sabato 18 dicembre 2010

Perché il problema rifiuti in Campania





PERCHÉ ESISTE
UN PROBLEMA RIFIUTI IN CAMPANIA

·      la Giunta Regionale di destra, presieduta da Rastrelli, ha varato nel 1997 un Piano che prevedeva 7 impianti CDR (la sigla significa: combustibile da rifiuti – si tratta degli impianti che separano la parte bruciabile dei rifiuti – circa il 40% - da quella non bruciabile) e 2 enormi inceneritori capaci di bruciare tutta la spazzatura prodotta in Campania, non rispettando così le indicazioni della legge nazionale che indica che bisogna privilegiare la riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, il recupero, il riciclaggio, il compostaggio. Ma gli inceneritori in Italia sono un grande affare, perché i rifiuti sono considerati una fonte energetica rinnovabile e la loro combustione è incentivata con circa 60 euro alla tonnellata (cd. CIP6)
·      la Giunta Regionale, presieduta da Losco (1979), ha affidato la costruzione degli inceneritori e degli impianti CDR alla FIBE (gruppo Impregilo-FIAT), preferendo la sua proposta perché il costo era più vantaggioso e i tempi di realizzazione brevi (1 anno), anche se il termovalorizzatore progettato era di vecchio tipo e particolarmente inquinante e la legge nazionale impone che bisogna scegliere innanzitutto la tecnologia meno inquinante
·      Bassolino ha utilizzato le ingenti risorse economiche date alla Campania per costruire i 7 impianti CDR e il termovalorizzatore di Acerra, per pagare profumatamente consulenze e per assumere centinaia di lavoratori (raccomandati da AN, PdL, PD) per la raccolta differenziata senza farla poi partire e senza costruire impianti di compostaggio (impianti che trasformano i rifiuti organici in concime)
·      gli impianti CDR, entrati in funzione, invece di produrre CDR (combustibile da rifiuti) e FOS (frazione organica stabilizzata) hanno prodotto 6 MILIONI DI ECOBALLE, cioè spazzatura tritata e imballata (probabilmente anche con presenza di rifiuti nocivi): il loro valore economico grazie ai CIP 6   (60 euro alla tonnellata)  è di 3,6 miliardi di euro
·      i Commissari straordinari di governo succeduti a Bassolino (Catenacci, Pansa, Bertolaso, Di Gennaro), per risolvere l´emergenza, hanno aperto vecchie discariche (spesso sequestrate dalla magistratura perché contenevano rifiuti tossici smaltiti illegalmente dalla camorra), senza fare niente per risolvere alla radice il problema. L´apertura di discariche dichiarate definitivamente chiuse o la proroga delle date di chiusura ha fatto perdere la fiducia delle popolazioni nelle promesse dello Stato
·      in questa situazione di sfascio la camorra ha potuto continuare a smaltire illegalmente rifiuti tossici e nocivi provenienti da tutt´Italia sia in discariche che avrebbero dovuto contenere solo rifiuti non tossici, sia in discariche abusive
·      quando la Magistratura ha scoperto l'imbroglio e sequestrato le ecoballe, facendo rischiare il fallimento dell'Impregilo, e il Parlamento ha abolito i CIP6 (i 60 euro di bonus per ogni T di rifiuti bruciata),  è avvenuta la grande CRISI RIFIUTI del 2008 durata fino alle elezioni di maggio
·      il Governo Berlusconi (giugno 2008) ha approvato il decreto rifiuti che deroga a 47 leggi nazionali →  diventa lecito:
¾      bruciare le ecoballe
¾      produrre ecoballe → gli impianti CDR (dovrebbero produrre combustibile dai rifiuti) diventano infatti STIR (si limitano al tritaggio e imballagio rifiuti)
¾     smaltire rifiuti indifferenziati e anche pericolosi in discariche
¾     sono ripristinati i CIP6 per gli inceneritori ecc. Si stabilisce di costruire 4 inceneritori capaci di bruciare quasi l'80% dei rifiuti prodotti attualmente in Campania, vengono aperte nuove discariche (Vesuvio, Chiaiano ecc.). Finalmente inizia anche a Napoli (Colli Aminei, Bagnoli ecc), la raccolta porta a porta, che subito arriva al 70%
·      In Campania non esiste un solo impianto di compostaggio (quelli che trasformano la parte putrescibile della spazzatura in concime) funzionante, e ciò costringe i Comuni che fanno la raccolta porta a porta a pagare forti somme per portare in altre Regioni l'umido raccolto; non è stato costruito nessun deselezionatore spinto, non si è fatto niente per ridurre la produzione di rifiuti.

COSA SI DOVREBBE FARE
PER RISOLVERE IL PROBLEMA RIFIUTI?

1. Ridurre la produzione di rifiuti con norme nazionali e regionali che penalizzino l´eccesso di imballaggi, i prodotti a perdere, i materiali difficilmente smaltibili (la UE aveva fissato come obiettivo per l´anno 2010 una riduzione del 20% rispetto alla produzione dell´anno 2000)
2. Organizzare un´efficace sistema di raccolta differenziata non solo di carta, plastica e vetro, ma soprattutto della frazione umida (cioè la parte putrescibile) e dei rifiuti tossici (vernici, solventi ecc.). La raccolta differenziata è il presupposto della corretta ed economica gestione dei rifiuti: più è completa e selettiva la raccolta differenziata e più i rifiuti diventano una risorsa che può fare guadagnare e, quindi, ridurre la tassa sui rifiuti. L´unico sistema capace di raggiungere le percentuali stabilite dalla legge è la raccolta porta a porta. Un tale sistema può andare a regime 6 mesi, con costi inferiori alla raccolta con cassonetti, raggiungendo percentuali di oltre il 65% (si veda l´esperienza dei Colli Aminei o di Bagnoli). Il porta a porta, permettendo di misurare quanto rifiuto indifferenziato e differenziato ciascuna famiglia conferisce e quindi di far pagare in base alle quantità consegnate, è il sistema più efficace per realizzare anche una drastica riduzione della produzione di rifiuti (intorno al 15-25% nell'esperienza del Nord Italia)
3. Costruire un sufficiente numero di impianti di compostaggio dove trasformare la frazione umida in concime (la Campania ne è priva!). Un impianto di compostaggio si costruisce in 6-12 mesi
4. Trasformare gli ex impianti CDR (ora ribattezzati STIR) in impianti di deselezione spinta-inertizzazione (tipo Vedelago), in impianti cioè capaci di separare metalli, plastica, cellulosa e frazione umida dai rifiuti indifferenziati e di trasformare la parte residua in materiale inerte (sabbia, mattoni ecc.) utilizzabile in edilizia.

I termovalorizzatori non sono la soluzione perché la frazione umida dei rifiuti (pari al 40%) non brucia bene e quella inerte (sabbia, metalli, vetro ecc. che ammonta al 10-15%) non brucia: quindi è conveniente bruciare carta e plastica, che possono però essere più ecologicamente e convenientemente (se si aboliscono i CIP6) riciclate. Riciclare plastica fa risparmiare il doppio dell'energia che si ricava bruciandola e il costo dell´energia elettrica prodotta dagli inceneritori è superiore a quella prodotta da petrolio, metano, eolico, idroelettrico e solare a concentrazione (fonte: ANEA): la convenienza è solo degli imprenditori che possono intascare anche i 60 euro per ogni tonnellata bruciata, perché  la legge italiana considera l´incenerimento dei rifiuti un´energia rinnovabile da sostenere economicamente (nel 2006 lo Stato ha così distribuito i fondi raccolti tramite la tassa per la promozione delle energie rinnovabili che paghiamo sulla bolletta elettrica: 0,004% energia solare, 3% energia eolica, 4% geotermica, 3% idroelettrica, 19% incenerimento rifiuti urbani, 35% residui e recupero di energia, 36% combustibili fossili).
Si deve ricordare inoltre che i termovalorizzatori producono fumi inquinanti, nonché ceneri e fanghi (pari al 30% in peso dei rifiuti bruciati) da smaltire poi in discariche e quindi non sono un sistema per eliminare il ricorso alle discariche. Inoltre se si raggiungono gli obiettivi stabiliti dalla legge (65% di differenziata e riduzione del 20% dei rifiuti) si avranno al massimo 500.000 tonnellate da bruciare, mentre il solo inceneritore di Acerra ha una capacità di 700.000 t.
La strategia che abbiamo indicato NON È UN’UTOPIA  ed è perfettamente in linea con le direttive europee e con quanto si va facendo in molti Paesi europei e anche in vari aree di Italia, come nel Vicentino, dove la raccolta differenziata è all'80% e il 20% restante è trattato in un deselezionatore spinto con inertizzazione, senza ricorso a inceneritori e discariche.

1 commento:

nico ha detto...

bel post... chissà perchè per avere una raccolta di notizie così dettagliata bisogna scartabellare su internet e i giornali e le TV danno solo le notizie che vogliono (i politici!)