE
+
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).
Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i
cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubbico impiego)
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Ecco com'è finita:
• Presenti 525
• Votanti 520
• Astenuti 5
• Maggioranza 261
• Hanno votato sì 22
• Hanno votato no 498).
i 22 sono: BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, DI GIUSEPPE, DI PIETRO, DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI, FAVIA, FORMISANO, ANIELLO, MESSINA, MONAI, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, PORCINO, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, ZAZZERA.
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato,che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Non ne hanno dato notizia né radio, né giornali, né Tv OVVIAMENTE. Facciamola girare noi !!!
Ma non finisce quì .......
Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati.
Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio.
A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks.
Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.
Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro.
Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private).
Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia.
Per visite varie, 698mila euro.
Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia,ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.
Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro.
Visite omeopatiche 3mila e 636 euro.
I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale,
e dunque hanno chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.
Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati.
"Abbiamo chiesto - dice la Bernardini - quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare".
Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili?
Cosa c'è da nascondere?
Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste".
Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo - spiega la deputata Rita Bernardini - che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini iitaliani.
Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un'assicurazione privata. Non si capisce
perché questa mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi - aggiunge - basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla
collettività dieci milioni di euro all'anno".Mentre a noi tagliano sull'assistenza sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano anche massaggi e chirurgie plastiche private - è il commento del presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini - e sempre nel massimo silenzio di tutti.
E ANCORA .......
Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA'e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.
FACCIAMO UN PO' DI CONTI....
STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE
+
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).
Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i
cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubbico impiego)
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO
venerdì 23 settembre 2011
Io autore di Biutiful Cauntri
Lettera pubblicata da La Repubblica del 23/09/2011
IL PROSCIOGLIMENTO dei 97 imputati di Cassiopea, la prima maxi inchieata sui traffici illeciti di rifiuti nord-sud è uno schiaffo alla legalità. Che amarezza per noi che le immagini dell’inchiesta, le voci di quei criminali li abbiamo utilizzate nel documentario Biutiful Cauntri. Nessuna finzione cinematografica. Nuda e cruda verità. Ascoltare con Andrea ed Esmeralda centinaia di ore di intercettazioni, il cinismo, il disprezzo verso il territorio campano ci aveva dato la forza per andare avanti nella realizzazione del documentario. Nessuna prescrizione potrà mai cancellare quelle immagini.
Peppe Ruggiero Coautore di Biutiful Cauntri
IL PROSCIOGLIMENTO dei 97 imputati di Cassiopea, la prima maxi inchieata sui traffici illeciti di rifiuti nord-sud è uno schiaffo alla legalità. Che amarezza per noi che le immagini dell’inchiesta, le voci di quei criminali li abbiamo utilizzate nel documentario Biutiful Cauntri. Nessuna finzione cinematografica. Nuda e cruda verità. Ascoltare con Andrea ed Esmeralda centinaia di ore di intercettazioni, il cinismo, il disprezzo verso il territorio campano ci aveva dato la forza per andare avanti nella realizzazione del documentario. Nessuna prescrizione potrà mai cancellare quelle immagini.
Peppe Ruggiero Coautore di Biutiful Cauntri
giovedì 22 settembre 2011
La lista completa dei nomi, colpevoli del genocidio Campano, nomi molto "lombardi"
pubblicata da Wrong (trasmissione Web Radio) il giorno mercoledì 21 settembre 2011 alle ore 18.56
Novantasette imputati prescritti. E' questo il bilancio finale dell'inchiesta "Cassiopea", che nel 2003 portò alla luce i traffici di rifiuti pericolosi che dalle industrie di tutta Italia finivano nelle campagne del Casertano, dove i fusti tossici venivano poi sotterrati. Con il "non luogo a procedre" si è consumato l'ultimo scandalo della giustizia italiana, così nessuno saprà la verità su quanto avvenuto tra il 1999 e il 2000. Ancora una volta, è triste dirlo, è stata la burocrazia a venire in soccorso ai criminali. (leggi l'articolo)
Queste sono alcune delle facce di bronzo presenti nell'inchiesta Cassiopea. Erano in tutto 97 indagati:
Carlo Valle, già in carcere, geometra e uomo di punta di Servizi Costieri. Uno degli esponenti più importanti del traffico da Nord a Sud, già coinvolto in altre inchieste su traffici illeciti nel Veneto
Luigi Cardiello (imprenditore salernitano trapiantato in Versilia) detto "Re Mida" già arrestato per truffa nell'85 e indagato per riciclaggio e ricettazione. Arrestato nel 2003 nell'inchiesta, appunto, "Re Mida", al vertice di un'organizzazione criminale dedita (tanto per cambiare) al traffico di rifiuti tossici in Campania. Citato dal pentito Gaetano Vassallo in un interrogatorio.
il lombardo Massimiliano Toninelli
il viareggino Stefano Rosi, presidente di Agrideco coinvolto nell'inchiesta Golden Rubbish con gravissimi capi d'accusa (addirittura omicidio) oltre al più classico traffico illecito. Nella medesima inchiesta sono coinvolti i vertici Marcegaglia
Giambattista Toninelli di Brescia, mediatore, condannato nel 2008 a 3 anni di reclusione per traffico illecito di rifiuti insieme ad altre 18 persone
Giuseppe Vidori di Treviso, amministratore unico della Vidor Servizi Ambientali, indagato per traffico illecito di rifiuti nella discarica di Formica in Puglia
Salvatore Mirante di Roma, tratto in arresto nel 2006 per traffico illecito di rifiuti nella prosecuzione dell'inchiesta "Re Mida".
Gianni Giommi di Milano
Paolo Viliani di Firenze,
Patrizio Tofani di Livorno,
Angelo Bologna di Viterbo, contitolare della Econet, latitante per breve tempo e arrestato nel 2007 nell'inchiesta "Longa Manus" su un giro di corruzione tra amministratori locali e traffico illecito di rifiuti. La sua società smaltiva rifiuti tossici al Sud.
Tommaso Facciolongo di Bari.
I capi dell'associazione, secondo i pm, sono Cardiello, Toninelli e Rosi con la partecipazione straordinaria di Valle, amico di politici come l'ex pidiellino Giorgio Conte, oggi in forza Fli.
Altra inchiesta rifiuti in Veneto, condanne arrivate a luglio 2011
Carlo Valle (3 anni e 4 mesi)
Gianni Giommi, legale rappresentante della Nuova Esa (6 anni)
Giuliano Gottard (2 anni e 3 mesi)
Gianni Gardenal (1 anno e 11 mesi)
e altri...
Questi ultimi quattro sono stati condannati per aver sversato rifiuti nocivi in discariche di mezza Italia, soprattutto in Veneto e in Campania e in particolare nelle cave di Bacoli, di Acerra e di Giugliano.
(indagati di altre inchieste riconducibili al filone giudiziario delle operazioni Cassiopea e Re Mida)
Jackye Bertini e Alessandro Sassetti (amministratore delegato e presidente di Resapel di Castelfranco di Sotto), Sergio Cerrini (legale rappresentante del Consorzio Impianti smaltimento di Santa Croce), Marco Bertelli (Ecoespanso), Giovanni Catastini (Consorzio Conciatori di Fucecchio), Marco Morganti (Prato), Giuseppe Pieri (Siena), Carlo Gazzarrini (Consorzio Aquarno spa), Attilio Gronchi (Santa Croce), Giorgio Marsili (Lucca, già indagato nell'operazione Re Mida), Giovanni Caudai (Capannori), Pier Luigi Piccini (Fucecchio), Aldo Masini (San Miniato), Paolo Del Bino (Castelfranco), Aladino Demi (Peccioli), Massimo Bonistalli (Fucecchio).
Ciò che è evidente è che molti di questi nomi compaiono in altre inchieste su differenti traffici illeciti di rifiuti: sono una lobby, sono quasi sempre gli stessi, soltanto che i giornalisti non pubblicando in modo lineare e chiaro le varie inchieste e omettendo spesso i nomi degli accusati, finiscono per confondere le acque.
Tutti nomi poco ma molto poco terùn e molto più lumbàrd...
di Ettore Scamarcia
Novantasette imputati prescritti. E' questo il bilancio finale dell'inchiesta "Cassiopea", che nel 2003 portò alla luce i traffici di rifiuti pericolosi che dalle industrie di tutta Italia finivano nelle campagne del Casertano, dove i fusti tossici venivano poi sotterrati. Con il "non luogo a procedre" si è consumato l'ultimo scandalo della giustizia italiana, così nessuno saprà la verità su quanto avvenuto tra il 1999 e il 2000. Ancora una volta, è triste dirlo, è stata la burocrazia a venire in soccorso ai criminali. (leggi l'articolo)
Queste sono alcune delle facce di bronzo presenti nell'inchiesta Cassiopea. Erano in tutto 97 indagati:
Carlo Valle, già in carcere, geometra e uomo di punta di Servizi Costieri. Uno degli esponenti più importanti del traffico da Nord a Sud, già coinvolto in altre inchieste su traffici illeciti nel Veneto
Luigi Cardiello (imprenditore salernitano trapiantato in Versilia) detto "Re Mida" già arrestato per truffa nell'85 e indagato per riciclaggio e ricettazione. Arrestato nel 2003 nell'inchiesta, appunto, "Re Mida", al vertice di un'organizzazione criminale dedita (tanto per cambiare) al traffico di rifiuti tossici in Campania. Citato dal pentito Gaetano Vassallo in un interrogatorio.
il lombardo Massimiliano Toninelli
il viareggino Stefano Rosi, presidente di Agrideco coinvolto nell'inchiesta Golden Rubbish con gravissimi capi d'accusa (addirittura omicidio) oltre al più classico traffico illecito. Nella medesima inchiesta sono coinvolti i vertici Marcegaglia
Giambattista Toninelli di Brescia, mediatore, condannato nel 2008 a 3 anni di reclusione per traffico illecito di rifiuti insieme ad altre 18 persone
Giuseppe Vidori di Treviso, amministratore unico della Vidor Servizi Ambientali, indagato per traffico illecito di rifiuti nella discarica di Formica in Puglia
Salvatore Mirante di Roma, tratto in arresto nel 2006 per traffico illecito di rifiuti nella prosecuzione dell'inchiesta "Re Mida".
Gianni Giommi di Milano
Paolo Viliani di Firenze,
Patrizio Tofani di Livorno,
Angelo Bologna di Viterbo, contitolare della Econet, latitante per breve tempo e arrestato nel 2007 nell'inchiesta "Longa Manus" su un giro di corruzione tra amministratori locali e traffico illecito di rifiuti. La sua società smaltiva rifiuti tossici al Sud.
Tommaso Facciolongo di Bari.
I capi dell'associazione, secondo i pm, sono Cardiello, Toninelli e Rosi con la partecipazione straordinaria di Valle, amico di politici come l'ex pidiellino Giorgio Conte, oggi in forza Fli.
Altra inchiesta rifiuti in Veneto, condanne arrivate a luglio 2011
Carlo Valle (3 anni e 4 mesi)
Gianni Giommi, legale rappresentante della Nuova Esa (6 anni)
Giuliano Gottard (2 anni e 3 mesi)
Gianni Gardenal (1 anno e 11 mesi)
e altri...
Questi ultimi quattro sono stati condannati per aver sversato rifiuti nocivi in discariche di mezza Italia, soprattutto in Veneto e in Campania e in particolare nelle cave di Bacoli, di Acerra e di Giugliano.
(indagati di altre inchieste riconducibili al filone giudiziario delle operazioni Cassiopea e Re Mida)
Jackye Bertini e Alessandro Sassetti (amministratore delegato e presidente di Resapel di Castelfranco di Sotto), Sergio Cerrini (legale rappresentante del Consorzio Impianti smaltimento di Santa Croce), Marco Bertelli (Ecoespanso), Giovanni Catastini (Consorzio Conciatori di Fucecchio), Marco Morganti (Prato), Giuseppe Pieri (Siena), Carlo Gazzarrini (Consorzio Aquarno spa), Attilio Gronchi (Santa Croce), Giorgio Marsili (Lucca, già indagato nell'operazione Re Mida), Giovanni Caudai (Capannori), Pier Luigi Piccini (Fucecchio), Aldo Masini (San Miniato), Paolo Del Bino (Castelfranco), Aladino Demi (Peccioli), Massimo Bonistalli (Fucecchio).
Ciò che è evidente è che molti di questi nomi compaiono in altre inchieste su differenti traffici illeciti di rifiuti: sono una lobby, sono quasi sempre gli stessi, soltanto che i giornalisti non pubblicando in modo lineare e chiaro le varie inchieste e omettendo spesso i nomi degli accusati, finiscono per confondere le acque.
Tutti nomi poco ma molto poco terùn e molto più lumbàrd...
di Ettore Scamarcia
domenica 18 settembre 2011
“PULIAMO IL MONDO”, TAPPA NEL PARCO VESUVIO: 150 BAMBINI NELL’EX DISCARICA ABUSIVA
Legambiente denuncia: “La rimozione dell’amianto non è ancora avvenuta, il Comune di Boscotrecase si sbrighi”. Con gli alunni di Trecase presenti anche le Mamme vulcaniche e la Rete dei comitati.
C’erano gli attivisti di Legambiente, centinaia di bambini, le mamme vulcaniche: tutti insieme per animare “Puliamo il Mondo”, l’iniziativa che l’associazione ambientalista organizza ogni anno per sensibilizzare al rispetto della natura. Ma c’era pure l’amianto: messo in sicurezza dal Comune ma pur sempre presente nel cuore di un’area protetta, il Parco Nazionale del Vesuvio. In questo clima si è svolto l’evento: i partecipanti si sono dati appuntamento lungo la strada che conduce alla località Fruscio-Ciaramella, dove a giugno venne individuato uno sversatoio illegale di sacchi di spazzatura, plastica, vetro, ma anche rifiuti speciali e tossici come una gran quantità di lastre di amianto.
Assieme a quelli di Legambiente c’erano gli attivisti della Rete dei comitati per la difesa dell'area protetta del Parco, le “mamme vulcaniche” e oltre centocinquanta bambini delle terze classi delle scuola media “Sancia D'Angiò” di Trecase. “Consideriamo essenziale che i bambini imparino il rispetto per l'ambiente”, ha detto Rosaria Rappucci, insegnante di educazione ambientale dell'istituto scolastico trecasere. Le Mamme vulcaniche, invece, hanno spiegato: “Siamo accanto a chiunque intenda salvaguardare e valorizzare il nostro territorio, ma facciamo notare che a compiere queste azioni positive non sono mai le istituzioni, le stesse che hanno permesso di aprire una discarica, contro la quale continuiamo a batterci ogni giorno”.
Ma nel tratto ripulito ieri l’amianto c’è ancora: l’amministrazione comunale di Boscotrecase ha provveduto a farlo mettere in sicurezza, ma comunque non è stato rimosso. Pasquale Raia, responsabile delle aree protette per Legambiente è perentorio: “Il Comune si sbrighi, è stata la stessa Procura a sollecitare un intervento”.
C’erano gli attivisti di Legambiente, centinaia di bambini, le mamme vulcaniche: tutti insieme per animare “Puliamo il Mondo”, l’iniziativa che l’associazione ambientalista organizza ogni anno per sensibilizzare al rispetto della natura. Ma c’era pure l’amianto: messo in sicurezza dal Comune ma pur sempre presente nel cuore di un’area protetta, il Parco Nazionale del Vesuvio. In questo clima si è svolto l’evento: i partecipanti si sono dati appuntamento lungo la strada che conduce alla località Fruscio-Ciaramella, dove a giugno venne individuato uno sversatoio illegale di sacchi di spazzatura, plastica, vetro, ma anche rifiuti speciali e tossici come una gran quantità di lastre di amianto.
Assieme a quelli di Legambiente c’erano gli attivisti della Rete dei comitati per la difesa dell'area protetta del Parco, le “mamme vulcaniche” e oltre centocinquanta bambini delle terze classi delle scuola media “Sancia D'Angiò” di Trecase. “Consideriamo essenziale che i bambini imparino il rispetto per l'ambiente”, ha detto Rosaria Rappucci, insegnante di educazione ambientale dell'istituto scolastico trecasere. Le Mamme vulcaniche, invece, hanno spiegato: “Siamo accanto a chiunque intenda salvaguardare e valorizzare il nostro territorio, ma facciamo notare che a compiere queste azioni positive non sono mai le istituzioni, le stesse che hanno permesso di aprire una discarica, contro la quale continuiamo a batterci ogni giorno”.
Ma nel tratto ripulito ieri l’amianto c’è ancora: l’amministrazione comunale di Boscotrecase ha provveduto a farlo mettere in sicurezza, ma comunque non è stato rimosso. Pasquale Raia, responsabile delle aree protette per Legambiente è perentorio: “Il Comune si sbrighi, è stata la stessa Procura a sollecitare un intervento”.
Il Mediano Autore: Francesco Gravetti
Giornata dedicata all´ambiente e al volontariato: "Puliamo il mondo"
Boscotrecase. Con la giornata dedicata all´ecologia e al volontariato nel rispetto del proprio ambiente, Boscotrecase si è vista invadere da decine di persone in giallo che hanno aderito all´iniziativa nazionale lanciata da Lega Ambiente: "Puliamo il mondo".
All´iniziativa hanno risposto i Comitati in lotta per il territorio, Le Mamme Vulcaniche che hanno aderito, come al solito compatte, l´Istituto Comprensivo "D´Angiò" di Trecase, il Comitato Cittadini per il Parco e l´associazione "Slow Food", tutti sotto il cordinamente della sezione della Lega Ambiente di Ottaviano "M. Beneventano".
I volontari, datisi appuntamento presso l´arcinota rotonda Panoramica di Boscoreale, hanno preso d´assalto la località di Boscotrecase denominata "Fruscio", nel cuore del parco Nazionale del Vesuvio", zona da tempo preda dell´insensibilità umana, di coloro che, senza scrupolo alcuno e rispetto per il creato, vi hanno abbandonato di tutto.
I volontari accorsi, seguiti anche dagli amministratori della municipalità di Boscotrecase, si sono trovati dinanzi ad uno spettacolo raccapricciante fatto di ogni tipo di rifiuto, dall´ingombrante, fino al pericoloso amianto che già tempo fà era stato messo in sicurezza da squadre specializzate in attesa della rimozione definitiva. Il Sindaco di Boscotrecase, Agnese Borrelli, ha dichiarato che per l´iniziativa e la bonifica delle aree soggette a questo incivile fenomeno è stato stanziato un fondo di circa 25 mila euro onde poter fronteggiare le situazioni più pericolose e urgenti.
E intanto crescono le preoccupazioni sulla sversatoio di Cava Sari, poco distante dal luogo dell´intervento di questa mattina, come dichiarato da alcuni membri del movimento "Mamme Vulcaniche" dopo l´ispezione fatta ieri con il Sindaco Langella, il cui stato risulterebbe congestionato e nuovamente malgestito, come dimostra anche il continuo fetore che diventa insopportabile durante le ore notturne e nelle prime ore del mattino.
TorreSette V.M.
Giornata dedicata all´ambiente e al volontariato: "Puliamo il mondo"
Boscotrecase. Con la giornata dedicata all´ecologia e al volontariato nel rispetto del proprio ambiente, Boscotrecase si è vista invadere da decine di persone in giallo che hanno aderito all´iniziativa nazionale lanciata da Lega Ambiente: "Puliamo il mondo".
All´iniziativa hanno risposto i Comitati in lotta per il territorio, Le Mamme Vulcaniche che hanno aderito, come al solito compatte, l´Istituto Comprensivo "D´Angiò" di Trecase, il Comitato Cittadini per il Parco e l´associazione "Slow Food", tutti sotto il cordinamente della sezione della Lega Ambiente di Ottaviano "M. Beneventano".
I volontari, datisi appuntamento presso l´arcinota rotonda Panoramica di Boscoreale, hanno preso d´assalto la località di Boscotrecase denominata "Fruscio", nel cuore del parco Nazionale del Vesuvio", zona da tempo preda dell´insensibilità umana, di coloro che, senza scrupolo alcuno e rispetto per il creato, vi hanno abbandonato di tutto.
I volontari accorsi, seguiti anche dagli amministratori della municipalità di Boscotrecase, si sono trovati dinanzi ad uno spettacolo raccapricciante fatto di ogni tipo di rifiuto, dall´ingombrante, fino al pericoloso amianto che già tempo fà era stato messo in sicurezza da squadre specializzate in attesa della rimozione definitiva. Il Sindaco di Boscotrecase, Agnese Borrelli, ha dichiarato che per l´iniziativa e la bonifica delle aree soggette a questo incivile fenomeno è stato stanziato un fondo di circa 25 mila euro onde poter fronteggiare le situazioni più pericolose e urgenti.
E intanto crescono le preoccupazioni sulla sversatoio di Cava Sari, poco distante dal luogo dell´intervento di questa mattina, come dichiarato da alcuni membri del movimento "Mamme Vulcaniche" dopo l´ispezione fatta ieri con il Sindaco Langella, il cui stato risulterebbe congestionato e nuovamente malgestito, come dimostra anche il continuo fetore che diventa insopportabile durante le ore notturne e nelle prime ore del mattino.
TorreSette V.M.
sabato 17 settembre 2011
Puliamo il Vesuvio 2011
Un grazie di cuore ai tantissimi trecasesi (studenti, insegnanti, genitori) e a Sabino Novi che li ha coinvolti!
Una partecipazione consapevole e vera a salvare e pulire la pineta/discarica del Comune vicino di Boscotrecase la cui cittadinanza latita, fatta eccezione per Il Comitato cittadino e l'Associazione Crhysos e qualcun'altro sensibile alla salvaguardia del territorio.
Analogalmente assente Boscoreale (ad eccezione delle Mamme vulcaniche) e Terzigno.
Un grazie agli amici di Legambiente da sempre sentinelle pronte a difendere gli scempi ambientali nel Parco nazionale del Vesuvio.
Intanto sull'area demaniale che oggi i ragazzi delle Medie di Trecase hanno ripulito di tutto, la Rete dei comitati vesuviani non mollerà la guardia fino a quando non verrà bonificata l'ultima tegola di amianto e quando, senza rifiuti tossici, l'intera area verrà di nuovo resa fruibile alle visite guidate e al controllo dei forestali del Parco.
E sopratutto incalzeremo la Procura di Torre Annunziata per dare seguito alla denuncia presentata tesa a scoprire e punire i responsabili di tale catastrofe ambientale.
Sindaci, imprese dei rifiuti e tutori dei controlli sono avvertiti !!!
Una partecipazione consapevole e vera a salvare e pulire la pineta/discarica del Comune vicino di Boscotrecase la cui cittadinanza latita, fatta eccezione per Il Comitato cittadino e l'Associazione Crhysos e qualcun'altro sensibile alla salvaguardia del territorio.
Analogalmente assente Boscoreale (ad eccezione delle Mamme vulcaniche) e Terzigno.
Un grazie agli amici di Legambiente da sempre sentinelle pronte a difendere gli scempi ambientali nel Parco nazionale del Vesuvio.
E' una prima iniziativa in attesa della kermesse di Novembre dove nell'ambito delle iniziative Parchi per Kyoto, pianteremo cinquecento alberi nell'area demaniale di Cava Vitiello, per sottrarla ad appetiti scellerati governativi e camorristici!
Intanto sull'area demaniale che oggi i ragazzi delle Medie di Trecase hanno ripulito di tutto, la Rete dei comitati vesuviani non mollerà la guardia fino a quando non verrà bonificata l'ultima tegola di amianto e quando, senza rifiuti tossici, l'intera area verrà di nuovo resa fruibile alle visite guidate e al controllo dei forestali del Parco.
E sopratutto incalzeremo la Procura di Torre Annunziata per dare seguito alla denuncia presentata tesa a scoprire e punire i responsabili di tale catastrofe ambientale.
Sindaci, imprese dei rifiuti e tutori dei controlli sono avvertiti !!!
venerdì 16 settembre 2011
giovedì 15 settembre 2011
Trasporti - Quarto mondo
Tagli Circumvesuviana: il disagio degli utenti
Riduzione delle corse, vagoni a 40 gradi e acqua sui binari. Non se la passa bene la Circumvesuviana, colpita dai tagli regionali e dalla contrazione del servizio che mette a dura prova la pazienza di migliaia di lavoratori e cittadini
Perché oltre al danno della diminuzione delle corse, c’è la beffa dell’aumento degli abbonamenti. I primi a denunciare i problemi della Vesuviana sono i macchinisti, che da tempo cercano di coinvolgere i passeggeri nella protesta. Con 40 milioni di utenti l’anno, la Circum è seconda in Italia per numero di passeggeri. Ma di fronte a ritardi e soppressioni già cala l’affluenza dei pendolari nelle fasce orarie più colpite. E la cosa spaventa i gestori di edicole e bar all’interno della Vesuviana che denunciano il crollo delle vendite (di Anna Laura De Rosa e Carlo Franco)
Guarda il filmato
Metro linea 1, prossimo treno tra...
Gentili Signori,
venerdì 9 settembre. Stazione metro collinare museo ore 20.40. Dopo 10 minuti di attesa generica, compare questa scritta....non era giorno di alluvioni, giudizi universali o apocalissi...
(Foto e notizie dalla rete)
Metro linea 1, prossimo treno tra...
Gentili Signori,
venerdì 9 settembre. Stazione metro collinare museo ore 20.40. Dopo 10 minuti di attesa generica, compare questa scritta....non era giorno di alluvioni, giudizi universali o apocalissi...
(Foto e notizie dalla rete)
mercoledì 14 settembre 2011
Invito a quanti hanno a cuore le sorti del nostro territorio
Spett. Protezioni Civili Area Vesuviana
Parrocchie
Associazioni Varie
Produttori
oggetto : richiesta collaborazioni per la manifestazione “PULIAMO IL MONDO”
In riferimento all’oggetto, Legambiente in collaborazione con la Rete dei comitati vesuviani e Slow food organizza per sabato 17 c.m. a partire dalle ore 9.00 “PULIAMO IL MONDO “ nel parco Nazionale del Vesuvio- Comune di Boscotrecase--
Puliamo il Mondo è l'edizione italiana di Clean Up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo. Dal 1993, Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia ed è presente su tutto il territorio nazionale grazie all'instancabile lavoro di oltre 1000 gruppi di "volontari dell'ambiente", che organizzano l'iniziativa a livello locale in collaborazione con associazioni, comitati e amministrazioni cittadine. Puliamo il Mondo è un'iniziativa di cura e di pulizia, un'azione allo stesso tempo concreta e simbolica per chiedere aree più pulite e vivibili, nel caso della manifestazione che stiamo organizzando nel Comune di Boscotrecase, rappresenta oltre al recupero di un’area degradata, il riappropriarsi di una delle aree naturalistiche più importanti del Parco nazionale del Vesuvio.
Descrizione dell’area:
La zona interessata è posta alle pendici meridionali del Vesuvio, a monte dell’abitato di Boscotrecase. In diversi periodi della storia vulcanologica del complesso vulcanico, ma anche in epoca storica, l’area è stata interessata da eventi vulcanici che hanno comportato la messa in posto di lave e/o di prodotti piroclastici da caduta e di flusso.
In particolare, il tratto compreso tra via Fruscio – loc. Ciaramelle e via vicinale Matrone è interessato da affioramenti di lave di epoca storica. Le più antiche sono quelle dell’eruzione del 1714 (in viola) in gran parte ricoperte dai flussi lavici dell’eruzione del 1906 (in arancione). Verso ovest è possibile notare anche lave riferibili all’eruzione del 1754 (in rosso) . Le lave sono ricoperte talvolta da prodotti piroclastici di caduta (lapilli, scorie e ceneri) dell’ultima eruzione del Vesuvio, quella del Marzo 1944.
L’area dell’intervento è nel cuore dell’LACRYMA CHRISTI del VESUVIO D.O.C e la vegetazione circostante è costituita da pinete, leccete e da estese aree a frutteto. La fauna selvatica, oltre agli uccelli svernanti e nidificanti, è notevole la presenza del coniglio selvatico.
L’aggressione…….
L’area dell’iniziativa “a monte della strada Panoramica, in territorio di Boscotrecase, località Fruscio-Ciaramella, a poche centinaia di metri dalla Rotonda di Terzigno, una vasta area demaniale, di pineta e lave vesuviane , in piena area protetta del Parco nazionale del Vesuvio, è stata adibita adibita a discarica abusiva,di rifiuti speciali, pericolosi e rifiuti urbani "differenziati" (provenienti da raccolta differenziata) e fu oggetto di denuncia da parte della Rete dei Comitati vesuviani in uno con Legambiente Campania onlus e Slow Food Vesuvio “cittadini per il parco” per il ritrovamento di detta discarica .Accanto a carcasse d'auto bruciate e migliaia di pneumatici di ogni ordine e foggia, a cumuli di vetro e spoglie di elettrodomestici, sono state ritrovate tonnellate di amianto, tubi e tegole di Eternit, bidoni “da analizzare il contenuto” materiale edilizio e fusti contenente chissà quali porcherie
Il responsabile Aree protette Legambiente Campania
Dr. Pasquale Raia
Puliamo il Mondo 2011 - Puliamo il Vesuvio - CON IL PATROCIONIO DEL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO -
PULIAMO….IL MONDO - PULIAMO....IL VESUVIO
PER CHIUDERE E BONIFICARE SUBITO LE DISCARICHE ABUSIVE E NON CHE INQUINANO IL PARCO del VESUVIO
Sabato 17 settembre ore 9,00 Boscotrecase strada Panoramica al Vesuvio (gazebonei pressi del Ristorante “la Giara”)
Vent’anni di battaglie per trasformare il Vesuvio da pattumiera a Parco rischiano di essere vanificate da omissioni e inciviltài!
Le discariche abusive e non del Vesuvio avvelenano il patrimonio di biodiversità, le colture, le imprese e la vita dei suoi cittadini.
Tra poco verranno i giorni della vendemmia del Lacryma Christi Per i cittadini del Vesuvio questi sono giorni di Lacrime Amare
Puliamo il Vesuvio è un gesto per il diritto alla salute e all’ambiente pulito, contro ogni ingiustizia, contro ogni mafia, contro ogni puzza, contro l’assurda scelta di sversare rifiuti in un Parco nazionale.
La Tua presenza è importante...Ti aspettiamo...Non mancare...
martedì 13 settembre 2011
Referendum, boom di firme - Raggiunta quota 380mila
Ora volata finale per garantire la consultazione sull'abolizione del Porcellum: altre 120mila vanno raccolte in 17 giorni
ROMA - Primo bilancio del referendum contro la legge porcata: 380 mila firme raccolte quando mancano 17 giorni alla scadenza. Al comitato si nasconde a fatica l'entusiasmo. Mancano "solo" 120 mila consensi, diciamo 170 mila per essere sicuri che tutti gli autografi vengano riconosciuti validi dalla Cassazione. "Il risultato è a portata di mano", ammette Andrea Morrone, professore di diritto costituzionale e uno degli estensori del quesito. Domani i referendari avranno finito il lavoro di raccolta dei dati sul territorio e comunicheranno il primo risultato parziale. Una cifra ufficiale o semi-ufficiale. Che però sembra garantire ossigeno alla volata finale.
Morrone per il momento si è limitato a consultare i partiti e le associazioni impegnate nei banchetti per avere dei numeri da loro. Questi sono i risultati. L'Idv di Di Pietro ha raccolto 160 mila firme sfondando l'obiettivo iniziale di 150 mila ben prima del giro di boa. Sinistra e libertà ha raggiunto quota 60 mila. Grande lo sforzo dei Democratici, l'ex Asinello: 100 mila firme per un marchio sparito da tempo. Ma non a caso ormai questa battaglia è conosciuta come il referendum Parisi. La struttura ormai collaudata di Mario Segni dichiara 60-70 mila firme raccolte. Siamo ben oltre metà dell'opera. "Ma non è il momento di abbassare la guardia", avverte Morrone. Anzi. VADEMECUM
Decine di comitati civici e di sigle minori affiancano nella battaglia per le 500 mila firme i partiti più grandi e i promotori più esposti come Arturo Parisi e Antonio Di Pietro. Raccolgono adesioni il piccolo Pli, l'Unione popolare, un gruppo di fuoriusciti dall'Udc che non condivide la scelta terzopolista di Casini (e pare abbiano nel cassetto già 10 mila firme). Ora scatta il soccorso di Futuro e libertà dopo il via libera ufficiale di Gianfranco Fini alla festa di Mirabello domenica. E ci sono chiari segnali che arrivano dal Pdl. Hanno annunciato la loro firma Carlo Vizzini, Antonio Martino, Paolo Guzzanti. Adesioni a titolo individuale ma in grado di spezzare la cappa che avvolge il Pdl inchiodato sulla difesa della legge elettorale esistente.
Resta il mistero sul ruolo del Partito democratico. Le feste del Pd ospitano tutte o quasi tutte i banchetti referendari. Ce n'erano anche a Pesaro nella piazza gremita per il comizio finale di Pier Luigi Bersani. "Ma il Pd non raccoglie le firme - sottolinea Morrone -. Noi non facciamo nessun affidamento su di loro. Ci trattano da amici, come ha detto il segretario. Tutto qui". C'è però la spinta dei dirigenti democratici. Parisi in testa, poi Romano Prodi, Walter Veltroni. A questa tiepidezza del Pd si riferiva l'ex sindaco di Roma quando l'altro giorno su Europa ha chiesto al suo partito di fare di più. Da amici a sostenitori attivi, cioè. Ma la linea di Bersani è chiara: il referendum è uno stimolo utile per togliere di mezzo il Porcellum. Però quel sistema non è il migliore per governare l'Italia.
Il referendum e non solo divide oggi il Pd e Di Pietro. Con un quesito che marcia tanto sparato, il Pd intravede quello che considera un rischio grosso: rifare l'Unione, cioè tutti sotto lo stesso simbolo nei collegi maggioritari.
La Repubblica (13 settembre 2011)
Calendario Raccolta firme
Si può firmare al Comune di Boscotrecase, Boscoreale, Trecase e Terzigno (Ufficio Elettorale) in orario d'ufficio.
In questi Comuni in pochi giorni già raccolte 600 firme.
Sabato 17 e Domenica 18 a Boscotrecase si può firmare alla Sagra del Piennolo.
Domenica 18 mattina ore 10 - 12 si firma a Boscoreale piazza Pace e Torre Annunziata corso Umbero I (c/o BancoNapoli).
ROMA - Primo bilancio del referendum contro la legge porcata: 380 mila firme raccolte quando mancano 17 giorni alla scadenza. Al comitato si nasconde a fatica l'entusiasmo. Mancano "solo" 120 mila consensi, diciamo 170 mila per essere sicuri che tutti gli autografi vengano riconosciuti validi dalla Cassazione. "Il risultato è a portata di mano", ammette Andrea Morrone, professore di diritto costituzionale e uno degli estensori del quesito. Domani i referendari avranno finito il lavoro di raccolta dei dati sul territorio e comunicheranno il primo risultato parziale. Una cifra ufficiale o semi-ufficiale. Che però sembra garantire ossigeno alla volata finale.
Morrone per il momento si è limitato a consultare i partiti e le associazioni impegnate nei banchetti per avere dei numeri da loro. Questi sono i risultati. L'Idv di Di Pietro ha raccolto 160 mila firme sfondando l'obiettivo iniziale di 150 mila ben prima del giro di boa. Sinistra e libertà ha raggiunto quota 60 mila. Grande lo sforzo dei Democratici, l'ex Asinello: 100 mila firme per un marchio sparito da tempo. Ma non a caso ormai questa battaglia è conosciuta come il referendum Parisi. La struttura ormai collaudata di Mario Segni dichiara 60-70 mila firme raccolte. Siamo ben oltre metà dell'opera. "Ma non è il momento di abbassare la guardia", avverte Morrone. Anzi. VADEMECUM
Decine di comitati civici e di sigle minori affiancano nella battaglia per le 500 mila firme i partiti più grandi e i promotori più esposti come Arturo Parisi e Antonio Di Pietro. Raccolgono adesioni il piccolo Pli, l'Unione popolare, un gruppo di fuoriusciti dall'Udc che non condivide la scelta terzopolista di Casini (e pare abbiano nel cassetto già 10 mila firme). Ora scatta il soccorso di Futuro e libertà dopo il via libera ufficiale di Gianfranco Fini alla festa di Mirabello domenica. E ci sono chiari segnali che arrivano dal Pdl. Hanno annunciato la loro firma Carlo Vizzini, Antonio Martino, Paolo Guzzanti. Adesioni a titolo individuale ma in grado di spezzare la cappa che avvolge il Pdl inchiodato sulla difesa della legge elettorale esistente.
Resta il mistero sul ruolo del Partito democratico. Le feste del Pd ospitano tutte o quasi tutte i banchetti referendari. Ce n'erano anche a Pesaro nella piazza gremita per il comizio finale di Pier Luigi Bersani. "Ma il Pd non raccoglie le firme - sottolinea Morrone -. Noi non facciamo nessun affidamento su di loro. Ci trattano da amici, come ha detto il segretario. Tutto qui". C'è però la spinta dei dirigenti democratici. Parisi in testa, poi Romano Prodi, Walter Veltroni. A questa tiepidezza del Pd si riferiva l'ex sindaco di Roma quando l'altro giorno su Europa ha chiesto al suo partito di fare di più. Da amici a sostenitori attivi, cioè. Ma la linea di Bersani è chiara: il referendum è uno stimolo utile per togliere di mezzo il Porcellum. Però quel sistema non è il migliore per governare l'Italia.
Il referendum e non solo divide oggi il Pd e Di Pietro. Con un quesito che marcia tanto sparato, il Pd intravede quello che considera un rischio grosso: rifare l'Unione, cioè tutti sotto lo stesso simbolo nei collegi maggioritari.
La Repubblica (13 settembre 2011)
Calendario Raccolta firme
Si può firmare al Comune di Boscotrecase, Boscoreale, Trecase e Terzigno (Ufficio Elettorale) in orario d'ufficio.
In questi Comuni in pochi giorni già raccolte 600 firme.
Sabato 17 e Domenica 18 a Boscotrecase si può firmare alla Sagra del Piennolo.
Domenica 18 mattina ore 10 - 12 si firma a Boscoreale piazza Pace e Torre Annunziata corso Umbero I (c/o BancoNapoli).
domenica 11 settembre 2011
SABATO 17 SETTEMBRE 2011PULIAMO IL MONDO NEL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO
con il patrocinio del Parco Nazionale del Vesuvio
LEGAMBIENTE in collaborazione con la RETE DEI COMITATI VESUVIANI, SLOW FOOD VESUVIO e CITTADINI PER IL PARCO
SABATO 17 SETTEMBRE 2011
ORGANIZZA:
PULIAMO IL MONDO NEL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO
LUNGO LE LAVE DEL 1906
Via Panoramica BOSCOTRECASE (Na)
Appuntamento ore 9.00 presso il Ristorante “La Giara”
Località CIARAMELLE/FRUSCIO
COMUNE DI BOSCOTRECASE
Note sul patrimonio geologico dell’area.
La zona interessata è posta alle pendici meridionali del Vesuvio, a monte dell’abitato di Boscotrecase. In diversi periodi della storia vulcanologica del complesso vulcanico, ma anche in epoca storica, l’area è stata interessata da eventi vulcanici che hanno comportato la messa in posto di lave e/o di prodotti piroclastici da caduta e di flusso.
La zona interessata è posta alle pendici meridionali del Vesuvio, a monte dell’abitato di Boscotrecase. In diversi periodi della storia vulcanologica del complesso vulcanico, ma anche in epoca storica, l’area è stata interessata da eventi vulcanici che hanno comportato la messa in posto di lave e/o di prodotti piroclastici da caduta e di flusso.
In particolare, il tratto compreso tra via Fruscio – loc. Ciaramelle e via vicinale Matrone è interessato da affioramenti di lave di epoca storica. Le più antiche sono quelle dell’eruzione del 1714 (in viola) in gran parte ricoperte dai flussi lavici dell’eruzione del 1906 (in arancione). Verso ovest è possibile notare anche lave riferibili all’eruzione del 1754 (in rosso) . Le lave sono ricoperte talvolta da prodotti piroclastici di caduta (lapilli, scorie e ceneri) dell’ultima eruzione del Vesuvio, quella del Marzo 1944.
L’area dell’intervento è nel cuore dell’LACRYMA CHRISTI del VESUVIO D.O.C e la vegetazione circostante è costituita da pinete, leccete e da estese aree a frutteto. La fauna selvatica, oltre agli uccelli svernanti e nidificanti, è notevole la presenza del coniglio selvatico.
L’aggressione…….
L’area dell’iniziativa “a monte della strada Panoramica, in territorio di Boscotrecase, località Fruscio-Ciaramella, a poche centinaia di metri dalla Rotonda di Terzigno, una vasta area demaniale, di pineta e lave vesuviane , in piena area protetta del Parco nazionale del Vesuvio, è stata adibita adibita a discarica abusiva,di rifiuti speciali, pericolosi e rifiuti urbani "differenziati" (provenienti da raccolta differenziata) e fu oggetto di denuncia da parte della Rete dei Comitati vesuviani in uno con Legambiente Campania onlus e Slow Food Vesuvio “cittadini per il parco” per il ritrovamento di detta discarica .
Accanto a carcasse d'auto bruciate e migliaia di pneumatici di ogni ordine e foggia, a cumuli di vetro e spoglie di elettrodomestici, sono state ritrovate tonnellate di amianto, tubi e tegole di Eternit, bidoni “da analizzare il contenuto” materiale edilizio e fusti contenente chissà quali porcherie.
Progetto Trashware Napoli & Caserta
Lo smaltimento dei pc esiste l'alternativa: il progetto Trashware. Il materiale informatico non più usato o non funzionante può essere ritirato gratuitamente da un gruppo di volontari, formato da tecnici esperti di informatica che ne visiona, smonta e rimonta i pezzi e le parti ancora utilizzabili per rendere i PC perfettamente funzionanti in modo da costituirne uno stock a disposizione dell'Ente locale per assegnarli a chi ne abbia bisogno e ne abbia fatto richiesta (scuole, associazioni , circoli culturali ricreativi, biblioteche, onlus e centri per anziani). Un’attività quindi che aiuta sia l’ambiente che il sociale. Perchè non portare avanti un progetto davvero utile?
sabato 10 settembre 2011
SI FIRMA CONTRO IL PORCELLUM
Il Mediano 10/09/2011
Si firma nelle piazze e nelle sedi dei Comuni per sottoporre a referendum abrogativo la legge che porta il nome dell’esponente della Lega Nord.
La legge n. 270 del 21 dicembre 2005 è la legge che ha modificato il sistema elettorale italiano. Essa è stata ideata dal min istro della Lega Roberto Calderoli il quale, subito dopo la sua approvazione, la definì “una porcata”.
La legge Calderoli ha sostituito la legge cosiddetta Mattarellum (dal nome del ministro democristiano Sergio Mattarella) e ha introdotto in Italia un sistema completamente differente, modificando il precedente meccanismo misto, per 3/4 a ripartizione maggioritaria dei seggi, in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze.
Il meccanismo, secondo le analisi dei politologi, ha creato una vera e propria casta di politici cortigiani i quali non hanno più bisogno di rispondere al territorio e agli elettori che li hanno votati, ma al capo che li ha scelti e che rinnova la sua scelta in rapporto alla fedeltà assoluta degli eletti ai propri ordini. Una situazione che tutto è tranne che democratica.
In molte piazze della Campania (e dell’Italia) attivisti della società civile si stanno impegnando nella raccolta firme per sottoporre a referendum il Porcellum e abrogarlo. A San Giuseppe Vesuviano un primo presidio ha avuto luogo il 4 settembre scorso. Si replica l’11 e il 18 settembre dalle 8,30 alle 13,30. Più in generale, i cittadini possono firmare anche nei giorni feriali recandosi presso la sede del proprio Comune di residenza, muniti di un documento di riconoscimento.
Si firma nelle piazze e nelle sedi dei Comuni per sottoporre a referendum abrogativo la legge che porta il nome dell’esponente della Lega Nord.
La legge n. 270 del 21 dicembre 2005 è la legge che ha modificato il sistema elettorale italiano. Essa è stata ideata dal min istro della Lega Roberto Calderoli il quale, subito dopo la sua approvazione, la definì “una porcata”.
La legge Calderoli ha sostituito la legge cosiddetta Mattarellum (dal nome del ministro democristiano Sergio Mattarella) e ha introdotto in Italia un sistema completamente differente, modificando il precedente meccanismo misto, per 3/4 a ripartizione maggioritaria dei seggi, in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze.
Il meccanismo, secondo le analisi dei politologi, ha creato una vera e propria casta di politici cortigiani i quali non hanno più bisogno di rispondere al territorio e agli elettori che li hanno votati, ma al capo che li ha scelti e che rinnova la sua scelta in rapporto alla fedeltà assoluta degli eletti ai propri ordini. Una situazione che tutto è tranne che democratica.
In molte piazze della Campania (e dell’Italia) attivisti della società civile si stanno impegnando nella raccolta firme per sottoporre a referendum il Porcellum e abrogarlo. A San Giuseppe Vesuviano un primo presidio ha avuto luogo il 4 settembre scorso. Si replica l’11 e il 18 settembre dalle 8,30 alle 13,30. Più in generale, i cittadini possono firmare anche nei giorni feriali recandosi presso la sede del proprio Comune di residenza, muniti di un documento di riconoscimento.
mercoledì 7 settembre 2011
Compostaggio: i 13 sistemi più innovativi
| |
![]() Vi abbiamo parlato spesso del compostaggio, e cioè di quel particolare processo mediante il quale è possibile ricavare dei fertilizzanti 100% naturali e di altissima qualità, attraverso la decomposizione dei rifiuti organici, scarti alimentari e vegetali. Oggi attraverso questa operazione di riciclo è possibile ottenere un compost prezioso, molto importante per l’agricoltura biologica ma anche per il nostro giardino. I sistemi che abbiamo a disposizione sono molteplici e adatti a ogni esigenza: esistono compostiere sia da interni che da esterni, manuali o automatiche, adatte al compostaggio domestico o addirittura a quello comunitario. Ma vediamo quali sono le ultime novità del momento. 1) Sistema di compostaggio Biophyllic![]() Questo sistema di compostaggio, progettato dalla Cooler Solutions Inc., deve il suo nome al concetto di biofilia, e cioè il legame istintivo tra gli esseri umani e gli altri esseri viventi. La ricerca ha dimostrato che il 33% del materiale di scarto prodotto in ufficio è composto di rifiuti organici che sono completamente riciclabili. Quindi, una volta raccolti insieme tutti i rifiuti prodotti in ufficio è possibile compostarli. Alla fine del processo di decomposizione il compost ottenuto potrà essere utilizzato come concime per coltivare le piante presenti all'interno degli uffici. In questo modo creeremo un ambiente più sano per tutti e un maggiore apporto di ossigeno all'interno della struttura.
|
Iscriviti a:
Post (Atom)