sabato 14 maggio 2011

Affare termovalorizzatore

Pronta la denuncia dell'Asìa per l'impianto che dovrà sorgere nella periferia orientale: "La città non avrà alcun beneficio economico dalla gestione dell'inceneritore"

di CONCHITA SANNINO

Sarà un grande affare per i privati, il termovalorizzatore di Napoli Est. Gli utili per la gestione andranno tutti a loro, perché nel bando non è più prevista, com’era all’inizio, una società mista. L’Asìa, azienda dei rifiuti, è pronta a denunciarlo con una presa di posizione, mentre la crisi dell’immondizia continua. Blocchi stradali, rifiuti in fiamme, sacchetti sparsi nelle strade al Museo Archeologico, al corso Umberto e in via Salvator Rosa.


Siamo a quota 3100 tonnellate ancora abbandonate sul suolo cittadino: l’arretrato in strada dovrebbe diminuire oggi e domani di 400 tonnellate. Altrettante se ne aggiungeranno lunedì per la chiusura domenicale, di rito, degli Stir. Intanto, contro le proteste che paralizzano la città, prefettura e questura annunciano la linea dura: tre le persone fermate in via Salvator Rosa per danneggiamento e resistenza.

Nell’ultima notte, cinquanta i roghi spenti dai vigili del fuoco. Prosegue la raccolta anche da parte dell’Esercito. L’ufficio Flussi della Regione fa sapere che alle 18 di ieri erano state scaricate 2 mila 940 tonnellate, di cui 1150 di Napoli e attacca Asìa: «Non sono stati prelevati i rifiuti da Fuorigrotta, e da quattro giorni non si effettua la raccolta al corso Umberto I». «Noi — replica Claudio Cicatiello, presidente dell’Asìa — stiamo facendo tutto il possibile per ripulire la città. Gli impianti Stir funzionano a rilento e i nostri mezzi sono pieni». La stessa Asìa precisa di aver raccolto da lunedì 5.733 tonnellate di rifiuti, contro le 48 dell’Esercito.

Intanto si profila un nuovo braccio di ferro con Asìa, dopo le dichiarazioni di Berlusconi. «Il Comune non solo non ha approntato il termovalorizzatore, ma ha provato a bloccarlo», dice il premier. Già oggi i vertici di Asìa potrebbero rispondere con un duro comunicato in cui si fanno espliciti riferimenti «allo scippo del termovalorizzatore a danno dei napoletani. Con Bertolaso pattuimmo che gli utili dell’impianto che insiste su Napoli sarebbero andati a una società per metà privata e per metà pubblica, così da sostenere i costi della differenziata. Così non sarà. Tutto sarà gestito dal privato e Napoli avrà appena una mancia».

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