Con il gonfalone listato a lutto, scortato da vigili urbani in alta uniforme, e la fascia nera al braccio, il sindaco Gennaro Langella accoglierà sabato pomeriggio all'ingresso del Palazzo Municipale il corteo "funebre", per la prematura scomparsa del Parco Nazionale Vesuvio.
Con il gonfalone listato a lutto, scortato da vigili urbani in alta uniforme, e la fascia nera al braccio, il sindaco Gennaro Langella accoglierà sabato pomeriggio all'ingresso del Palazzo Municipale il corteo "funebre", per la prematura scomparsa del Parco Nazionale Vesuvio, organizzato dai comitati e movimenti vesuviani che strenuamente stanno lottando contro l'apertura della discarica rifiuti di Terzigno. Un gesto, quello di listare a lutto il gonfalone del Comune, dal valore profondamente simbolico che innalza ulteriormente i toni della protesta, e che accorda alla cittadinanza in lotta il sigillo, senza se e senza ma, dell'amministrazione comunale.
Adesione convinta e partecipata quindi quella del sindaco Langella e dell'amministrazione comunale alla giornata di lutto proclamata per sabato 17 aprile, che si aggiunge alle numerose concrete azioni politiche e amministrative messe in campo per contrastare l'apertura della seconda discarica nell'ex cava Vitiello.
"Ho sempre dichiarato che avrei sostenuto ogni forma di lotta civile e democratica della rete dei comitati e dei movimenti civici vesuviani che stanno lottando per impedire l'apertura della seconda discarica nel Parco Vesuvio, e quella di sabato è l'ennesima conferma, che si aggiunge ai precedenti concreti gesti -ha affermato il sindaco Langella-. Listare a lutto il gonfalone, che è il massimo emblema dell'unità territoriale della nostra comunità municipale, -ha spiegato il primo cittadino- è un segno tangibile ed inconfutabile della nostra condivisione di un percorso di lotta civile -che deve restare tale e senza bandiere politiche-, che interpreta appieno il pensiero ed il disagio dell'intera comunità di Boscoreale che più degli altri già sta vivendo la drammaticità del problema derivante dall'uso della discarica ex Sari, e dall'attraversamento quotidiano sulle strade del territorio di centinaia di automezzi, diretti alla confinante Terzigno, stracolmi di rifiuti".
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