Fonte La Repubblica Napoli - IRENE DE ARCANGELIS
È IL giorno che unisce tutti. Dai comitati contro la discarica di Chiaiano alle mamme vulcaniche. È il giorno della spazzatura, il “Munnezza day”, e certo lo stato dell’arte della raccolta, con cumuli in strada ovunque. E' partito da piazza Dante il "Monnezza day" per protestare contro il piano dei rifiuti e la mancata raccolta.
Ad aprire il corteo i comitati antidiscarica di Chiaiano e Terzigno con striscioni sui quali è ribadito il loro no a discariche e inceneritori e sì, invece, a differenziata, riciclo e recupero dei materiali. A sfilare anche il centro sociale Gridas e numerosi cittadini.
Nel corteo è stata riprodotta su un carro una torta a più piani, ognuno dei quali rappresenta un elemento che, ad avviso dei manifestanti, ha causato l'emergenza rifiuti e in cima ci sono 17 candeline, uno per ogni anno di crisi non risolta. Presente anche la riproduzione di un inceneritore che mangia sacchetti di rifiuti ed emette gas tossici rappresentati da palloncini bianchi su ognuno dei quali è scritto il nome di gas come cadmio, mercurio e diossina.
Il “Progetto cittadini campani” mette tutti insieme. Obiettivo: esprimere con chiarezza l’indignazione dei cittadini ma anche chiedere a gran voce un piano alternativo dei rifiuti. Spingere per una «raccolta differenziata porta a porta radicale». Il sogno ecologico su cui, però, cadono pesanti le realistiche parole dell’assessore all’Igiene urbana Paolo Giacomelli che ieri ha assicurato la sua presenza: «Credo in questa manifestazione. Ma le cifre parlano chiaro: per realizzare la raccolta differenziata porta a porta il Comune deve avere da spendere venti milioni di euro. Che non ci sono».Sogno smorzato. Conti impossibili. Mentre restano le cifre dei cumuli in strada, le raccolte straordinarie, le pulizie tampone. Le 1.900 tonnellate di giovedì in città scendono a 1.650, ma in provincia si calcolano orientativamente tra le 3.500 e le quattromila tonnellate in giacenza.
La conferma del disastro fuori città arriva dai vigili del fuoco, nella notte tra giovedì e ieri con venti interventi da Afragola a Ponticelli. Nessun rogo a Napoli, nessun blocco dopo quello di Agnano. Episodi su cui, puntualmente, indaga la Digos a caccia di segnali di istigazione da parte della criminalità organizzata. Ma poi, nella questura di Luigi Merolla, alla fine si parla soltanto di «esasperazione dei cittadini, che incendiano alla ricerca di attenzione». Dunque rabbia alle stelle a fronte di cifre della raccolta bassissime. Giovedì sono state conferite solo 1.464 tonnellate di rifiuti. Di queste, nella semichiusa discarica di Chiaiano, ne sono arrivate appena 203. A Giugliano 407, a Caivano 471. Inoltre a Santa Maria Capua Vetere 298, a Piano d’Ardine 85. Il resto è per terra, in attesa di una svolta che sia prima di tutto politica.
Su questo versante è lo stallo. Il rimpallo delle responsabilità, messaggi inviati da lontano. Nessuna proposta. Dunque un’altra giornata che si chiude con i soliti toni polemici, mentre i tecnici insistono sul fatto che la soluzione è sotto i nostri occhi. Si chiama Caivano, discarica chiusa da ottanta giorni perché c’è della frazione umida da smaltire che non è mai andata in Spagna. Ma in realtà le cose non stanno proprio così. Caivano è il sito migliore per dotazioni e capacità tecnica. Mentre è lì che resta prigioniera l’energia rinnovabile. «Ci sono nei capannoni quattromila tonnellate di biomassa (rifiuti biostabilizzati, ndr) che si possono bruciare nell’inceneritore di Acerra. È energia rinnovabile ed è gratis», spiega l’amministratore delegato di Asia Daniele Fortini. Eppure nessuno sposta quella biomassa da Caivano alla vicina Acerra. Risultato: fermo Caivano, rifiuti in strada, mentre «Caivano potrebbe ripulire le strade», sottolinea Fortini. E certo è che l’apertura dipende dalla Provincia di Napoli.
Soluzione che c’è ma non si applica, per i tecnici. Mentre il governatore Stefano Caldoro trova «strano che in un mese chiudano tre discariche». Il riferimento è ai siti di Savignano (Avellino), Sant’Arcangelo (Benevento) dove sono in corso lavori e Chiaiano, parzialmente chiuso. Quindi la stoccata alla Iervolino: «Il sindaco deve risolvere i problemi della sua città, non può chiedere ad altri di farlo». E il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto: «Se c’è una sola città in tutta Italia che ha questo problema, significa che c’è stata una cattiva gestione a livello locale». Polemiche. Dopo il botta e risposta a distanza di ieri tra la stessa Iervolino e l’assessore regionale Romano. Mentre nei corridoi del Comune si fanno conti anche quelli sotto gli occhi di tutti. Quattro provincie della Campania hanno presidenti della Provincia della maggioranza. Dunque il problema potrebbe venire risolto all’improvviso sotto elezioni, con una visita di Berlusconi. Napoli pulita entro tre giorni, forse proprio con la riapertura di Caivano.
Filmato da il Fatto quotidiano (rete)
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