sabato 17 aprile 2010

DA PAGINE VESUVIANE di CARMINE ALBORETTI Manifesti listati a lutto per annunciare la “morte” del Parco Nazionale del Vesuvio.

Manifesti listati a lutto per annunciare la “morte” del Parco Nazionale del Vesuvio. È l’ultima provocazione lanciata dai movimenti e dai comitati civici che si battono contro la presenza di discariche all’interno dell’area protetta. Due di “tal quale” sono previste tra Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase sulla base del decreto legge del 23 maggio 2008, convertito poi in legge due mesi dopo, in deroga alla legge quadro sulle aree protette. Normativa che invece impedisce l’apertura di discariche e cave all'interno di un parco naturale. La ex Sari è già in funzione da circa un anno ed ha una capacità di circa 800mila metri cubi di rifiuti, l’altro, la cava Vitiello è, ormai, in via di apertura e dovrebbe essere in grado di accogliere tre milioni di metri cubi. A rischio il patrimonio di biodiversità che è racchiuso nel territorio del Parco, già Area Protetta di livello Nazionale, zona Sic (Sito di Interesse Comunitario), e Zps (Zona di Protezione Speciale) e Riserva di biosfera –MAB dell’Unesco.
L’appuntamento è per domani 17 aprile. Il corteo funebre partirà alle 15,00 da via vicinale Sarno (località “Cangiani”) passando davanti ai municipi di Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase. Ad ogni Sindaco verrà consegnato un “papello” con il richiamo alle proprie responsabilità. I manifestanti affiggeranno al portone di ogni Palazzo di città un cartello con la scritta il “chiuso per lutto”. La rete dei Comitati ha anche predisposto una petizione alla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. Per i promotori della iniziativa l’emergenza rifiuti è l’alibi con cui si sono adottate una serie di deroghe alle leggi in contrasto con precise disposizioni costituzionali ed europee. «Dopo 20 anni di emergenza – si legge in una nota esplicativa - con un grandissimo sperpero di risorse, ancora non si intravede un straccio di progetto che riconduca il ciclo dei rifiuti ad una dimensione di semplice di buon senso. Infine si decide di istituire due grandissime discariche in un parco naturale, patrimonio dell’Unesco, in spregio a tutte le istituzioni locali violentemente espropriate dei propri diritti.
I rappresentanti politici del territorio sono solidali con i cittadini. Il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, nei giorni scorsi ha ordinato agli uomini della Polizia locale di effettuare controlli e verifiche sugli autocampattatori che, transitando per le strade cittadine, trasportano rifiuti alla ex Sari: «A tutela della salute dei miei concittadini – ha spiegato il primo cittadino - legittimamente preoccupati per le ripercussioni che possono derivare dalla collocazione dei rifiuti nelle cave vesuviane della vicina Terzigno, ho disposto, con la composizione di apposite pattuglie controlli e verifiche sui camion che attraverseranno le strade di Boscoreale, al fine di accertare che non perdano percolato e, ove possibile, che tipo di rifiuti trasportano».
Su un piano parallelo prosegue, poi, la battaglia legale contro la deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 gennaio 2010, con la quale è stato reso parere favorevole in ordine alla valutazione d’impatto ambientale per l’apertura ed l’esercizio della cava Vitiello. Nel mirino anche la deliberazione della giunta regionale della Campania n°75 del 5 febbraio 2010, con la quale è stata confermata la localizzazione della stessa discarica nell’ex cava, dove saranno collocati 3.500.000 tonnellate di rifiuti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma è ancor viv stu quaquaraquà???