mercoledì 6 aprile 2011

DISCARICHE ABUSIVE. 1186 SOLO IN PROVINCIA DI NAPOLI: SANGUE E LATTE INQUINATI

Da un’indagine tenuta nascosta dalla Regione Campania è emerso quello che già sapevamo: sangue, latte e acqua sono stati inquinati dai rifiuti della camorra. Le istituzioni “distratte”.
 Prof. Amato Lamberti

Che la regione Campania, in particolare per quanto riguarda le province di Napoli e Caserta, fosse una terra avvelenata dallo sversamento e dall'interramento di rifiuti tossici,i cittadini napoletani e casertani lo sapevano e lo sanno benissimo, perché pagano da anni questa situazione sulla propria pelle. Non c'era bisogno del servizio del settimanale L'Espresso sui risultati dell'indagine Sebiorec, tenuti rigorosamente segreti dalla Regione Campania, per sapere che i livelli di inquinamento di alcune aree della regione sono tanto elevati da destare serie preoccupazioni e da imporre interventi di bonifica ambientale rigorosi ed urgenti.
Alcuni dati vanno però approfonditi, sia per quanto riguarda l'indagine Sebiorec, sia per quanto riguarda la ricerca che l'ha preceduta, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e realizzata dal Consiglio Nazionale della Ricerca. Tale indagine ha infatti consentito di individuare le aree della regione a maggiore rischio per l'ambiente e la salute. Sono così stati individuate, come fortemente inquinate, le aree dei Comuni di Acerra, Aversa, Caivano, Castelvolturno, Giugliano in Campania, Marcianise, Napoli-Pianura, Villa Literno. Mediamente inquinate, ma sempre in modo significativo, le aree dei Comuni di Maddaloni, Nola, Qualiano, Villaricca. Poco inquinate, ma con valori superiori alla media, le aree dei Comuni di Brusciano, Casapesenna, Frattamaggiore, Mugnano di Napoli.
Il dato più interessante è che si è accertato che i livelli di inquinamento dipendono dai rifiuti, e in particolare dallo sversamento e dall'interramento abusivi di rifiuti, con una forte componente di rifiuti tossici e nocivi. Tanto per dare una idea delle dimensioni del fenomeno dello sversamento abusivo, nella regione Campania sono state censite 5200 discariche abusive, di cui 1186 in provincia di Napoli. Un dato parziale perché non tiene conto di tutti i rifiuti tossici seppelliti abusivamente in terreni che poi sono stati utilizzati per coltivazioni o per l'allevamento di bufale. L'indagine Sebiorec, non è una indagine sulla salute dei cittadini delle aree inquinate, come è stato scritto da molti giornali, ma una indagine sull'esposizione a contaminanti pericolosi la cui presenza è stata riconosciuta nell'ambiente.
In altre parole, la presenza di diossine nelle carni, nei grassi, nei formaggi, nelle mozzarelle, nel latte, nelle uova, così come la presenza di arsenico nell'acqua e di metalli pesanti nelle verdure, nella frutta, nei legumi, era già stata accertata. L'indagine Sebiorec, che è stata coordinata dall'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, con la collaborazione dell'Osservatorio epidemiologico della Campania, del Registro Tumori, delle ASL Na1, Na2, Na3, Na4, Caserta1, Caserta2, ha avuto lo scopo di verificare le conseguenze sugli organismi umani dell'esposizione a diossine e altri metalli presenti nell'ambiente di vita. Tale accertamento è stato realizzato attraverso due indagini congiunte:

-la misurazione della concentrazione nel sangue e nel latte materno;
-l'esame delle abitudini e dello stile di vita degli individui campionati, che sono stati 780 per quanto riguarda i prelievi di sangue e 50 per quanto riguarda il prelievo di latte materno.

I risultati completi non si conoscono ancora, ma alcune anticipazioni sono comunque significative. Ad esempio, a Villaricca e Qualiano, nell'acqua, come nel sangue e nel latte materno, è molto alta la concentrazione di arsenico, che è presente in modo significativo anche a Caivano e Brusciano. A Giugliano, nell'acqua, come nel sangue, è molto alta la presenza di mercurio. A Nola, invece, alta è la concentrazione di Pcb, sostanza tossica, simile alla diossina, dichiarata cancerogena. A Pianura, che è l'unico quartiere di Napoli preso in esame, proprio per la presenza di discariche autorizzate e abusive, elevata è la presenza di diossine nel sangue e nel latte.
Le diossine sono state comunque rilevate sull'intero territorio ma sarebbe necessaria una indagine specifica, perché esse si accumulano nei tessuti molli e nel grasso, più che nel sangue. Alcuni dati danno però delle indicazioni estremamente importanti. Ad esempio, la mortalità per neoplasie nelle aree vicino alle discariche, nel casertano, sarebbe superiore dell'80% rispetto alla media regionale. Nel 2009 sono stati mille gli interventi di mastectomia, la ricostruzione del seno colpito da neoplasia. Per il cancro al testicolo, secondo il dott. Mario Fusco, che gestisce il Registro Tumori della ASLNa4, è già possibile individuare una correlazione tra l'incidenza della neoplasia e le classi a rischio per l'esposizione a discariche di rifiuti, con 17.300 nuovi casi in 8 anni (1997-2005).
Infine, secondo il dott. Ernesto Burgio, del Comitato scientifico dell'ISDE, in Campania, un bambino su 500 si ammala di neoplasia. Una situazione talmente preoccupante da meritare non solo una indagine specifica, ma l'attivazione di un monitoraggio puntuale su tutto il territorio regionale, e in particolare nelle aree inquinate dalle discariche abusive. L'impressione è che le diossine stanno avvelenando lentamente la popolazione sotto l'occhio distratto delle Istituzioni.
(Fonte foto: Rete Internet)

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