Immaginando che fossero amministratori di uno dei Comuni della zona rossa invitati al summit, alcuni cittadini terzignesi hanno detto: «Hanno portato i prodotti tipici della loro città». Invece gli uomini che ieri sono venuti a Terzigno, alla riunione dei sindaci del Parco Vesuvio, con in mano due vasetti pieni di materiale di colore marrone, erano tecnici della Sapna, la società incarica della gestione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Napoli e quindi anche dell’amministrazione di cava Sari. I vasetti non contenevano prodotti tipici ma la fos, la frazione organica stabilizzata. «Proviene da Tufino, provate ad annusarla», ha detto ai sindaci ed ai rappresentanti dei comitati Giovanni Perillo, direttore tecnico della Sapna. La gente ha guardato sospettosa i vasetti, li ha avvicinati al naso, poi ha sentenziato: «Non ci fidiamo, la fos che viene dallo Stir di Tufino non è a norma». Perillo ha ribattuto che invece si tratta di frazione organica regolare ed ha ipotizzato il suo trasferimento presso la discarica di Terzigno, che attualmente ospita rifiuti indifferenziati. «La puzza si sente, non ci fidiamo», è stata la risposta ostinata dei cittadini. Poi il discorso si è chiuso. La mossa degli uomini della Sapna, però, è servita ad introdurre un’ipotesi che potrebbe avverarsi nell’immediato futuro a Terzigno, comitati permettendo: lo sversamento della frazione organica stabilizzata di Tufino in cava Sari. È stata questa la novità più significativa emersa dalla riunione che si è tenuta ieri presso il palazzo comunale della cittadina vesuviana. I sindaci presenti hanno ragionato delle prospettive dei rifiuti nel loro territorio e della possibilità di realizzare impianti di trattamento. Ma i comitati (una parte dei quali non ha partecipato alla riunione, lamentando di non essere stata invitata) hanno chiesto di parlare soprattutto del presente: «Quando chiude cava Sari?», hanno incalzato. E anche in questo caso Perillo non si è fatto pregare nel rispondere: «Realisticamente la discarica potrebbe riempirsi tra 12 o 14 mesi. Allo stato attuale vengono conferite circa 300 tonnellate di immondizia al giorno, fino a qualche tempo fa erano 500». Merito soprattutto della differenziata che cresce nei Comuni dell’area protetta, ma sindaci e cittadini hanno ribadito la loro preoccupazione: «L’estate si avvicina, la puzza sarà insopportabile». E in tal caso, le proteste potrebbero tornare.
Francesco Gravetti per Il Mattino
mercoledì 16 marzo 2011
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