L'Espresso di Gianluca Di Feo
Una valanga di denaro pubblico gettato per manichini, televisori, modellini, bandierine e altra chincaglieria. Ecco tutti i costi della festa delle Forze Armate nel Circo Massimo, voluta dal ministro per celebrare se stesso, alla faccia della crisi. E il bello è che Roma ha un'intera città militare che poteva ospitare gratis l'evento
Un tempo il Quattro novembre era il giorno in cui le caserme si aprivano: una festa di democrazia con i cittadini che potevano entrare nella vita dei militari. Ma il ministro Ignazio La Russa ha pensato di fare le cose in grande e trasformare il centro di Roma in una piazza d'armi ai piedi dei palazzi imperiali. Costosissima. I documenti riservati che L'Espresso pubblica in esclusiva dimostrano che per il week end di esibizione nel Circo Massimo si spenderà circa mezzo milione di euro. E questo in un momento in cui la crisi spinge la nazione sull'orlo della bancarotta.
Da una settimana su molte strade della capitale si incontrano convogli con carri armati e semoventi, che hanno mandato il traffico in tilt, mentre elicotteri atterrano davanti alla zona archeologica: una piccola replica della parata del 2 giugno. Come accade da tre anni, le forze armate mettono in mostra i loro mezzi di pace e di guerra, esibendoli in uno show con prezzi discutibili. La lista della spesa è impressionante. Si parte con settemila euro di bandierine. Oltre 25 mila euro per l'impianto di illuminazione, 3.650 per la ghiaia da spargere sul terreno, cinquemila per noleggiare la recinzione, 14 mila per affittare i wc chimici. Insolita l'uscita di 15 mila euro per il noleggio di pulman: le forze armate ne possiedono centinaia, a che servono questi rinforzi? Forse per garantire confort extralusso a qualche autorità che non è abituata ai sedili spartani dei normali torpedoni?
Che dire invece dei manifesti sugli autobus pubblici? Ne sono stati stampati cento, poi buttati via e rifatti perchè era cambiata la sede del concerto: 1.100 euro. Solo per "riparare e lavare" le bandiere tricolori sono andati via mille euro. E il rancio? Cinquemila di materiali da cucina "da impiegare al Circo Massimo". Stupiscono i tremila per "il funzionamento dei sistemi informatici": specificando che si tratta di "parti di ricambio" per le attrezzature impiegate nell'area. Difficile capire quali pezzi si logorino nei computer che serviranno per due giorni di festa nel centro di Roma: Esercito e Marina hanno sistemi informatici costruiti per funzionare in mezzo al deserto e sotto i bombardamenti ma temono di perdere i pezzi al Circo Massimo?
Alcune voci appaiono singolari. Oltre 12 mila euro per la "stampa di banner per allestimento portale". duemila di materiale odontoiatrico, duemila di attrezzature tipografiche, 5.500 di "monouso e pulizia" per la mensa da campo. Insospettiscono i dodici manichini per "esposizione uniformi storiche" sono costati 6600 euro: 550 euro per sagoma, neanche fossero automi... Forse al vertice della Difesa dimenticano che a Roma esistono almeno cinque musei militari e centinaia di manichini pronti al trasferimento sul nuovo fronte: granatieri, carabinieri, fanti, carristi, genieri d'epoca, senza bisogno di arruolare altre reclute immoobili.
Anche la tecnologia è cara. Per noleggiare cinque tv color da 50 pollici escono cinquemila euro, tremila per un videowall, 6000 per allestire gli impianti elettrici, 2500 per "implementare l'impianto di diffusione sonora". C'è poi la tendona-tensostruttura, che è costata 28 mila euro. E l'esposizione dei modelli in scala reale di aerei da ventimila euro. Trentamila euro se ne vanno in rappresentanza e promozione. E quattromila per "spese di cancelleria, telefoniche e postali".
Anche la truppa riceverà degli extra per la spedizione romana. Circa 18 mila euro di straordinari, 9000 per spese di trasporto e missione, Mille euro di "indennità di marcia" per l'Ottavo Reggimento Casilina: i tempi in cui i bersaglieri correvano senza sosta e senza supplementi forse sono superati dalla storia. Alla fine si contano 355 mila euro solo di uscite fuori bilancio. A cui vanno aggiunti i carburanti. E l'esibizione delle Frecce Tricolori che, meteo permettendo, segnerà i sette colli con il loro spettacolo di acrobazie. Non è chiaro invece se Ennio Morricone dirigerà gratuitamente la fanfara dei bersaglieri per il gran finale di Piazza del Popolo.
C'era bisogno di questo show? Le nostre forze armate hanno appena concluso una guerra voluta dal parlamento e dal capo dello Stato: la campagna in Libia dove Aeronautica e Marina sono state impegnate in pattugliamenti e nei più massicci bombardamenti della storia repubblicana. Sono impegnate in Afghanistan, dove giovedì si è combattuto alle porte del nostro comando di Herat. E garantiscono la pace in Libano e Balcani. E' giusto che vengano festeggiate. Ma non si capisce la necessità di questo doppione della festa del Due giugno, dove hanno già sfilato tutti i mezzi e tutti i reparti. Non era più efficace mantenere la tradizione delle caserme aperte? Alle porte di Roma esiste la città militare della Cecchignola, con mezzi, veicoli, cannoni, computer e cucine che funzionano tutti i giorni senza bisogno di spese ulteriori. La capitale è poi costellata di basi e ministeri, con le loro raccolte storiche, i modellini e i cimeli delle imprese epiche. Lo spreco di denaro pubblico per il campo d'armi nel circo degli imperatori tanto caro al ministro La Russa va invece a incidere su bilanci dove anche la Difesa stenta a tirate avanti.
Oggi molte caserme non riescono nemmeno a pagare la bolletta della luce. L'ordine del ministero è di saldare il conto solo quando arriva la minaccia di distacco per morosità. In un caso, nella base di un reparto del genio trasmissioni, sono stati allestiti i gruppi elettrogeni da prima linea per fronteggiare l'eventualità del distacco. Quanti conti si sarebbero saldati con il mezzo milione del La Russa Imperial Show?
sabato 5 novembre 2011
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