giovedì 16 giugno 2011
Sodano: "Cinque impianti compost, differenziata e stop discariche"
L’ufficio è ancora spoglio, ci sono solo sedie e scrivanie, ma Tommaso Sodano, il vicesindaco con la delega ai rifiuti e la rogna dunque più pesante al mondo nella città della perenne emergenza, è già al lavoro.
Allora Sodano, il ragionamento che molti fanno in città è questo: può un signor no che è stato con il ministro Pecoraro Scanio, altro signor no, risolvere il problema rifiuti a Napoli?
«Per tanti anni sono stato rappresentato come l’uomo dei no e invece io non sono così. Ho solo detto no a una politica sui rifiuti che ha prodotto quasi 18 anni di commissarimento. La fase emergenziale sta diventando maggiorenne, mica è una cosa da ridere».
E come si fa a venirne fuori?
«Semplicemente andando nella direzione opposta. Mi spiego meglio. In 18 anni c’è stato un sistema che ha generato commistioni tra politica e malaffare e una imprenditoria che era difficile distinguere in quanto tale, tanto il ruolo dell’imprenditore legale era simile o confinava con il camorrista. Basta vedere ciò che è accaduto al consorzio C4, ci ho scritto sopra un libro. Oggi per chiudere quella fase bisogna spezzare quel legame e chiudere definitivamente i piani che hanno prodotto emergenza su emergenza».
Le responsabilità politiche di chi sono?
«I piani hanno seguito l’alternanza di governo. Giova ricordare che la fase commissariale nasce con Antonio Rastrelli presidente della Regione e Romano Prodi al governo e finisce con Antonio Bassolino a Santa Lucia e Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Voglio dire che è una questione assolutamente trasversale».
Andiamo nel concreto. Domani ci sarà la prima delibera annunciata dal sindaco de Magistris e sarà appunto sui rifiuti. Cosa conterrà?
«Questo lo illustrerà il sindaco dopo la giunta. Posso dire che nella delibera non ci sarà l’inceneritore, che spiegheremo come arrivare al 70-80 per cento della differenziata e dove trovare i fondi».
Programma impegnativo, lo illustri.
«La delibera no, è una scommessa che riguarda tutta la città abbiamo addosso gli occhi di tutto il mondo perché Napoli ha una immagine brutta e dobbiamo cambiarla».
Capitolo termovalorizzatore, l’Avvocatura del Comune vuole sapere vi opporrete o no alla decisione della Regione.
«Dobbiamo deciderlo, certo l’inceneritore non ci sarà in delibera, anche la questione dei suoli è tutta verificare, siamo pronti a opporci in giudizio, ma noi vogliamo convincere politicamente e concretamente l’ente di Santa Lucia che questo impianto non serve».
Sia più chiaro.
«Intanto a Napoli est ci sono programmi di riqualificazione da fare che con si potranno mai concretizzare se in un’area già provata dal degrado si mette un simile impianto».
Qual è l’alternativa al termovalorizzatore?
«Un impianto di trattamento meccanico a freddo. È una tecnologia di trattamento dei rifiuti indifferenziati o avanzati dalla raccolta differenziata dove non c’è combustione e quello che ne rimane può essere ulteriormente riciclato».
Basterà?
«Servono almeno 5 impianti di compostaggio».
Serviranno ancora discariche?
«All’inizio sì ma con il piano a regime l’obiettivo è discarica zero».
I fondi.
«8,5 milioni li avremo subito, poi c’è la quota parte del piano regionale che vale intorno ai 40 milioni. Infine la quota parte dei fondi Ue. I milioni sono 300: 145 la prima tranche, un po’ di più la seconda».
La Lega ha stoppato il decreto per spedire i rifiuti fuori regione. Sarà di nuovo emergenza?
«Una iniziativa pretestuosa quella della Lega: dire che i rifiuti che vengono dai nostri impianti sono pericolosi è falso. Credo che dovrebbero invece pensare a quanti rifiuti dal nord sono arrivati dalle nostre parti inquinando interi territori. C’è nella sostanza la non volontà di aiutarci».
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