mercoledì 5 gennaio 2011

Non deve...Non può morire...Si continua...

Ieri alcuni manifestanti che per tante notti hanno mantenuto il presidio della Rotonda hanno deciso, per stanchezza e percependo, credo a torto, l’indifferenza dei concittadini, hanno deciso di rinunciare al sacrificio di presidiare e hanno smobilitato l’area.

Abbiamo cercato di far capire che il sacrificio loro, ma anche di quelli che per qualche ora presidiavano la Rotonda aveva un valore importante ma che da solo non poteva lottare contro manganelli e indifferenza.
Pertanto ritenevamo che anche se in pochi e anche se per un tempo limitato il presidio simbolico della Rotonda dovesse continuare ad esistere fino a quando questo immane disastro ambientale non cesserà!
Questa sera, ma ancor più giovedì scorso c’è stata una discreta presenza della popolazione che è ritornata sulla Rotonda per riaffermare il principio della presenza in un luogo simbolo della difesa del diritto violato e della legalità scomparsa.
All’Assemblea pubblica di giovedì , purtroppo dopo i primi quattro interventi l’unico megafono disponibile ha scaricato le pile e non era possibile intervenire per farsi ascoltare.
Abbiamo cercato di farlo stasera con i presenti e le riflessioni e le proposte degli amici della Rete le  riporto per sommi capi in questo post all’attenzione dei lettori.
Innanzitutto una condanna “senza se e senza ma” a qualunque forma di violenza per imporre le proprie idee, a maggior ragione quella apparsa del tutto gratuita operata da una parte dello stato che ha portato alla distruzione senza giustificazione alcuna dei gazebo della Rotonda e all’aggressione dei cittadini accorsi a difendere il proprio diritto costituzionale a manifestare pacificamente il proprio dissenso.
Si è trattata di un’azione grave compiuta in una proprietà privata e distruggendo beni privati senza alcuna denuncia da parte del proprietario del terreno nei confronti dei manifestanti.
Per questo, al fine di individuare chi ha ordinato irresponsabilmente tale azione violenta e impostare un’azione legale a tutela del libero diritto a manifestare sancito dalla Carta costituzionale, abbiamo promosso prontamente una richiesta a diversi parlamentari per “interrogare” il Ministro Maroni a farci dire da chi e per quale motivo è partito l’ordine di un tale inqualificabile atto.
Poi una risposta “ per le rime” a chi ci accusa di non assumerci responsabilità quando veniamo invitati ad ispezionare la discarica. (tralascio le altre sciocche accuse rese pubbliche su Metropolis davvero fuori luogo e senza senso).
La Rete, con diverse note protocollate alcune settimane fà ai vari Enti in indirizzo nonchè al primo cittadino di Boscoreale, ha chiesto di istituire una commissione tecnica che avesse la possibilità di certificare la cubatura e la tipologia dell’attuale conferimento in discarica, attraverso la visione dei registri di scarico all’ingresso della Sari.
Solo così saremo in grado di definire lo stato di calmieramento effettivo dell’invaso e comunicarlo ai cittadini ed alla magistratura.
Fare una passeggiata turistica tra “incompetenti” non ci interessa.
Così come dire che la Sari si avvia ad esaurimento la dice lunga sullo spirito della visita (ispezione?? E di chè??).
La competenza in tema di gestione discariche tra chi ha partecipato all’ispezione è pari alla mia conoscenza della lingua cinese. Cioè vicino allo zero assoluto!
Quando siamo stati chiamati “seriamente” ad esprimerci lo abbiamo fatto con cognizione di causa partecipando alla visita della Commissione ecomafie, fornendo periti al Tribunale di Nola e interloquendo con la Commissione europea sul tema specifico della gestione del ciclo dei rifiuti in Campania e nella Provincia di Napoli.
In tutti i casi abbiamo sempre formalizzato richieste di documentazione che a tutt’oggi risultano inevase.
Intanto per conto nostro siamo andati a “vedere” dall’alto lo stato della Sari il giorno dopo la “passeggiata istituzionale”. ( testimoni  le foto).
C’era una puzza indicibile (non percepibile dalle foto???) e una marea di gabbiani.
 
Rispetto all’ultima visita di ottobre il volume complessivo dei rifiuti è salito di oltre tre metri, sono stati aggiunti due camini per il biogas, un altro enorme bruciatore in collina e potenziati i tubi di pescaggio del percolato, indice che la massa di rifiuti produce un’enorme volume di biogas e una aumentata quantità di percolato.
E lo sarà sempre più nei prossimi mesi.
 
Il livello dei rifiuti allo stato è sottoposto di circa sette-otto metri dal bordo della cava e questo fa presumibilmente ritenere che con gli attuali flussi di conferimento al bordo del cratere si arriverà tra una decina di mesi.
Questo è quanto è apparso ai nostri “incompetenti” occhi e al nostro naso considerando che basta passeggiare di sera per Piazza Pace per avvertire ancora  la puzza che “qualcuno” giudica abbattuta!
Venendo poi alla questione del DL che cancella cava Vitiello dal novero delle discariche previste restiamo ai fatti.
La lunga battaglia messa in campo dai comitati forti di una enorme presenza di cittadini da settembre ha costretto i vari gradi istituzionali, in primis la Commissione europea, a prendere posizione e poi a ricredersi sulla cava Vitiello, ottenendo il decreto che cancella allo stato dalla L 123/08 e fino al 25 gennaio l’invaso dal novero delle discariche.
In attesa della Legge di conversione, approvata dalla Camera e in itinere al Senato, si spera definitivamente nella seduta prevista il 21 gennaio.
E’ bene precisare che l’attuale DL in vigore cancella di fatto cava Vitiello come sito di discarica e la rimette nel novero delle cave soggette al vincolo ambientale dell’area protetta del Vesuvio che il decreto 90/08 e  la relativa legge di conversione  123/08  sull’emergenza, avevano  sopravanzato.
Per rimettere in gioco cava Vitiello occorre ripristinare una qualche legge emergenziale ( magari in capo al Commissario regionale Caldoro) come previsto possibile dal DL, ma comunque molto improbabile in quanto, una decisione del genere, darebbe alla Corte europea l’alibi per ulteriori sanzioni economiche alla Campania.
Anche su questo versante comunque l’attenzione dei comitati è più che mai viva.
Sul fronte della magistratura purtroppo si segnala uno stallo spero solo di carattere tecnico.
Ma anche quì stiamo ai fatti.
E i fatti sono questi.
Il PM Visone della Procura di Nola incaricato delle indagini su cava Sari ha trasmesso la richiesta di sospensione cautelativa della discarica, causa l’inquinamento dei falda e in attesa di ulteriori riscontri, al GIP che ha ritenuto di respingere tale richiesta motivando la decisione col fatto che non è allo stato possibile dimostrare il nesso causa (discarica ex Sari) effetto ( inquinamento della falda profonda).
Come dire servono ulteriori indagini.
E’ un primo passaggio di quella che sarà una lunga battaglia giudiziaria.
Noi non molliamo.
Stiamo, con il pool di legali e con lo staff di Legambiente, sollecitando continuamente la Procura a disporre immediatamente il piano peritale e iniziare i sopralluoghi nell’area Pozzelle.
Abbiamo in questo fornito al Tribunale supporto tecnico composto da esperti del ramo e nostri concittadini.
Siamo fiduciosi che alla lunga e nei tempi che ci verranno concessi porteremo a buon fine questa battaglia in nome e per conto di tutta la popolazione vesuviana, anche di quella che non ha mai creduto nell’aspetto del diritto ch è fondamentale in questa battaglia di civiltà.
Lo dobbiamo sopratutto in nome dei nostri e dei loro figli.
Gli ultimi due punti riguardano essenzialmente due aspetti concreti della lotta per i nostri diritti.
Il primo è che le istituzioni hanno deciso che in cava Sari conferiscono l’indifferenziato i 18 comuni dell’area rossa.
Chi è deputato al rispetto di ciò?
I cittadini? Non credo?
E’ un compito obbligatorio delle istituzioni, in primis delle comunità locali con le loro polizie.
Sino ad ora gruppi di cittadini volontari, sacrificandosi per tante lunghe notti, e in qualche sporadica occasioni le Polizie municipali di Terzigno e Boscoreale che hanno registrato e verbalizzato violazioni ripetute di tale accordo, hanno rilevato e documentato passaggio di compattatori di dubbia provenienza e di altrettanto dubbio carico di rifiuti (ad es. compattatori provenienti da Torre del Greco con materiale putrescente e da Boscotrecase con materiale sanitario) cosa questa che chiama direttamente in causa i responsabili dell’ordine e della pubblica salute del territorio su documentate responsabilità ed omissioni.
La proposta che abbiamo formalizzato ai comuni capofila Terzigno e Boscoreale è quello di reiterare l’ordinanza di sversamento dalle 23,30 alle 7,00 e di garantire la presenza dei vigili al fine di accertare le oramai certe violazioni ai conferimenti.
Abbiamo suggerito di costituire una forza temporanea intercomunale composta da un vigile per ognuno dei quattro comuni, supportato da noi dei comitati e cittadini, che a turno coprisse l’orario di sversamento. Abbiamo pertanto reiterato questa richiesta alle Amministrazioni comunali e per conoscenza alla Magistratura esigendo una risposta a breve, ai sensi della normativa vigente.
A questa nostra richiesta, sino ad ora  c’è stata solo una risposta demagogica sulle pagine di Metropolis che “i comitati non fanno proposte fattive ma aizzano i cittadini contro le istituzioni”.
Queste dichiarazioni  si commentano da sole e la dicono lunga sulla qualità dell’attuale rappresentanza istutuzionale impegnata sopratutto a dividere le opinioni piuttosto che impegnarsi concretamente per la salvaguardia del bene comune.
Noi non ci arrendiamo.
Lanciamo pertanto un appello a tutti i consiglieri comunali dell’area vesuviana, di maggioranza e di opposizione, di destra, di centro e di sinistra,  a sentirsi  responsabili del destino del Parco nazionale del Vesuvio e a far sentire concretamente la propria voce a sollecitare le proprie amministrazioni a contribuire ai controlli sulla Rotonda e nel  dare la propria personale  disponibilità a presenziare a turno a tali controlli.
Per questo pensiamo di promuovere a breve un incontro tra rappresentanti del popolo e comitati per sostenere tale iniziativa.
Potrebbe essere il modo migliore per riavvicinare i cittadini ai propri rappresentanti e attenuare la crescente sfiducia.
E da ultimo la questione della tassa per il servizio NU.
La TARSU dei nostri comuni ha raggiunto cifre non più sostenibili dalla stragrande maggioranza dei cittadini.
Lanciamo la proposta di associare l’aumento odierno ingiustificato della tassa, la presenza della discarica col suo carico inquinante, la qualità del servizio della raccolta differenziata e il danno alla salute per organizzare una grossa manifestazione a metà mese percorrendo i principali comuni a ridosso della discarica e concludendola con una pubblica assemblea per proporre soluzioni premiali e per trasformare la tassa in tariffa e abbatterne l’importo.
Queste le proposte più significative che la Rete insieme a tutti i comitati interessati pensa di mettere in campo.
Naturalmente attendiamo emendamenti o contro proposte.
FrancoM
 
 

Nessun commento: