lunedì 21 marzo 2011

Emergenza rifiuti e scempio ambientale: percolato nel sottosuolo a Chiaiano

21/03/2011 - I carabinieri del Noe stanno perquisendo la discarica di Chiaiano, alla periferia nord di Napoli, nell'ambito di un'inchiesta della Dda su presunte infiltrazioni camorristiche nella gestione dell'impianto e presunte irregolarità nell'assegnazione degli appalti. Dieci gli avvisi di garanzia emessi dal procuratore, Giovandomenico Lepore, e dai sostituti Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio. Secondo l'accusa i clan avrebbero condizionato la gestione degli appalti, in particolare quello per la fornitura di argilla; tra gli indagati vi sarebbero dirigenti della società che gestisce l'impianto.

L'inchiesta sulla discarica di Chiaiano a Napoli che ha portato oggi alla emissione di 11 avvisi di garanzia verte sulla società Ibi, che gestisce il sito oltre ad altri impianti in Campania e a quello di Bellolampo a Palermo, e sulla Edil Car, controllata dalla famiglia Carandente, che ha ottenuto il subappalto. L'ipotesi della procura è che attraverso queste due società (la prima già destinataria di un'interdittiva antimafia) i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllassero lo sversamento dei rifiuti e i relativi appalti.

Agli atti dell'inchiesta ci sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui l'ex imprenditore del settore dei rifiuti Gaetano Vassallo. Agli indagati vengono contestati i reati di traffico di rifiuti e frode in pubbliche forniture. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Noe, quando si decise di allestire una discarica nella cava prima adibita a poligono di tiro venne usato materiale di qualità scadente per impermeabilizzare il suolo: in particolare si fece uso di argilla estratta abusivamente nel Salernitano. Il risultato fu che il suolo è rimasto permeabile e il percolato è finito nel sottosuolo. Nel corso dell'operazione, i militari hanno sequestrato un'altra discarica di 15.000 metri quadri a Giugliano di proprietà della famiglia Carandente, ritenuta vicina al clan Mallardo. Anche da questo impianto sarebbe stato preso materiale per allestire la discarica di Chiaiano.

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