24 febbraio 2012
Presidio all'inceneritore di Trieste per dire no ai rifiuti dalla Campania
Presidio davanti all’inceneritore di Trieste per protestare contro lo «smaltimento incontrollato» dei rifiuti della Campania nell’ambito dell’operazione ‘solidarietà’ attuata dal Ministero dell’Ambiente Italiano.
Fanno sapere gli organizzatori che «come per l’iniziativa tarantina, anche per Trieste, tale opposizione è l’occasione per ribadire che piu’ in generale la gestione dei rifiuti non puo’ e non deve passare attraverso l’incenerimento e il conferimento in discarica. Del resto, la legislazione comunitaria pone al centro della gestione dei rifiuti la protezione della salute umana e la tutela dell’ambiente mediante la riduzione della produzione dei rifiuti e il loro riciclaggio spinto».
L’iniziativa, che è la prima di una serie di azioni congiunte tra gli ambientalisti di Taranto, di Trieste e della Slovenia, viene organizzata da Greenaction Transnational, Alpe Adria Green, Legamjonici. Hanno già dato l’adesione il MoVimento 5 Stelle di Trieste, il movimento Trieste Libera e cittadini.
Fanno sapere gli organizzatori che «come per l’iniziativa tarantina, anche per Trieste, tale opposizione è l’occasione per ribadire che piu’ in generale la gestione dei rifiuti non puo’ e non deve passare attraverso l’incenerimento e il conferimento in discarica. Del resto, la legislazione comunitaria pone al centro della gestione dei rifiuti la protezione della salute umana e la tutela dell’ambiente mediante la riduzione della produzione dei rifiuti e il loro riciclaggio spinto».
L’iniziativa, che è la prima di una serie di azioni congiunte tra gli ambientalisti di Taranto, di Trieste e della Slovenia, viene organizzata da Greenaction Transnational, Alpe Adria Green, Legamjonici. Hanno già dato l’adesione il MoVimento 5 Stelle di Trieste, il movimento Trieste Libera e cittadini.
DIARI
23 febbraio 2012
Comunicato stampa della Rete sulle compensazioni ambientali
Comunicato stampa
La Rete dei Comitati vesuviani, nel rimarcare l’assoluta urgenza della convocazione del Consiglio provinciale di Napoli per la chiusura per esaurimento della discarica Sari, apprende con moderata soddisfazione lo stanziamento di 70 milioni di euro trasferiti, con notevole ritardo e a fronte dei 280 milioni previsti, dal Ministero dell’Ambiente alla Regione Campania quale primo lotto, necessario a far partire la fase del piano per le compensazioni ambientali delle aree sedi di discariche, compresa quella vesuviana di Terzigno.
Soldi che devono essere indirizzati alla messa in sicurezza dei siti vecchi e nuovi.
In primis la realizzazione di impianti per lacaptazione e l’utilizzazione completa del biogas, oggi causa principale dei miasmi che ammorbano l’aria dei comuni contigui alla discarica e la sua completa trasformazione in energia elettrica, per soddisfare i bisogni energetici di parte del territorio e garantire, così, in uno con la corretta captazione del percolato, il monitoraggio “post mortem” della discarica.
Inoltre provvedere da subito alla bonifica dell’area di cava Ranieri, a diretto contatto con l’abitato di Terzigno, la cui devastazione ambientale è la principale causa delle numerose patologie, anche gravi, registrate nelle aree perimetrali alla stessa.
Da qui, la richiesta immediata alla SOGESID presso l’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania, di finalizzare, in breve tempo, le risorse destinate all’area vesuviana per opere mirate alla salvaguardia della salute dei cittadini e al risanamento ambientale.
Nell’ambito delle disponibilità economiche di parte dei 70 milioni destinati all’area vesuviana di Terzigno previsti dall’Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente, Protezione civile e Regione Campania, si sottolinea la necessaria trasparenza e partecipazione alle scelte progettuali finalizzate, e si sottolinea, finalizzate, alla messa in sicurezza e alla bonifica del territorio, quale parziale compensazione del grave disastro ambientale patito dalle popolazioni vesuviane dalla storica presenza di discariche tal quale e nocive mai bonificate e dall’esaurimento dell’attuale cava Sari che, in circa tre anni di attività, ha ingoiato oltre un milione di tonnellate di rifiuti, in buona parte tal quale e tossici, e per un lungo periodo dell’intera provincia di Napoli e non solo.
Si auspica pertanto una pronta convocazione a Roma da parte del Comitato di Indirizzo e di Controllo per l’attuazione dell’Accordo di Programma per le compensazioni ambientali al fine di comprendere modi, tempi e qualità degli interventi.
La Rete inoltre si impegna alla istituzione di un’Osservatorio costante di monitoraggio ambientale, onde evitare che tali finanziamenti “per distrazione”, possano essere utilizzati dalle Amministrazioni locali, per scopi diversi da quelli di bonifica ambientale e messa in sicurezza dei siti, garantendo alla cittadinanza gli interventi previsti dall’Accordo di programma.
Rete dei Comitati vesuviani
DIARI
23 febbraio 2012
Finalmente una buona notizia!
Mercoledì, 22 Febbraio 2012
«Il ministero dell’Ambiente ha trasferito alla Regione Campania i 70 milioni
di euro necessari a far partire la fase del piano per le compensazioni
ambientali". Ne da’ notizia l’assessore all’Ambiente della Regione Campania,
Giovanni Romano.
«Si tratta - dice Romano - della metà delle risorse complessive che il
Governo accredita alla Campania per avviare la realizzazione dei primi
interventi del programma regionale siglato nel 2008. In particolare, gli
stanziamenti sono stati accordati ai progetti esecutivi dei Comuni nel
settore delle bonifiche ambientali, dei rifiuti e del ciclo integrato delle
acque comprese le opere fognarie. Alla Regione e’ stato affidato il compito
di coordinare l’attivita’ su tutto il territorio e, in particolare, le
relazioni con le comunita’ e le amministrazioni locali. A tal proposito e’
imminente l’attivazione di una struttura operativa della Sogesid presso l’
assessorato all’Ambiente, per rendere piu’ efficiente l’azione nel suo
complesso e ridurre le incombenze a carico degli enti locali».
«L’accredito dei fondi, ottenuto anche grazie alla pressante azione del
presidente Stefano Caldoro - aggiunge l’assessore - ci da’ modo di avviare i
primi interventi inclusi nel programma regionale. Imprimeremo all’ attivita’
la necessaria velocizzazione, in considerazione del tempo trascorso dalla
stipula dell’ Accordo di Programma e delle legittime aspettative delle
comunita’ locali, la cui pazienza e’ stata messa a dura prova dai ritardi
accumulati».
Sulla questione delle compensazioni ambientali si e’ gia’ riunito, a Roma,
il Comitato di Indirizzo e di Controllo per l’attuazione dell’Accordo di
Programma per le compensazioni ambientali siglato nel 2008 dal ministero
dell’Ambiente, la Regione Campania e la Protezione Civile. All’ ordine del
giorno, oltre all’avvio delle procedure per l’ utilizzo dei 70 milioni di
euro accreditati alla Regione anche l’ esame delle criticita’ relative ad
alcuni rilevanti interventi. L’intero programma, infatti, prevede opere
compensative per 282 milioni di euro a vantaggio dei comuni che negli scorsi
anni, e attualmente, ospitano impianti di trattamento e smaltimento dei
rifiuti urbani. I soggetti attuatori degli interventi, sono, per legge, la
Sogesid e il Provveditorato alle Opere Pubbliche, in base ad apposite
convenzioni. La prima parte del programma, del valore di 141 milioni di euro
e’ in capo al ministero dell’Ambiente e le procedure amministrative sono gia’
partite con l’esame dei progetti presentati dai Comuni. Il Comitato ha
affrontato l’esame delle criticita’ di alcuni grandi interventi come quello
della discarica Sogeri di Castelvolturno, di Santa Maria La Fossa, di
Giugliano, di Acerra, di Pozzuoli, di S. Tammaro, di Terzigno, di Napoli, di
Villaricca, di Paduli, di Sant’ Arcangelo Trimonte e di Buonalbergo.
Mercoledì, 22 Febbraio 2012
POLITICA
22 febbraio 2012
Parchi regionali, scelti i presidenti
LE AREE PROTETTE DELLA CAMPANIA. GLI AMBIENTALISTI: «GESTIONE CLIENTELARE»
Parchi regionali, scelti i presidenti
Legambiente: dubbi sui loro requisiti
Legambiente: dubbi sui loro requisiti
Tra i nominati un produttore di latticini, un sindaco
e un ex sovrintendente. Individuati dalla Regione
e un ex sovrintendente. Individuati dalla Regione
Un produttore di latticini, un ex sovrintendente ed un sindaco: ecco alcuni tra i nuovi presidenti dei parchi regionali campani. Il provvedimento di nomina è stato pubblicato oggi, 21 febbraio, sul bollettino ufficiale della Regione Campania. I prescelti, che percepiranno uno stipendio annuo di 33.000 euro lordi, sono stati proposti dagli assessori all’Ambiente, Giovanni Romano, ed all’Urbanistica, Marcello Taglialatela. Neppure il tempo di ufficializzare le nomine, però, che sono piovute critiche e si preannunciano ricorsi al Tar.
MONTI LATTARI - Cominciamo, però, dai nomi. L’imprenditore del settore caseario assurge alla guida della riserva dei Monti Lattari. Territorio delicatissimo, di straordinaria bellezza, che sovrasta la Penisola Sorrentina ed è assediato dagli appetiti degli speculatori e dei cementificatori. Il nuovo presidente del Parco èGiuseppe Guida, ha 44 anni e vive a Vico Equense. Politicamente schierato col Pdl, nel curriculum indica i suoi trascorsi amministrativi in seno alla comunità montana e le attività lavorative svolte nel settore caseario e della ristorazione.
PARTENIO E PICENTINI - Alla presidenza del Parco Regionale del Partenio ecco Giuseppe Zampino, che molti ricorderanno ancora per gli anni trascorsi alla guida della Sovrintendenza. Per la riserva dei Monti Picentini la Regione ha scelto Gregorio Romano. È sindaco a Laurino ed è stato vice direttore del Parco Nazionale del Cilento durante la gestione di Amilcare Troiano.
TABURNO-CAMPO SAURO - Vito Busillo, che dirigerà l’area naturale Taburno – Campo Sauro, vanta solidi rapporti col presidente della giunta provinciale salernitana, Edmondo Cirielli, ed è stato candidato col Pdl in quel di Eboli. E’ stato inoltre presidente del consorzio Sele. Giovanni Corporente, un avvocato che in passato ha anche collaborato col Wwf, si colloca al timone del parco regionale Roccamonfina–Foce Garigliano.
FALCIANO - Alessio Usai, un naturalista che ha lavorato pure col centro studi Gaiola, l’associazione che collabora con la sovrintendenza alla gestione del sito archeologico posillipino, è stato designato al vertice della riserva naturale lago Falciano – Foce Volturno – Costa di Licola. Completano la squadra dei nuovi presidenti: Umberto De Nicola(Matese), Celeste Taranto (Campi Flegrei), Antonio Caruso(Foce Sarno), Maria Gabriella Alfano(Monti Eremita – Foce Sele - Tanagro), Giustino Parisi(Colline Metropolitane di Napoli). La squadra è stata nominata nell’ambito di un albo degli idonei.
IL CONCORSO PER I DIRETTORI - Resta aperta la partita per i direttori, che sono il vero centro nevralgico dove si assumono le decisioni essenziali per i parchi – in particolare la gestione del budget annuale di 100.000 euro e dei fondi europei - e guadagnano circa 90.00 euro lordi all’anno. Nel 2007 fa era partito un concorso, che non si è per selezionare i direttori, ma non si è mai concluso. Sulla prova aveva acceso i fari anche la Procura della Repubblica, nell’ambito dell’inchiesta che coinvolse i vertici campani dell’Udeur. Fino ad oggi, dunque, le funzioni di direttori sono state svolte da dirigenti regionali. Esaurita la pratica dei presidenti, è plausibile che la Regione coprirà quanto prima anche questa casella vuota. Lo farà attingendo allo stesso albo degli idonei alla presidenza, che era stato istituito nel 2009 ed è stato poi intergrato nel 2010 con altri papabili.
LA SOSPENSIONE DECISA DA CALDORO - Con le nomine dei nuovi presidenti, si diceva, sono arrivate anche le polemiche. Gli esautorati, quelli che erano stati a loro volta designati nell’inverno 2010 dalla giunta Bassolino e sarebbero dovuti rimanere in carica tre anni – già preannunciano ricorso al Tar. “Davvero non si capisce il motivo per cui la giunta Caldoro decise due anni fa di sospendere in autotutela la nostra nomina”, dice uno degli esclusi, che chiede di non comparire, “né si comprende per quale motivo si provveda a designare nuovi presidenti se noi siamo formalmente ancora in carica”.
LEGAMBIENTE: «GESTIONE CLIENTELARE» - Legambiente, come già in passato, denuncia a sua volta la gestione clientelare delle aree protette da parte della Regione. “La legge istitutiva dei Parchi”, dice Pasquale Raia, che per l’associazione si occupa appunto delle riserve naturali, “enuncia il principio per cui la valutazione dei curricula avrebbe dovuto privilegiare specifici requisiti. Dei quali, invece, non vedo traccia in molte delle biografie dei nuovi presidenti”. Sottolinea, inoltre:”Anche la scelta di pescare i nuovi direttori dall’albo è censurabile. Quello è un ruolo che va coperto per concorso”. Legambiente chiede dunque un cambio di passo, affinché le aree protette regionali possano effettivamente svolgere il proprio ruolo: preservare il territorio, garantire la biodiversità, promuovere un turismo che si basi sull’osservazione della fauna, sulle tipicità enogastronomiche e culturali. La replica dell’assessore Romano: "Tutti i profili dei prescelti sono coerenti con i requisiti che richiedeva il bando. Se Legambiente ha notizia di dichiarazioni mendaci, si rivolga alla Procura. Se invece le perplessità riguardano i requisiti indicati nella selezione, sarebbe stato meglio avanzarle all’epoca in cui è stata varata la selezione stessa, non ora”.
Fabrizio Geremicca
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