Da Aldo Policastro del Comitato contro la discarica del Castagnaro di Quarto riceviamo e pubblichiamo:
Antonio Amato (Presidente Commissione regionale Ecomafie): «Ancora un episodio inquietante per la discarica del Castagnaro a Quarto. Si faccia immediatamente chiarezza anche sulle modalità di intervento delle forze dell’ordine»
«Ancora un grave episodio ai danni dei rappresentanti del comitato anti discarica di Quarto, e questa volta, secondo le denunce che abbiamo raccolto, ancora più inquietante delle stesse minacce subite dal rappresentante del comitato nelle scorse settimane» lo denuncia il Presidente della Commissione Ecomafie e siti smaltimento rifiuti della Campania Antonio Amato che questa mattina si è recato presso le cave del Castagnaro destinate ad accogliere compost fuori specifica «La scorsa notte, secondo quanto raccontato dai rappresentanti del comitato che stanno provvedendo anche a stendere formale denuncia, alla chiusura del presidio, recatisi nella sede della Consulta Giovani di Quarto, hanno qui dovuto fermare un tentativo di effrazione: due persone tentavano di manomettere la centralina elettrica legata all’allarme della consulta e a intaccare le grate di una finestra. Bloccati dall’intervento dei ragazzi del comitato» continua Amato «sarebbero scappati abbandonando una scala e portando con sé un grosso borsone nero. Hanno però continuato a stazionare fuori la sede della consulta insieme ad altre 6 persone che erano già state avvistate, a bordo di due auto, aggirarsi in modo sospetto nei pressi del presidio. Fuori la consulta è poi giunta anche un’auto dei carabinieri. Qui la situazione sarebbe evoluta in modo sconcertante: secondo la denuncia raccolta, infatti, i carabinieri non avrebbero immediatamente identificato le otto persone sospette che pure continuavano a stare lì, ma piuttosto i rappresentanti del comitato. Quindi, i carabinieri in divisa avrebbero prima provato ad entrare nella consulta senza mandato, quindi a fronte del diniego dei rappresentanti del comitato, li avrebbero chiamati in disparte confidando loro che quelle perone erano in realtà rappresentanti delle stesse forze dell’ordine che stavano realizzando “un’operazione nell’ombra”. La situazione sarebbe diventata concitata, e alla fine, i carabinieri avrebbero agito armi in pugno ammanettando i due che avevano provato ad entrare nella consulta. Cosa allora è realmente accaduto la scora notte a Quarto?» si chiede Amato «Chi erano quelle persone e perché avrebbero provato ad entrare nella sede della consulta? E’ vero che i carabinieri, pure a fronte delle precedenti minacce ricevute da rappresentanti del comitato, non li avrebbero immediatamente identificati? E’ vero che hanno parlato di “un’operazione ombra”? E nel caso, di cosa realmente si trattava? E’ un caso che poi questa mattina sarebbero giunte altre forze dell’ordine a chiedere, senza ragione, la chiusura del presidio perché abusivo? Cosa si sta determinando su quel territorio a fronte della possibilità di aprire una nuova discarica? Troppe volte in passato» afferma il Presidente della Commissione Regionale «ci siamo trovati di fronte a operazioni poco chiare. Chiaiano e Pianura insegnano molto. Chiederemo urgentemente chiarezza in tutte le sedi istituzionali interessando innanzitutto il Parlamento e il Ministero degli Interni. E’ troppo delicata questa vicenda per restare inermi. Sul merito della questione discarica stiamo ancora apportando i dovuti approfondimenti e venerdì terremo un’apposita audizione con tutti i rappresentanti istituzionali» conclude Amato «Tuttavia diciamo con chiarezza che cittadini che legittimamente e pacificamente protestano devono essere tutelati, soprattutto dopo pesanti minacce ricevute, che ventilate e tutte da verificare “operazioni ombra” eventualmente volte a far salire la tensione o smorzare la vitalità delle proteste sarebbero di una gravità inaudita, che il diritto dei cittadini non può divenire carta straccia in nome di interessi oscuri e poco chiari»
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