
l'apertura di una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, all'interno di Cava Vitiello. Alla fine, il governo decise di cancellare la discarica dalla legge presentando un decreto, ora approvato alla Camera. Ma una parte dei manifestanti continua ad essere sul piede di guerra contro lo sversamento dei rifiuti nella preesistente Cava Sari: i timori dei comitati vesuviani e' che venga conferita spazzatura che provochi un ulteriore aggravamento della situazione ambientale. Nei giorni scorsi, inoltre, le tensioni si sono riaccese dopo che la polizia ha fatto togliere i gazebo che erano stati collocati nella zona dai manifestanti per controllare l'accesso dei camion alla discarica.
Nel calendario ci sono quei giorni in cui la zona vesuviana sembrava diventata un'appendice di Gaza, con auto bruciate e ribaltate, camion incendiati, barricate di fuoco altissime. ''E' un calendario - dice Stefania Spisto, della rete dei comitati vesuviani che ha promosso l'iniziativa - che vuole soprattutto lanciare un messaggio: la battaglia per la tutela dei diritti delle popolazioni vesuviane continuera'''. Il territorio alle pendici del vulcano, sottolinea, e' stato prima ''martoriato dalla camorra ed ora dallo Stato che, in deroga a tutte le leggi in materia ambientale, ne sta consentendo la sua definitiva condanna''. Franco Matrone, portavoce della rete, sottolinea che l'iniziativa vuole ''tenere alta l'attenzione su un problema che non e' affatto risolto come si vuol far credere. Noi chiediamo alla polizia municipale di venire ad effettuare i controlli sui camion che arrivano perche' ci sono molte cose che non quadrano
affatto. Insomma, ci sono dei mezzi che vengono a sversare in maniera illegale''. A suo giudizio, infatti, non verrebbe rispettato l'accordo che prevede il conferimento nella Sari dei mezzi provenienti dai soli 18 comuni vesuviani e del trasporto di solo ''secco indifferenziato", come annuncio' Berlusconi.
Dovrebbero arrivare solo 60 camion a settimana, invece ne arrivano 30 a notte.
Di controlli sulla falda in superficie manco a parlarne, le amministrazioni locali ci hanno abbandonati, la Procura alla quale avevamo chiesto il sequestro cautelativo della discarica non ha ancora deciso acceramenti più approfonditi .
Ma noi continueremo ad esserci''.(ANSA)
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