domenica 12 dicembre 2010

La replica del procuratore Mancuso Al sig. Nicola Angrisano


  • Ho avuto modo di leggere il suo articolo, postato sul blog in indirizzo il 20 scorso, e vorrei rispondere in un dialogo civile – cui da sempre sono disponibile – piuttosto che con le offese, enfatiche, gratuite ed immotivate cui Lei invece fa ripetutamente ricorso.
    Le rispondo dunque con alcune osservazioni (riservandomi ovviamente ogni iniziativa a tutela):

    1) Nella mia audizione, per la massima parte ho risposto a domande che riguardavano il termovalorizzatore di Acerra, e non la discarica di Terzigno;
    2) Nella mia audizione (il verbale è stato disponibile sul sito del Parlamento fin dal giorno successivo all’audizione) non ho mai pronunciato l’espressione che lei mi attribuisce sull’esistenza di “gravi probabilità d’infiltrazione”; ho detto invece (pag. 30) che l’organo della Provincia aveva “trovato una serie di inadempienze anche abbastanza gravi e significative per quanto riguarda il pericolo di infiltrazione”; la differenza fra “pericolo” e probabilità” (la prima si riferisce ad una mera possibilità, anche percentualmente residuale, l’altra ad una ipotesi di quasi-certezza) è troppo evidente perché debba sottolinearla;
    3) Il riferimento alla situazione di “particolare fragilità” delle risposte giudiziarie possibili ha riguardo al funzionamento dell’inceneritore, che è uno e solo uno nella regione, contro le sette discariche allo stato aperte: queste ultime sono evidentemente fungibili fra loro, non il primo. In ogni caso, anche in una situazione di emergenza l’operato dell’A.G. di questi anni non autorizza nessuno a pensare che potrebbe esser consentito esporre a rischio la salute dei cittadini;
    4) La “impensabilità” di interventi di sequestro si riferisce, ancora una volta, all’impianto di Acerra e non alla cava di Terzigno, e si riferisce principalmente – oltre alla circostanza di cui al punto 3) – alla evidenza che i risultati dei controlli non erano negativi in assoluto, ma invece risultavano ‘non valutabili’ per una serie di circostanze che qui non interessa approfondire;
    5) Anche “la speranza che la notizia non si diffonda nella popolazione” riguarda, ancora una volta, Acerra e non Terzigno, ed attiene, ancora, al pericolo che si possa determinare una situazione di allarme o, peggio, rispetto ad una insufficienza di dati che potrebbero non costituire alcun serio pericolo per la popolazione (come i risultati delle analisi successivamente acquisiti hanno consentito poi di poter affermare);
    6) Costituisce elementare conoscenza giuridica che il Prefetto non può (e meno che mai lo può un magistrato) “revocare” un’ordinanza sindacale fondata su motivi di igiene e salute pubblica (sicchè anche l’affermazione che non mi sarei “assunto la responsabilità” di una tale revoca è insensata);
    7) Costituisce un’arbitraria e falsa miscela di pura, esemplare disinformazione l’accostamento di espressioni da me usate nel corso dell’audizione, utilizzato per farmi dire cose che non ho mai detto, come ogni lettore in buona fede può verificare; così come non ho mai detto né lasciato intuire di pensare che “la cava Sari è gestita malissimo da Asia…”.
    Tanto devo precisare per rispetto verso i lettori dell’articolo del sig. Angrisano: molti e legittimi sono i motivi di protesta dei cittadini vesuviani per la presenza di due discariche sul proprio territorio, ma fra questi non ci sono quelli così enfaticamente lì espressi.
    Mi spiace che disinformazioni di siffatto genere, che purtroppo circolano in una popolazione ormai esasperata, da un lato possano portare una parte della cittadinanza ad espressioni di violenza, dall’altra possano determinare in essa (con le quali pure si stava avviando un costruttivo dialogo) un clima di sfiducia nelle istituzioni,.
    Cordiali saluti
    Paolo Mancuso, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nola
    Commento di Nicola Angrisano — 29 Novembre 2010 @ 13:44

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