mercoledì 1 dicembre 2010

«Grande affare-rifiuti e favori ai boss...» Ecco tutte le accuse dei pm a Cosentino

  di Rosaria Capacchione

NAPOLI (1 dicembre) - Il timbro della cancelleria segna la data del 25 novembre 2010, un anno e sedici giorni dopo l’invio al Parlamento, da parte del gip, della richiesta di autorizzazione all’arresto. Ieri le tre pagine che riassumono l’esito dell’inchiesta sono state notificata alle parti, cioè ai due difensori del coordinatore regionale del Pdl, Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’Economia che la Procura di Napoli accusa di concorso esterno nell’associazione camorristica.
E da ieri, da quando cioè gli atti d’indagine hanno dismesso gli abiti della segretezza, sono iniziati a decorrere i venti giorni a disposizione dell’indagato per indicare nuovi testimoni, inviare una memoria difensiva, chiedere di essere interrogato. Ma probabilmente non accadrà nulla di tutto questo. La prossima fase sarà quella della richiesta di rinvio a giudizio, con la fissazione dell’udienza preliminare, come sembrano suggerire le parole di Stefano Montone, uno dei due difensori (con Agostino De Caro) del parlamentare. «Finalmente - commenta Montone - avremo un giudice e un processo...».
...Era stato lo stesso Cosentino, anche in tempi recentissimi, e subito dopo lo stop del Parlamento all’impiego delle intercettazioni telefoniche che lo riguardano, a sollecitare la chiusura dell’indagine e la fissazione del processo.
Lunga e complessa l’inchiesta a carico del politico di Casal di Principe, che aveva iniziato la sua carriera nel Psdi quando era ancora studente, più volte consigliere provinciale a Caserta, poi consigliere regionale e infine parlamentare, eletto per la prima volta nel 1996 in quota a Forza Italia.
Risalgono proprio a quell’anno le prime dichiarazioni di pentiti - come Dario De Simone - che lo collocavano sullo scenario camorristico in un ruolo funzionale agli interessi del clan: Cosentino garantiva favori, tra i quali anche il cambio di assegni «compromettenti», ma chiedeva in cambio un forte appoggio elettorale. Dichiarazioni rimaste a lungo senza riscontro....,
...Nel 2008 la svolta, con l’ingresso delle dichiarazioni di Gaetano Vassallo nel procedimento assegnato ai pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, verbali che hanno riattualizzato l’intero materiale probatorio raccolto negli anni.
Nell’avviso di conclusione delle indagini è raccontata, dicevamo, la storia dell’inchiesta e sono ricapitolati gli aspetti salienti di una vicenda particolarmente complessa nella quale l’oggetto dello scambio elettorale-mafioso è la gestione del ciclo dei rifiuti. Cosentino, ha scritto la Procura, «contribuiva in modo decisivo alla programmazione e attuazione del progetto finalizzato a realizzare nella regione Campania un ciclo integrato dei rifiuti alternativo e concorrenziale a quello legittimamente gestito dal sistema Fibe-Fisia Italimpianti, così boicottando le società affidatarie, al fine di egemonizzare l’intera gestione del relativo ciclo economico e comunque creare un’illecita autonomia gestionale a livello provinciale, controllando direttamente le discariche, luogo di smaltimento ultimo dei rifiuti, e attivandosi nel progettare la costruzione e gestione di un termovalorizzatore, strumentalizzando le attività del commissariato di governo per l’emergenza rifiuti all’uopo necessario»...
...Cosentino - è questa la convinzione dei magistrati della Dda condivisa anche dal gip Raffaele Piccirillo, che aveva firmato l’ordinanza cautelare, e successivamente dalla Cassazione e dal Riesame - avrebbe favorito «il perpetuarsi delle dinamiche economico-criminali, condizionando le attività ispettive della commissione di accesso per lo scioglimento del Comune di Mondragone per infiltrazione mafiosa e le procedure prefettizie dirette al rilascio delle certificazioni antimafia, come nel caso della procedura riguardante l’Ecoquattro spa e relative risoluzioni finali, condotte decisive per la tenuta e lo sviluppo del programma».

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