Categoria: Cronaca
Data: 10/02/2012
Secondo i giudici, il Ministero dell’Ambiente doveva rispondere alla denuncia presentata dall’associazione. Raia: «Triste vittoria, c’è chi se ne è lavato le mani invece di prendere provvedimenti».
“Il ricorso è fondato e va accolto”: c’è scritto così nella sentenza che il Tar della Campania ha emesso ieri, dando ragione a Legambiente che, attraverso l’avvocato Aldo Avvisati dello studio legale AFM, aveva presentato ricorso contro il silenzio del Ministero dell’Ambiente rispetto all’esposto inviato attraverso la Prefettura di Napoli lo scorso 11 febbraio 2011 sulla discarica Sari. L’associazione aveva denunciato un “grave stato di inquinamento” del territorio vicino alla cava nel cuore del Parco Vesuvio, ma dal Ministero non era arrivato alcun provvedimento.
Un silenzio colpevole, ha detto ieri il Tar (presidente Antonio Guida e relatore Francesco Guarracino): ora il Ministero dovrà pronunciarsi oppure al suo posto lo farà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, nominato commissario ad acta. Scrivono i magistrati: “La denuncia di danno ambientale con la quale si richiede l'intervento statale a tutela dell'ambiente ai sensi dell’art. 309 d.lgs. 152/06 determina, infatti, a carico del Ministero dell’Ambiente un obbligo di valutare le richieste di intervento e le osservazioni ad esse allegate afferenti casi di danno o di minaccia di danno ambientale”.
E ancora: “Essendo trascorso quasi un anno dalla data in cui è stata presentata la denuncia di danno ambientale senza che il Ministero dell’Ambiente abbia provveduto sulla stessa, nei termini che si sono detti, il ricorso deve essere accolto”. Una vittoria che, tuttavia, lascia l’amaro in bocca ai vertici dell’associazione ambientalista: “E’ triste che un tribunale abbia dovuto sentenziare che il Ministero dell’Ambiente, massima autorità nel campo ambientale, ha scelto di lavarsene le mani”, spiega il responsabile regionale per le aree protette Pasquale Raia.
Autore: Francesco Gravetti
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