mercoledì 12 ottobre 2011

DISCARICA NEL PARCO, APPELLO AI SINDACI: “CAVA SARI CHIUDE, TROVATE SOLUZIONI”

La Rete dei Comitati scrive a Capasso e Leone invitandoli a convocare gli altri amministratori vesuviani. Sempre più vicino il riempimento del sito di Terzigno, ma intanto gli impianti non partono.

Cava Sari chiuderà presto. Ancora qualche settimana, al massimo un paio di mesi. Prima di Natale, insomma, lo sversatoio che si trova nel cuore del Parco Vesuvio, a Terzigno, non potrà più accogliere i rifiuti dei 18 Comuni della zona rossa, gli unici autorizzati al conferimento dopo i tumulti e le proteste di un anno. La data della chiusura della Sari è, in realtà, ancora orientativa ma è certo che il suo riempimento si avvicina giorno dopo giorno.
Proprio in vista di ciò, la Rete dei Comitati vesuviani, uno dei gruppi che si batte contro le discariche nell’area protetta, ha scritto al presidente della Comunità del Parco, Giuseppe Capasso e al presidente Ugo Leone per chiedere che venga convocata rapidamente un’assemblea dei sindaci. Scrive il portavoce Franco Matrone: “Invitiamo a convocare con urgenza un incontro dell’Assemblea della Comunità del Parco nazionale del Vesuvio per discutere di possibili soluzioni alternative che scongiurino il pericolo di possibili aperture di altre cave nel perimetro dell’area protetta e che faccia il punto sullo stallo attuale del protocollo d’intesa con Provincia e Regione circa lo stato di realizzazione dell’impiantistica in carico ai comuni dell’area rossa.
Lo sforzo messo in campo dai cittadini nel supportare la scelta delle Istituzioni non può essere vanificata da ritardi o ancor peggio da disimpegno che non avrebbe alcuna giustificazione. In gioco, oltre alla credibilità delle Istituzioni tutte e della cittadinanza attiva, è il futuro del nostro territorio, la sua salvaguardia e il suo rilancio”. La preoccupazione dei Comitati, insomma, è che il dopo Sari, che avrebbe dovuto essere garantito dalla realizzazione di una serie di impianti intermedi così come stipulato dall’accordo tra i 18 Comuni della zona rossa (19 con Striano) sia in realtà ricco di incognite. Di qui l’invito ai sindaci a darsi una mossa. Replica Capasso: “Ci incontreremo presto tutti e 19. Occorre dare l’impulso per far partire gli impianti, a cominciare dal compostaggio”.
Il Mediano 12/10/2011 Autore: Francesco Gravetti

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