martedì 25 gennaio 2011

Caldoro, autorizza l’ingresso di rifiuti tossici in Campania!!

15 novembre 2010. Napoli è allo stremo, colma di spazzatura: 3500 tonnellate per le strade, 10000 calcolando quella dimenticata nelle città vicine. Pecorella torna a parlare di “rischio di disastro ambientale”. Il Governatore della Regione Campania Caldoro firma un provvedimento che autorizza i conferimenti fuori provincia.

Cosa inquina la Campania? La camorra istituzionale in affari con i clan locali. Questo non deve essere più un dubbio per nessuno. Nel frattempo si perde tempo, denaro e dignità a trovare alternative che esistono ma che nessuno vuole attuare per la gestione del rifiuto solido urbano nessuno parla del rifiuto industriale, speciale. Sul bollettino ufficiale pubblicato dalla Regione Campania la delibera che autorizza l’ingresso di rifiuti speciali in Campania. Avete capito bene, mentre Terzigno e tutta la regione lotta contro i cumuli di rifiuti, le discariche legali e abusive zeppe di ogni genere di rifiuto, puzza e percolato, la Regione autorizza l’ingresso di rifiuti speciali provenienti da altre regioni di Italia, magari, da quelle stesse regioni ‘ Verdi ‘ che hanno snobbato, offeso, pugnalato i campani. I rifiuti speciali sono:


- Rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall’art. 186;

- Rifiuti da lavorazioni industriali;

- Rifiuti da attività commerciali;

- Rifiuti derivanti dai fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;

- Rifiuti derivanti da attività sanitarie;

- Macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;

- Veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti;

- Combustibile derivato da rifiuti. Le scorie.

I rifiuti pericolosi sono quei rifiuti speciali e quei rifiuti urbani NON domestici indicati espressamente come tali con apposito asterisco nel CER
Tutto questo, con la autorizzazione data dalla Regione verrà smaltito in Campania, ma dove, come, bruciandoli?
Tutto questo senza menzionare i sette impianti di compostaggio commissionati nel 2002 dall’allora Commissario di governo all’emergenza rifiuti e mai ritirati. Si vocifera che, se non ci saranno altri intoppi, potrebbero cominciare a produrre compost nei primi mesi del 2011. 108 mesi dopo il bando. Francesco Galanzino, è uno dei soci dell’azienda che avrebbe dovuto fornire alla Campania quegli impianti. Racconta al Corriere del Mezzogiorno come e perché gli stessi, ad oggi, non siano mai arrivati.
«Entsorga, la mia società, si aggiudicò nel 2002 l’appalto per la fornitura di sette impianti alla Campania. Una gara da un milione e mezzo di euro. Noi ci impegnavano a fornire sette moduli per il compostaggio, che garantissero il trattamento di almeno 24.5000 tonnellate di umido ogni 12 mesi. Il Commissariato ha pagato solo il 70% di quanto pattuito. Abbiamo perciò intentato una causa civile, per ottenere il saldo, considerando anche che l’impresa ha pagato tasse ed Iva sull’intera fornitura. Il ministero ha resistito in sede giudiziaria e solo recentemente la vicenda si è conclusa. Abbiamo vinto noi. Dovranno pagarci tutto l’importo previsto».
Quindi, mentre tutta la Campania è in piena emergenza ambientale, mentre Terzigno subisce una infamia vecchia di decenni, mentre spariscono i fondi per la gestione dei dati informatici negli uffici giudiziari, mentre i magistrati indicano Nicola Cosentino come colui che «garantiva il permanere dei rapporti fra imprenditoria mafiosa, pubblica amministrazione ed enti a partecipazione pubblica». Mentre l’impero dei Casalesi valicava Caserta per giungere fino in Lombardia, ancora secondo gli inquirenti, l’attuale coordinatore del Pdl in Campania avrebbe anche «contribuito al riciclaggio e al reimpiego delle provviste finanziarie provenienti dal clan dei Casalesi».
Mentre si aspettano dal 2002 gli impianti di compostaggio tutt’oggi inesistenti, la Regione Campania autorizza l’arrivo di rifiuti speciali da smaltire sul proprio territorio. Fuori dalle indagini la società S.A.R.I. Srl che gestisce la discarica di Terzigno, da sempre terra occupata dai clan locali. Dentro gli appalti comunali, provinciali e regionali, dentro i cda di certe banche popolari locali le tante risposte che cerchiamo.

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