Ecoincentivi e maggiori controlli: la città bruniana punta a raggiungere il 50% di raccolta differenziata.
Dopo l’annuncio, i fatti. Al comune di Nola si danno i… punti, o meglio, gli eco punti. Primo destinatario della tessera magnetica per un buono da spendere presso gli esercizi commerciali cittadini che aderiranno al progetto, il sindaco Geremia Biancardi. A consegnargliela lunedì 4 aprile alle ore 12 presso il centro di raccolta sarà il Dirigente all’Ambiente, Felice Maggio. Una iniziativa per la quale l’Ente di piazza Duomo ha stanziato 250 mila euro. Da martedì 5 aprile invece, le tessere potranno essere ritirate direttamente presso il centro di raccolta da tutti i cittadini che ne faranno richiesta.
Giovedì 7 aprile poi il dirigente Maggio incontrerà i vertici dell’Ascom e Confcommercio, nonché i responsabili dei grandi centri commerciali operanti sul territorio per decidere come devono essere spesi gli ecoincentivi e, soprattutto, determinare un prezzo unico per i sacchetti biodegradabili il cui prezzo imposto dai centri di grande distribuzione varia dai 7 ai 10 centesimi a busta; una spesa che mediamente aggrava il bilancio familiare di circa 50 euro all’anno. Una iniziativa che, nell’ottica di Maggio, servirà a tenere alta l’attenzione sulla raccolta differenziata, in modo da raggiungere entro il 31 dicembre prossimo, una percentuale almeno del 50%, come lui stesso auspica.
“Al 31 dicembre 2010 a Nola la raccolta si è attestata al 40,60% - ha dichiarato Maggio -, mentre nei mesi di gennaio e febbraio si è avuto un calo di tre punti; un calo sicuramente fisiologico, tipico dei mesi invernali ma che, comunque, con gli eco incentivi e maggior controlli, dobbiamo subito risanare. Certo negli ultimi giorni l’utenza sta vivendo ore difficili e notevoli disagi determinati dalla chiusura degli Stir di Caivano, Casalduni e Pianodardine; disagi che ci auguriamo non aumenteranno a giugno quando sarà chiusa anche la discarica di Cava Sari di Terzigno dove attualmente sversano 18 comuni. Gli unici Stir a funzionare nella provincia di Napoli sono Tufino e Giugliano”.
Nello specifico a Tufino sversano 58 comuni per un totale di 1.300 tonnellate, fatta eccezione per Napoli che sversa, insieme ad altri nove comuni, nello Stir di Giugliano per circa 1.000 tonnellate al giorno. Delle 850 tonnellate lavorate allo Stir di Tufino, 500 vengono trasferite e bruciate come secco indifferenziato nel termovalorizzatore di Acerra e 350 di umido trito vagliato viene trasferito negli impianti di compostaggio in Puglia e in Sicilia. Ma, poiché materialmente, nelle ventiquattro ore gli auto compattatori incolonnati riescono a smaltire circa 850 tonnellate, questo crea disagi causando lunghe file degli stessi dai quali, spesso, fuoriesce del liquido definito dagli esperti “colaticcio”, particolarmente nocivo.
Secondo gli ambientalisti si tratterebbe di percolato. Una situazione sulla quale è intervenuto anche il sindaco di Tufino, Carlo Ferone per il quale non bisogna creare allarmismo. “Nessun allarme igienico-sanitario – ha sottolineato Ferone -, allo Stir di Tufino è escluso nella maniera più assoluta la presenza di rifiuti pericolosi e tossici, in quanto gli auto compattatori sono costantemente controllati e monitorati al loro ingresso dai militari. La strada comunque è ancora lunga ma noi siamo fiduciosi”.
Autore: Autilia Napolitano
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