domenica 18 aprile 2010

DA - IL MATTINO Rifiuti e discariche sulle falde del Vesuvio Ecco per protesta i «funerali» del Parco


TERZIGNO (18 aprile) -Prende il via col sole alto e termina all'imbrunire il funerale del Parco nazionale del Vesuvio. Lo hanno inscenato i comitati che si battono contro le due discariche di Terzigno, una già funzionante e l'altra in procinto di essere aperta. Del rito funebre hanno conservato i simboli: i drappi neri sulle auto, i carri con la bara, la rabbia e il dolore di chi ha perso qualcuno di caro. Non la tristezza e il silenzio, però. Al contrario, il corteo si snoda lungo le strade di quattro Comuni del vesuviano (Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase) con un gran clamore di clacson, trombe e fischietti. Sono tutti in auto e moto i partecipanti alla manifestazione.
Centinaia di vetture bardate a lutto, col manifestino che annuncia le esequie ben in vista. Hanno scelto di percorrere decine di chilometri, di far sentire la loro voce nel modo più clamoroso e, per questa volta, hanno abbandonato le fiaccole, così numerose e suggestive nei passati cortei. Bisogna far rumore, bloccare il traffico e, soprattutto, far sapere ai sindaci le ragioni della loro protesta. Per questo hanno deciso di fermarsi dinanzi ad ogni Municipio e consegnare ai primi cittadini dei quattro Comuni un documento, un elenco di rivendicazioni (consigli comunali permanenti, maggiore impegno per la differenziata, blocco dei camion che vanno a sversare). Un «papello», lo chiamano. I comitati riescono solo in parte nella loro missione: a Terzigno, il sindaco non c'è. Domenico Auricchio, eletto pochi giorni fa, non ha ritenuto opportuno presentarsi perché non si è ancora insediato ufficialmente. Tra la gente serpeggia la delusione, poi si decide che il documento sarà presentato lunedì al commissario prefettizio. Intanto viene letto in piazza prima che tutti si rimettano in macchina, destinazione Boscoreale.

Qui il primo cittadino Gennaro Langella si fa trovare. Si è anzi preparato a dovere, il sindaco del Pdl: il Gonfalone è listato a lutto, due vigili urbani in alta uniforme lo sorvegliano e lui stesso ha la fascia tricolore ma anche un nastro nero appuntato al petto. La cerimonia si compie senza intoppi e gli applausi fioccano da destra e da sinistra: «Adesso tutti insieme dobbiamo impegnarci per fare in modo che l'Unione europea si pronunci, solo da Bruxelles può arrivare la nostra salvezza», dice il consigliere di minoranza Francesco Paolo Oreste.

Il corteo si rimette in marcia e arriva a Boscotrecase. Anche qui il sindaco Agnese Borrelli c'è: «Sono contro le discariche da sempre», fa sapere il medico, da poco passata dal Pd all'Udc. Stessa scena a Trecase, dove a prendersi il documento è il primo cittadino Gennaro Cirillo. La marcia finisce intorno alle 22, alla rotonda di via Panoramica: blocchi fino a tarda notte e ancora disagi per la viabilità. La polizia sorveglia tutto, in assetto antisommossa ma senza alcun bisogno di intervenire. Alla manifestazione ha partecipato anche il segretario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. Borrelli punta il dito contro Auricchio e i suoi elettori: «Le scorse amministrative erano un referendum pro o contro la discarica. Chi ha votato Auricchio ha scelto di dire sì all'impianto e, guarda caso, il nuovo sindaco ha fatto il pieno dei voti proprio nei seggi dove votano quelli residenti vicino a località Pozzelle».

E anche il Wwf Campania dà il suo sostegno: «Siamo per l'abbandono definitivo di un ciclo dei rifiuti basato su megadiscariche e inceneritori, per l'avvio di un piano rifiuti che sia veramente partecipato e concordato, per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate», dice il presidente regionale Alessandro Gatto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

FINALMENTE IL MATTINO SI è SVEGLIATO

Anonimo ha detto...

caro amico è vero il mattino s'è svegliato,ma il resto della popolazione quandoci prova?

BOSCHESE ha detto...

Se i cittadini non prendono in mano le redini della situazione, nessuno sarà disposto ad aiutarci, per questo bisogna partecipare in molti.