Guarda lo spot di Geenpeace
ROMA - La fionda di Davide è caricata a ironia. Greenpeace 1 ha deciso di replicare alla massiccia campagna a sostegno del ritorno al nucleare con uno spot che punta tutto sul sarcasmo. Il filmato, che Repubblica vi offre in anteprima, è stato realizzato in economia e non passerà sui grandi circuiti mediatici. "Non abbiamo le risorse necessarie per acquistare spazi pubblicitari dai prezzi proibitivi, ma volevamo comunque replicare a quella che ci è apparsa una comunicazione fortemente scorretta", spiega il direttore esecutivo di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio.
Il riferimento è agli spot 3e alle inserzioni a cura del Forum Nucleare Italiano che nelle settimane scorse hanno affollato televisioni e stampa nazionale. Una campagna che l'associazione ambientalista ritiene scorretta sia nella forma che nei contenuti. "L'azionista di maggioranza del Forum - spiega il responsabile della comunicazione Andrea Pinchera - è l'Enel, i soldi utilizzati per promuovere il ritorno dell'atomo sono quindi in gran parte soldi pubblici che arrivano dalle tasche dei contribuenti". "Gli spot - aggiunge Onufrio - sono
poi mistificatori perché con un tono apparentemente equidistante spacciano delle opinioni per informazioni, in particolare quelle riferite alla possibilità di gestire senza problemi le scorie, una questione della quale si parla in realtà dagli anni '70 senza che si sia ancora riusciti a trovare una soluzione definitiva". Il filmato di Greenpeace si sforza quindi di smontare queste certezze a colpi di ironia. "E' giocato tutto sul paradosso tra il tono suadente dello speaker e il contenuto", precisa ancora Onufrio. Oltre al nodo scorie gli altri aspetti della promozione filonucleare presi di mira sono i costi, i rischi legati a una possibile minaccia terroristica e la difficoltà di trovare siti adatti a ospitare le centrali. "Altri aspetti della pubblicità del Forum Nucleare che trovo mistificatori - dice Onufrio - è il voler ritrarre l'uranio come una fonte priva di problemi di approviggionamento, mentre si tratta di una risorsa finita proprio come quelle fossili, e il voler presentare le rinnovabili come incapaci di andare oltre la dimensione di nicchia. Non è così: in Spagna già lo scorso anno oltre il 16% dell'elettricità è stata prodotta dal vento 4 e studi anche di provenienza istituzionale e industriale intravedono la possibilità di un futuro non troppo remoto con le energie verdi in grado di soddisfare il 100% dei consumi".
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