martedì 15 novembre 2011

IL FALLIMENTO AMBIENTALE DEL GOVERNO DI BERLUSCONI

Nella foto l'inaugurazione dell'inceneritore di Acerra

Pesante eredità del governo da poco dimesso su ambiente, territorio, energia. Proclami, sconfitte e illusioni. Il fallimento nasce molto prima della crisi finanziaria. Di Nunzio Ingiusto


"E il tempo, a poco a poco, li ha portati via con sè". Era il refrain di una canzocina di tanti anni fa. La ricordiamo a proposito di impegni non mantenuti, quando Silvio Berlusconi si è dimesso. Abbiamo ripensato alle sue dichiarazioni in tema di ambiente, energie rinnovabili, difesa del suolo. Sì, il tempo ha portato via tutto. E molto prima della crisi finanziaria. Ogni idea, ogni progetto uscito dal cappello durante la campagna elettorale è rimasto chiuso nei cassetti. L'Unione europea non ha mancato di far sentire la propria voce. Ci siamo presi sanzioni e multe. L'ambiente non è migliorato affatto. Città e aree metropolitane hanno avvertito uno sconsolante abbandono. Berlusconi ha messo in funzione l'inceneritore di Acerra, certo (foto). Ma quante illusioni! Ha usato Napoli sulla scena internazionale; ha stipato tonnellate di rifiuti in siti temporanei che non si riescono a liberare. Il Paese intero è arretrato in qualità ambientale come puntualmente dicono i rapporti di Legambiente.
La difesa del territorio non è mai entrata nell'agenda del governo. Il terremoto de l'Aquila - dopo le prime ore - ci ha fatto capire di quale pasta di impreparazione ed affarismo fossero fatti i servitori dello Stato delegati ai compiti. Grandi opere e soldi mai stanziati hanno avuto la stupefacente conseguenza di far marciare contro il governo imprenditori, lavoratori e sindaci. Esclusi, s'intende, quelli che hanno propiziato gli sciagurati condoni. Per rispetto verso le vittime innocenti, non aggiungiamo nella lista Genova e gli altri disastri. Infine l'energia. A quelle rinnovabili, che erano nel programma elettorale, in due anni ha tolto ogni agevolazione economica. Sul nucleare Berlusconi ed i suoi Ministri hanno subito la pesantissima batosta del referendum. Sono andati all'aria contratti con Società estere incautamente firmati e un po' della credibilità di qualche nostro illustre scienziato.
L'Italia continua ad importare oltre l'80 % del proprio fabbisogno energetico e la bolletta è tra le più salate d'Europa. Concludendo non siamo messi bene anche in questi campi, gli stessi che hanno permesso alla Germania di accumulare risorse economiche che ci mette a disposizione per non andare in default.
Autore: Nunzio Ingiusto

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