giovedì 29 settembre 2011

TERZIGNO TRA DUBBI E ASSENZE: IL DESTINO DELLA DISCARICA È SEMPRE PIÙ INCERTO

A Torre del Greco salta il summit tra i sindaci della zona rossa, mentre a Boscoreale Langella non si presenta ed il consiglio viene rimandato. Intanto i cittadini si chiedono: “Quando chiude cava Sari?”


Quando chiude cava Sari? La falda acquifera intorno al territorio della discarica è inquinata? Quando parte il piano dei 19 Comuni della zona rossa per la gestione autonoma dei rifiuti? Gli interrogativi, dalle parti del Vesuvio, continuano ad accumularsi e, ormai, inquietano comitati, associazioni, cittadini e (alcuni) politici. Le iniziative si susseguono ma ognuna di esse sembra contribuire ad alimentare i dubbi, non certo a dissiparli. Il summit tra i sindaci dell’area vesuviana per la gestione autonoma dell’immondizia attraverso la realizzazione di una serie di impianti è saltato qualche giorno fa.

Avrebbe dovuto tenersi a Torre del Greco e riguardare tre Comuni, delegati dagli altri ad avviare le trattative: oltre a Torre del Greco anche Sant’Anastasia e Terzigno. C’erano i rappresentanti dei primi due, non c’era Domenico Auricchio di Terzigno: “Problemi personali improrogabili”, ha spiegato il sindaco. Tutto rimandato a lunedì alle 15. Passa qualche ora e a non “timbrare il cartellino” è un altro sindaco: Gennaro Langella di Boscoreale. Il primo cittadino, infatti, non ha partecipato al consiglio straordinario sulla discarica Cava Sari chiesto dalla minoranza.

In questo caso le critiche sono arrivate dall'opposizione poiché il resto della maggioranza non ha saputo dare risposte alla serie di quesiti posti sul destino dello sversatoio: “E' incredibile che da mesi non sia possibile avere certezza delle effettive volumetrie di cui dispone ancora la Cava Sari e ancora più strano è che i sindaci di Boscoreale e Terzigno non riescano a sapere la verità e riferirla ai cittadini”, dice il consigliere del Pd Francesco Paolo Oreste. Insomma, i problemi restano tantissimi e le vicende di questi giorni appaiono tutt’altro che rassicuranti. Il rischio è che l’emergenza nell’area vesuviana, finora scongiurata grazie ad una buona raccolta differenziata ma soprattutto grazie alla presenza ingombrante della discarica di Terzigno, torni in maniera prepotente.
da il Mediano Autore: Francesco Gravetti

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