La Campania punta sugli inceneritori
Alessandro De Pascale per TERRA
Trasmesso all’Ue il nuovo Piano regionale. L’emergenza si risolve con due nuovi impianti, altre tre discariche e una singolare immondizia trattata nei sette Stir. Differenziata nell’angolo.
La prima bozza del nuovo Piano rifiuti della Campania è stata spedita a Bruxelles, con una raccomandata il 31/12. Frutto di una trattativa col governo, rischia di gettare benzina sul fuoco delle proteste. Al via i due nuovi termovalorizzatori, l’apertura di altre tre discariche, la trasformazione degli stabilimenti Stir e la realizzazione di 10 impianti di compostaggio. L’accordo con l’Europa prevedeva l’invio del testo entro la fine del 2010. La Regione l’ha protocollato l’ultimo giorno utile, il 31 dicembre. L’obiettivo è scongiurare una nuova procedura di infrazione e ottenere il ripristino dei 500 milioni di euro di fondi Ue bloccati dal 2007.
Gli ispettori della Commissione europea lo avevano detto già a fine novembre. Pia Bucella, capo della delegazione Ue, spiegò alla Commissione ambiente del Consiglio regionale che «i fondi saranno sbloccati solo quando ci sarà un Piano di gestione dei rifiuti regionale, quando sarà avviato concretamente un lavoro». Anche ora l’Europa mette le mani avanti: «Valuteremo il Piano, ma 20 anni per risolvere la situazione è un tempo inaccettabile». L’assessore all’Ambiente della Regione, Giovanni Romano, nel provare a rassicurare Bruxelles parla di «un Piano globale, un Piano per l’ambiente» che «verrà approvato entro aprile». Il provvedimento si pone l’obiettivo di «risolvere in via definitiva l’emergenza rifiuti campana, attraverso la chiusura del ciclo».
Ma per ora sembra solo definire l’architettura con la quale tamponare la crisi agli occhi dell’Europa per altri due anni, in attesa di bruciare quanti più rifiuti possibili. Perché molti nodi cruciali, gestionali e tecnici, verranno sciolti con il varo del testo definitivo. La costruzione dei nuovi termovalorizzati di cui si parla da tempo, viene confermata: il primo a Salerno, il secondo nell’area orientale di Napoli e se sarà necessario anche un terzo. Quello che il precedente Piano aveva previsto in provincia di Caserta, a Santa Maria La Fossa. Sei Stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio rifiuti (Stir) su sette, diventeranno «impianti per la produzione di Fut»: frazione umida tritovagliata stabilizzata. Ennesima singolare invenzione, come già a suo tempo avvenne inutilmente per la Fos (frazione organica stabilizzata), per la quale viene introdotto il «nuovo codice Cer 190503».
Verrà usata «in cave abbandonate, in discariche esaurite e per la copertura di quelle in esercizio». Comitati e associazioni ambientaliste chiedevano invece la trasformazione degli attuali impianti Stir in stabilimenti per il trattamento meccanico manuale dei rifiuti (Tmm) che trasformano la frazione secca in un granulato sintetico per fondi stradali, panchine e materiali per l’edilizia, evitando di farla finire in discarica. Ma il testo prevede un solo Tmm, per altro già in fase di realizzazione nel tritovagliatore di Benevento grazie al nuovo Piano della Provincia improntato alla logica “rifiuti zero”. Per il trattamento della frazione umida viene invece promessa per l’ennesima volta la realizzazione di «dieci impianti di compostaggio», oggi del tutto assenti in Campania anche se alcuni già cantierizzati, che la Regione vorrebbe però trasformare in «biodigestori anaerobici» che permettono di ottenere biogas per produrre energia elettrica.
Nel frattempo, servono però nuovi invasi in cui gettare i rifiuti, visti gli attuali in via di saturazione. Il Piano prevede così l’apertura di «tre nuove discariche» di medie dimensioni, da 3-4 milioni di tonnellate cadauna. Saranno ad «Afragola e Tufino», più una terza nel vesuviano fuori dal perimetro del Parco nazionale ma sempre nella zona rossa dove la Regione ha appena tolto il vincolo di inedificabilità, grazie al nuovo Piano casa. I comitati sono già sul piede di guerra. Il governo, dal canto suo, ha promesso di sbloccare i 282 milioni di euro per le compensazioni ai Comuni e potrebbe anche azzerare i debiti sui rifiuti.
sabato 22 gennaio 2011
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