martedì 7 dicembre 2010

Quell’enorme giro d’affari che fa comodo a troppi di Amato Lamberti

DENUNCIA. Politici e camorra dietro al business di un ciclo disastroso.
L'emergenza rifiuti, diventata ormai strutturale a Napoli e nella sua provincia merita almeno due riflessioni. La prima  riguarda il fatto  che il problema non viene affrontato, e non solo in Campania, nel modo più logico e razionale, che sarebbe quello di fissare delle regole chiare per il conferimento differenziato dei rifiuti da parte dei cittadini e poi provvedere alla raccolta porta a porta e, infine, al conferimento delle frazioni differenziate alle aziende o agli impianti che debbono provvedere alla loro riutilizzazione. Ma c’è una logica precisa dietro un comportamento che può sembrare irrazionale, a guardarne gli esiti disastrosi.

La logica è quella di arrivare al risultato moltiplicando, però, le occasioni di affari per il maggior numero possibile di persone, comprese le organizzazioni criminali. A fare affari sono politici e amministratori che gestiscono politicamente le strategie di soluzione del problema, la moltiplicazione dei passaggi della massa dei rifiuti, l’assunzione di sempre nuovo personale indipendentemente dalle necessità, l’acquisto di sempre nuovi automezzi, la distribuzione degli appalti, dei subappalti, dei noli a freddo e a caldo, la concessione di consulenze ed incarichi per studi, monitoraggi, customer satisfation, pubblicità, rapporti con gli organi di informazione, molto spesso del tutto inutili ma che hanno il solo scopo  di allargare e rinsaldare le clientele personali.

Ma fanno affari anche gli imprenditori assistiti e quelli di riferimento dei partiti, i professionisti della consulenza e dell’incarico, le ditte di trasporto e quelle di movimento terra, le società partecipate dai Comuni e dalla malavita organizzata. Un giro d’affari terrificante  con un solo risultato: uno spreco pantagruelico di denaro per non risolvere mai definitivamente il problema e continuare a far girare la giostra all’infinito. La seconda riflessione riguarda l’ignoranza degli amministratori e dei politici, con tutta evidenza non supportati da consulenti e tecnici più informati di loro. In venti anni le tecnologie per il trattamento dei rifiuti hanno fatto passi da gigante perché in tutti i paesi del mondo il problema dei rifiuti sta diventando sempre più pressante e  si investe seriamente sulla ricerca di nuove tecnologie.

In Giappone, dopo anni di utilizzazione dei termovalorizzatori, visti i tassi di inquinamento e i danni sulla salute dei cittadini, si è passati già da alcuni anni ai gassificatori che non hanno emissioni in atmosfera e producono residui inerti utilizzabili nelle costruzioni. Un’azienda ha già immesso sul mercato una macchina che trasforma tutti i tipi di plastica in olio combustibile, benzina, nafta o kerosene. Da un chilo di plastica si ricava un litro di combustibile con un consumo di un KW ora, senza alcuna emissione in atmosfera. Anche in Italia ci sono esempi significativi di uso della risorsa rifiuto in modi innovativi e di grande rendimento economico. Ma i nostri politici sanno parlare solo di discariche e di termovalorizzatori. Non hanno tempo di informarsi, presi come sono da affari molto remunerativi.
 

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