lunedì 7 novembre 2011

Le regioni e i costi della politica. La mappa degli sprechi e come risparmiare 600 milioni

L'assemblea siciliana costa 175 milioni all'anno ma quella che pesa è la Val d'Aosta con 125 euro a testa per abitante. Lombardia ed Emilia "campano" con 8 euro.

Un miliardo e 100 milioni di euro. E' la cifra che spendono ogni anno le regioni italiane per mantenere i loro "parlamenti", cioè i consigli regionali. Stiamo parlando, per capirci, delle spese di gestione, di rappresentanza, di ristorazione: solo per fare due esempi, degli 879 euro che l'assemblea siciliana paga ogni mese per nutrire i suoi membri con sushi e cannoli (entrambi presenti nel menù) o dei 600mila euro all'anno di spese di rappresentanza del consiglio regionale calabrese, cioè 54 volte quelle dell'Emilia-Romagna che ha il doppio degli abitanti.


A fare i conti in tasca alle regioni sono ancora una volta Sergio Rizzo e Gianantonio Stella dalle colonne del Corriere della Sera. Mentre il paese si avvicina pericolosamente al baratro, nemmeno i politici regionali - come quelli centrali - sembrano rinunciare ai loro privilegi. Non tutti, almeno. Si badi: non è una questione di nord e sud, perché la situazione è assolutamente a macchia di leopardo e gli sprechi sono distribuiti per tutta la penisola. Con divari enormi tra regioni vicine.

Spesa pro capite, la Val d'Aosta batte tutti

E' la Regione Sicilia, con i suoi oltre 175 milioni, quella che costa di più in assoluto, seguita dal Lazio con 102 milioni, la Campania con 90 milioni, la Sardegna con 85, il Piemonte con 82, la Calabria con 78 e la Lombardia con quasi 76 milioni.

Ma il dato diventa significativo solo se rapportato al numero degli abitanti della regione. E qui si scopre che la regione che pesa di più è la Valle d'Aosta con quasi 125 euro per cittadino e stacca nettamente la seconda, la Sardegna con 50,87 euro pro capite. Le regioni più virtuose risultano la Lombardia (7,7 euro a cittadino, 16 volte meno della più cara), l'Emilia-Romagna (8,58 euro) e la Toscana (8,68). "I soldi - precisano Rizzo e Stella - escono dalla stessa cassa. Rendendo certe sfasature, agli occhi dei cittadini delle regioni più virtuose, insopportabili".

Con 8 euro a cittadino un risparmio di 1,3 miliardi

Se tutte le regioni adottassero i criteri di spesa delle più virtuose i costi complessivi sarebbero più che dimezzati. E' la proposta "8 euro" di Matteo Richetti, presidente del consiglio regionale dell'Emilia Romagna, che prende il nome dalla spesa pro capite di quella regione: "se certe assemblee come la lombarda o l'emiliana vivono con 8 euro per ogni cittadino, perché altrove no?".

Se tutte le regioni adottassero questo parametro il risparmio complessivo sarebbe di 606,5 milioni di euro. "Se poi - continuano i due autori - applicassimo lo stesso criterio a Palazzo Madama e a Montecitorio ('Sono o no assemblee legislative che fanno lo stesso lavoro?', ammicca Richetti) le cifre sarebbero ancora maggiori. E il risparmio totale salirebbe a un miliardo molto abbondante. Per l'esattezza 1.277.820.696 euro. Una somma che, dice il presidente della Toscana Enrico Rossi, potrebbe essere usata per fare finalmente un piano nazionale di sicurezza idrogeologica".

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