(di Gerardo Ausiello da il Mattino)
«Non mi soffermo sulle percentua li di raccolta differenziata che riusciremo effettivamente a conseguire entro fine anno. A prescindere dal risultato, l’importante è concentrarsi ossessivamente sul porta a porta investendo tutte le risorse e le energie possibili».
L’amministratore delegato di Asia, Daniele Fortini, illustra il piano dell’azienda per portare Napoli fuori
dall’inferno dei rifiuti ma non si sbilancia sui numeri della differenziata (la sfida del sindaco Luigi de Magistris
è arrivare al 60-70 per cento in sei-nove mesi).È realistico arrivare a una soglia tanto alta? Altre città ci hanno impiegato anni. «L’obiettivo dato dal sindaco si deve perseguire a prescindere, senza distinguo.
In poche ore la nuova delibera sulla differenziata è stata approvata dalla giunta e recepita dall’Asia.
Un segnale importante. Del nostro consiglio di amministrazione fanno parte oggi due assessori,
Tommaso Sodano e Riccardo Realfonzo, e lo stesso de Magistris ha partecipato alla prima riunione del Cda.
La rivoluzione è scattata». D’accordo, ma a quanto si arriverà a fine anno? «Dobbiamo conseguire il miglior risultato possibile. Davanti a noi abbiamo un piano strategico che ci consentirà di diventare una città virtuosa.
Oggi raccogliamo circa 24mila tonnellate di organico che siamo costretti a trasferire a Pordenone o Catania a 160 euro a tonnellata. Contiamo, nel giro di pochi mesi, di arrivare a 40mila tonnellate. Per questo abbiamo bisogno di impianti di compostaggio vicini. In sedici anni la Campania avrebbe potuto realizzarne parecchi».
La differenziata non decolla senza fondi. E l’Asia ha i conti in rosso. «Abbiamo chiuso l’ultimo bilancio in attivo di 246mila euro dopo due esercizi in perdita. Ciò ci consentirà di avviare la ricapitalizzazione
e mettere in campo gli investimenti necessari. A fronte di un canone annuo di 170 milioni, il Comune ne deve all’Asia 192 e questo crea qualche problema finanziario. Ma i conti dell’azienda sono in ordine. Per la differenziata puntiamo sugli 8,25 milioni della Regione».
L’Asia ha presentato un ricorso per gestire il termovalorizzatore di Napoli. Il Comune, però,esclude questa possibilità. Cosa farete? «Auspico che il 13 luglio il Tar del Lazio riconosca le ragioni di Asia e tolga al commissario la facoltà di costruire nel Comune di Napoli un impianto alimentato da rifiuti di Napoli e i cui benefici economici non sarebbero goduti dai cittadini».
Così l’Asia avrebbe la competenza per gestire l’impianto ma non potrebbe farlo per volontà del Comune.
Un paradosso. «Se il Tar accoglierà le istanze dell’Asia, noi consegneremo al Comune l’esito della sentenza e la giunta deciderà. In ogni caso i cinque impianti previsti dalla legge mi sembrano troppi».
L’Ue sbloccherà i fondi? «Sono fiducioso. Con il nuovo piano avremo maggiore credibilità».
Intanto la Lega ha fermato il decreto. «E una polemica strumentale. Si tratta di ripristinare un solo comma eliminato nel 2008. E comunque la nuova crisi dipende dall’atteggiamento schizofrenico del governo che ha cancellato, dopo averle previste, quattro discariche».
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